1989-90. Cadono le barriere tra est ed ovest, fine del muro di Berlino, la rivoluzione di velluto in repubblica Ceca porta al governo Havel, lo scrittore dissidente, con elezioni libere. Fine del patto di Varsavia, che obbligava i paesi aderenti ad inviare truppe ed invadere paesi amici in pericolo di moti sovversivi, come in Ungheria nel '56, o di moti libertari come a Praga nel '68.
Sono stato a Praga in due viaggi brevi, nel 2008 e nel 2009, in visita al VURV, centro di ricerche agrarie, e tra i conoscenti e colleghi, vi erano una giovane mamma che prestava opera di traduzione in inglese, figura necessaria quando si vuole pubblicare lavori scientifici. In una conversazione tra me e la giovane in questione, mi parla dei suoi genitori dissidenti, e delle difficoltà che avevano sostenuto durante il regime comunista. Da parte mia, sostenevo che agli occhi di noi occidentali molte cose sembravano meno dure, e che alcuni aspetti della cultura di quegli anni erano stati positivi, come i giornali illustrati per bambini, e alcune trasmissioni di cartoni animati, Vecernicek, una programma TV per ragazzi con i disegni stile Jiří Trnka. Di molti che erano scappati al''ovest per cercare fortuna in America, alcuni si erano arresi ed erano tornati in patria, dopo mille difficoltà a fare i tagliaboschi o altri lavori usuranti. C'era una atmosfera di mal sopportazione di un destino già deciso da altri, che scuola devi fare, che corsi devi frequentare, che mestiere farai da grande. Chi non desiderava fare il servizio militare, avrebbe preferito andare in miniera a Jachimov, ad estrarre uranio radiattivo. Ma per i due decenni tra il '69 e l'89, quello che appariva a noi che venivamo da fuori era una società ben strutturata, servizio sanitario perfetto, infermiere caposala precise e severe, ambulanze in funzione, paesini con tutto il necessario, campi di calcio in terra erbosa, laghetti su cui allenarsi quando ghiacciavano, alberghi con angolo bar-ristorante, sale da ballo, corsi di danza per giovani allievi di valzer e polka, e rare occasioni di viaggio, più spesso Jugoslavia, al mare, e previo rilascio del visto, anche Italia, Francia, e dintorni. L'industria vantava una lunga tradizione manifatturiera, dalle scarpe Bata alle auto Skoda, alle lampadine Tesla, al vetro per laboratorio, in borosilicato, resistente alle alte temperature. Negli anni '90, si è lasciato spazio all'iniziativa privata, che era visibile nei nuovi ristoranti e alberghi lungo le arterie di comunicazione, e nella transizione dei paesi vicini, con aziende attive nel settore macchine agricole che fornivano le trebbiatrici e i trattori alle cooperative agricole e alle aziende agricole private. Molte aziende hanno cambiato capitale sociale, assorbite da quelle tedesche, si è assistito alla invasione di marchi esteri, Unicredit per le banche, Toyota per le auto, e tutti i prodotti di stampo moderno, dai ferro da stiro a vapore, agli elettrodomestici, una corsa al consumismo. Ma per molti spiriti liberi, il sogno rimane quello di una casa tra i boschi, facendo i pendolari su e giù dalla città, portando i figli a scuola, andare al lavoro, e ritrovarsi al pomeriggio per il rientro alla "chata", la casa di campagna, fatta di legno, con stufa a legna, magari allevando animali da compagnia, porcellini d'india, e nei fine settimana girare i dintorni e fermarsi in qualche osteria in un paesino sperduto, ma di antica storia e architettura. Per motli giovani, abituati a girare per centinaia di kilometri in bicicletta, la nuova frontiera della metropoli occidentale si riassumeva nella frase: se vado in un bar a Praga, e chiedo un bicchiere d'acqua, mi rispondono: solo minerale, tonica, o succo di frutta, in bottiglia!"