venerdì 8 settembre 2023

i miei libri del 2023

 Chi se li ricorda i meme? erano gli anni 2010-2013, i blog fiorivano (e poi chiudevano) ci si linkava a vicenda, si aprivano concorsi di cucina, e tra amici in rete si passava uno all'altro un gioco, un elenco, ognuno pubblicava la sua lista, e via al successivo. Furono seguiti da altre liste, questa volta meno social, ma sempre tramite social, FB: quali sono i tuoi migliori libri dell'estate/dell'anno? elenca i libri che ti sono piaciuti e mettili nei commenti.

Ecco, al mare ogni giorno ci siamo fatti il bagno, tra le 8 alle 10, circa, su uno scoglio praticamente nostro, lo scoglio della regina Marcella. L'amico comune, Mario, docente MIUR, è riuscito a farci parlare del passato, del dialetto, dei nostri trascorsi, quasi due mesi di bagni e di risate. Gli altri anni, ci appassionava delle sue letture qui in vacanza,  un'estate era Javier Marias (RIP), altre volte Murakami (che poi abbandono'). Quest'anno, in parte per il clima che ha fatto, in parte per il rigido allenamento che si è prefisso, 10 o più km al giorno, era spesso stanco, e quindi lo pungolavo chiedendo: Mario, che libro stai leggendo? E lui, di rimando: e tu, cosa hai letto di interessante?

Quindi mi accingo a fare una breve lista delle mie letture, non tutte recentissime, ma significative per me.

inizio con due libri italiani. Fabio Veronesi, versiliano, autore di Esche vive. Chi manda le onde è un romanzo di amore, di goffaggini, di persone che alla fine si ritrovano, trovano il loro modo per andare avanti, lasciare perdere le menzogne di cui si ammantavano, e vivere con qualcuno simile a loro
"perchè ho paura che se vado poi non mi volete più. Che abbiamo fatto questa bella gita, e però, siccome è finita come è finita, ora non ci vediamo più". Poi la mamma fa: "Mah, chi lo sa. secondo me questa cosa qui la può decidere Luna"....
Allora la mamma mi guarda e facciamo la stessa identica cosa, alziamo le braccia al cielo e diciamo: "Mah, chi lo sa, stiamo a vedere".
Di Andrea Marcolongo abbiamo quasi tutto, questo libro è un modo per presentarci la figura del console inglese presso il sultano durante la guerra francese in Egitto, che ottenne un permesso di scavo e lo trasformò in una sanatoria per depauperare il Partenone ed altri luoghi dell'antica Grecia di statue e marmi. Molti trofei andarono perduti con il naufragio, ed ora restano solo  i calchi delle metope a segnare i vuoti, nel museo dell'Acropoli ad Atene.


Di Laura Messina, autrice del blog Giappone mon amour, abbiamo quasi tutti i libri. Io ero un passo indietro e quest'estate mi sono letto questo Wa, diviso in 72 paragrafi come anche le quattro stagioni, ogni capitolo dedicato ad un modo di dire, al carattere kanji che ne è alla base, ed al sentire dei Giapponesi.
una storia d'amore tra una ragazza superdotata per la vista dei colori ed un ragazzo tanatoesteta: il loro incontro non è avvenuto per caso, è un recupero di legami familiari precedenti.


Kanako Nishi, scrittrice del 1977, è autrice di successo in Giappone, questo è il primo libro tradotto. 
Riesce a farci sentire l'atmosfera famigliare, una famiglia quasi perfetta che è distrutta da un lutto. Ma che si rialza. Alcuni personaggi sono transgender, mi ricorda il mammo/a di Kitchen di Banana Yoshimoto. Parla dei sentimenti di ragazzi che crescono, delle ragazze che trovano una strada personale, fanno delle scelte non convezionali.

