giovedì 29 dicembre 2016

7 DOIGTS TEATRO ACROBATICO

Ieri su Rai5 alle 21 hanno trasmesso per Roma Europa Festival, 2016, uno spettacolo Traces, del gruppo Le 7 doigts, di Montreal.
Sono rimasto incollato allo schermo, ben sveglio, il lavoro che svolgono (suonano il pianoforte, danzano, si presentano e si raccontano, interagiscono, giocano, fanno acrobazie, saltano i cerchi, salgono le pertiche, fanno salti mortali, sullo skateboard, sui pattini, giocano a basket) è vivace e sempre cangiante


Dopo aver conquistato il pubblico romano con il loro Cuisine & Confessions, presentato durante la passata edizione del Festival, la compagnia quebecchese Les 7 Doigts, torna dal 27 al 30 Ottobre all’Auditorium Conciliazione per il Romaeuropa con Traces: nuova poetica avventura tra danza, musica, acrobazia, street art e  linguaggi urbani, dedicata ad un pubblico di tutte le età. (dal sito informadanza)
Presentato più di 1700 volte in 25 paesi e in 200 città di tutto il mondo, premiato con numerosi riconoscimenti internazionaliTraces è ambientato in un rifugio di fortuna all’esterno del quale sta per consumarsi un’imminente catastrofe. «Le uscite di sicurezza sono ovunque, perché qualcosa di terribile potrebbe accadere» annunciano Les 7 doigts all’inizio dello spettacolo ed è subito chiaro che il loro Traces è una visionaria via di fuga dalle ansie e dalle tensioni della nostra epoca. E infatti, l’unico modo per reagire alla catastrofe è rischiare, vivere la vita in pienezza anche quando ogni speranza sembra persa. Intrecciando danza e circo alle loro esperienze personali, i giovani protagonisti sfidano la gravità in acrobazie esplosive in cui si innestano elementi della urban culture come lo skateboarding ed il baseball.
«Nei nostri spettacoli, abbiamo deciso di mettere sempre in risalto l’essere umano. Vogliamo che gli spettatori s’identifichino in noi e che ci riconoscano come simili: uomini con un nome e un cognome, un particolare timbro della voce, delle particolari forze e altrettante debolezze. Vogliamo che gli spettatori si sentano vicini a chi è in scena, che si preoccupino per i rischi che ognuno di noi corre, che si emozionino con noi. Traces è l’apice di questo tentativo di umanizzazione. Durante tutto il corso dello spettacolo, infatti, gli artisti condividono con il pubblico dettagli intimi delle proprie vite: la loro provenienza, il loro carattere, alcuni aneddoti che caratterizzano il loro percorso» spiega la compagnia. Così le discipline circensi scoprono nuovi territori di indagine e nuove poetiche: «Questo circo contemporaneo si libera dei costumi, delle musiche e dei numeri che definivano il circo tradizionale, per trovare proficue fusioni con la danza e con il teatro. Certo, questi elementi non definiscono in modo esaustivo il “nuovo circo”. In fondo ogni definizione finirebbe per limitare la libertà che caratterizza l’essere contemporaneo di un linguaggio artistico».
Una poetica che si rispecchia perfettamente nel nome della compagnia «In francese esiste un’espressione che definisce l’agire di un gruppo d’individui che insieme formano un’individualità unica come fossero cinque dita di una stessa mano: “les cinques doigts de la main”, appunto. Poiché i membri fondatori di questo gruppo, come dicevo, sono sette abbiamo deciso di chiamarci “Les 7 doigts de la main”. Può sembrare una strana definizione ma la trovavamo appropriata, bizzarra e divertente».
Traces se distingue d'abord par ses tableaux de groupe. Par la performance, mais aussi par l'expression de la vulnérabilité de ses interprètes.
Nous sommes bien sûr en présence d'artistes de cirque. Mais ces jeunes-là sont beaucoup plus que ça. Ils chantent, dansent, dessinent, jouent du piano, de la guitare, font du skateboard, du patin à roulettes, du basket... et même de l'humour.
Mieux, ils s'adressent directement à nous, le public. Se révélant à nous petit à petit. Tout cela dans un seul et unique but: laisser une trace. Créer des liens aussi. Essentiellement grâce à leur créativité. 




Trailers degli spettacoli si trovano qui qui e qui  e ancora sul loro sito
Le collectif Les 7 doigts de la main est fondé en 2002 sous l’impulsion de sept artistes de cirque ayant entre autres travaillé pour le Cirque du Soleil et le Cirque Eloize : Isabelle Chassé, Shana Carroll, Patrick Léonard, Faon Shane, Gypsy Snider, Sébastien Soldevila et Samuel Tétreault. À l’occasion de son immigration en Allemagne en 2008, Faon Shane, cofondatrice de la compagnie, and Song Enmeng, artist chinese. 
Traces est présenté en première mondiale à Montréal, puis aux Jeux du Commonwealth à Melbourne. Le spectacle tourne également la même année en Allemagne et au Japon. En 2010, il est nominé aux Helpmann Awards en Australie.
En 2011, il fait partie du Top 10 de la catégorie « Plays & Musicals » recommandées par le Time Magazine et s’installe pour un an à l'Union Square Theater de New York. Il remporte en 2012 le Prix Off Broadway Alliance.

