A Torino ho vissuto fino al 1980, abitando da mia sorella. A Torino, le principali esigenze dei giovani erano avere una soffitta, una mansarda da condividere con la ragazza, ed una baita in montagna per le gite festive. Una delle persone che sentivo spesso era Giorgio Cergnar, un grande lavoratore che si era rovinato la testa del femore con i traslochi pesanti, si era sottoposto all'intervento per una protesi dell'anca. Mi intratteneva con storie delle sue compagne di riabilitazione motoria, di un amore suo con invalidità. Insieme abbiamo curato il riassetto di un appartamento di ringhiera, in via Soana, Barriera di Milano. Giorgio mi aveva lasciato le chiavi, avevo un luogo dove rifugiarmi. Questo post parla di contatti che non sono riuscito a conservare, persone che in qualche modo hanno continuato a scrivere fintanto che nuove attività ed il tempo galantuomo hanno portato modifiche.
Il quartiere Barriera di Milano rappresenta un corso e ricorso storico nella mia esperienza lavorativa.
Dopo il liceo, seguivo Renato Giuliani nei suoi lavori di volontariato nelle scuole superiori, ci intrattenevamo con la scolaresca sul corpo, il contatto le interazioni con i compagni, e in parallelo andavamo in un centro in collina per bambini down ed autistici.
1972/73, frequentavo i primi anni di medicina, occupazione dell'ospedale Molinette per diversi mesi invernali, per ottenere una gestione funzionale dei posti letto ed una carta dei diritti del malato, fine estate 1973, colpo di stato in Cile, l'unico 11 settembre che riconosco;
Autunno 1973, austerity, domeniche a piedi o in bici:
ho iniziato a frequentare Pinuccia, compagna del liceo D'Azeglio (più grande di un anno o due, non la conobbi durante il liceo), grande amica per un settennio quando ancora abitava con i suoi in corso Unione Sovietica (suo padre mi parlò che ascoltava le trasmissioni in esperanto, dell'URSS, della guerra modiale e del petrolio che distrasse i tedeschi dalla Russia continentale, Stalin lasciò la via libera per Baku); le regalai una gigantografia di Praga, ponte Carlo e Castello di Hradcany (ci legarono l'amore per Praga e per le canzoni di Victor Jara, Violeta Parra). Ci rivedemmo a dicembre, una sua casa insieme alle amiche, in corso Re Umberto, cena natalizia, qui ho conosciuto Costantino (uno dei due gemelli, I Messapi, Costa e Benia, in questa occasione con il fratello maggiore, Giuseppe). Vacanze di Natale: con una comitiva di medicina, a casa di Silvio di Mirafiori, in Val Varaita, a giocare a giaguaro (briscola in 5), si preparava una frittata quando la coppa ci cade a terra, recuperiamo le uova e continuiamo fino alla cottura, in una delle porzioni ritroviamo un coccio di ceramica; tanta neve, nella camerata mentre sono ancora a letto, Pinuccia e Andrea si danno da fare, io nella camerata, mantengo il riserbo e aspetto.
Mi sono legato ad una compagna del primo anno, Carlotta, figlia di medico, durante l'occupazione delle Molinette. Aveva un seno asimmetrico. Furono 4 mesi di frequentazioni assidue. Non le ho mai chiesto se prendeva la pillola, insieme ci siamo visti Ultimo tango a Parigi. In estate, lasciò l'università ed anche me, fine della relazione. Con Carlotta ci siamo rivisti un anno dopo, voleva divenare assistente di bambini con handicap.
Qualche volta sono andato a trovare Pinuccia sul lavoro, faceva la maestra d'asilo, in strada delle Cacce, periferia di Mirafiori, e successivamente sul Comune, Assessorato alla scuola, di Fiorenzo Alfieri; poi l'ho visitata nella sua casa in via Garibaldi, e a fine 1980 nel nuovo appartamento in corso Francia.