Sanaka Hiiragi è autrice del 1974, per 7 anni ha insegnato giapponese all'estero, ha vinto il primo premio nel 2013, appassionata di fotografia, macchine fotografiche e kimono. Una bella storia, che mischia il mondo magico fantastico dell'aldilà con tre (quattro) protagosti, la vita si intreccia inspiegabilmente, e che rivedono la loro vita attraverso le loro fotografie, tante quanti anni hanno vissuto
Questo libro è un doppione, ero in libreria quando mi ha colpito la novella La scimmia di Shinagawa. Avevo come reminescenze, ma l'ho comprato, ritrovando il libro originale già a casa. Così me lo sono riletto, poi ho continuato con le cronache del signor uccello giraviti (Neji makidori kuronikuru)

Satoshi Yagisawa è del 1977. A questo libro ha fatto seguito un sequel "Una sera tra amici a Jimbocho". La protagonista, la giovane Takako, aiuta lo zio Satoru a tenere aperta la libreria Morisaki, specializzata in letteratura giapponese moderna. Ricco di commenti sullo stile di vita dei giovani, chi si sposa o si lascia per interesse, chi ci resta male e farà sentire la sua voce.


Di Osaka, 1971. In Giappone lavora come sceneggiatore e regista. Con Finché il caffè è caldo (Garzanti, 2020), suo romanzo d’esordio, ha vinto il Suginami Drama Festival. A questo successo segue Basta un caffè per essere felici (Garzanti, 2021), il secondo volume sulla caffetteria speciale, e Il primo caffè della giornata (Garzanti, 2022).
Libro su spettri, time lapse, tempo fermo, ritorni nel passato, il tempo di bere un caffè.

Metto nella lista con due libri italiani che sono stati argomento di un post di aprile


ed ecco i nuovi acquisti, per finire in bellezza il 2023

Natsuo Kirino (è uno pseudonimo), classe 1951.  Nel 1993 si è aggiudicata il premio Edogawa Ranpo con il romanzo Pioggia sul viso. Con Le quattro casalinghe di Tokyo (Neri Pozza 2003) ha raggiunto una notorietà internazionale e ha vinto il prestigioso premio dell’Associazione giapponese degli autori di romanzi polizieschi. E' considerata un’autrice capace di innovare la lezione di Chuck Palahniuk e Murakami Haruki.  Ho ordinato IN,  tra i libri che ha scritto è il meno noir, una indagine psicologica con risvolti di mistero e illuminazioni sull'essere donna nella società e nei rapporti amorosi 



Ito Ogawa, classe 1973, nota scrittrice di canzoni e libri per ragazzi, famosa per Il ristorante dell'amore ritrovato. In La cartoleria Tsubaki, Hatoko è una calligrafa tuttofare, con il pennello e l’inchiostro sempre a portata di mano. Hatoko si trova quindi a redigere eleganti biglietti d’auguri, a compilare telegrammi di condoglianze per la morte di una scimmia, a comunicare la fine di un amore, tutto rigorosamente scritto a mano. Un giorno, alla cartoleria Tsubaki si presenta un giovane sconosciuto che parla un giapponese alquanto stentato. Con sé ha un sacchetto di carta pieno zeppo di lettere con un indirizzo italiano e vergate nell’elegante, inconfondibile grafia della nonna di Hatoko. Lettere capaci di sovvertire tutto quello che Hatoko ha sempre creduto di sapere non solo sul suo passato, ma anche su quello della cartoleria Tsubaki.

I nomi giapponesi fanno precedere il cognome, dopo viene il nome, a meno che il traduttore scelga la versione occidentale. In libreria, cercavo Tsumura tra gli autori con la lettera T, poi l'ho trovata, sotto la kappa di Kikuko. Giovane scrittrice molto amata in patria (premio Akutagawa e premio Noma), in questo libro descrive 5 lavori differenti di una giovane che si districa nella vita della città. Quale sarà il più soddisfacente? i primi quattro no, lei cerca sempre quello dove può sopravvivere meglio. 

