giovedì 12 maggio 2022

ricordi del dottorato a Verona

 Tra il 1990 ed il 1995 ho trascorso cinque anni presso la facoltà di Medicina a Borgoroma, Verona, presso il  complesso dei laboratori universitari di ricerca medica (fino a fine 1990) e poi presso l'istituto di Biochimica.

                   Ilaria Dalprà di spalle, con il Bertini e Caterina

La prima borsa di ricerca era ospedaliera, con il Professor Radin e il Dr. Dellagiacoma (Gianni, originario della Valsugana) che si occupava di ricerca sul trapianto del pancreas endocrino, utilizzando cellule di ratto e di maiale. Quando la sua dottoranda venne in laboratorio, gli chiese: Gianni, quando lo fai il maiale? e lui rispose: Tutti i giorni! A fianco della nostra stanza vi era un laboratorio di proteomica, con un medico e due tecniche, di cui ricordo Monica, perchè ci siamo frequentati in varie occasioni, originaria del Veronese là dove si producono amarone e recioto, una sera ce ne fece dono, era squisito.  Quando ho vinto il dottorato, e fine anno, ho lasciato la mia borsa ad una biologa, Teresa, che aveva un conflitto latente con gli uomini, ma allo stresso tempo riusciva a suscitare l'interesse dei colleghi. Invece Gianni, sciupafemmine, era intento a corteggiare le infermiere. Più avanti ritornerò su Gianni e le sue conquiste.

A Biochimica,  ero nel gruppo del Professor Suzuki, e cisi occupava di tessuti animali da cui estraevamo proteine con particolari proprietà. Dai ratti, ghigliottinati, si sezionavano gli organi distinguendone le funzioni (Ad esempio, dal cervello si raccoglievano le varie zone separatamente: cervelletto, bulbo, talamo, corpo striato, corteccia, ippocampo, e così via), fino a venti diversi tipi di organo, i tessuti venivano crioconservati a meno 80 dopo averli polverizzati in azoto liquido. Inoltre, c'erano organi come testicoli bovini, tagliati in forma di pizzette, che davano origine a sollazzi da parte degli amici, che mi prendevano in giro. Venivano anche studenti stranieri, ricordo una vietnamita, Nguyen, che mi ha ricontattato di recente, ha lavorato negli USA con la sua famiglia. Altri laureati frequentavano il nostro gruppo, Sofia è rimasta ed è docente ancora oggi, e il farmacista Checco, che lavorava ma aveva la passione per la ricerca. Una sera era impegnato in una estrazione dell'enzima ADP ribosil Transferasi, con una studentessa di un gruppo napoletano, ma dopo il passaggio sulla colonna di affinità e analisi del contenuto proteico nelle varie frazioni, il risultato era negativo. Trovandomi ancora sul posto, ci siamo messi insieme a riequilibrare le frazioni per eliminare l'eccesso di sali (con il potenziometro per leggere la conduttività in milliohms)  e l'ho convinto a ricaricare la colonna di affinità. Fu un successo!

Nei gruppi diretti da altri professori c'erano persone simpatiche, Chiara, sposata con famiglia, Patricia di origini libanesi fidanzata con Elio, e una ragazza olandese, con cui mi intrattenevo a parlare, e mi offrivo di lavarle la biancheria, perchè non aveva la lavatrice. Mi fecero notare che avrei dovuto fare attenzione ai suoi camici, perchè lavorava con sostanze radioattive, e si macchiava il camice. Visto che anche io ho lavorato con molecole radiattive, non me ne sono preoccupato. Un fine settimana Gianni ci invitò ad andare con loro a Bormio, aveva le chiavi di una baita per gli ospiti, nel parco dell'Adamello, e io chiesi alla ragazza olandese di accompagnarci. Sono partito insieme a lei con la mia 500, chiacchierando lungo il viaggio, e a Bormio ci siamo ricongiunti con il gruppo,  la casa era confortevole con vari letti, a castello e a due piazze. Ad un tratto, la mia amica mi raggiunge pensierosa e mi chiede: scusa, ma io con chi devo dormire, con te  con Gianni? Il dottore si era fatto avanti e la mia amica forse aveva fatto un progetto che mi riguardava. Comunque, fu un fine settimana bello e di libertà, arrivammo anche a Livigno, città esentasse; in seguito i due si frequentarono ancora per qualche mese. Passata la cotta per il medico, ci siamo rivisti, l'ho introdotta alla mia cerchia di amicizie disinteressate, alcune LGBT, con cui si facevano grasse risate e mangiate di costatine a Verona e nell'entroterra, tra osterie e fresche frasche, tipo le osmize, come le chiamano in Friuli.

