mercoledì 13 maggio 2009

viaggio negli USA, 2a parte


Seconda parte del resoconto sul viaggio in Alabama e Georgia.

Negli USA o si accende il riscaldamento o si accende il condizionatore. Non ci sono mezze stagioni, e non si aprono le finestre per rinfrescare gli ambienti. Questo putroppo innalza il surriscaldamento dei luoghi abitati, con un effetto di circolo vizioso. Meno male che perlopiù i luoghi abitati sono separati da spazi aperti e non sono ad elevata densità abitativa. Anche in auto, ho dovuto chiedere spesso di abbassare il livello del condizionatore.
Spesso non si fa la raccolta differenziata, solo in centri di alto livello culturale (dentro l'università) ci sono cestini appositi per plastica e alluminio insieme.
Dietro il mio hotel in Auburn c'era una foresta in vendita, 300 acri di terreno fitto di alberi. Peccato non ci sia una ONG come Legambiente, la LIPU o il FAI che lo acquisisca e lo trasformi in parco attrezzato, per escursioni e birdwatching. Ci sono tanti volatili, canterini, mentre l'uccello simbolo dell'Alabama è lo Yellow hammer, una specie di picchio. Lungo la strada c'era un corpo schiacciato di armadillo, dal corpo e coda ad anelli. Fauna ricca e varia!!!
L'università di Auburn è gemellata con la città di Ariccia, dove tiene in affitto alcuni residence per ospitare studenti in visita culturale. Ho proposto di instaurare ulteriori iniziative di cooperazione tra università e centri di ricerca italiani, come corsi di lingua estivi, scambi di ricercatori su progetti e attività di interesse comune, e organizzazione di meeting internazionali.
Le docenze sono di vari livelli di importanza: a quello inferiore c'è il lecturer, poi l'associate professor, o visiting professor, e infine se il corpo docente valuta bene l'operato si diventa tenure track professor, la posizione a tempo indeterminato.
Buona parte dei docenti sono di origine cinese, o indiana. Ho incontrato una ricercatrice italiana (ossia è pagata su progetto) che lavora nel settore degli asfalti e dei materiali di riciclo adatti ad essere mischiati nell'asfalto, Alessandra Bianchini. Ci siamo intrattenuti nella pausa pranzo, ha raccontato di suo marito, nel corpo dei Marines, e dei loro trascorsi in Italia, dove forse un giorno rientreranno.
Alla Georgia State University ho conosciuto un professore italiano che si è formato all'Università di Milano, Giovanni Gadda. Si occupa di enzimi microbici che usano come cofattore il FAD. Aveva un'ospite sempre italiana, Barbara Gerratana, ora a Baltimora, Maryland, che studia inibitori di enzimi di micobatteri (tubercolosi) e alcuni composti antitumorali da Streptomyceti, la quale ha tenuto una seminario. C'è un'altra italiana che lavora ad Atlanta, nell'Istituto di Immunologia. Sono tutti rappresentanti dell'eccellenza italiana all'estero. Forse qualcuno di loro cercherà di rientrare in Europa, forse sarò stato di aiuto per segnalare le possibilità di fondi europei per aprire un laboratorio e una linea di ricerca propria.
Io furbescamente non ho portato nessun computer o USB-memory /pendrive, pur di non tenere una presentazione per il gruppo dei dottorandi del Dipartimento. Però me l'hanno chiesto, la prossima volta non avrò scuse.
Lobbies.
Per ogni attività da promuovere, ci si organizza in gruppi palesi e occulti (non diciamo gruppi di potere, ma i gruppi usano fare pressione "anche " attraverso politici e opinionisti, officers, e media (CNN, Murdock, NYT).
Adesso il punto in discussione è se fare passare nelle scuole l'insegnamento dell'evoluzionismo come unica teoria scientifica o no, ossia prendere in considerazione che il Darwinismo non sia l'unica teoria che giustifichi l'evoluzione.
Esiste un gruppo di pressione, le chiese battiste, e le sette religiose, che vorrebbe che il crezionismo fosse messo alla stessa stregua dell'evoluzionismo come insegnamento fondante nelle scuole USA. E fanno addirittura dibattiti televisivi su questo!!!!

1 commento:

Vittoria A. ha detto...

Mi piacerebbe molto poter visitare un posto così! Mi ha incuriosito la notizia della foresta in vendita! Chissà se mai un giorno potrò comprarne una! (anche piccola, ma sempre un pezzo di foresta solo mio)!

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