Autrice giovanissima, del 1999, Keiko Yoshimura (pseudonimo) si affida alla traduzione di Laura Imai Messina, garanzia di contenuti profondi e di sentimenti filosofici
Dal sito web «Ma io aggiusto solo finestre, tetti... oggetti qualunque.» Il maestro sorrise: «Credo tu faccia molto di più, Mamoru. In tanti momenti ci hai restituito il coraggio di continuare questa vita. Ci hai comunicato la fiducia nel fatto che le cose potessero andare a posto, che tutto, in un modo o in un altro, si potesse aggiustare». Tutto si guasta, si incrina, invecchia, si rompe. Sohara Mamoru, che è nato sull'isola più piccola dell'arcipelago di Izu ed è il tuttofare della comunità, lo sa. Durante i tre giorni che precedono il Capodanno, si svolge la storia di un uomo che ha sempre messo davanti alla propria realizzazione la felicità altrui. In quella goccia di terra sovrastata da un vulcano dormiente e coperta da boschi di camelie, Sohara sogna (e di nascosto realizza) piccoli atti magici. Aggiusta case, guardrail, lampioni e, insieme, persone. Sono i giorni in cui in Giappone tutti si affaccendano per pulire, mettere a nuovo le stanze e accogliere così l'anno che viene, accompagnato dai 108 rintocchi delle campane dei templi. Sono le 108 passioni umane da cui liberarsi per raggiungere il Nirvana, secondo la religione buddhista: 107 rintocchi prima della mezzanotte, uno subito dopo. Mentre le stradine dell'isola si riempiono del profumo dei cibi tradizionali, le uova di aringa, i fagioli dalla buccia nera e brillante, il riso dai grani rossi delle grandi occasioni, Sohara incontra Kodama e i tasti guasti del suo pianoforte, Nozato che si sa immaginare solo a bordo di una bicicletta, il maestro Kawakami cui scivolano dalle mani oggetti che Sohara, suo allievo, di nascosto aggiusta e restituisce alla casa. Ciò che Sohara non sospetta però è che, in quei giorni profumati di pino e pasticcio di pesce, giungerà per lui dal mare una lettera: porterà con sé una tremenda notizia da Yamada, figlio dannato dell'isola. Accadrà proprio nell'attesa di un Capodanno che, per la prima volta, gli racconterà chi sia lui per la comunità e quanto il senso della vita non stia in tutte le possibilità che essa offre ma nella scelta di una sola. Nella notte dei 108 rintocchi, arriverà per Sohara il tempo non più di dare ma di ricevere."

Durian Sukegawa, nome d'arte di Tetsuya Sukekawa, è nato a Tokyo nel 1962. Poeta, scrittore e clown, ha una laurea in Filosofia Orientale e una in Pasticceria, conseguita all'Università della Pasticceria del Giappone. Per Einaudi ha pubblicato Le ricette della signora Tokue (2018), il suo primo libro tradotto in italiano, da cui è stato tratto il film Le ricette della signora Toku, diretto da Naomi Kawase e presentato al Festival di Cannes nel 2015.

un luogo e in un'epoca – i primi anni Novanta – che riportano a galla una Tokyo ammaliante e ormai scomparsa.  A Tokyo, nei primissimi anni Novanta – gli anni della «bolla» immobiliare –, impazzano i procacciatori d'affari e crescono i grattacieli. Non dappertutto, però. Nella zona di Shinjuku ci sono soprattutto alberghi a ore in rovina e gatti. Nel cuore di Shinjuku c'è Goldengai, un gruppo di isolati che risale ai «tempi caotici del dopoguerra», con piú di duecento piccoli bar l'uno accanto all'altro. È un mondo di ruderi e lanterne colorate quello in cui si aggira Yama, aspirante sceneggiatore, autore di quiz per la televisione, daltonico. Quando entra per la prima volta al Kalinka, un localino stretto e lungo dove i clienti abituali ingannano il tempo facendo scommesse sui gatti che faranno capolino alla finestra, Yama si ritrova in una «enciclopedia illustrata del genere umano». Gomito a gomito, al bancone bevono un bassista rock, una dominatrice di un club sadomaso, un regista, un «pornoredattore», un ex carcerato, un uomo vestito di paillette. Dietro il bancone lavora Yume, che arrostisce spiedini e peperoni. Come molti dei suoi clienti, Yume sembra un po' sfasata: ti guarda con un occhio solo, non sorride mai, e sembra sapere molte cose sui gatti del quartiere. Intrigato dal mistero – dove si incontrano, Yume e i gatti? –, combattuto tra la perenne sensazione di smarrimento e gli impulsi creativi, Yama cerca di trovare una strada che faccia per lui. Lungo il cammino si metterà nei guai col suo datore di lavoro, si cimenterà nella poesia, si lascerà cullare dalle luci di Goldengai. E, proprio quando sentirà sbocciare un fiore dentro di sé, vedrà un luogo magico scivolare via come sabbia, portandosi dietro una ragazza dagli occhi sfuggenti e forse un'intera epoca della vita.


