martedì 1 febbraio 2022

Il mio sessantotto a Torino

prendo spunto dal post di Marco Fulvio Baruzzi "𝐏𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐥𝐢𝐜𝐞𝐨, 𝐭𝐫𝐚 𝐬𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐞 𝐫𝐢𝐯𝐨𝐥𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞", per ricordare la mia quarta ginnasio, anno scolastico 67-68, del liceo classico Massimo D'Azeglio, in succursale, in via Garibaldi, a Torino, raggiunta in tram tutte le mattine. La palazzina è ora sede della scuola dell'università di Salamanca ELE USAL

A quel tempo almeno quattro stanze erano di pertinenza del liceo, con accesso da via Bligny, e su via Garibaldi ricordo uno dei primi punti vendita automatici di tramezzini. Noi ci si comprava un trancio di pizza dal panettiere prima di partire col tram, o ci si portava una merenda fatta in casa, caramelle e gemme di pino. Venivo da una scuola media di Borgo San Paolo (Leon Battista Alberti), e da una famiglia operaia. Una scuola in cui non si poteva e doveva eccellere. Un anno, il '66, in cui si vestiva beatnik, figli dei fiori, cravatte a fiori, e si iniziava ad ascoltare i Beatles. La mia terza era formata da 28 ragazzi e due ragazze, che devono aver sopportato i miei compagni e le prime parolacce. Le prime gite di scuola in cui i più grandi limonavano sull'autobus in gita. Le mie preferenze per ragazze con i collant bianchi....  E' l'anno delle olimpiadi di Città del Messico, che ci lasciarano entusiasti, tanto da cercare anche noi ragazzi il brivido dei salti in lungo alla bocciofila, nel quartiere San Paolo.  

Avevo esperienze di qua e di là della cortina di ferro, andavamo a trovare i nonni in Cecoslovacchia, ogni anno, i miei coetanei a Teplice mi chiedevano la gomma del ponte, Brooklin, collezionavano le cartine, e là io apprezzavo dei cubetti di citrosodina da succhiare, la birra, il pane, la macchina con la bomboletta CO2 per fare il seltz a casa, oggi in TV fanno la pubblicità dello Sodastream, ce lo avevano già all'Est nel '60. Vedevo la gente fare la fila per entrare dal macellaio, ma proprio là gli amici mi fecero sentire gli ultimi successi dei Beatles. Noi avevamo tutte le possibilità, ma non lo sapevamo. Gli orari di lavoro erano dalle 6 alle 14, rientravano a casa, prima o dopo dei figli, spesso dopo, si preparavano la cena alle 18, e andavano a letto alle 21 o alle 22. Furono anni di visite di vicini o di amici di parenti, che scendevano in Italia viaggiando alla meno peggio, con attrezzi da campeggio,  con auto Skoda, padre madre figli, sostando a casa nostra una o più notti. Iniziò anche una serie di giochi olimpici universiadi, con squadre della Cecoslovachia (hockey su ghiaccio, pallavolo) con cui intrattenevamo rapporti di amicizia, invitandoli a mangiare, e poi  registravamo, i loro canti popolari e di goliardia, su un registratore Geloso. 


La mia quarta ginnasio, felicemente sbilanciata verso il sesso femminile, 16 a 12 tra i presenti alla foto. In prima fila, rannichiati, da sinistra, Paolo Viale e Lorenzo Bazzotti; alla mia destra, l'altissimo Dario Milano, che insieme a Luca Negro, nella fila in alto, ci sfidava a rincorse tra le auto posteggiate per una battaglia a pugni nelle parti basse. Dei compagni, gli unici che mi accompagnarono in tutti i 5 anni sono stati Paolo Viale e Lorenzo Bazzotti, entrambi medici.  Un pò più a destra, il biondino, Coda, che coinvolsi in un corteo di primavera tra via Cernaia e via Po. Una volta arrivati in piazza castello, ce ne andammo, perchè sotto Palazzo Nuovo i grandi si menavano con le forze dell'ordine. Non avevo una coscienza politica, però un mattina sfidai il professore di inglese, che ci voleva far entrare a tutti i costi in classe, e rimasi fuori con gli scioperanti. Delle compagne ricordo pochi nomi, in seconda fila a sinistra Schilardi, Savigliano, e, a destra della Prof, Corsetti, in alto al centro Teresa Zoccolan, e una simpatica ragazza che mi fece compagnia in gita scolastica, a cui confidai che mi piaceva la musica di "On the road again", e il libro On the road/Sulla strada, di Jack Kerouac, e la beat generation. E le tante nuove edizioni di libri tascabili, per poche mille lire. Villata, Zanchi, Pascucci e Abbà i rimanenti cognomi di ragazzi, e Passone per le ragazze,  tra quelli che ricordo. La più carina è nella prima fila in piedi, la seconda a destra, prendemmo il tram insieme da borgo San Paolo per una interrogazione fuori orario.
Nel 1966 ci fu l'inondazione dell'Arno a Firenze, e   gennaio 1968 ci fu il terremoto in Sicilia, nel Belìce.
A giugno la pagella, fui rimandato in latino, e passai due mesi a prendere lezioni private. Durante la primavera di Praga, mi sentivo partecipe del rinnovamento, interno all'area della sinistra, e con promesse di cambiamento. Le riforme prevedevano la concessione di diritti ai cittadini grazie ad un decentramento parziale dell'economia e alla democratizzazione. Anche in Italia ci si portava a casa qualche pezzo di macchinario, di falegnameria o ricambi elettrici, ma all'est erano pezzi introvabili e quindi li si scambiava per baratto. Agosto 68. Nella notte tra il 20 e 21 agosto, le truppe del patto di Varsavia invadono Praga e il resto del paese. Un paradosso avere per presidente un comunista che si chimava Svoboda, libertà.