La sera ci si incontrava davanti alla Gran Madre con i compagni di medicina (Sergio, Carlotta, Max, Franco, Walter, Luisa, Luigi, Paoletta, Annina), per andare da qualche parte, a casa, al cinema, la sede di Democrazia proletaria era a due passi dalla Gran Madre; fuori della sede, ho rivisto e parlato, come se ci fossimo sempre conosciuti, con una compagna di liceo, Fubini, dagli occhi intensi.
erano anni difficili, posti di blocco notturni, un carabiniere ci fermò e ci fece aprire il bagagliaio della 500, Cosa c'è in questo sacchetto? Risposi: PATATE!
1973, l'anno del colera, e di diversi viaggi in Cecoslovacchia con mia madre, uno con la squadra di Calcio del Lanzo Canavese (Mathi, Cafasse, le cave di amianto) come traduttori Renato girava film in super-8 sugli immigrati, sulle periferie, sulle giostre e il circo, con l'amico Massimo Artiglia, che aveva una moto e suonava pianoforte e contrabbasso con i gruppi jazz. Cantavamo le canzoni di Jannacci, Cochi e Renato, con Massimo alla chitarra.
estate 1974: lavorai quasi un mese in fabbrica, si producevano paraurti laminati, mi comprai una lambretta usata, funzionava a giornate, la candela si bagnava
Autunno 1974, crisi economica, vendita davanti alle fabbriche di pollame, 4000 lire a pollo (2 euro, oggi un busto di pollo intero costa circa 3 Euro, da allevamento intensivo), dal produttore al consumatore
settembre 1975: a Venezia, La biennale, un laboratorio teatrale, mostre e spettacoli teatrali, Ariane Mnouchkine del Théâtre du Soleil, ho visto l'Age d'or in Campo San Trovaso (i colori di Venezia, la laguna, i tramonti); distribuivano i depliant dell'Odin teatret di Eugenio Barba "Immagini di una realtà senza teatro", nel Salento; dormivo per strada, negli androni, saccapelista. E andai a Mira (ah, le zanzare venete, nell'ostello vicino al mare) per incontrare Giuliano Scabia, con la sua batteria da concerto di strada, fatta di pentole e risuonatori metallici.
Con Renato si andava a fare corse alle 5.30 di mattina, in collina, magari giù pioveva e a metà strada diventava neve. Notevole fu lo spettacolo che inscenò a Chieri, utilizzando mattoni raccolti in un cantiere (Salomè, famme 'o cafè).
1974-76: ho sostenuto 6 esami, ho frequentato anatomia patologica e uno stage all'ospedale
pediatrico Regina Margherita
Il padre di Carlotta, medico, mi diede le tavole Recordati,
ossa, muscoli e nervi, e il Vademecum di medicina pratica;
lavoravo la domenica come scrutatore di schedine del totocalcio, avevo qualche soldo in tasca, ci si arrangiava, ma dopo un pò mi licenziai, perchè la domenica pomeriggio ci si incontrava fino a sera con il collettivo, a giocare a Penultima carta/Uno
estate, andai a Rimini in campeggio con un amico, per due giorni, cantava un giovane Alan Sorrenti
Insieme a Renato ed a Nicola De Maria, uno dei 5 artisti della Transavanguardia, amico dai tempi del liceo, girammo un super-8 western, una scena di scazzottata con sfondo della periferia degradata
Qui a Cuneo, Renato e Nicola (foto: Lino Sturiale), allestimento della mostra sulle bottiglie della centrale del latte, in tricolore. Con Nicola provammo a studiare insieme fisiologia, andai a casa di sua madre, una volta, per studiare insieme.