Kawamura Genki è uno scrittore giapponese, nato a Yokohama nel 1979. Dopo una laurea presso la Facoltà di Lettere della Jochi Daigaku, collabora alla produzione di film di successo tra cui Train man e Your name. Nel 2011 si aggiudica il Premio Kumamoto per giovani produttori cinematografici. Per Einaudi ha pubblicato Se i gatti scomparissero dal mondo (2019 e 2020) - romanzo-riflessione attorno alla mortalità -, il suo primo romanzo diventato un successo globale, Non dimenticare i fiori (2021) vicenda che prende spunto dall’Alzheimer della nonna

Cosa sei disposto a dare al Diavolo per poter vivere un giorno in piú? Attento: ciò che il Diavolo sceglierà di prendersi sparirà dal mondo, per tutti. I telefonini? Va bene. E i film, gli orologi... d'accordo, ma i gatti? Sei pronto a rinunciare ai gatti?

Il protagonista della  storia fa il postino, mette in comunicazione tutti gli altri ma accanto a sé non ha nessuno. La sua unica compagnia è un gatto, Cavolo, con cui divide un piccolo appartamento. I giorni passano pigri e tutti uguali, fin quando quello che sembrava un fastidioso mal di testa si trasforma nell'annuncio di una malattia incurabile. Come passare la settimana che gli resta da vivere? Riesce a stento a compilare la lista delle dieci cose da provare prima di morire. Non resta nulla da fare, se non disperarsi: ma ecco che ci mette lo zampino il Diavolo in persona. E come ogni diavolo che si rispetti, anche quello della nostra storia propone un patto. Un giorno di piú di vita in cambio di qualcosa… Con la delicatezza di Sepúlveda e il gusto per il fantastico di Murakami, Kawamura Genki ha scritto una fiaba moderna per ricordarci quali sono le cose davvero importanti

Kashiwai Hisashi, cresciuto a Kyoto: ha lavorato come giornalista e consulente televisivo. È autore della serie sul Ristorante Kamogawa, composta da sette libri e da cui è stata tratta una serie tv. Da leggere anche Le ricette perdute della locanda Kamogawa. Einaudi.

Padre cuoco, figlia manager del gruppo investigativo che porta alla luce modi perduti di cucinare, che aiutano i clienti a ritrovare un ricordo e una situazione che avevano perso, e anche di gustare piatti della cucina tradizionale. La ricetta dell'hamburger con la farina di grano saraceno l'ho provata (ho sbriciolato degli spaghetti di soba, che dovrebbero essere di grano saraceno), ed è ottimo.

Michiko Aoyama ha lavorato come giornalista in Australia. I suoi libri hanno ricevuto diversi riconoscimenti in Giappone, tra cui il Miyazaki Book Award e il Miraiya Shoten Grand Prize
Per prima cosa si entra in biblioteca. Poi bisogna trovare la signora Komachi, dalla pelle candida e con uno chignon fissato da uno spillone a fiori. Infine, aspettare che ci chieda: «Che cosa cerca?». Sembra una domanda banale, ma non lo è. Perché la signora Komachi non è come le altre bibliotecarie. Lei riesce a intuire quali siano i desideri, i rimorsi e i rimpianti della persona che le sta di fronte. Così, sa consigliare il libro capace di cambiarle la vita. Perché in fondo, come dice Borges, «il libro è una delle possibilità di felicità che abbiamo noi uomini». È così per Tomoka che, fagocitata dalla vita di città, ha smarrito la serenità; per Ryō, che ha un sogno, ma è in eterna attesa del momento giusto per realizzarlo. Poi ci sono Natsumi, che ha visto arenarsi la propria carriera dopo la gravidanza e non ha più la forza di lottare per riavere quello che ha perso; e Hiroya, troppo concentrato su sé stesso per cogliere nuove opportunità. Ognuno di loro esce dalla biblioteca stringendo tra le mani un libro inaspettato, e tra quelle pagine troverà il coraggio di cambiare prospettiva e non arrendersi. A volte è facile smarrire la strada e farsi domande sbagliate che non dissipano la nebbia che si ha davanti. Allora, bisogna guardare oltre e scorgere il raggio di sole che filtra dalle nuvole.
Kei. Aono (Nagoya) è stata redatrice per una rivista di animè e poi per una casa editrice. Ha prodotto la serie sulle libraie di Kichijoji, quartiere ovest di Tokyo, adattata anche per la TV.

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