venerdì 21 gennaio 2011

Libri e scrittori della tradizione luminosa

 o Teologia e natura del bene e del male.... il male inteso come schiavitù universale.
John Ronald R. Tolkien, professore di Filologia edi letteratura AngloSassone, e storyteller, grande raccontatore e cantastorie. Dopo aver combattuto nella prima guerra mondiale, rimane ai posteri come autore di grandi racconti per ragazzi come l'Hobbit e Il signore degli anelli, ma anche di Albero e Foglia, di lezioni memorabili come "Beowulf, the Monsters and the Critics", saggi sulla lingua: "English and Welsh", per aver coniato il termine Inkling  usato anche da Haruki Murakami in Hard-Boiled Wonderland and the End of the world / La Fin du monde. A tutt'Oggi le Società Tolkieniane sono attive, vivaci e danno occasione di incontri,  feste e studi.
Tolkien, Lewis e pochi altri si differenziano da una tradizione narrativa e favolistica esoterica che si narra aspetti oscuri, androgini, confusione.
Finalmente sono riuscito a leggere la trilogia di Narnia, di C. S. Lewis. Qui il link alla Società dedicata a Lewis, in italiano. Cercavo conferme per capire in che senso Lewis avesse scritto nel solco della tradizione luminosa, e qui ricopio alcuni passi nel finale di Narnia.
  1. Se un uomo commette una crudeltà nel nome di Aslan, pur non sapendolo, è Tash che serve. Quando si ha l'animo buono e gentile è Aslan ad occuparsi di noi, anche quando non lo conosciamo.....
  2. Guardate al cuore delle cose, non fermatevi, il cuore delle cose è oltre, continuate ad andare...
  3. Mio diletto" disse l'essere sublime "se non mi avessi desiderato, con tanta intensità, non avresti potuto vedermi. Tutti  trovano solo quello che cercano veramente".


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