martedì 21 ottobre 2025

Ultime annotazioni sul Giappone

 Guardavo Kilimanjaro domenica 19, le riprese sul Kyushu, una delle tre isole del Giappone, nel sud. Ricordi che si accavallano. Sia il filmato che l'intervista a Rampini. Da rivedere.

I dormitori delle università, ti assegnano una stanza, la arredi come meglio puoi, ci sono ottime mense, e il bagno pubblico/sento, un o-furo per le masse, con grandi vasche in cui ci si immerge, insieme, per sessi separati.

I ristoranti, come ti siedi a tavola, ti danno uno oshibori, il tovagliolo caldo, per ravvivare il viso e le mani. Milioni di tovaglioli che ogni giorno vanno in lavanderia. Dal barbiere, dopo il lavaggio ti passano un asciugamano caldo, e ti ravvivano e massaggiano il cuoio capelluto.

Al mattino, puoi vedere gruppi di operai e lavoranti, insieme, a fare esercizi di ginnastica, callisthenics, e altri gruppi di anziani a fare il giardinaggio, e prendersi cura delle aiuole nei parchi. E gruppi di giovani, appartenenti a qualche setta o religione nuova, praticanti del reiki, il massaggio senza toccarti con le mani, a distanza. Ne ho conosciuti alcuni, anche del sud-est asiatico, Malesia, mi hanno fatto assaggiare le verdure piccanti fermentate, pickled, e per una evento pubblico hanno allestito dei banchetti nella sede, con tanti colori, frutta varia, a formare dei disegni, delle geometrie, volumi di frutta e di colori.

Lo shiatsu, quando avevo un blocco alla schiena, stanchezza, mi fermavo da uno bravo, per 25 euro, mi rifaceva nuovo. Accanto alla facoltà di medicina, la scuola per ciechi, dove imparavano a fare i massaggi.

L’ultimo anno feci amicizia con diverse infermiere, una di loro venne a trovarci a Lecce, un anno dopo. E anche una studentessa del mio gruppo, venne a stare da noi, con un’amica. Con l'infermiera Miho legai parecchio, le portai dal Canada un aquilone, ci siamo frequentati in varie occasioni, voleva farmi conoscere delle colleghe, pensava che pativo la solitudine. Era in una relazione con un professore di Napoli sposato con una giapponese, con figlie asiatiche. Miho disse che sperava di sposarsi con un ingegnere USA, e andare a vivere in una grande città. Mi lasciò un bigliettino, ed una catenina per ricordo. Io le comprai una macchina fotografica, analogica, nemmeno sapevo che c’erano già quelle digitali. Nella comunità internazionale ci si conosceva un pò, tra di noi, specie se si aveva avuto problemi di salute con ricovero in ospedale. Di lei ho avuto notizie a distanza di anni da parte di Piero Carninci, il ricercatore più famoso, serio ma anche spigliato, divorziato con figlia giappo. Altre coppie miste hanno avuto figli ora grandi, come Noriko e Jon, a Tsukuba, con profili Facebook.

Le tecnologie sono la componente maggiore che attrae, dal treno proiettile, che infatti è stato copiato dai cinesi, al bottone antipanico anti-intrusione nei bagni delle università, agli aspitratori di fumo nelle hall degli hotel, alle TV HD, ai cellulari, che sono più brutti dei nostri, e che danno dipendenza, vedi solo persone che leggono messaggi, dalla metro ai caffè anche quando sono in coppia. I ristoranti a pranzo fanno prezzi per impiegati, in concorrenza con i convenience stores H24, che vendono piatti pronti da riscaldare, mentre a cena il menù ha prezzi normali. Gli alberghi non sono cari, si può prenotare per 5000 yen/40 euro, colazione spartana con bustine per le bevande liofilizzate, e poco inglese. Le librerie mi attraggono, ce ne sono anche di libri usati stranieri, mentre tra i libri usati io compro quelli per le immagini, natura, i cibi, artisti. Nelle biblioteche ci sono spazi per guardare i video, per leggere i giornali, ci sono quelli in inglese, puoi prestarti libri in lingua straniera. All’interno c’è il bar, tavolini, se no, tanti distributori di bevande calde e fredde. I taxi sono economici, dieci euro per una corsa in città. Le linee della metro imponenti, ci sono dodici linee differenti di compagnie private, si possono acquistare tessere per più giorni valide su tutte le tratte. I quartieri di Tokyo sono differenziati per gruppi target, Akihabara per i prodotti elettronici, Kanda, Jimbocho per i libri, certe strade sono monotematiche solo scarpe, o per oggetti in cera che riproducono i piatti dei ristoranti. Shibuya, con i negozi di abbigliamento, discoteche e cinema multisala. Dei parchi, Ueno, con lo zoo, le pagoda e il tempio in stile barocco come a Nikko, la serie di torii, le porte dipinte di rosso laccato, Harajuku con il tempio Meiji uno di quelli più grandi, il laghetto con gli iris, una sorgente di acqua potabile, poi Shinjuku, con il Shinjuku Gyoen, e lo Yoyogi national gymnasium, il palazzetto disegnato da Kenzo Tange, con il tetto a pagoda.

Gli animali del Giappone sono unici. I corvi imperiali, 

sacri all'imperatore, affollano il parco di Uenoe lo riempiono di grida. 

Il fagiano blu, animale totemico, su cui ho scritto già.

I ragni, dai colori sgargianti, gialli, neri, o multicolore, grandi 

più di un pollice, riempiono i rami degli alberi.

Gli insetti, kabutomushi o scarabei dal corno, quelli che suonano 

i suzumushi, o bell  cricket, meloimorpha.

le libellule, e le dragonfly, più grandi

I serpenti, scivolano lungo i sentieri nei parchi

I cani shiba, dalla coda arrotolata all'insù. I cervi. 

I roditori, le marmotte, e un corpo già stecchito

visto da me, con la coda a scovolino, nera. 

I fiori. Aiuole di azalee in primavera, ortensie in estate, 

asago/ipomea o bell flower a 

maggio, si vendono con i furin, i campanellini in metallo o 

vetro, che il vento scuote, nella stagione delle piogge.

I crisantemi adesso, fiori sacri e simbolo imperiale, molto 

grandi, versioni bianche o gialle.


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