martedì 24 marzo 2015

il melograno


L’albero di melograno (Punica granatum) risale agli albori dell’umanità, già nella Bibbia all’albero sono attribuiti straordinari poteri benefici per la salute. E’ un simbolo sacro in Israele, di fertilità in Armenia, ed entra nello stemma di molte città della Turchia. La coltivazione èdocumentata in Egitto e Mesopotamia fino a diversi millenni fa, per il ritrovamento tra i reperti archeologici di residui di semi e bucce.

Il nome di Genere Punica deriva dal nome romano della regione geografica costiera della Tunisia, e della omonima popolazione; le piante furono così nominate perché a Roma giunsero i melograni da quella regione. Il nome "melograno" deriva dal Latino malum ("mela") e granatum ("con semi”), in Inglese “Pomegranate”, ed in tedesco “Granatapfel”. In spagnolo “granata”, come anche in francese “la grenade” significavano appunto melograno. La denominazione della città spagnola di Granata, che ha nello stemma un frutto di melograno, deriva dalla introduzione del frutto operata dalla dominazione moresca in Spagna.

Le varietà sono numerosissime, data anche la notevole variabilità della specie. Esistono varietà che danno un succo più dolce o più acido, di varietà con frutti bianchi, e con frutti  neri (“Anor e Sioh” a Taft, Iran).

Il frutto è ben conosciuto per il suo sapore delizioso e proprietà antiossidanti che  promuovono la salute. C’è un aumento del consumo del succo di melograno, le cui vendite sono aumentate di dieci volte in un anno (valori riferiti al  2006). Le applicazioni di succhi arricchiti in melograno, yogurt e altre bevande sono dirette ad una richiesta di alimenti ricchi in antiossidanti (Seeram et al .2008). 
Il potere antiossidante del succo di melograno supera tutti gli altri succhi, compreso il vino) e ad aumentare le difese immunitarie grazie alle proprietà immunomodulatorie ed antinfiammatorie del succo (Farinacci et al. 2008). Probabilmente anche i polifenoli negli scarti potrebbero avere simili applicazioni (Serrano et la. 2009). Oltre che per la produzione di succo fresco o congelato, il prodotto viene trasformato in concentrato acido, che viene utilizzato nelle cucine greca, persiana e libanese.
Le scorze dei frutti hanno anche proprietà aromatiche e vengono utilizzate per dare il gusto amarognolo a Vermouth e aperitivi.
La produzione di melograno ha una grande importanza economica nell’area Mediterranea, in particolare in  Turchia, Grecia, e nei paesi dell’Africa mediterranea. L’India è una delle nazioni nella produzione di melograno, con 500.000 tonnellate, con  una tale popolarità che anche lo stato dell’ Himachal Pradesh, i contadini stanno sostituendo i meli con i melograni. Grazie ad una crescente popolarità di questo frutto, gli USA sostengono con 12 milioni di dollari  un progetto per ricostituire la filiera del melograno in Afghanistan, note varietà pregiate di Kandahar.
Si stima che entro il 2025, l’area di produzione indiana di melograno raggiunga i 750000 ha, a partire dai 125000 ha utilizzati nel 2007. Di conseguenza la produzione  aumenterà  di 10 volte e l’export di 7 volte entro il 2025 (dati 2007).
La pianta ha una forte tendenza a produrre polloni radicali, il portamento ad albero isolato è favorito dalla asportazione dei getti accessori che si dipartono dalla base del fusto e dalle radici. La propagazione è facile, per talea o per polloni laterali. Il melograno è pianta resistente all'arido estivo ed alle temperature invernali tipiche del Mediterraneo; in tale condizioni è straordinariamente resistente ad ogni tipo di malattia. La sola condizione richiesta è la coltivazione in ambiente secco e ben drenato, con elevata insolazione; non esistono esigenze particolari di suolo, se non che ci sia spazio per le radici.

