mercoledì 8 febbraio 2012

Terrazzani e verdure selvatiche

Il terrazzano in pugliese è un conoscitore della biodiversità dei campi, un raccoglitore di lumache (municeddhi, cozze piccinne) e verdure selvatiche: papavero rosso (paparene), cicorielle, senape, rucola, grespino (zangune), ravanello spontaneo (rapistre),  aspraggine (spruscini), funghi (cardoncelli, marieddhi, monitule), cardi selvatici, asparagi selvatici, lampascioni (in italiano cipollotti con ciuffo), zavirne, dette sedani selvatici (Smyrnium olusatrum L, Corinoli, Macerone), borragine, infiorescenze e foglie di finocchio selvatico, finocchio di mare (critimi), salicornia (salissia), erbe aromatiche (origano, timo, maggiorana detta zzanzicu), e di erbe curative (liquirizia, camomilla) e frutta selvatica.
Oggigiorno chiamano terrazzani coloro che al mercato ancora vendono queste verdure di campo, che lentamente sono sostituite da verdure non spontanee, seminate o importate da altri paesi. 
Si tratta di un modo di sostentamento in una economia sostenibile, condiviso con tante altre culture, come la raccolta di insetti  (termiti, cavallette, api) e di foglie e frutti spontanei nei paesi africani e asiatici.
Abbinata alla raccolta di frutti spontanei agricoli c'è una cultura e tradizione popolare della loro trasformazione, mediante processi quali la trasformazione in farine, salse, l'essiccamento al sole (il concentrato di pomodoro, i fichi secchi) o al forno (giuggiole), la maturazione nella paglia (sorbe, meddhe), e la produzione di conserve in barattoli sterilizzati (creme di cime di rapa, rucola), marmellate e gelatine (sambuco, cotognata di mele cotogne, gelatina di melograno), liquori fatti in casa.
Avendo disponibilità di terreni non coltivati, li sto lasciando sviluppare una vegetazione spontanea, ricca di erbe selvatiche, vengono arati giusto nei periodi di siccità, per evitare la propagazione di incendi...
Io mi sento un terrazzano, in continuo apprendimento...

4 commenti:

Carla Citarella - ha detto...

un salto nel passato, da piccola quando la domenica andavo in giro in campagna con mia nonna a raccogliere la rucola e la cicoria selvatica…

Molto interessante il tuo blog
Un saluto
Carla

Palmiro Poltronieri ha detto...

Grazie, Carla!
c'è tanto da rivalutare del territorio, Alberobello, i boschi che danno sul Materano, le masserie, tutti i mestieri e la nostra gente
a presto!

Annarita ha detto...

Anche del territorio Salentino c'è tanto da rivalutare, carissimo. Post che mi ha fatto ricordare i profumi ed i sapori di casa mia.
Grazie!

Annarita

Palmiro Poltronieri ha detto...

Grazie, Annarita!

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