Preparandoci per il viaggio in Giappone, dal 21 ottobre, di due settimane, ho iniziato una corrispondenza con i nostri contatti locali, per vedere quando sarà possibile incontrarci.
Il nostro itinerario è legato al Kansai (aeroporto sul mare, quello di Renzo Piano) autobus per Osaka e Kyoto, e la destinazione finale, Nagahama, sul lago Biwa. Forse qualche breve puntata su Kanazawa, o Takayama, chissà.
Ad oggi, in questi scambi di mail e suggerimenti, ci hanno proposto di pranzare a Kyoto ad un ristorante Zero Becquerel. Come le iniziative dei nostri ristoratori locali che servono prodotti a chilometro zero, i ristoratori Zero Becquerel propongono frutta, verdura, bevande e spezie prodotti nell'ovest, possibilmente sul posto, e che non contengono cesio, e altri radionuclidi.
Eccoci a diffidare di produzioni alimentari non certificate, e a desiderare che sulle confezioni siano riportati i valori chimico-fisici, e le informazioni su: provenienza, tipo di mangime usato, insomma sulla catena alimentare.
Kyoto gode della presenza di tanti piccoli produttori quasi artigianali. La salsa di soia (di un tipo più dolce, con meno sale; le verdure fermentate, tsukemono, e naturalmente la pasta di soia fermentata (miso, rosso o bianco), il tofu, il gellante a base di konjak, quei glucomannani che sono masticabili e danno sazietà senza fornire calorie; le prugne acide raccolte acerbe, o umeboshi.
E' di questi giorni la comparsa di raccomandazioni sui media italiani di non comprare scatolette di tonno a basso prezzo, e di controllare la zona di origine del pescato, se il timbro riporta 071 si tratta di tonno pescato nel Pacifico
http://ioleggoletichetta.it/index.php/2013/09/tonno-radioattivo-fukushima-fao-61-fao-71-nomi-e-le-sigle-che-spaventano-facciamo-chiarezza/
http://ioleggoletichetta.it/index.php/2013/09/tonno-radioattivo-fukushima-fao-61-fao-71-nomi-e-le-sigle-che-spaventano-facciamo-chiarezza/
Tra i preparativi prima della partenza, la valigia non richiede impegno in quanto il clima non è ancora invernale, la necessità di raccogliere i risultati del lavoro della nostra unità di fisiologia vegetale, in una presentazione PowerPoint di circa un'ora.