martedì 29 novembre 2011

Udine, angoli nascosti del Friuli

Udine, visitata una domenica soleggiata di novembre, insieme ad alcuni colleghi del Dipartimento di agraria e Genetica degli alberi da frutto (e fondatori dell'Istituto di Genomica Applicata).
Bella caminata sulla collina con visita ai giardini da cui si ha una vista sui monti, e la colonna con l'arcangelo S. Michele dal viso impressionante.

domenica 27 novembre 2011

A Colorno, a casa

Anche quest’anno sono stato da mia madre per la settimana  del suo compleanno. Dato che voleva qualche servizio di manutenzione, ho preso una settimana di ferie e mi sono trattenuto più a lungo.
L’ho trovata più curva, un po’ adagiata e rassegnata agli acciacchi, ma dopo qualche giorno di compagnia era quasi la stessa di sempre. Siamo stati alla visita diabetologica, a piedi, e anche se abbiamo fatto varie soste, si è impegnata diligentemente. Al ritiro delle medicine, ha scavalcato due persone in attesa; l’ho giustificata chiedendo scusa, andiamo a piedi, un signore ha chiesto: abita lontano? Dall’altra parte del paese!
Girando tra le viuzze, abbiamo incontrato una zia che non conoscevo, la Carmen, una signora di 83 anni, cui ci siamo rivolti così: sei la Carmen! Non ci vedo bene, ma ti ho riconosciuto dalla voce!
Ho visitato, da solo, zia Bianca, di anni 89, sempre bene in salute, poco poco più curva, attivissima, una delle sarte più richieste negli anni ’60 della zona. L’ultimo mio contatto diretto. Mi ha raccontato l’alluvione del 1951, quando, per salvare Casalmaggiore, il Po fu deviato sulla bassa, allagando Colorno con l’acqua alta 1 metro e mezzo, per fortuna abitavano un primo piano.
Abbiamo ricordato tanti episodi e tante persone, in quei giorni.
Di zio Filippo, sempre contento di vedermi perchè porto il nome di un fratello, gli ultimi miei ricordi vanno indietro agli anni 90, quando era a casa della zia Cleidi, e ricordava perfettamente i nomi di tutti e 14 i fratelli. Si andava a trovarlo lungo uno dei canali della Parma morta, una serie di argini pronti a ospitare le acque alluvionali, e diverse volte furono sfollati con l’acqua che tracimava lambendo le finestre di Torrile, Trecasali.
Mia madre racconta se le si da spazio, e in questo periodo lo fa volentieri. Mi ha stupito, dicendo quanto le manca la lettura, ricordando i libri favoriti, i romanzi dell’oriente, dell’Africa, i libri sulla storia e mitologia ceca. Da quando non può leggere, anche la memoria comincia a farle scherzi, c’è un rallentamento dell’uso del cervello con la diminuzione dell’esercizio.
Ha preparato i dolci “Buchty”, una delle prime ricette di questo blog,

vedendola all’opera mi rendo conto che certe manualità non si comprendono solo
 dalla ricetta. Ad esempio, la consistenza della pasta lievitata, che è molto
morbida, quasi fluente. Il modo di rotolare ogni singolo tortello, dopo aver
richiuso  i lembi della pasta intorno allo stracotto di prugne ( povidla)
rotolandolo nel burro fuso che riempie per tutto il fondo del recipiente da
infornare. Proprio un bagno di burro (e olio) che li sigilla ( anche se si aprono
durante la cottura non è un difetto grave). Ha preparato lo strudel di mele,
renette, acidule e non acquose. Abbiamo scambiato il tubetto della cannella con
quello della noce moscata, e via a sciacquare le mele affettate. Ho preso alcune
 foto, appena riesco a scaricarle dal cellulare le posto.
Le storie che racconta sarebbero da mettere nei libri di scuola. La differenza tra
Sokol (falco) e Jednota (l’Unione) le due associazioni negli anni ’30 che
raccoglievano  i socialdemocratici cechi:

la prima, Sokol, di ceto superiore, in quanto socialdemocratica,
organizzava i giochi sportivi del popolo, l’Unione aveva centri vendita di
alimentari  e a fine anno in base ai punti acquisiti si ottenevano merci.
L’autunno del ’42, in base a cui si dedicò il 17 novembre quale giorno della
gioventù, le scuole furono chiuse per i sentimenti anti-tedeschi,
anti-occupazione, presenti tra gli studenti, e quelli più attivi furono spediti nei
lager e non ritornarono più, mentre gli altri furono assegnati ai lavori obbligati.
Mia madre sedicenne andò in una nursery di alberi forestali, a crescere
piantine dai semi, e successivamente a Vienna, ricongiungendosi ai genitori
 che lavoravano là per trasferimento forzato.
Un Natale del ’34, periodo difficile, poco lavoro e pochi soldi, (nonostante
 una bisnonna di campagna ricca e con tante risorse e riserve alimentari - maiali,
 capre, patate, latte, burro, strutto, mele - alla nipote non destinava nè latte nè
frutta, al massimo una fettina leggermente splamata di strutto) i vicini
rallegrarono una tavola spoglia portando ognuno dolci e pensieri per la famiglia.
La bisnonna, nel dopoguerra, perse quasi tutto, con un cambio di svalutazione
100:1, entrando in banca con valigie piene di cartamoneta inutile.
Del prozio Frantisek parla sempre volentieri, tra le foto ce ne sono due sue,
una nel cortile padronale a Dobryn con mia madre di pochi anni, l’altra mentre
imbraccia una fisarmonica. Voleva studiare musica, e sapeva suonare vari
strumenti, Voleva andare militare a 16 anni, e pagarono per farlo prendere.
Al primo morto cui assistette, scappo, e dovetter opagare per esonerarlo dal
servizio. Si corteggiava con Marenka Reskovic, ma sua madre voleva fidanzarlo
 con Libus(e),  e ci riuscì. A quei tempi non si faceva l’amore, e arrivò all’altare
senza averla conosciuta. Se ne pentì, perché era una donna di emozioni aperte, e
pianse tanto per la morte del vicino, che le faceva visita e l'amore la sera, quando
Franta andava ai concerti. Una notte della vigilia, Frantisek ubriaco si rifugiò a
casa dei gentori, ripetendo: non ci torno, da quella puttana!
Quando aveva 6 anni Franta giocava con un coetaneo figlio di benestanti ebrei,
mentre la madre cucinava per la mensa dell’azienda. Al primo disaccordo, gli
gridava dietro: ChHide (dzide sta per giudeo, ma non riusciva a pronunciare bene),
czo stebe zbyde, polivka, nudle (cosa resterà di te, minestra, pastina...)
 Purtroppo, la storia andò male, per quei bambini, sia per chi rimase che per chi no.
tagliando le mele sulla granella di pangrattato stufata nel burro, la pasta già spianata
sotto, buchty appena sfornate
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001