domenica 4 dicembre 2016

weekend col vacuumcleaner

I fine settimana in Cecoslovacchia si fanno le pulizie di casa, i maschi sono addetti a sbattere i tappeti, a fare le pulizie.... è un processo di imprinting messo in atto sin dall'infanzia, in cui le madri educano i figli con modi esemplari (fai cosi', o non esci fuori). Da bambino mai madre mi faceva fare tutti i lavori di casa, cucinare, lavare i piatti, spolverare, passare l'aspirapolvere sui tappeti: diceva, queste ricette se non le conosci non te le preparerà nessuno, abituandomi a vivere da solo, in modo autonomo. E' stato un esercizio che mi ha avvantaggiato in Giappone: ho rilevato un appartamento con tutti gli arredi da una ragazza che stava partendo, facendomi un prezzo forfettario, c'era anche il vacuum cleaner, l'aspirapolvere. Anche l'oyasan, il padrone di casa, ha avuto vantaggi da questo passaggio tra inquilini, non dover fare pulizie generali, non cambiare i tatami.... alla fine, aspirapolvere, cuociriso, stufa a kerosene, hanno svolto un buon servizio: partendo, ho provveduto a regalare tutto, anche l'auto, a vicini ed amici, finiti i miei due anni di soggiorno, e via per l'Italia.
Rileggendo Murakami, in "Ascolta la canzone nel vento",  Kaze no uta o kike, cito due brani:
32. Derek Hearthfield...era uno capace di parlare direttamente della vita, dei sogni e dell'amore. Nel suo libro "Cento e una volta intorno all'arcobaleno" ... "sul piu' sacro fra i libri.... giuro di dire la verità. La vita è vuota. Naturalmente pero' c'è una possibilità di salvezza. Perchè all'inizio non lo è del tutto. Siamo noi che facciamo ogni sforzo possibile per renderla vuota.....
e poche pagine piu' avanti:
-quando torni a Tokyo?
-la settimana prossima...
-So che mi mancherai, quando non ci sarai piu'...
Questa differenza tra sentire o non sentire la mancanza di qualcuno segna due periodi della mia vita ... avevo un gruppo di amiche a Torino, Magda, Wanda, Pinuccia; 
con Wanda, abbiamo fatte belle gite in provincia di Torino, visitato l'abbazia di Vezzolano, ad Albugnano, e in generale le chiese gotiche-romaniche del torinese ed astigiano. San Antonino di Ranverso, la chiesa San Francesco a Susa, l'abbazia di Novalesa, non basta un elenco a nominarle.
 Io accompagnavo Wanda all'autolavaggio, restavamo insieme dentro la macchina (oggi è vietato, ma allora l'auto camminava su dei rulli fino al compimento delle fasi del lavaggio mentre i rulli facevano i cicli del lavaggio), voleva compagnia perchè lei era claustrofobica, ma era anche agorafobica (sono le contraddizioni della vita). Seduti in auto, fianco a fianco, si parlava del più e del meno....
Una sera Wanda mi invita fuori, in auto. Quella sera, in auto sotto casa (casa dei miei, doveva essere inizio aprile 1977) prima di salutarmi, mi dice: sto partendo, vado a vivere in Peru', con un pittore... e mi dà un bacio.
C'erano state delle ragazze prima, un innamorarsi in senso vago, ma legami forti no: la mia vita era vuota. A quel tempo non sapevo come potesse essere la mancanza di qualcuno, e il piacere di riaverlo vicino. E sono partito, ho cambiato vita.

sabato 3 dicembre 2016

Torino barriera di Milano

Il quartiere Barriera di Milano rappresenta un corso e ricorso storico nella mia esperienza lavorativa. A Torino ho vissuto fino al 1980,  abitando da mia sorella gli ultimi due anni. A Torino, le principali esigenze dei giovani erano avere una soffitta, una mansarda da condividere con la ragazza, ed una baita in montagna per le gite festive. Una delle persone che sentivo spesso era Giorgio Cergnar, un grande lavoratore che si era rovinato la testa del femore con i traslochi pesanti, si era sottoposto all'intervento per una protesi dell'anca. Mi intratteneva con storie delle sue compagne di riabilitazione motoria, di un amore suo con invalidità. Insieme abbiamo curato il riassetto di un appartamento di ringhiera, in via Soana, Barriera di Milano. Giorgio nel '79 mi aveva lasciato le chiavi, avevo un luogo dove rifugiarmi. Questo post parla di contatti che non sono riuscito a conservare, persone che in qualche modo hanno continuato a scrivere fintanto che nuove attività ed il tempo galantuomo hanno portato modifiche.