Natale '75: sono sceso a Lecce, ritrovando Costa con la sua amica, Annarita, e una varietà di amiche, Cristina, Maria Potenza, chi per dividere le spese della casa, chi per scelta di vita, come Giovanna, insomma ci ricambiavamo le visite per mantenere viva l'amicizia
A Porta Palazzo, il baloun, rigattieri di anticaglie, Costantino, Giuseppe, Annarita; foto Beniamino P.
spesso sono tornato a Lecce per ritrovare questa comunione di vita e di vitalità
in primavera, andai a Lecce a trovare i gemelli, lavoravano in un condominio nel quartiere Santa Rita, abbiamo trascorso la mattina al lavoro e poi a mangiare pane e mortadella); per andare fuori porta, bastava una passeggiata breve, a Torre di Belloluogo, alla tre colline, per lanciare un aquilone;
ricordo un carnevale a Lecce, una camminata di gruppo, le facce dipinte, ragazzi e ragazze;
una sera ci incamminiamo da Lecce a piedi verso Caprarica, arrivammo dopo 3 ore, e dormimmo nella casa di campagna di Oronzo;
per San Luigi, festa dei lampioni a Calimera, la strada di Luigi Chiriatti decorata a festa, insceniamo una clownerie in tre, io Costa e Benia, su tre biciclette, io con una gonna colorata a righe verticali, e passiamo e ripassiamo nella strada, come una serie di sprint finali di agonismo ciclistico scambiandoci i ruoli antagonisti.
ci scrivevamo spesso, e Costa descriveva la sua vita arrangiata, mentre Benia partiva per il militare
primavera-estate 1975
Renato aveva contatti a Settignano, due amiche sue di teatro che lo ospitavano, da cui lui era affascinato, una volta mi portò con sè, e in cambio vennero loro a Torino, dormirono a casa mia, nel periodo del Living theatre, frequentarono il suonatore di sax
La casa villa che ospitava gli attori del Living era in collina, verso Superga, e ci passammo momenti formativi, si mangiava insieme, riso alle spezie indiane, il pane fatto in casa. Tra profumi di spezie del cibo e patchouli nei vestiti. Pierre Biner mi chiese di restare a dormire. Paradise now, i quadri scenici, il condizionamento.
Renato aveva organizzato una lezione per storia del teatro sul dadaismo, insieme a Nino D'Introna (anche lui attore, ben conosciuto in Francia), ed io dovevo preparare un intervento estemporaneo, senza avvisarli. Mi presentai nel salone del seminterrato di Palazzo nuovo, come un trickster, con uno stereo in spalla, ascoltando musica rock, poi ritorno col costume da bagno con i capelli bagnati dicendo "Che mare oggi". Capirono dopo che si trattava di un intervento dadaista, e ne discutemmo.
Andavamo spesso al cinema, con una bottiglia di barbera, o con un budino ancora nella teglia, o con un'anguria svuotata a dadini conditi al liquore, da mangiare al cucchiaio.
Agosto 1975: passammo diversi giorni a Sraskov, tre giorni di matrimonio del mio amico Vasek: alla cena dell' addio al celibato ho bevuto birra, troppa. Durante i vari pranzi si ballava o si facevano scappae in auto, o si ballava, poi al rato della sposa tutti fuori nelle osterie a cercarla.
Natale 1975: con mia sorella e mio cognato, passammo il capodanno giù nel Salento, in pare con i miei amici,e in parte giù a Castrignano del Capo e a Leuca: nel cortile della vecchia masseria di famiglia raccolsi della arance buonissime.