La pianta è quindi un’ottima candidata per la promozione dello sviluppo economico del Salento, che deve essere sostenuto mediante appropriate politiche di accompagnamento agli agricoltori e all’industria della trasformazione. E’ necessario che ci sia in loco un centro di raccolta e di produzione di succo di melagrana, che permetta il sostegno alla domanda di prodotto (per essere congelato, concentrato, e confezionato).
Nella produzione di succo di melograno, circa 3000 litri al giorno vengono processati in un impianto di grosse produzioni a partire da circa 10 tonnellate di frutti, lasciando  circa 4-5 tonnellate di  bucce  residue, e circa 450 kg  di semi secchi. Nel solo Regno Unito in un mese si sono venduti  circa 500.000 litri di succo in un mese nel  2005 (6 milioni di litri /anno corrispondenti a 20000 tonnellate di frutti).
L’introduzione della coltivazione di una pianta arborea su aree frazionate e terreni irregolari può ovviare alla tendenza a lasciare i terreni incolti, permettendo un notevole recupero della CO2 in eccesso (gas serra, prima causa del riscaldamento globale). La riforestazione è un metodo per rinforzare i pendii a rischio di frane, mentre il terrazzamento e la presenza di alberi conferisce maggiore solidità alle aree collinari.
Il succo di melograno oltre ad essere un succo da consumarsi fresco, pastorizzato, o previo congelamento (sono memorabili i succhi prodotti in casa dalle nonne, che mescolavano il succo di vari frutti  tardivi di fine stagione, melacotogna, fejoja e melograno) per poi offrirceli durante l’’inverno congelati in bottigliette a mò di razioni kappa e sorbetti deliziosi. Oppure la granatina da diluire col ghiaccio d'estate, succo concentrato a bagnomaria.
Il succo di melograno concentrato è un prodotto alimentare molto usato in medio oriente, si trova presso i negozi di prodotti libanesi, e si usa come condimento sulle insalate di prezzemolo e nei piatti esotici. E’ un prodotto ricco in acido citrico, che ne permette la lunga conservazione e stabilità. In alcuni studi applicativi, sono stati prodotti salumi che invece di conservanti chimici come il nitrato di sodio sono stati prodotti con l’aggiunta di succo concentrato di melograno acido, la varietà selvatica, a basso contenuto di zuccheri.
L’industria degli scarti del promette di ricavare materiale utile in campo nutraceutico e cosmetico. Già adesso la buccia e la polpa residua vengono studiate per un elevato contenuto di polifenoli e antiossidanti, fibre e nutrienti (sfruttabili in zootecnia).
Le bucce contengono 1000 volte più polifenoli rispetto alla polpa. Polifenoli ed altri antiossidanti sono presenti in quantità doppia nelle bucce rispetto alla polpa. Infatti, c’è una costante richiesta di antiossidanti di origine naturale perché sono accettati meglio dai consumatori.
Il contenuto totale di ellagitannini e altre fonti di acido ellagico nel succo di melagrana è circa 1,77 gr/L, con la punicalagina come principale componente. Le bucce contengono antocianina, che conferisce il colore rosso, e altri tannini. Nei semi è contenuto olio ricco in acido punicico (Seeram et al. 2005), di cui si sono proposte applicazioni in campo salutistico (Jurenka, 2008).
I tannini sono un gruppo di composti polifenolici di elevato peso molecolare, che hanno la proprietà di formare complessi con carboidrati e proteine. Si dividono in base alla struttura chimica ed anche alla solubilità e facilità di estrazione.

I “tannini idrolizzabili” sono esteri di uno zucchero e di acidi organici. Si chiamano così perché in seguito a trattamento con acido diluito si idrolizzano nei componenti (zucchero: glucosio, xilosio, saccarosio) e acido organico (acido gallico, acido poliidrossifenico, acido ellagico).
Le “tannini condensati” (proantocianidine) sono poli-idrossi-flavani polimerici. Il monomero  flavanolo,  può differire nell’idrossilazione dei gruppi fenolici e nella  stereochimica. I monomeri di flavanolo sono legati con legami carbonio-carbonio in posizione 4 - 6 o 4-8 da pochi oligomeri fino a 200 unità di flavonolo. I tannini condensati in presenza di acidi reagiscono in composti insolubili, antocianine dal colore rosso,  catechina, acido ellagico, e acido gallico. (Figura 1a, b, c, e d).

Studi sull’alimentazione sono stati fatti in campo umano per applicazioni di tipo dietetico, per indurre senso di sazietà, e come antiossidanti (Faria et al. 2008) mentre in campo animale si è osservato un possibile beneficio nei bovini  (Shabtay et al. 2008) in particolare durante l’allattamento.
Infine, I singoli principi attivi possono avere applicazioni nella cosmetica, visti i benefici osservati su cellule della pelle come  fibroblasti e keratinociti (Pacheco-Palencia e al. 2008), come nutraceutici in campo farmaceutico (supplementi e integratori), e come probiotici promuoventi la crescita di batteri probiotici nell’intestino Queiroz-Monici et al. 2005), ed infine come antiossidanti nell’industria dei lavorati carnei e degli insaccati.