Dopo il liceo, seguivo Renato Giuliani nei suoi lavori di volontariato nelle scuole superiori, ci intrattenevamo con la scolaresca sul corpo, il contatto le interazioni con i compagni, e in parallelo andavamo in un centro in collina per  bambini down ed autistici.
Colonna sonora; Venditti/De Gregori: Theorius Campus, Le storie di ieri; Alice; Pezzi di vetro; Leonard Cohen: Suzanne, Joan of Arc

1972/73, primo anno di medicina, occupazione dell'ospedale Molinette per diversi mesi invernali, per ottenere una gestione funzionale dei posti letto ed una carta dei diritti del malato, 
In primavera mi sono messo insieme con una compagna di medicina, Carlotta, durante l'occupazione delle Molinette. Aveva un seno asimmetrico. Passammo qualche giorno a casa dei nonni, nell'Astigiano.  Furono 4 mesi di frequentazioni assidue,  in corso Venezia, con bottiglie di Gattinara che il padre medico aveva imbottigliato per la sua nascita, nel 1953. Non le ho mai chiesto se prendeva la pillola. Insieme ci siamo visti Ultimo tango a Parigi. In estate, lasciò l'università ed anche me, fine della relazione. Con Carlotta ci siamo rivisti, voleva diventare assistente di bambini con handicap.
il padre di Carlotta, medico, mi regalò libri, e il Vademecum di medicina pratica
Colonna sonora:  Bob Dylan, Talkin' New Tork; Love minus zero/no limit, Talking world war III blues; Oxford town; If not for you; I'll be your baby tonight; Gates of Eden; Highway 61 revised album; She belongs to meVictor Jara: Te recuerdo Amanda; Inti Illimani: Papel de plata; Violeta Parra: Gracias a la vida. De Andrè: La guerra di Piero
fine estate 1973, colpo di stato in Cile, 11 settembre, data da corsi e ricorsi storici; 
1973, l'anno del colera, e di diversi viaggi in Cecoslovacchia con mia madre, uno con la squadra di Calcio del Lanzo Canavese (Mathi, Cafasse, le cave di amianto) come traduttori
Autunno 1973, l'austerity, domeniche a piedi o in bici
ho iniziato a frequentare Pinuccia, compagna del liceo D'Azeglio (più grande di un anno o due, non la conobbi durante il liceo), grande amica per un settennio quando ancora abitava con i suoi in corso Unione Sovietica; le regalai una gigantografia di Praga, del ponte Carlo col Castello di Hradcany (ci legavano l'amore per Praga e per le canzoni di Victor Jara, e Violeta Parra). 
Vacanze di Natale 1973: con una comitiva di medicina, a casa di Silvio di Mirafiori, in Val Varaita, a giocare a giaguaro (briscola in 5), si preparava una frittata quando la coppa ci cade a terra, recuperiamo le uova e continuiamo fino alla cottura, in una delle porzioni ritroviamo un coccio di ceramica; tanta neve, nella camerata mentre sono ancora a letto, Pinuccia e Andrea si amano, con me nella camerata
Ci siamo rivisti a dicembre 74, una sua casa insieme alle amiche, in corso Re Umberto, cena natalizia, qui ho conosciuto Costantino (uno dei due gemelli, I Messapi, Costa e Benia, in questa occasione con il fratello maggiore, Giuseppe).
Qualche volta sono andato a trovare Pinuccia sul lavoro, maestra d'asilo in strada delle Cacce, periferia di Mirafiori, e successivamente sul Comune, Assessorato alla scuola, di Fiorenzo Alfieri; poi si siamo frequentati nella sua casa in  via Garibaldi; a fine 1980 nel nuovo appartamento in corso Francia.
colonna sonora: Gaber, le strade di notte

La sera ci si incontrava davanti alla Gran Madre con i compagni di medicina (Sergio Alaimo, Carlotta, Max Bugiani, Franco Merletti, Walter Arossa, Luisa Orlandini, Luigi Turco, Paoletta, Annina, Eddy, Filippo, Claudio di Pinerolo), per andare da qualche parte, a casa, al cinema, la sede  di Democrazia proletaria era a due passi dalla Gran Madre; fu un secondo anno pieno di fatalità per gli iscritti a medicina, due amici del cuneese finirono in un torrente ed un annegò, una ragazza carina morì per un tumore.

erano anni difficili, posti di blocco notturni, un carabiniere ci fermò e ci fece aprire il bagagliaio anteriore, era la 500 minuscola, Cosa c'è in questo sacchetto pesante?  PATATE!
Colonna sonora: Valsesia; Venditti Bomba o non bomba; De Gregori Niente da capire, Pablo

Renato girava film in super-8 sugli immigrati, sulle periferie, sulle giostre e il circo, con l'amico Massimo Artiglia, che aveva una moto e suonava pianoforte e contrabbasso con i gruppi jazz. Cantavamo le canzoni di Jannacci, Cochi e Renato, con Massimo alla chitarra.

estate 1974: lavorai quasi un mese in fabbrica, si producevano paraurti laminati, mi comprai una lambretta usata, funzionava a giornate, la candela si bagnava
settembre, matrimonio di mia sorella Lucia con Alessandro

Autunno 1974, crisi economica, vendita davanti alle fabbriche di pollame, 4000 lire a pollo (2 euro, oggi un busto di pollo intero costa circa 3 Euro, da allevamento intensivo), dal produttore al consumatore
settembre 1975: a Venezia, La biennale, un laboratorio teatrale, mostre e spettacoli teatrali, Ariane Mnouchkine del Théâtre du Soleil, ho visto l'Age d'or in Campo San Trovaso (i colori di Venezia, la laguna, i tramonti); distribuivano i depliant dell'Odin teatret di Eugenio Barba "Immagini di una realtà senza teatro", nel Salento; dormivo per strada, negli androni, saccapelista. E andai a Mira (ah, le zanzare venete, nell'ostello vicino al mare) per incontrare Giuliano Scabia, con la sua batteria da concerto di strada, fatta di pentole e risuonatori metallici.  Forse un drago nascerà.

