mercoledì 6 settembre 2023

Musica e letteratura: spirito e sentimento

 Nei miei vent'anni sono stato un lettore assiduo, amante dei libri in generale, e delle biblioteche. Uno scrittore che ricorre spesso nel mio caso è Herman Hesse.  In particolare, Il giuoco delle perle di vetro, Siddarta, e Il lupo della steppa, amato sia nella versione stampate che nel film del 1974.  

Tra le frasi che mi segnai allora, c'erano alcuni aforismi che ho fissato nel diario. Uno riguarda la musica, la leggerezza. Nel sogno su Goethe, Hesse scrive: "Il Flauto magico rappresenta la vita come un canto delizioso, esalta i nostri sentimenti che pur sono passeggeri come qualche cosa di divino, predica l'ottimismo e la fede". E subito dopo: "La serietà, caro mio, è una nota del tempo: nasce, te lo voglio confidare, dal sopravvalutare il tempo; ... ma nell'eternità vedi il tempo non esiste: l'eternità è solo un attimo, quanto basta per uno scherzo".

Qualche pagina più avanti, parlando del musicante Pablo, scrive: "Ma, vede, io sono un musicante, non sono erudito, e credo che nella musica aver ragione conti proprio nulla. Nella musica non si tratta di aver ragione, di aver buon gusto, e cultura.... si tratta di fare musica, signor Haller, di sonare, possibilmente bene e molto e intensamente. ... se piglio in mio saxofono e suono uno shimmy insinuante, lo shimmy potrà essere buono o cattivo, ma certo piacerà alla gente, entrerà loro nelle gambe e nel sangue. ... guardi un pò in una sala da ballo le facce dei ballerini nel momento in cui si riprende a suonare dopo un intervallo: come luccicano gli occhi, come si stendono le gambe come fiorisce il sorriso sulle labbra! Per questo si fa della musica".

Più avanti, parlando con Mozart: "E ora lei non sente soltanto un Hendel storpiato dalla radio, ma pur sempre divino, ...lei sente e vede, mio caro, anche una bellissima similitudine della vita. Quando lei ascolta la radio ascolta e vede il conflitto primordiale tra idea e fenomeno, tra tempo e eternità, fra il divino e l'umano. Proprio come la radio lancia la più bella musica del mondo per dieci minuti a casaccio negli ambienti più impensati.... e tuttavia non può sopprimere lo spirito: esattamente così la vita, la così detta realtà, manipola le stupende visioni del mondo, fa seguire a Hendel una conferenza sulla tecnica dei bilanci falsi nelle industrie, fa dei suoni affascinanti di un'orchestra una poltiglia ripugnante, insinua la sua tecnica, il suo affanno, la sua vanità e miseria fra l'idea e la realtà, fra l'orchestra e l'orecchio. ... Impari a prendere sul serio quel che merita di essere preso sul serio e a ridere del rimanente!"

Da apprendista del ballo, ho in seguito fatto corsi brevi ed audaci per ballare la polka (con Sasha, insegnante russo grazie  all'ente universitario), il tango (a pagamento), e per imitare quello che vedevo sullo schermo, in particolare un film in giapponese del 1996 di Murakami Ryu: "Kyoko, Dance with me" da un suo racconto del 1995, la storia di una ragazza giapponese che impara a ballare i balli sudamericani (tra cui rumba, Guaguancò e Colombia, una versione più aggressiva, per soli uomini, che ha dato origine al mambo)  da un ballerino cubano, che va a trovare un'ultima volta prima che muoia di HIV. Musiche del gruppo Afro Cuban All Stars, con Amor Verdadero tratto da una più antica Guajira (Rosa, si tu no me quieres, mira, yo morirè de amor). a range of Cuban styles including danzón, son montuno, guaguancó, mozambique, afro, mambo and guajira.

Chiudo il post con i versi di Dante dal secondo canto del purgatorio, sull'incontro con il musicista Casella e sull'effeto che ha su Dante l'arte, la poesia, la musica, cantata dal suo amico

Io vidi una
di lor trarresi avante
per abbracciarmi con sì grande affetto,
che mosse me a far lo somigliante.

Ohi ombre vane, fuor che ne l'aspetto!
tre volte dietro a lei le mani avvinsi,
e tante mi tornai con esse al petto.

Di maraviglia, credo, mi dipinsi;
per che l'ombra sorrise e si ritrasse,
e io, seguendo lei, oltre mi pinsi.

Soavemente disse ch'io posasse;
allor conobbi chi era, e pregai
che, per parlarmi, un poco s'arrestasse.

Rispuosemi: "Così com'io t'amai
nel mortal corpo, così t'amo sciolta:
però m'arresto; ma tu perché vai?".

"Casella mio, per tornar altra volta
là dov'io son, fo io questo viaggio",
diss'io; "ma a te com'è tanta ora tolta?".

Ed elli a me: "Nessun m'è fatto oltraggio,
se quei che leva quando e cui li piace,
più volte m'ha negato esto passaggio;

ché di giusto voler lo suo si face:
veramente da tre mesi elli ha tolto
chi ha voluto intrar, con tutta pace.

Ond'io, ch'era ora a la marina vòlto
dove l'acqua di Tevero s'insala,
benignamente fu' da lui ricolto.

A quella foce ha elli or dritta l'ala,
però che sempre quivi si ricoglie
qual verso Acheronte non si cala".

E io: "Se nuova legge non ti toglie
memoria o uso a l'amoroso canto
che mi solea quetar tutte mie doglie,

di ciò ti piaccia consolare alquanto
l'anima mia
, che, con la sua persona
venendo qui, è affannata tanto!".

'Amor che ne la mente mi ragiona'
cominciò elli allor sì dolcemente,
che la dolcezza ancor dentro mi suona.

Lo mio maestro e io e quella gente
ch'eran con lui parevan sì contenti,
come a nessun toccasse altro la mente.

Noi eravam tutti fissi e attenti
a le sue note; ....


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