1976
frequentavo un circolo di democrazia proletaria nel mio quartiere di Borgo San Paolo, andavo davanti alle fabbriche di zona,
una piccola ditta vicino a via San Paolo licenziò 15 operaie, occupammo in primavera, con un gruppo di ragazzi e ragazze un collettivo di persone che volevano approfondire il significato di impegno, per capire la sessualità organizzarono una esperienza di sesso tra di loro. Di giorno li raggiungevo indossando una giacca di pigiama a disegni di colori rosa, comprata in Cecoslovacchia. Dopo qualche tempo mi rincontrai con una ragazza del gruppo, ci salutammo ad una fermata di autobus
Renato ci riuniva a parlare di teatro, erano perlopiù studenti di lettere, le danze balinesi, la trance, e qualche sera si andava a teatro e vedere la compagnia degli attori giovani dello Stabile, le prove, oppure al cinema, con sosta alla birreria Mazzini, a portar via di nascosto i boccali
Andavamo con Renato a funghi, a Giaveno, e in un periodo successivo, a Novalesa, rimasi sorpreso nel trovare l'uvaspina, le fragoline, le trote nei torrenti, la flora di montagna
(questi episodi si incrociano con i periodi in cui sono stati a Torino uno alla volta i gemelli)
Nel '76 ci furono due eventi importanti, lo spettacolo organizzato da Renato in un teatro di via Accademia delle belle arti (zona San Francesco da Paola, prima di arrivare in via Po), "Per la "Metamorfosi", da Kafka, ispirati dal gruppo Living theatre, e le loro parate di strada: in seguito andò in scena due volte d'estate per la rassegna teatrale I Punti Verdi. Renato collaborava con diverse artiste, Annachiara Sarteur, Katina Genero. Il contributo dei gemelli fu determinante (la civetta/kukkuacia: Cuccu iou, tuttu iou; e le parodie fatte su di noi a fine spettacolo, saltando sopra il letto). Alcune recensioni sui giornali furono buone.
Beniamino venne a Torino a lavorare ai mercati generali, dormiva con Renato, io una sera andai a fare un picchetto nelle case occupate e la mattina li raggiunsi alla pensione in via Garibaldi, ci facemmo il caffè con la macchinetta sulla piastra elettrica, in seguito stava da Beppe, in largo Orbetello, e ci raccontava le storie delle verdure incartapecorite nel frigorifero, il negozio di formaggio in via Barbaroux che aveva la sua foto segnaletica, al suo ingresso il commerciante lo riconosceva e chiedeva: vuole il formaggio puzzolente o quello extra-incartapecorito?

Andammo insieme a Costantino a Pontedera (indimenticabile notte trascorsa nella palestra del teatro, io e Costa abbracciati per il freddo) a vedere la parata di strada dell'Odin teatret, venne anche Viviana, che mi era simpatica, abitava in una casa in comune in via Bogino, anche lei lavorava nelle scuole per il Comune di Torino con la cooperativa di animazione La Svolta; bel carattere, sapeva fare il verso della civetta; al primo incontro fummo soggiogati dagli sguardi ma non ci siamo baciati, provai un blocco emotivo, però diventammo amici; in seguito si mise con un collega animatore, mi invitarono a casa una sera e mi chiesero se avevo nulla in contrario, in seguito li ho frequentati, abitavano in una comune di coppie, nella zona di corso Mediterraneo, 5-6 persone allegre. Ci siamo rivisti un anno dopo da Renato, essendo alta e longilinea aveva difficoltà a usare bene il centro vita ed il bacino negli esercizi a terra, a testa in giù, è utile fare training insieme.
Stages di teatro con Domus de Janas (Diego Furlan, Felipe Balucani, Giorgio Di Lecce, Renato e altri) Firenze, Trieste, Salerno... e dimostrazioni di lavoro a Modena, Torino. A Modena, gli attori di Domus de Ianas soggiornavano in una cascina, sulla strada per Vignola; arrivammo in autostop, prima dell'alba, e ci fermammo giusto per la sera, fecero canti e danze in una osteria del centro.
Frequentavo lo stage di teatro di Domus de Ianas, sulla collina Torinese, c'erano sempre persone interessanti.
Raffaella abitava un appartamento a ringhiera vicino a corso Casale, ci sentivamo affiatati, era bello poter usare l'auto di casa per andare fuori, anche nei paesi della provincia di Asti, sentirsi liberi, unirci ai cantanti folk nella processione del "Cantare le uova", a Bra. Raffaella, aveva un orecchio musicale fino, teneva il ritmo al pianoforte strimpellando del jazz, del ragtime. Una sera mi invitò a casa a Milano, conobbi anche la sorella, bella persona.
