mercoledì 3 luglio 2024

Il bosco dell'Arneo

Lungo la strada Nardò-Avetrana si viaggia vicino alla pista di Nardò, su cui si collaudano auto di grandi marche, e dopo il villaggio turistico Eurovillage si prende una stradina a sinistra, che porta, tra boschi e aree coltivate ad ulivi, fino ad una deviazione per il mare, cartello Maruggio. Qui, tra questi cespugli verdeggianti, fino a venti anni fa, era nota la presenza dei ramarri, lucertoloni di 15 centimetri.
L'area compresa tra Avetrana e questa zona è nota per la presenza di ulivi centenari, tra cui il gigante d'Arneo. L'Arneo era una zona paludosa, che dopo la bonifica ha prodotto molti terreni assegnati a famiglie di Veglie e Novoli, che sono diventati edificabili e su cui hanno costruito villette per le vacanze. Però, tra l'incrocio per Punta Prosciutto e il villaggio Riva degli Angeli, si snoda un ruscello presente tutto l'anno, che alimenta alcuni bacini, zone umide che fanno parte della palude del Conte, tra Torre Culimena e Torre Lapillo. Le case vacanza non sono qui invasive, e tra la spiaggia e la strada sono rimaste macchie di vegetazione, utilizzate dai maneggi come percorso a cavallo.
Il ruscello delimita e percorre il boschetto dell'Arneo, e viene attraversato mediante alcuni ponti. Il bosco è frequentato da uccelli stanziali e migratori, rapaci, aironi, e di piccola taglia, ed è ricco in cespugli, che si intrecciano ai rami ed alle liane in una fitta massa di vegetazione. Molto presenti sono gli asparagi selvatici e la ginestra.
Nel bosco è facile imbattersi in funghi, quasi sempre non commestibili, ma alcuni di aspetto attrattivo
Nel bosco è facile perdersi, se si lascia il sentiero principale, e ci si avventura in mezzo alla macchia. Per fortuna, è delimitato dagli uliveti, così è possibile tornare lungo la strada asfaltata, poco frequentata, e ritrovare l'auto per rientrare.
Il consiglio è di frequentarlo nei mesi meno turistici, sia per il caldo, sia per la bellezza dei luoghi, che vanno assaporati nel silenzio e nella pace della natura. Se si evita di spaventare la fauna, ci saranno dei felici incontri. Il sistema dei bacini d'acqua sorgiva, in parte salmastra, continua a nord verso Torre Culimena, le saline dei Monaci, note per i fenicotteri, e a San Pietro in Bevagna con il fiumiciattolo e la foce del Chidro.

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