Colonne sonore: It's the end of the world as we know it (and I feel fine), R.E.M.; Nevermind, Nirvana;

 Sax And Violins  Talking HeadsSummer Kisses, Winter Tears  Julee CruiseMove with Me (Dub)  Neneh CherryThe Adversary  Crime and The City SolutionWhat's Good  Lou ReedLast Night Sleep  CanFretless  R.E.M.Days  Elvis CostelloClaire's Theme  Graeme Revell(I'll Love You) Till The End Of The World  Nick Cave & the Bad SeedsIt Takes Time  Patti Smith e Fred "Sonic" SmithDeath's Door – Depeche ModeLove Theme – Graeme RevellCalling All Angels – Jane Siberry. 

Wim Mertens: Close cover, Whisper me, The fosse, Struggle for pleasure. Peter Gabriel: Secret World. Gianna Nannini: America; Ciao amore: io senza te.

Degli altri istituti, in ognuno c'era qualche amica simpatica, con cui scambiare due parole, c'era chi cantava nei gruppi come corista, ma il gruppo di ricerca più numeroso era a istologia, varie ragazze che organizzavano party e serate in campagna. Ad una uscita, mi sono presentato con una mongolfiera, e la serata è stata divertente, tra medici stranieri ospiti del professore, a Negrar, nella campagna veronese, nel giardino di Caterina, una delle ragazze del team. 

Marilena a sinistra, Lucia al centro, e Chiara

                                            Adriano il tecnico, e Betta
Jun Wu, universitario cinese

Una delle interne di Anatomia era Ilaria Dalpra (inseparabile dalla sua compagna Lucia Gabrielli), grande amica sportiva, spesso sono andato a Vicenza da lei per giocare a calcetto od a pallacanestro, nel 1993, mi ha fatto conoscere la sua cerchia di amicizie: Giuliano, e la squadra di calcio ospitata a Borgoroma per una sfida VI-VR (Giampaolo, Stefano, Filippo, Nico, Marek dalla Czechia). Si era una comitiva numerosa, ricordo pomeriggi nuvolosi, tramonti carichi di nuvole nere e vento di settentrione, al rientro dai giardini da una partita insieme. Colonna sonora: 883: Come mai, Pitura Freska: Un papa nero.

La festa di saluto prima della partenza fu a casa mia, mi regalarono una T shirt bianca tutta firmata con bei pensieri e dediche (Sii felice; partire non è andare e tornare, è imparare le lingue degli altri, imparare ad amare).  Al ritorno dal Giappone, ho trascorso il 1995 abitando a Vicenza e viaggiando a Verona per scrivere la tesi di dottorato. Le amicizie erano consolidate, e ripresero le partitelle di pallacanestro (oratorio) e pallone (ai giardini pubblici), inoltre siamo andati insieme una sera al cinema a vedere Kitchen, dal libro di Banana Yoshimoto.

Durante il mio secondo soggiorno in Giappone, ho rivisto il professore Armato ad un convegno nel 1997, insieme a  due sue dottorande, una delle quali era Ilaria. Prima di partire nel 1994, le avevo lasciato lo stereo, al rientro mi ha aiutato a fare il trasloco a Vicenza. Marilena (Ribecco) ottenne una borsa per il Canada, da cui mi ha scritto varie volte nel 1997, sul freddo (-38 gradi) di Montreal, e su Ilaria che l'aveva raggiunta per lavoro.

