giovedì 16 febbraio 2012

esperienza emozionale, identità, coscienza

Mese di febbraio e di carnevale: questo post è dedicato alla XIV edizione del Carnevale della Chimica, ospitato sul blog Crescere creativamente da Maestra Rosalba, dedicato alla "chimica della/e nascita/e".
Come giustamente (cito le sue parole) è scritto nella chiamata a questa edizione:
  • La nascita è uno tra gli eventi più celebrati al mondo, non a caso il primo pensiero corre all’uomo: sia al suo percorso di vita individuale, sia alla sua prima comparsa sulla terra. Ma la nascita è un evento che ci accomuna a tanti altri viventi che, anche in modi differenti, hanno contribuito a rendere così vario il nostro pianeta, e perfino dei non viventi se per nascita intendiamo la formazione di qualcosa che prima non era presente.
  • Dietro a questo fenomeno così attraente ed eclatante, si celano ben altri nascosti meccanismi, affascinanti se non più della nascita stessa. Così la nascita vista attraverso l’evento chimico che l’ha consentita, diventa il modo per riaccostarci per l’ennesima volta a questa materia, così difficile da comprendere in astratto e così vicina a noi quando si passa al concreto, quando si spiega attraverso un meccanismo. Allora eccoci a riflettere sulla nascita di una stella, di un cristallo, di un fiore, del nostro stesso universo, di uno strumento, di un farmaco e perfino di una teoria se riguarda un evento chimico ancora da spiegare…
Cercherò di far quadrare un cerchio, di conciliare scienza e coscienza, la chimica della nascita della coscienza dell'identità e dell'esperienza, che fa sì che alcune reazioni chimiche siano alla base della nostra esperienza emozionale e ci portino ad una coscienza del mondo, ad una identità e alla sua difesa, prima che scomparisca, o del suo elogio e ricordo, quando gli sconvolgimenti economici e sociali rendino questo inevitabile.
Prendo spunto da un post appena pubblicato sul blog serenissima, che parla di "onestà intellettuale, difesa del territorio (delle lucciole scomparse, dei pipistrelli sempre più introvabili...), umiltà e grandezza (Mario Rigoni Stern)": "annusato ed ascoltato il bosco.... Lí in cima ci sa di ferro arrugginito e di stelle alpine. Ho comprato il burro e l'Asiago al Pennar..."
Senso di appartenenza e memoria sono collegate strettamente e nascono si rafforzano nella prima età, fissando alcune esperienze sensoriali di cui si mantiene viva la memoria nel tempo.
E questo grazie  alla chimica, alle tante molecole di varia struttura chimica, riconosciute da recettori proteici con un meccanismo chiave-serratura, che siano recettori del gusto, per l'acido, il dolce, il salato, l'amaro, il saporito, o dell'olfatto, che riconoscono in modo inequivocabile decine di migliaia di molecole diverse.
L'olfatto: gli odori dei luoghi amati restano fissati nel tempo, la cantina, il carbone, il ferro e il suo ossido, la ruggine, il piombo scaldato nel cucchiaio (colato nell'acqua e creare forme fantastiche o pallini per il fucile), il bruciato delle foglie secche al passare dei tram, le saponette profumate; la vista: percepisce  i colori dati dall'assorbimento della luce dei vari composti grazie anche alla rifrazione della luce sulle superfici, le pozzanghere oleose  iridescenti, i profili del paesaggio e i panorami di cime e delle vallate di montagna; il tatto: percepisce le superfici, l'arrotolare una cartina di tabacco, la pelle del nonno pungente di barba rada, l'acqua nella vasca da bagno; l'udito: l'orecchio riceve onde sonore liberate nell'aria da una sorgente, che si muovono in modo lineare e ondulato,  e traduce i suoni in impulsi elettrici, dalla radio che trasmette musica classica, ai cinguettii del bosco; il gusto: percepisce cibi e medicine, permette di gustare la neve (combinato ai recettori sensoriali del freddo), di prediligere certi cibi (acidi o basi usati in cucina e nella preparazione del cibo: l'aceto, l'idrossido di sodio o di calcio usati nel preparare tortillas e prezeln),  la pasta lievitata e gonfiata dalla CO2,  la striscia di pasta cotta sulla ghisa della stufa a legna, il pane cotto nel forno a legna sporco di cenere, il mosto d'uva e la birra fermentata.
A livello centrale, del cervello, un'area particolare di integrazione di questi segnali con l'esterno è l'insula, il sistema vestibolare localizzato lungo la fissura di Silvio, che agisce nella rappresentazione corporea, creazione della coscienza di sè, l'esperienza emozionale, e nella accettazione o repulsione di stimoli, odori e sensazioni.

2 commenti:

Monica Bedana ha detto...

Grazie, non meritavo tanto...però da quando ho letto sto pensando che per stare un po' più tranquilla dovrei strapparmi 'sta insula maledetta...(e vedo che alla fine tutto dipende da Silvio!).
Un abbraccio!

Palmiro Poltronieri ha detto...

Grazie a te, i tuoi spunti sono indispensabili... penso che per qualcuno la predisposizione a passare sopra certi ricordi e fare danni all'ambiente sia correlato ad una atrofizzazione dell'insula, che bella area cerebrale, l'area cingolata, un carrarmato di ricordi... :-)

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