Colonna sonora: Enzo del Re: Scitt' rà, T'adore e t'ringrazio (ca senza mangè me sent sazio); Maddalena, Matalè, notte e giorno penso a te: Matal'na; Matteo Salvatore, Padrone mio; Hasta siempre comandante; Proietti: Me sò magnato er fegato; Gabriella Ferri: Le mantellate, Rosamunda; Otello Profazio: E ballati; Addio Lugano bella; Valle Giulia, Ballata del Pinelli, Giovanna Marini O cara moglie, Gualtiero Bertelli Nina ti te ricordi

Con Renato si andava a fare corse alle 5.30 di mattina, in collina, magari giù pioveva e a metà strada diventava neve. Notevole fu lo spettacolo che inscenò a Chieri, utilizzando mattoni raccolti in un cantiere,  ce li passavamo di mano in mano tra il pubblico (Salomè, famme 'o cafè).

1974-76:  ho frequentato il corso di anatomia patologica, fatto per una settimana uno stage all'ospedale pediatrico Regina Margherita 
ho sostenuto 6 esami, a maggio 1975 l'esame di anatomia umana, dopo i colloqui, 
lavoravo la domenica come scrutatore di schedine del totocalcio, avevo qualche soldo in tasca, ci si arrangiava, ma dopo un pò mi licenziai, perchè la domenica pomeriggio ci si incontrava fino a sera con il collettivo, a giocare a Penultima carta/Uno  
Estate, siamo andati a Rimini in campeggio con un amico, per due giorni, una sera sulla spiaggia davanti al falò, chitarre e compagnia, l'altra al palasport, a vedere Alan Sorrenti, mentre in centro la gente vibrava, e belle ragazze uscivano agghindate alla vita serale. La riviera romagnola senza adulti. In passato ero venuto con mia sorella, annoiandomi. Oppure Bianca era venuta con la cugina Giovanna, raccontando di comitive al jukebox dei bar, ad ascoltare canzoni di successo. 

Insieme a Renato ed a Nicola De Maria, uno dei 5 artisti della Transavanguardia, amico dai tempi del liceo, girammo un super-8 western, una scena di scazzottata con sfondo della periferia degradata
Qui a Cuneo, Renato e Nicola (foto: Lino Sturiale), allestimento della mostra sulle bottiglie della centrale del latte, in tricolore. Con Nicola provammo a studiare insieme fisiologia, andai a casa di  sua madre, una volta, per studiare insieme.

primavera-estate 1975
Renato aveva contatti a Settignano, due amiche di una comune femmminista di teatro, che frequentavano Fernanda Pivano, di una delle ragazze Renato era affascinato, una volta mi portò con sè a Settignano, loro in cambio vennero a Torino, dormendo a casa mia, era il periodo del Living theatre sulla colllina Torinese, anche loro frequentavano il sLiving e l'attore che suonava il sax, belloccio
La casa villa che ospitava gli attori del Living era verso Superga, ci passammo momenti formativi, si mangiava insieme, riso alle spezie indiane, il pane fatto in casa. Tra profumi di spezie del cibo e patchouli nei vestiti. Pierre Biner mi chiese di restare a dormire. Paradise now, i quadri scenici con le impalcature a ponteggio, il condizionamento culturale.
Nel '75 ci furono due eventi importanti, lo spettacolo organizzato da Renato in un teatro di via Accademia delle belle arti (zona San Francesco da Paola, prima di arrivare in via Po), "Per la "Metamorfosi", da Kafka, ispirati dal gruppo Living theatre, e le loro parate di strada: in seguito andò in scena due volte d'estate per la rassegna teatrale I Punti Verdi. Renato collaborava  con diverse artiste, Annachiara SarteurKatina Genero. Il contributo dei gemelli Costa e Benia (I Messapi) fu determinante (la civetta/kukkuacia: Cuccu iou, tuttu iou; e le parodie fatte su di noi a fine spettacolo, saltando sopra il letto). Alcune recensioni sui giornali furono buone.
Renato aveva organizzato una lezione per storia del teatro sul dadaismo, insieme a Nino D'Introna (anche lui attore, ben conosciuto in Francia), ed io dovevo preparare un intervento estemporaneo, senza avvisarli. Mi presentai nel salone del seminterrato di Palazzo nuovo, come un trickster, con uno stereo in spalla, ascoltando musica rock, poi ritorno col costume da bagno con i capelli bagnati dicendo "Che mare oggi". Capirono dopo che si trattava di un intervento dadaista, e ne discutemmo.
Andavamo spesso al cinema, con una bottiglia di barbera, o con un budino ancora nella teglia, o con un'anguria svuotata a dadini conditi al liquore, da mangiare al cucchiaio. Una sera invitammo a cena a casa di Renato il professor Morteo di Storia del teatro, cena a base di pesce, e anguria finale.
Agosto 1975: passai diversi giorni a Straskov-Vodochody, tre giorni di matrimonio del mio amico Vasek: alla cena dell' addio al celibato ho bevuto birra, troppa. Durante i vari pranzi (cucinati dalle famiglie degli sposi e serviti nella locanda del paese) si ballava, poi il ratto  della sposa, gli amici scappano con la sposa, con inseguimenti in auto nelle osterie dei paesi vicini a cercarla.
Natale 1975: con mia sorella e mio cognato, passammo il capodanno giù nel Salento, in parte con i miei amici, e in parte giù a Castrignano del Capo e a Leuca. Mi sono fermato 6 giorni a Lecce, in visita alla famiglia Piemontese, la lettura di poesie dialettali, ritrovando Costa con la sua amica, Annarita Rizzo, e una varietà di compagne di università, Cristina, Maria Potenza, studentesse conviventi, chi per dividere le spese della casa, chi per scelta LGBT, come Giovanna, ci ricambiavamo le visite per mantenere viva l'amicizia. Alcune le ritrovai nel 1981, all'asilo Rosa Luxemburg, o Angela Tortorella, dai begli occhi azzurri
A Porta Palazzo, il baloun, rigattieri di anticaglie, Costantino, Giuseppe, Annarita; foto Beniamino P. 
 