Solo con Marta, la ricercatrice di Suzuki, e con la figlia di Suzuki, ci sentiamo ogni tanto, abbiamo mantenuto i contatti. In un paio di occasioni sono passato a trovarli, in istituto, e quando il prof è mancato, per un tumore,  ho provveduto a comunicarlo a chi non sarebbe stato raggiunto dalla notizia, come il


responsabile scientifico all'ambasciata italiana a Tokyo, Angelo Volpi, e grazie a Suzuki ed alle persone che avevano rapporti  di lavoro con lui, in Giappone,  ancora oggi ci sono rapporti di amicizia e di lavoro tra Italia e Giappone, grazie a questi studi e scambi pionieristici. 


martedì 10 maggio 2022

repertorio dei matti della città di Tokyo

 E riprendo la serie dei "repertori dei matti", serie di caratterizzazioni umane fatta da Paolo Nori nei suoi libri sulle città del mondo, in questo post l'esercizio ha per tema i Giapponesi.



Era un laureato con un pallino fisso, ottenere il genoma del topo, e era sbeffeggiato da un suo pari, che invece diceva che il genoma umano era più importante ed utile alla medicina. Con pazienza, si circondò di ricercatori bravi ed internazionali, che misero in opera e brevettarono un metodo detto CAGE, mediante il clonaggio e l'identificazione di tutte le sequenze iniziali dei geni trascritti nelle cellule, nel topo  con la serie dei meetings su functional annotation of  transcribed  ORFs in mouse (FANTOM), poi nell'uomo, e via via in tutti gli organismi modello. Ora è il personaggio più in evidenza tra i colleghi, dirige in RIKEN, e forse sarà ministro per la ricerca giapponese. Nelle riunioni celebrative di fine anno, andava con il suo gruppo a cantare nei Karaoke, brindando con il sakè e la birra. Cantava spesso "davanti a una lattina di biirr, quel fiol de Piero (Carninci) fa le feste, perchè xe un fiol de Trieste, perchè xe un fiol de Trieste..." Dopo, prima di andare a casa, si fermava ad un chiosco di Ramen, perchè è un cibo che attenua il livello alcoolico.

Ai gabinetti della metro, prima di prendere l'ultimo treno per la sua destinazione, l'uomo non sapeva come tenere il mazzo di fiori, così si appoggiava con la spalla al bordo di ceramica, una mano sulla patta, e con l'altra reggeva il mazzo di fiori in mano.

Sulla scala mobile, in salita, la ragazza con la minigonna si copriva il suo lato B tenendo la borsetta sul suddetto lato B con il braccio piegato indietro, per non far sollevare la gonna.

Nella metro, la ragazza, seduta, è nascosta dalla forma della custodia del suo violoncello, il suo doppio.

Sul treno, la ragazza teneva un papero di peluche in una busta di carta, poi gli aggiustava la testa per  farla emergere dalla busta, in modo da lasciarlo respirare.

Lungo i viali pedonali, ragazze con le gonne lunghe sfrecciano su biciclette, come sospese ad un filo. Sembrano ballerine russe, quando si muovono scivolando sul pavimento mentre i piedi sono nascosti dalle gonne. Chi sa se sono veramente a cavallo delle biciclette, forse viaggiano su scope stregate.

Era una collega del laboratorio, solitaria come un gatto, socializzava ma aveva uno spirito autonomo. Mi aveva regalato la foto della sua gatta, una gatta tricolore, chiamata Mikeko per questo.  Per qualche giorno non venne al lavoro, forse una influenza. Con una sua collega, Hiromi, andammo a farle la spesa al supermercato, e passammo dal dormitorio per lasciarle il cibo, ma non ci aprì. Una volta scesi alla macchina, la chiamiamo al telefono. Non voleva farsi vedere, si sentiva non presentabile. "Lasciatemi le buste fuori dalla porta!" 