"Oggi ho visto nel corteo tante facce sorridenti" ai cortei di femministe, quasi tutto il corteo composto di donne, ed io che mi unisco ad alcune amiche per un tratto di strada
Ho iniziato a lavorare in autunno con la cooperativa della Svolta, scuola Pestalozzi, in Barriera di Milano, lo stipendio era gratificante, ma lavoravo da solo, mi legai a Patrizia, con la quale facemmo interventi insieme, mi piaceva fisicamente e ci siamo baciati, con trasporto, ma senza andare oltre: si stava per sposare. Proposi ad una classe delle medie di inscenare Il visconte dimezzato, volevo usare le sagome di legno, prima una metà, che si sarebbe unità all'altra metà del corpo, però bruciai il progetto per inettitudine. Una volta venne alla scuola elementare Pestalozzi Costantino, che organizzò il lancio di una mongolfiera con i ragazzi, capostipite di tanti altri lanci di mongolfiere di carta velina.
Preparai Fisiologia e Patologia generale, ma non tentai di dare l'esame
Diedi un solo esame, Scienze della nutrizione, a dicembre '76, lo registrai a gennaio al distretto militare, così non ebbi il congedo e mi arrivò la cartolina per il militare nel '77, dovevo partire da luglio
Film di riferimento: Il lupo della steppa; Al di là del bene e del male; Easy rider; Fragole e sangue; Antonioni, Zabrieskie point; Professione reporter. Ferreri: Non toccate la donna bianca.
1977
Sono venuto a Lecce per un mese, a febbraio, la Nunzia a cui tenevo come una sorella era stata rinchiusa in una casa di cura a Salerno, la cercai a Cava dei Tirreni, a Nocera Inferiore, a Salerno, mi fermai una notte a casa della mamma di Viviana a Napoli, poi ho lavorato a Lecce con Luigi Lezzi (e Stefania Miscuglio, il teatro tascabile), organizzammo il carnevale di Caprarica, lu Paulinu, e la festa della pentolaccia, ospitato da Oronzo Marmone nel suo capannone teatrale (a febbraio, al sole, ci si poteva spogliare dei vestiti e lasciarsi scaldare come lucertole, sulla serra salentina, riparati dai muretti a secco) insieme a Zenobio, barbiere e sceneggiatore del malato di Moliere, e la sua compagnia di ventenni entusiasti. Si faceva una corsa tutti insieme, poi training fisico, torsioni al muro, capriole, danze. Scendendo con le mani sulla parete, all'indietro, infilai le dita in una presa elettrica, feci solo un sobbalzo, e continuai come se niente fosse. I paesaggi salentini sembrano fermi nel tempo, le case di pietra con il giardino, gli alberi di limone, le voci dei bambini, una lavandaia che canta Marina, Marina Marina...insieme ad Anna Greco, Caprarica, parata di carnevale, 1977, foto Oronzo Marmone
Ho rivisto Nunzia in primavera, stava bene, fummo contenti di rivederci, veramente l'incontro più gratificante di questo periodo (come canta Capossela: il troppo è per poco, ed è una volta sola)
Renato condivideva una casa in corso Belgio con una brava artista, Donata, e qualche volta dormivamo da lui, sul tappeto, e ci lasciava le chiavi di casa. Durante questo periodo ho avuto problemi di trasloco, ho perso moltissime cose.
In primavera ho lavorato con i ragazzi e le ragazze di un centro culturale a Barriera di Milano, preparammo uno spettacolo teatrale, opera del collettivo, feci pochissimo di mio, tutte idee loro, ma tutti furono contenti e soddisfatti, la serata riuscì perfettamente, in una parrocchia con spazio per le recite. Ci siamo frequentati intensamente con alcuni che erano di origine della Basilicata (uno somigliava a Rocco Papaleo), la lucanità consisteva in cose come i fagioli cannellini, il gatto mammone (pipistrello) della canzone: il primo gatto non fu, alllora chi fu?, ai tarantolati di Tricarico, a Rocco Scotellaro, E' fatto giorno. Ero continuamente all'inseguimento di qualcosa, desiderio di spirito, ma anche carenza di spirito: in tram, ad una ragazza che non conoscevo chiesi: dove stai andando? lei stava per rispondermi normalmente, ma io incalzai, Sì, ma nella vita, dove stai andando?