spesso sono tornato a Lecce per ritrovare questa comunione di vita e di vitalità 
in primavera, andai a Lecce a trovare i gemelli, lavoravano in un condominio nel quartiere Santa Rita, abbiamo trascorso la mattina al lavoro e poi a mangiare pane e mortadella); per andare fuori porta, bastava una passeggiata breve, alla Torre di Belloluogo, ed alle tre colline, per lanciare un aquilone;
ricordo un carnevale a Lecce, una camminata di gruppo in strada, le facce dipinte, ragazzi e ragazze; 
Partiti in bici per Calimera, 21 giugno, San Luigi, festa dei lampioni a Calimera, la strada di Luigi Chiriatti decorata a festa, insceniamo una clownerie in tre, io Costa e Benia, su tre biciclette, io con una gonna colorata a righe verticali, e passiamo e ripassiamo nella strada, con una serie di sprint finali di agonismo ciclistico, scambiandoci i ruoli antagonisti. Dormimmo sulle panchine dei giardini pubblici.
1976-77
frequentavo un circolo di democrazia proletaria nel mio quartiere di Borgo San Paolo, andavo davanti alle fabbriche di zona, il sabao aiutavo nei picchetti contro il lavoro straordinario, albe gelide di neve
ad aprile una piccola ditta vicino a via San Paolo licenziò 15 operaie, occupammo in primavera, con un gruppo di ragazzi e ragazze un collettivo di persone che volevano approfondire il significato di impegno,  per capire la sessualità organizzarono una esperienza di sesso tra di loro. Di giorno li raggiungevo indossando una giacca di pigiama a disegni di colori rosa, comprata in Cecoslovacchia. Dopo qualche tempo mi rincontrai con una ragazza del gruppo, ci salutammo ad una fermata di autobus
Renato ci riuniva a parlare di teatro, erano perlopiù studenti di lettere, le danze balinesi, la trance, e qualche sera si andava a teatro e vedere la compagnia degli attori giovani dello Stabile, le prove, oppure al cinema, con sosta alla birreria Mazzini, a portar via di nascosto i boccali
Andavamo con Renato a funghi, a Giaveno, e in un periodo successivo, a Novalesa, rimasi sorpreso nel trovare l'uvaspina, le fragoline, le trote nei torrenti, la flora di montagna
(questi episodi si incrociano con i periodi in cui sono stati a Torino uno alla volta i gemelli) 

Il periodo 74-78 è stato ricco di spettacoli per l'Italia, di cui alcuni mi coinvolsero (Grotowski, Acropolis a Milano; Luca Ronconi, Le rane di Aristofane, a Torino; Carmelo Bene, Amleto, a Torino; Dario Fo, palasport e Palazzo Nuovo; gli Area al palasport; Don Cherry, al palasport ad anche al parco Rignon) 

Ho iniziato a lavorare in autunno con la cooperativa della Svolta, scuola Pestalozzi, in Barriera di Milano, lo stipendio era gratificante, ma lavoravo da solo, mi legai a Patrizia, con la quale facemmo interventi insieme; con Patrizia ci siamo baciati, e ci siamo rivisti di sera incontrandoci alla Crocetta: si stava per sposare, io ero restio ad una relazione. Proposi ad una classe delle medie di inscenare Il visconte dimezzato, volevo usare le sagome di legno, prima una metà, che si sarebbe unità all'altra metà del corpo, però mandai a monte il progetto, avrei potuto scrivere un canovaccio, dipingere le sagome,  ma persi l'occasione. Una volta venne alla scuola elementare Pestalozzi Costantino, che organizzò il lancio di una mongolfiera con i ragazzi, capostipite di tanti altri lanci di mongolfiere di carta velina.
Preparai Fisiologia e Patologia generale, ma non tentai di dare l'esame
Colonna sonora: Guccini, L'avvelenata
Lecce, casa in Corte del Morisco, sulla destra, a fianco di mescio Angiolino, il falegname
Andammo insieme a Costantino a Pontedera (indimenticabile notte trascorsa nella palestra del teatro, io e Costa abbracciati per il freddo) a vedere la parata di strada dell'Odin teatret, venne anche Viviana Vitelli, che mi era simpatica, abitava in una casa in comune in via Bogino, anche lei lavorava nelle scuole per il Comune di Torino con la cooperativa di animazione La Svolta; bel carattere, sapeva fare il verso della civetta;  al primo incontro fummo soggiogati dagli sguardi ma non ho voluto nè potuto baciarla, provai un blocco emotivo, però diventammo amiciin seguito si mise con un collega animatore, mi invitarono a casa una sera e mi chiesero se avevo nulla in contrario, in seguito li ho frequentati, abitavano in una comune nella zona di corso Mediterraneo, 5-6 persone allegre. Ci siamo rivisti un anno dopo da Renato, essendo alta e longilinea aveva difficoltà a usare bene il centro vita  ed il bacino negli esercizi a terra, a testa in giù, è utile fare training insieme. 