lunedì 2 maggio 2022

Teatro immediato a Lecce, 1986

 Chiudo con questo post la parentesi sulle iniziative socioculturali e gli scambi tra Torino e Lecce. Nel 1986 il Teatro Immediato, lega italiana affiliata ai gruppi francesi e canadesi, diretto da Renato Giuliani, ora al Teatro Nazionale di Nizza, già fondatore di Nalpas teatro e Baphomet teatro, che aveva un contratto con il carcere minorile di Torino Ferante Aporti per le attività cutlurali nel carcere, effettua due distinte discese a Lecce. La prima, per la rassegna "Incontri internazionali di teatro per ragazzi" al castello Carlo V  organizzata da Mediterranea, ossia Giorgio Di Lecce (e Cristina Ria). Finita l'esperienza di Domus de Ianas, Giorgio è ritornato a Lecce, e fonda il suo gruppo, Aracne mediterranea, e organizza varie manifestazioni teatrali tra cui, Et voilà..."Incontri internazionali di teatro per ragazzi"  al castello e nelle sedi di scuole, come a Caprarica di Lecce. In quel periodo  allaccia rapporti con gli Ucci, i tre cantori della tradizione salentina, e li porta in rassegna con sè. Ricordo una festa di Sant'Antonio a Novoli, 1986, nessuno ballava al ritmo delle pizziche, alla sera li abbiamo ospitati tutti e sette cantori a casa a tavola, tra canzoni e melodie fischiate, passò a trovarci anche Ferdinando Taviani. In quel periodo siamo andati con Giorgio a trovare Uccio Aloisi a casa sua, portandogli la pizza della mezzanotte, a Cutrofiano, dopo esserci incontrati in pizzzeria a Sternatia (un terzo elemento è stato Francesco De Pasquale, che curava i rapporti con i giornali)

in occasione della rassegna a Lecce al castello, Renato ottiene la trasferta del tecnico, Lorenzo, in quel periodo in carcere al Ferrante Aporti: per le pregresse attività sociali di laboratorio di teatro che Renato aveva stabilito dal 1984 e che avevano dato luogo a diversi spettacoli, tra cui Il Figlio della Notte, al teatro Nuovo di Torino, nel 1985, con i ragazzi del Ferrante in uscita-lavoro. 


Ebbene, nel 1986, si è realizzata la prima uscita-lavoro interregionale, con una trasferta da Torino a Lecce, alternando il lavoro diurno di assistente di scena con i pernotti nel carcere minorile di Lecce.

In seguito alle proposte all'EDISU ed ai professori di storia del teatro, l'opera universitaria di Lecce ha approvato un intervento culturale a Lecce, articolato in seminari teatrali e spettacolo finale, nell'aula magna dell'università in viale degli studenti, e interventi presso l'aula del primo anno di Villa Tresca, nell'ottobre 1986.

Nell'aula magna sul palco si sono alternati vari attori, insieme a Renato Giuliani c'erano Jean-Michel Meys a Corinne Galland, Pippo D'Amico, Corrado Parodi, Ugo Giletta, oltre a laboratori in varie aule, e le gags delle scene congelate (si deve mimare un argomento e fermarsi allo stop del regista, con effetti esilaranti, grazie alla fantasia della lettura della scena, che si vede bloccata in un assurdo mix di composizioni incoerenti, a cui viene dato un titolo rappresentativo, come "la crocifissione sul calvario", "botte da orbi", ecc...)
Al corso di improvvisazione si sono iscritti venti studenti, e nelle serate libere ci si incontrava a casa e si dava sfogo a clownerie, con i gemelli Costantino e Beniamino Piemontese si effettuavano traduzioni istantanee multilingue, anticipando con la fantasia il contenuto dei discorsi. Si inscenarono spogliarelli maschili. 
In strada, Jean-Michel si alternava in scene di cascatore, o si arrampicava sui portoni dei palazzi. 
A stage concluso, poichè non si era fatto in tempo ad organizzare un intervento presso il carcere minorile, io con alcuni/e del gruppo che avevano partecipato attivamente abbiamo fatto l'intervento nelle vacanze di Natale, con grande soddisfazione di tutti, anche i detenuti si sono coinvolti nelle scene, danze e musiche da Blues Brothers. Grazie ad Alessandra Falcolini di Ceglie, Evelina Ferocino, Francesco Riccobelli, Alessandro Avellis, Calro Carmignani di Caprarica, Carlo Ginosa di Campi.
Pur non esssendoci frequentati in altre occasioni, ricordo una serata in piazza davanti a Palazzo Tamborrini, con perfetti sconosciuti ci siamo uniti in cerchio ed abbiamo giocato con i suoni, tenendoci per mano, adattandoci ai ritmi suggeriti dal capitano di turno.
Un happening per strada simile mi è successo forse nel 1976, a Modena di inverno, faceva freddo, ci mettiamo a ballare davanti al duomo, cantando un ballo tondo, coinvolgiamo un gruppo di sconosciuti.






                                       





Marcella, Renato, Pippo, Corrado, Jean-Michel, e Ugo

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