lunedì 5 ottobre 2015

melecotogne

Merenda a scuola
La scuola elementare iniziava a ottobre, nei miei ricordi ci sono le rondini che partono, 4 ottobre San Francesco, e la scuola di Borgo San Paolo, Santorre di Santarosa, a poche centinaia di metri dalla scuola media in piazza Robilant intitolata a Leon Battista Alberti. Si raggiungeva a piedi, nei primi anni '60 percorrendo via Spalato, i giardini delle uscite pomeridiane in bici e a giocare a pallone, oggi sacrificati a scuole d'infanzia, e dopo il trasloco in corso Ferrucci passando da corso Peschiera, per via Di Nanni, lungo il mercato rionale, oltre la chiesa di San Bernardino, nel Borgo, e nel tragitto si comperava, rare volte, con 50 o 100 lire, una merenda. A Torino si vendeva la cotognata, un piccolo quadrato avvolto in carta cellofanata trasparente, di marmellata di mele cotogne. 
Sabato ne ho parlato a Lecce con amici, sapete a Torino mangiavo la cotognata di Lecce... e così mi sono reso conto a quando risale la mia consapevolezza del Salento. Non sapevo cosa fossero le mele cotogne, su quale albero crescessero, che fiori (bellissimi, di seta) facessero; in Piemonte si possono vedere ciliegi, capperi, vigneti, le mie uscite eerano state tutte in direzione del nord, Lago di Garda-Verona-Bolzano-Vienna-Linz-Salzburg-Monaco per raggiungere la Cecoslovacchia. Tre estati in colonia FIAT, però la prima a Salice D'Ulzio, e le due successive a Igea Marina.
Nel periodo dell'università ('72-'75) ho conosciuto i primi amici pugliesi, Foggia, Cerignola, Lecce... e mio cognato, di Castrignano del Capo, e così, nelle vacanze di Natale del '75, li ho seguiti fino a Santa Maria di Leuca, per trascorrere qualche giorno a Lecce con i gemelli,  vedere i monumenti e le sculture barocche, assaggiare la pasta di mandorle.
Nel giardino di famiglia, un albero di arancio amaro, profumatissimo, e le arance appena raccolte, con il profumo delle scorze sbucciate a mano.... le gaggie, dai batuffoli gialli, antesignane della stagione primaverile,  le mimose a febbraio...e  i fiori di mandorlo  a gennaio, grazie alla mitezza del tempo per la vicinanza il mare. L'ultima notte trascorsa all'hotel Rizieri, vuoto nella bassa stagione, ma pullulante di governanti e cuoche.
La famiglia di mia moglie mi ha accolto qualche anno dopo, ad ottobre 1980, e lì ho conosciuto i piaceri e le arti della cucina, spesso sul fuoco a legna, le marmellate estive e autunnali, con pere, uva, fichi, cotogne, melagrane, il pane lavorato a forme da 2 chili in pezzi da 10 o più, e infornato al forno a legna dal fornaio per poche lire, più una forma di pane a pagamento per il fornaio Bruno. Il mosto a fermentare, e l'odore delle distillerie a ottobre, per tutto il vinacciolo che una volta consegnato alla fabbrica serviva a produrre alcool e distillati, come il brandy.
Adesso è il mese dei melograni, delle mele cotogne, seguiranno le fejoje, poi sarà la volta dei mandarini, delle arance. Una buona idea è quella di fare spremute di succo, anche misto, le cotogne prendono il profumo dalle fejoje e il succo dalla melagrana, restituendo la polpa e la consistenza. Si congela in bottigliette da mezzo litro, nel congelatore, per il consumo nel resto dell'anno.
Se pigri, tagliate le mele cotogne a fettine, e copritele di rum, brandy o alcool a 40 gradi. Daranno una bevanda digestiva, profumata e meno alcoolica perchè allungata dal succo rilasciato dopo spremitura.

Blog culturale siciliano http://agavepalermo.com/2013/02/10/la-cotognata-poetica-ed-ottimista/

Blog storico http://www.fondazioneterradotranto.it/2012/10/14/lu-cutugnu-e-lu-cuttone-la-mela-cotogna-e-il-cotone/
Cotogne in cucina http://d.repubblica.it/argomenti/2012/11/05/news/ingrediente_mese_mela_cotogna-1344339/

Cotogne in Poesia, di Jane McKie:
http://irisnews.net/2015/08/14/mele-cotogne-di-jane-mckie-2/

Occhi, mele cotogne
mani, cipria d'Oriente
capelli, piramide di sole
labbra, mare succinto
       Dizionario della fantasia (Elio Ria, Poesia, ragazza mia)

Pavese traduttore di Ibico, nel suo soggiorno al confino a Brancaleone Calabro

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