mercoledì 2 febbraio 2011

la scoperta del Giappone

Ero, agli inizi degli anni '90,  dottorando con borsa in quel di Verona, avevo un appartamento in affitto sul lung'Adige Rubele, qui ancora arredato da un mio collega, in questa foto si vede il soggiorno ed il mio ex-supervisore Gianni Dellagiacoma, endocrinologo e microchirurgo (vedi post su Camillo Ricordi). Ero al terzo anno di dottorato, e in pratica la biologia molecolare era ancora sconosciuta, nessun apparecchio termociclatore PCR era a disposizione in Istituto.
 
Nel 1993 il mio tutor giapponese, che di cognome fa Spigola, Suzuki-sensei, organizza il mio soggiorno presso un professore suo collega a Tsukuba, ma nel frattempo anche presso il Gan Center di Tokyo. Grazie ad un sussidio per i dottorati all'estero, mi raddoppiano la borsa per coprire il costo della vita, con il cambio lira-yen 16:1, simile a quello attuale euro/yen, molto sconveniente.
In questo post presento due elementi fondamentali dell'estremo oriente, contrapposto a quello che Rampini chiama l'Occidente estremo.
Il primo punto chiave è la percentuale IVA sul costo dei prodotti, ossia quello che il governo tassa su ogni transazione, acquisto e scontrino battuto: il 5% contro il nostro 20%.
Il secondo punto chiave, è che la maggior parte, nell' 80-90% dei casi ( oggi, perchè ne gli anni '90 erano il 100%) dei laureati ha un posto di lavoro che li aspetta. Anzi, una volta assunti, le aziende sostengono i costi di un corso di studio post-laurea, che sia master o dottorato, per riassorbirli con incarichi specialistici.
Purtroppo molte donne sono disincentivate a rimanere dopo i 30-35 anni, a meno che le loro mansioni siano indispensabili ( uso perfetto della lingua inglese, o abilità manageriali).

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