lunedì 5 ottobre 2015

Repertorio dei matti della città di Torino

Monica Bedana è una eccellenza italiana, una blogger ben nota nel giro (La zuccheriera) per anni insegnante di lingua in Spagna, sulla meseta, e rientrata nell sua Padova ha ripreso a fare la traduttrice oltre a corsi di avviamento alla lingua italiana per stranieri, con l'università. Ed un corso di scrittura creativa per sè.
Il suddetto corso, sotto la guida di Paolo Nori, al Circolo dei Lettori a  Torino... e questo è il frutto, pubblicato da Marcos y Marcos, che mi appresto ad acquistare e leggere
e. dato che sul blog del Circolo dei Lettori c'è una introduzione al libro in questa città, in parallelo alle forme che ha preso nelle altre sedi (Palermo, Bologna, Roma , Milano), e visto che Torino è la mia città di crescita,
ecco qui un copia-incolla
          Qui i nostri matti: Si tratta di indovinare di chi si parla
  • 1. Una non faceva altro che scrivere gialli. Se le dicevano, Scrivi qualcos’altro, lei rispondeva di no. E mai una volta che si sedesse alla scrivania. A quella che non faceva altro che scrivere gialli piaceva scrivere i gialli sui treni, sulle panchine, nelle stanze d’albergo, al bar. Mai una volta che qualcuno l’abbia vista alla scrivania, mai.
  • 2. C’era quello che faceva di lavoro l’ingegnere elettronico e non la smetteva mai di fare l’ingegnere elettronico. Lavorava venti ore al giorno, quindi per dormire gliene rimanevano solo quattro, e dormiva pure male.
  • 3. Uno è nato nel 1987 nell’Ohio ed era l’ultimo di sette fratelli. È diventato un inventore, ha pure battuto il record di brevetti. Questo qui, che è nato nell’Ohio, ultimo di sette fratelli, quando è diventato inventore e non ce la faceva più a inventare tutto da solo, ha cominciato a scegliere dei collaboratori. Per sceglierli li invitava a mangiare un piatto di zuppa. Se aggiungevano il sale nella zuppa, allora lui li scartava.
  • 4. C’era quello che faceva lo scrittore, era grasso e portava i baffi. Per diventare il maestro del romanzo realista francese ha bevuto ben cinquanta tazzine di caffè al giorno.
  • 5. Uno, quello che ha vinto il Premio Nobel per la fisica nel 1921, era solito commuoversi quando ascoltava musica classica. Ma non solo l’ascoltava, lui la componeva e suonava pure. E faceva anche birdwatching. Solo che la musica gli piaceva così tanto che quando osservava gli uccelli non poteva fare a meno di suonare anche il violino, e poi piangeva. E probabilmente faceva anche volar via gli uccelli.
  • 6. Uno diceva che Torino era la sua città preferita. Quando andava al mercato era convinto che gli vendessero l’uva migliore. Quando andava a teatro era convinto di ascoltare la musica migliore. Quando andava al caffè sotto casa era convinto che quello era il caffè migliore. Era tutto così migliore che anche lui ha cominciato a sentirsi il migliore, e allora ha scritto un libro che si intitola Ecce Homo, e ha cominciato a firmarsi Dioniso. Qualcuno pensa che lo fosse davvero, il migliore.

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