 Nel 68 viene abolito l'esame di verifica alla fine della quinta ginnasio. In quinta ginnasio passai alla sede centrale, con 32 nuovi compagni e compagne, e fui promosso, con la sufficenza. Ho trascorso i restanti quattro anni in centrale, comoda da raggiungere anche camminando, con un bar di fronte, e, per i cremini, su corso Vittorio Emanuele II la famosa cremeria di destra 'da Platti'. 

Cominciarono periodi di vacanze estive organizzate, la prima nel '69 con mia sorella in Spagna, Lloret de Mar, Costa brava, 2 settimane in hotel, le prime lezioni di guida, feste di San Juan e santi Pedro e Pablo, e rientro in Italia von l'auto in folle giù dalle Alpi, per risparmiare benzina. Un'altra estate fu nel '71, sempre Costa Brava, venne anche mia madre, e Jana Starek, un'amica di origine ebraica, famiglia fuggita da Praga nel dopo-Dubcek, che salutava i ragazzi dell'ostello di fronte mostrandosi a seno nudo. Seduti sui sedili posteriori, ci abbuffammo di panini,  cominciai a vederla come donna, a confessarle i miei pensieri e incertezze. 

Dicembre '69. Ascoltavo la radio, Renzo Arbore e Gianni Boncompagni tenevano un hit parade il sabato, Bandiera Gialla. In tardo pomeriggio, durante la settimana, sentivo Bob Dylan, il menestrello della New York al gelo, che veniva ripoposto con un ritardo di 4-5 anni, perchè assimilato alle canzoni di protesta. Poi, sabato 13 dicembre, la notizia della strage di piazza Fontana. Di Valpreda presi coscienza nel '72, seguendo gli spettacoli di Dario Fo. 

1970, mondiali di calcio, italia -germania 4 a 3.

V ginnasio. Al centro nella foto, Gabriella Olmo, bionda, ragazza di Piero Paccotti, e Luciana Toso, bruna, le due compagne del banco davanti al mio, dietro alle quali sedevo con Paolo Viale. Da sinistra: Diego Borrello, Bruno Turinetto, Maurizio Menicucci, Rocco Moliterni, Piero Paccotti, Sergio Caciagli, Pierpaolo Portinaro. Come benvenuto nella nuova classe, Maurizio mi invitò a salutare una sua amica nella sezione A, lei con Maurizio scherzavano sul combinare una serata a casa, una burla. Suonava la chitarra, alla festa di classe ci fece la canzone Emozioni, ed io ad Anita portai il 45 giri di Battisti "Mi ritorni in mente". Il musicista versatile era Massimo Artiglia, chitarra, pianoforte, contrabbasso, era nel giro del jazz (suonava anche a casa mia, Pharoah Sanders, gli piaceva il pianoforte con qualche tasto stonato di un quarto di nota). Rocco era indivisibile dal suo amico Vito, campione di rutti, era impegnato politicamente. In basso a sinistra Daniela Vanella, Irene Francesio, Rosa Grassi, Silvia Pavesi, Bertolino, Patrizia Accornero, Palma Cambursano, altre Giovanna, in alto a destra, un'altra Anna, altre di cui non ricordo il cognome. Franca Tousco si firmò, quarta  da sinistra, fila di centro. Sulla foto di classe, sul retro, i compagni scrivevano i saluti, sei il mio amico, Ela Tartari mi scrisse: Poltronillo è cupio! A Isabella il professore d'arte, Chicco, famoso pittore piemontese, chiese di andare a posare nel suo studio.

Classe I B: prima fila in basso a destra: una simpatica compagna dallo strabismo di venere, promettente candidata archeologa. Seconda fila a sinisra, Biginelli,  che nelle tre foto in successione si fa crescere i capelli a frangetta. 

In basso, II B: la prima in alto a sinistra era carina, ma sempre in disparte. La bionda Accornero fiorirà tra la II e la terza, come emanciapata.