Stages di teatro con Domus de Janas (Diego Furlan, Felipe Balucani, Giorgio Di Lecce, Renato e altri) Firenze, Trieste, Salerno... e dimostrazioni di lavoro a Modena, Torino. A Modena, gli attori di Domus de Ianas soggiornavano in una cascina, sulla strada per Vignola; arrivammo con i gemelli in autostop, prima dell'alba, e ci fermammo giusto per la sera, fecero canti e danze in una osteria del centro, Giorgio al Banjo.
Frequentavo lo stage di teatro di Domus de Ianas, sulla collina Torinese, c'erano sempre persone interessanti.
Raffaella abitava un appartamento a ringhiera vicino a corso Casale, ci sentivamo affiatati, era bello poter usare l'auto di casa per andare fuori, anche nei paesi della provincia di Asti, sentirsi liberi, unirci ai cantanti folk nella processione del "Cantare le uova", a Bra. Raffaella, aveva un orecchio musicale fino, teneva il ritmo al pianoforte strimpellando del jazz, del ragtime. Una sera mi invitò a casa a Milano, conobbi anche la sorella, bella persona.

"Oggi ho visto nel corteo tante facce sorridenti" ai cortei di femministe, quasi tutto il corteo composto di donne, ed io che mi unisco ad alcune amiche per un tratto di strada
Colonna sonora: Sebben che siamo donne 

Ho dato un esame, Scienze della nutrizione, a dicembre '76, lo registrai a gennaio al distretto militare, così non ho ottenuto il rinvio, e mi arrivò la cartolina per il militare nel '77, partenza a luglio
Film di riferimento: Il lupo della steppa; Al di là del bene e del male; Easy rider; Fragole e sangue; Antonioni, Zabrieskie point; Professione reporter. Ferreri: Dillinger è morto, Non toccare la donna bianca (con Serge Reggianì nei panni dell'indiano, nello scavo di mercati Le Halle).

2/1977
Sono venuto a Lecce per un mese, a febbraio, la Nunzia a cui tenevo come una sorella era stata rinchiusa in una casa di cura a Salerno, la cercai a Cava dei Tirreni, a Nocera Inferiore (ospite di una sede sociale, con materasso e stufa a gas), a Salerno, mi fermai una notte a casa della mamma di Viviana a Napoli, e un'altra notte in albergo ad Avellino (5 mila lire di pernotto), poi ho lavorato a Lecce con Luigi (Gigi) Lezzi (e Stefania Miscuglio, il teatro tascabile), qualche parata di strada ed un funerale facendo le litanie di rito: indimenticabili le jam sessions a casa di Gigi, con Enzo Fina e altri musicisti, e l'incontro con Francesco Spada, art designer a Milano, che ci mostrò le foto del servizio sulle lotte contadine dell'Arneo, con una anziana neretina a parlare con tutto il corpo, il linguaggio dei gesti (questo è documentare uno storytelling: 
racconti a qualcuno e il racconto finisce, sparisce, verrà solo "ricordato" e quindi sarà un altro racconto, l'originale sarà perduto, a meno che una tecnologia,  scatto o registrazione lo fissino nel tempo). Con Luigi Chiriatti ascoltammo le sue registrazioni dei canti tradizionali, insieme a quelli del primo LP del Canzoniere Grecanico, di cui faceva ancora parte.
Con Luigi e Stefania organizzammo il carnevale di Caprarica, lu Paulinu, e la festa della pentolaccia, ospitato da Oronzo Marmone nel suo capannone teatrale (a febbraio, al sole, ci si poteva spogliare dei vestiti e lasciarsi scaldare come lucertole, sulla serra salentina, riparati dai muretti a secco) insieme a Zenobio, barbiere e sceneggiatore del malato di Moliere, e la sua compagnia di ventenni entusiasti. Oronzo non solo mi accompagnava a cena in trattoria, m ha portato da uno zio a mangiare la ricotta calda, appena preparata. Si faceva una corsa tutti insieme al gruppo di ragazzi e ragazze, poi training fisico, torsioni al muro, capriole, danze. Scendendo con le mani sulla parete, all'indietro, infilai le dita in una presa elettrica, feci solo un sobbalzo, e continuai come se niente fosse. I paesaggi salentini sembrano fermi nel tempo, le case di pietra con il giardino, gli alberi di limone, le voci dei bambini, una lavandaia che canta Marina, Marina Marina...
insieme ad Anna Greco, Caprarica, parata di carnevale, 1977, foto Oronzo Marmone
 
Ho rivisto 
Nunzia in primavera, stava bene, fummo contenti di rivederci, veramente l'incontro più gratificante di questo periodo (come dice una canzone di Capossela: il troppo è per poco, ed è una volta sola), quasi una visita di ringraziamento per aver cercato di riportarla a Torino tra di noi. Il caos psicologico era passato, l'effetto degli acidi pure, aveva una amica, non potevo volere di meglio.