Con Renato, Costantino, Beniamino, Silvia e altri animatori partecipammo a una parata di strada (intervento teatrale di 3 giorni a Rondissone), ispirata al Don Chisciotte, I gemelli cartapestai avevano scolpito una testa di cavallo in creta, come calco da cui avevano ricavato la testa in cartapesta, da fissare su una impalcatura di legno, avvolta in un drappo, con il cavaliere che la muoveva dando l'impressione di cavalcare veramente. Lino Sturiale alla documentazione fotografica, io suonai la chitarra, cantando le tarantelle di Santu Paulu mio delle tarante, pizzichi le caruse....
Ad aprile sono andato a vivere da solo in una casa promiscua, mia madre mi fece il pacco delle mie cose e mi disse di vuotarle l'appartamento e la cantina, anche le opere e sculture dei gemelli in creta (la testa del cavallo che servì per modellare la cartapesta del ronzino di Don Chisciotte)
Avevo una camera in un appartamento in via San Donato (insieme a Riccardo, e due altre persone, ricordo le tavolate festive, come nel film Le fate ignoranti; con un amico di via San Donato, Giovanni, facemmo interventi nelle scuole insieme, fino a maggio.
Un'altra amica era Gabriella Vespa, insieme abbiamo fatto allenamento nei parchi, salti, acrobatica. Ci si vedeva vicino a casa sua, oppure alla Pellerina. In quel periodo imparavo a fare i massaggi alla schiena, raddrizzare contratture e blocchi di postura, e feci massaggi anche a Gabriella, un rapporto di amicizia.
Con Anna c'era simpatia, andai a trovarla a casa, era nel gruppo teatrale, mi ha scritto dopo che ero partito.
da maggio 1977, ho lavorato nelle scuole a Pecetto, Revigliasco
poi a metà giugno sono tornato a Lecce, dai gemelli, che lavoravano con le educatrici presso la colonia estiva di Mons. Cannoletta a San Foca (attratti dal fascino femminile). Viaggio in autostop, quando sono arrivato non c'era nessuno a casa, mi sono arrampicato sulla grondaia ed ho dormito sul balcone.
Lecce a giugno è un fiorire di oleandri, estate dai mille colori. Ci trasferimmo in campagna, ci ospitò Oronzo Marmone in una casa vicino a Calimera, con un pesco dalle pesche buonissime: siamo andati in autostop al mare a Torre dell'Orso, fatto il bagno in mutande, poi con i soli pantaloni ad una festa da ballo in piazza, primi revival della pizzica. Per San Pietro e Paolo, 29/6, ci recammo in gruppo a Galatina, alla cappella delle tarantate, e Oronzo Marmone registrò uno degli ultimi documentari, quando ancora si rotolavano a terra davanti alla cappella dei santi, ed i parenti ti impedivano con la forza di fotografare. A Calimera, in gruppo insieme a giovani del posto, abbiamo camminato per le strade di notte, facendo serenate sotto i balconi delle giovani ragazze (universitarie fuori sede, in Salento si vive giusto durante le vacanze)
Ai primi di luglio siamo andati insieme ai gemelli a Certaldo (arrivati sulla collina, chiedemmo ai lavoranti agricoli un pò d'acqua, dopo che ci fecero bere ci offrirono vin santo, e vernaccia), al Poder Popular mi sono fermato due giorni
Quando ho smesso di abitare nell'appartamento, mi hanno spostato le cose in cantina, è andato perso tutto
Sono partito per il militare, a metà luglio
CAR ad Asti, iniziato con una fuga nel fine settimana, assenza al contrappello,
tre giorni in punizione, corvè in cucina a lavar pentole, corvè alla discarica a svuotare immondizie,
una notte in gattabuia
assegnato alla Sussistenza, caserma della Cittadella, Alessandria,
nei fine settimana andavo in missione a Bergamo,
laboratorio analisi,. con i campioni di vino
A Bergamo ho assistito agli spettacoli di strada dell'ISTA, teatri del mondo,
Novembre '77.