Da Pianto antico, di Giosuè Carducci, a Canzone orientale, di Federico Garcia Lorca, l'ode alla melagrana riempie le pagine web e i siti di internet
  1. L'albero a cui tendevi
  2. la pargoletta mano,
  3. il verde melograno
  4. da' bei vermigli fior,.....
  5. sei ne la terra fredda,
  6. sei ne la terra negra ( e fanno dodici)...

Nella prosa, si trovano in Il tuo sorriso di Pablo Neruda

Amor mio, nell'ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d'improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,

ho studiato la flora spontanea, ho percorso l'isola in auto, a piedi e in bicicletta fotografando le saline, le distese di ginepro modellate dal vento, i campi  con i fichi allevati come fossero un gigantesco fungo per proteggere gli animali dal sole, gli ulivi. Con una vecchia Land Rover ho cercato fichi, carrubi, olivi, mandorli in terreni che sarebbero stati edificati e dove le piante dovevano essere tolte. Li ho trapiantati in giardino e ora ne costituiscono l'ossatura principale. E' stata reimpiantata la vigna e grandi macchie di timo, rosmarino, lentisco, ginepro e olivastro formano un disegno astratto. C'è un grande orto con cespugli  di melograno

Bibliografia

1.      Seeram N.P., Aviram M., Zhang Y., Henning S.M., Feng L., Dreher M., Heber D. Comparison of antioxidant potency of commonly consumed polyphenol-rich beverages in the United States. J. Agric. Food Chem. 2008, 56:1415-1422.
2.      Farinacci M., Colitti M., Sgorlon S., Stefanon B. Immunomodulatory activity of plant residues on ovine neutrophils. Vet. Immunol. Immunopathol. 2008,  126:54-63.  
3. Serrano J., Puupponen-Pimi R., Dauer A., Aura A-M.,  Saura-Calixto F. Tannins: Current knowledge of food sources, intake, bioavailability and biological effects. Mol. Nutr. Food Res. 2009, 53, Suppl 2:S310-29.
4.      Seeram NP, Adams LS, Henning SM, Niu Y, Zhang Y, Nair MG, Heber D. In vitro antiproliferative, apoptotic and antioxidant activities of punicalagin, ellagic acid and a total pomegranate tannin extract are enhanced in combination with other polyphenols as found in pomegranate juice. J. Nutr. Biochem. 2005, 16:360-367
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7.      Pacheco-Palencia LA, Noratto G, Hingorani L, Talcott ST, Mertens-Talcott SU. Protective effects of standardized pomegranate (Punica granatum L.) polyphenolic extract in ultraviolet-irradiated human skin fibroblasts. J. Agric. Food Chem. 2008, 56:8434-8441.
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giovedì 19 marzo 2015

vedere a occhio nudo organismi unicellulari e batteri giganti

Il più grande batterio conosciuto, prima del 1999 era l' Epulopiscium fishelsoni ("Fishelson's guest at a fish's banquet") che ha una relazione simbiotica (vive nell'intestino) di un pesce dell'oceano pacifico e delle Hawaii, surgeonfish o Acanthurus nigrofuscus.
L'Epulopiscium raggiunge le dimensioni di 0.2-.8-mm.
Nel 1999 è stato osservato il più grande batterio conosciuto, che può raggiungere i  0.75 mm, ossia in certe condizioni si può vedere a occhio nudo, il Thiomargarita namibiensis.
Questa perla solforica della Namibia è un batterio chemio-trofo, ossia trae energia dal solfuro di idrogeno (ossidato a zolfo)  e usa nitrato come accettore di elettroni, contiene all'interno granuli di zolfo e accumula in vacuoli gli ioni nitrato. Come altri cocchi la sua divisione avviene lungo l'asse (longitudinale quando la forma non è sferica), formando catenelle.
Nel sito Wisigeek si parla di similitudini e differenze tra cellule prokariote (prive di nucleo) ed euokariote come di organismi unicellulari
 organismi unicellulari arrivano a essere visibili a occhio nudo, come  alghe unicellulari (eukaryote) e amebe.

Valonia ventricosa, alga verde
(da Wikipedia) unicellular organisms are of microscopic size and are thus classified as microorganisms. However, some unicellular protists and bacteria are macroscopic and visible to the naked eye. Examples include:

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