In primavera ho lavorato con i ragazzi e le ragazze di un centro culturale a Barriera di Milano, preparammo uno spettacolo teatrale, opera del collettivo, feci pochissimo di mio, tutte idee loro, ma tutti furono contenti e soddisfatti, la serata riuscì perfettamente, in una parrocchia con spazio per le recite. Ci siamo frequentati intensamente con alcuni che erano di origine della Basilicata (uno somigliava a Rocco Papaleo), la lucanità consisteva in cose come i fagioli cannellini, il gatto mammone (pipistrello) della canzone: il primo gatto non fu, alllora chi fu?, ai tarantolati di Tricarico, a Rocco Scotellaro, E' fatto giorno
Ero continuamente all'inseguimento di qualcosa, desiderio di spirito, ma anche carenza di spirito: in tram, ad una ragazza che non conoscevo chiesi: dove stai andando? lei stava per rispondermi normalmente, ma io incalzai: nella vita, dove stai andando? (Quo Vadis: nel film, l'apparizione domanda a Pietro: Pietro, ma tu lo ami il tuo Signore?)
Con Renato, Costantino, Beniamino, Silvia e altri animatori partecipammo a una parata di strada (intervento teatrale di 3 giorni a Rondissone), ispirata al Don Chisciotte,  I gemelli cartapestai avevano scolpito una testa di cavallo in creta, come calco da cui avevano ricavato la testa in cartapesta, da fissare su una impalcatura di legno, avvolta in un drappo, con il cavaliere che la muoveva dando l'impressione di cavalcare veramente. Lino Sturiale alla documentazione fotografica, io suonai la chitarra, cantando le tarantelle di Santu Paulu mio delle tarante, pizzichi le caruse.... 
Ad aprile sono andato a vivere da solo in una casa promiscua, mia madre mi fece il pacco delle mie cose e mi disse di vuotarle l'appartamento e la cantina, anche le opere e sculture dei gemelli in creta (la testa del cavallo che servì per modellare la cartapesta della testa del cavallo di Don Chisciotte)
Avevo una camera in un appartamento in via San Donato (insieme a Riccardo Gay, e due altre persone, ricordo le tavolate festive, come nel film Le fate ignoranti; con un amico di via San Donato, Giovanni, facemmo interventi nelle scuole insieme, fino a maggio. 
Un'altra amica era Gabriella Vespa, insieme  abbiamo fatto allenamento nei parchi, salti, acrobatica. Ci si vedeva vicino a casa sua, oppure alla Pellerina. In quel periodo imparavo a fare i massaggi alla schiena, raddrizzare contratture e blocchi di postura, feci massaggi anche a Gabriella, una bella amicizia. 
Con Anna Allemand c'era simpatia, andai a trovarla a casa, era nel gruppo teatrale

da maggio 1977, ho lavorato nelle scuole a Pecetto, Revigliasco
poi a metà giugno sono tornato a Lecce, dai gemelli, che  lavoravano con le educatrici presso la colonia estiva di Mons. Cannoletta a San Foca (attratti dal fascino femminile delle maestre). Viaggio in autostop, quando sono arrivato non c'era nessuno a casa, mi sono arrampicato sulla grondaia ed ho dormito su questo balcone.

 Lecce a giugno è un fiorire di oleandri, estate dai mille colori.  Una sera ci incamminiamo da Lecce a piedi verso Caprarica, arrivammo dopo 3 ore, e dormimmo nella casa di campagna di Oronzo. Ci trasferimmo in campagna, ci ospitò Oronzo Marmone in questa casetta vicino a Calimera, con un pesco dalle pesche buonissime: siamo andati in autostop al mare a Torre dell'Orso, fatto il bagno, poi ad una festa da ballo in piazza, primi revival della pizzica. Per San Pietro e Paolo, 29 giugno, ci recammo in gruppo a Galatina, alla cappella delle tarantate, e Oronzo Marmone registrò uno degli ultimi documentari, quando ancora si rotolavano a terra davanti alla cappella dei santi, ed i parenti ti impedivano con la forza di fotografare. A Calimera, in gruppo insieme a giovani del posto, abbiamo camminato per le strade di notte, facendo serenate sotto i balconi delle giovani ragazze (universitarie fuori sede, in Salento si vive giusto durante le vacanze)

Ai primi di luglio siamo andati insieme ai gemelli a Certaldo (arrivati sulla collina, chiedemmo ai lavoranti agricoli un pò d'acqua, dopo che ci fecero bere ci offrirono vin santo, e vernaccia), al Poder Popular della famiglia Toesca mi sono fermato due giorni
Quando, partito per il militare, a metà luglio, ho smesso di abitare nell'appartamento, mi hanno spostato le  cose in cantina,  è andato perso tutto

15.7.1997 CAR ad Asti, 
fuga nel fine settimana, assente al contrappello, ho dormito a casa e domenica sono andato in treno in Val d'Aosta, 
tre giorni in punizione, corvè in cucina a lavar pentole, corvè alla discarica a svuotare immondizie, 
una notte in gattabuia
assegnato alla Sussistenza, caserma della Cittadella, Alessandria, 
nei fine settimana andavo in missione a Bergamo, laboratorio analisi, con i campioni di vino da testare
A Bergamo ho assistito agli spettacoli di strada dell'ISTA, teatri del mondo, insieme a Renato