Festa proletaria successiva all'incidente del bar Angelo azzurro: con Renato allestimmo rotoli di carta da disegno per far dipingere i manifestanti, poi lanciammo una mongolfiera, che però perse quota e cadde sul tetto della villa Tesoriera, arrivarono i pompieri.
Da gennaio trasferito a Torino, caserma di via Guido Reni, lavoro in fureria, nuovi commilitoni, pugliesi, romani, toscani
primavera 1978: Interventi alla festa del quartiere Aeronautica di Torino.
a metà agosto 78 mi sono congedato, sono andato a casa di mia madre, a Colorno: frequentavo il manicomio, i matti con le loro storie, e un amico in portineria; dopo, mi sono fatto ospitare da mia sorella a Torino
1979
teatro con Renato Giuliani, clownerie, e training negli spazi scolastici, del comune
con Renato ci occupammo per un mese del centro estivo
di una scuola a Nichelino, per tutto luglio '79
iscritto alle liste di collocamento,
gli altri arrivavano con vestiti usati, io portavo un cappotto di camoscio
che dopo un mese assunse un colore livido
400 mila lire di stipendio (circa 200 euro al mese), la prima busta paga la diedi alla mamma
in ferie, nell'agosto 1980, ho preso il biglietto inter-reg giovani e sono partito per l'Olanda (Amsterdam, 3 giorni ospite di Marina Targon, bella lei e bello l'appartamento, tre camere impilate una sull'altra su tre piani, mi procurò una bici di quelle abbandonate legate a un palo), ma mi sentivo estraneo, diversamente da quando ci frequentavamo a Torino. Quindi sono partito per la Francia (Parigi, Toulouse, ho conosciuto Mercedes, e due suoi amici, cercavano lavoro, lavori stagionali in Spagna ed in Italia, ci incontravamo nelle stazioni), poi un treno notturno (dormend in treno) su per i Pirenei francesi per fare giusto la colazione, qui ho conosciuto Patrick, marsigliese di Aubagne, e poi giu' in Spagna, Catalan talgo, con gli operai del turno di rientro dalla Seat mangiando pomodori e sale: in tutto 15 giorni intensissimi, specie a Barcellona, tanto flamenco; in compagnia di un gruppo di emigrati argentini al mare; ho frequentato gli anziani in plaza del Rey, che fumavano hashish, e due zingari che si facevano di optalidon e birra, con cui un pomeriggio instaurammo un colloquio muto, a base di gesti. Memorabile, sulla via del ritorno, una sosta a Port Bou, sceso dal treno mi avvio verso i Pirenei, un sottopassaggio da tunnel del vento, poi su per una salita ai monti, fino ad un riparo per la pastorizia, dormendo per terra. Al mattino, discesa in paese e bagno sulla spiaggia solitaria.
Poi in Francia, Arles, e Chambery, fresca di aria di montagna. E' stato un periodo di socializzazioni, perchè dormivo spesso negli ostelli della gioventù, si cucinava insieme, e ci scambiammo gli indirizzi per tenere i contatti. E tanti spettacoli di strada, di mimo, concerti di musica classica e pop.
a settembre 1980, a Fiat riaperta, mi sono licenziato senza sussidioa ottobre sono venuto con la 500 alla mia nuova famiglia
a Novoli:
mi sono laureato,
ho preso il dottorato a Verona
ho lavorato due anni in Giappone
ho lavorato al CNR di Lecce, biotecnologie agroalimentari
ho viaggiato molto, per seminari e riunioni di progetto
prendo la pensione dal 2021
21 anni di contributi versati (sostanziosi, in euro) più qualche contributo tra il 1975 e l'80