Un sentimento forte di quel periodo è stato in primavera 1972, con Isabella Vergnano: andammo al cinema insieme, era la III B, a vedere Il caso Mattei. Fu un pomeriggio esaltante, seduto accanto a lei al cinema, fianco a fianco. Mi piaceva, era la ragazza del supplente di filosofia, basso e robusto, impegnato politicamente.  Dei due supplenti di filosofia, questo fu il primo, e ci fece capire la filosofia greca, non facendola imparare a memoria come faceva il Prof. David (nella foto al centro). Il secondo supplente, Michelangelo Bovero, oggi universitario, mi  diede da leggere autori moderni, Gobbetti, la svolta autoritaria del fascismo. 

Ultimo anno, foto di classe della terza B. Fila in basso: Diego Borrello, chimico; alla mia sinistra Massimo Artiglia, fisico e musicista (pianoforte, chitarra, contrabbasso), Pierpaolo Portinaro, filosofo, Maurizio Menicucci, si frequentava con Luciana Toso, è diventato giornalista per La Stampa e per Leonardo su RAI3, Bruno Turinetto, mezzofondista, Rocco Moliterni, critico e giornalista, e il picchiatore di destra Ruggero. In alto, Silvia Pavesi (a destra, col codino), Palma Cambursano, Irene Francesio, e, non di seguito, Carla Casalegno ed  Patrizia Accornero.

Anita Ciavarra (accanto a Manuela Tartari, seconda fila a sinistra) era la terza del trio, Anita, Isa ed Ela, sferruzzavano a maglia durante le ore di latino. Nel 78, al CAR ad Asti, ho conosciuto un suo ragazzo, militante di sinistra, alto e bello come gli eroi di Guccini. Tornammo in treno un pomeriggio a Torino, arrivammo insieme in zona Borgo San Paolo. Uscire dalla provincia durante il CAR era vietato.

Il 1972 è stato l'anno del conseguimento della patente, delle cene di classe, in collina, e l'anno della gita in Campania. Memorabili furono le gite di classe:  penultimo anno, in Umbria e Firenze, e l'ultimo anno a Napoli, Pompei e costa amalfitana. Passeggiate serali in compagnia di scugnizzi che cercavano la compagnia delle ragazze. Al bar il caffè ci piacque molto. E tornai con una vera mozzarella di Napoli.

Mi sono preparato nel ripasso per l'esame di maturità frequentando il museo di arte moderna, c'era pace nel suo giardino: qui avevo visto la mostra sul pittori del Blaue Reiter, il cavaliere azzurro, ne ero affascinato. 

Nella estate del 1972 ho lavorato come caddy, portamazze, ai campi di golf della Lavazza, a Claviere, al Monginevro, (ci alloggiavano all'hotel Roma) insieme ai compagni di liceo Federico Sacco e Sergio Caciagli, che fumava e ci faceva assaggiare le Gauloises, c'erano alberghi alto-borghesi che organizzavano tornei di ramino, signori che ordinavano bottiglie di champagne Dom Perignon, e anziani sciatori  narravano delle loro escursioni sugli sci in discesa fuori pista, di prima della guerra. C'erano anche vipere nei prati, ogni tanto scattava l'allarme. Misi da parte una bella somma di mance.



Dei viaggi negli anni seguenti, ricordo due giorni di manifestazioni:
un viaggio in treno a Roma dei Comitati unitari di Base, andammo a città studi, riunioni in aula, pausa pranzo nel campus universitario, e rientro notturno; a Roma, nessuno sembrava tenere da conto quello che succedeva a Torino, gli importava solo degli scontri con i fascisti locali, della primavera, e delle ragazze,  si sedevano a gruppetti sul prato del campus per  consumare il pranzo, al sole;
una escursione in bus per manifestare a Milano, con partenza da piazza Castello, corteo vicino a piazza Duomo e caffetteria bar Motta,  dove ci fu un esproprio proletario di torte e dolci, assaggiai un dolce; nel pomeriggio,  rientro in giornata a Torino.

Colonne sonore: De Gregori, Venditti, Branduardi, Bennato; Don Cherry; Frank Zappa; Around midnight; Coltrane, A love supreme; I Chieftains;  Inno alla gioia; Beethoven, Vivaldi....
Libri: Pasolini, Ragazzi di vita, Una vita violenta
Teatro: alla radio,  la domenica tardo pomeriggio, Ti ho sposato per allegria. 
Al cinema: Visconti, Decamerone e Canterbury di Pasolini per le musiche, Barry Lyndon di Kubrick, Il lupo della steppa, Al dilà del bene e del male, Capricci di Carmelo Bene, 
al teatro Alfieri, Bene ed il suo Amleto, con botto finale, amplificato, a chiusura della cassapanca.
Al palasport: gli Area con Giorgio Gaslini

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