Novembre '77. 
Festa proletaria successiva all'incidente del bar Angelo azzurro: con Renato allestimmo rotoli di carta da disegno per far dipingere i manifestanti, poi lanciammo una mongolfiera, che però perse quota e cadde sul tetto della villa Tesoriera, arrivarono i pompieri.
Da gennaio trasferito a Torino, caserma di via Guido Reni, lavoro in fureria, nuovi commilitoni, pugliesi, romani, toscani
primavera 1978: Interventi alla festa del quartiere Aeronautica di Torino.
maggio-giugno '78: mese delle ciliege, Pecetto, frutteto di ciliege di amici comuni, insieme a Marina Targon, in visita dall'Olanda, ci siamo aperti alle confidenze. Un'altra volta, ne ho raccolto una busta grande per portarla in caserma ai colleghi

a metà luglio 78 sono stato congedato, sono andato a casa di mia madre, a Colorno: frequentavo il manicomio, i matti con le loro storie, e un amico in portineria; a settmebre mi sono fatto ospitare da mia sorella e mio cognato, a Torino, convivenza durata due anni

1979
teatro con  Renato Giuliani, clownerie, e training negli spazi scolastici, del comune
con Renato ci occupammo per un mese del centro estivo 
di una scuola a Nichelino, per tutto luglio '79
ero iscritto alle liste di collocamento di Torino
a ottobre sono stato assunto dalla Fiat, al Lingotto
(prima lastroferratura, poi catena di montaggio)
gli altri arrivavano con vestiti usati, io entravo con un cappotto di camoscio che dopo un mese assunse un colore livido,
400 mila lire di stipendio (circa 200 euro al mese), la prima busta paga la diedi alla mamma
rividi la nuova famiglia di Riccardo Gay, con la moglie Sara e la piccola neonata, in via Belfiore
Conosco un turista messicano, giovane, e lo aiuto a cercare una stanza d'albergo. Andiamo in giro, al 
Valentino, e dopo alla Maddalena, con una coppia di amici, ascoltando i Police
2 agosto 1980: bomba alla stazione di Bologna. interrompe le comunicazioni ferroviarie e spacca l'Italia 
in ferie, ma ancora con postumi di bronchite, e tosse, prendo tanto sole nel parco della Maddalena
a metà agosto 1980, ho preso il biglietto inter-reg giovani e sono partito per l'Olanda (Amsterdam, 3 giorni ospite di Marina Targon, bella lei e bello l'appartamento, tre camere impilate una sull'altra su tre piani, mi procurò una bici di quelle abbandonate legate a un palo), ma mi sentivo estraneo, diversamente da quando ci frequentavamo a Torino. Quindi sono partito per la Francia (Parigi, Narbonne, Toulouse, ho conosciuto Mercedes e due suoi amici spagnoli, cercavano lavoro, lavori stagionali di ortofrutta, ci incontravamo nelle stazioni), poi un treno notturno (dormendo in treno) su per i Pirenei francesi per fare giusto la colazione, qui ho conosciuto Patrick, marsigliese di Aubagne, e poi giu' in Spagna, Catalan talgo, con gli operai del turno di rientro dalla Seat mangiando pomodori e sale: in tutto 15 giorni intensissimi, specie a Barcellona, tanto flamenco; in compagnia di un gruppo di emigrati argentini al mare; ho frequentato gli anziani in plaza del Rey, che fumavano hashish, e due zingari che si facevano di optalidon e birra, con cui un pomeriggio instaurammo un colloquio muto, a base di gesti. Diverse serate con feste a base di flamenco, tutti che tengono il ritmo battendo le mani, ed uno scontro tra zingari che circondano il mio amico che si difende come un posseduto, pur se circondato. Voleva cedermi il suo gilè ricamato, in conmpenso mi sono comprato un poncho peruviano. Voleva anche fare sesso, peccato non si lavasse da giorni.  Poi, partenza per il rientro, a fine agosto.
Memorabile, sulla via del ritorno, una sosta a Port Bou, sceso dal treno mi avvio verso i Pirenei, un sottopassaggio da attraversare, sembrava un tunnel del vento, poi su per una salita ai monti, il loro profilo scuro contro la luna calante, fino ad un riparo per la pastorizia, qui ho dormito, per terra. Al mattino, discesa in paese e bagno in mare, sulla spiaggia solitaria.  Ed eccomi in Francia, ad Arles, serata tra giocatori  di petanque, in piazza, quindi a Chambery, mattina fresca di aria di montagna. 
E' stato un periodo di socializzazioni, perchè dormivo negli ostelli della gioventù, si cucinava insieme,  ci scambiavamo gli indirizzi per tenere i contatti, Angela una ragazza tedesca con cui ci siamo scritti, e mi ha inviato la registrazione del concerto di Colonia, Keih Jarrett, ed una ragazza scozzese che mi salutò un mattino presto, mentre ero ancora a letto. E tanti spettacoli di strada, di mimo, concerti di musica classica e pop.
Colonne sonore: Patty Smith Babelogue, Frederick, Because the night
Sting in Roxanne, con i PoliceLou Reed Take a walk on the wild side.

Settembre. sale su a Torino Marcella, e passiamo una settimana insieme. Decido di raggiungerla.
Lascio Torino con la '500, parto per nuove avventure, la vendemmia, una nuova vita. 

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