lunedì 18 gennaio 2010

Festa di S. Antonio del fuoco

Novoli (LE) vanta una delle feste più amate e note, la festa della Fòcara (proposta come patrimonio immateriale dell'Unesco).La focara è pronta, venerdì 15 gennaio....

La focara con lo stendardo di s. Antonio, venerdì pomeriggio. La fòcara viene accesa la sera della vigilia.
La congregazione (una rappresentanza dell'ordine dei cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme) ha aperto la processione per le strade di Novoli. Quest'anno il tema della Terrasanta è stato presente e nella presenza dell'arcivescovo di Lecce e con l'accensione della focara da parte di un padre francescano con una fiamma portata dalla Palestina.

Ieri, giorno di S. Antonio, l'ospite musicale è stato Mannarino. Ha solo 31 anni, è stato scelto tra i finalisti di Musicultura, ha partecipato diverse sere a "Parla con me", è stato presente su lpalco della Notte della Taranta, ed ha inciso il CD "Il bar della Rabbia".



I concerti dal vivo sono meglio che in TV (massima alla Catalano). Perchè non hai freddo davanti alla TV, perchè il fumo delle fascine ha profumo di legna che arde, perchè la musica dal vivo fa l'effetto "home video", perchè la folla può essere stimolante (oppure fastidiosa, allora bisogna allontanarsi), perchè Mannarino ha con sè una band fantastica, una chitarra elettrica con delle Intro che prendono, sembra il primo Vinicio Capossela (che ha cantato sabato) anche come tono di voce, però più surreale, con storie oniriche e tragicomiche di pagliacci e zingari, di innamorati respinti, di gags da cabaret.

2 commenti:

DONATELLA TALONE ha detto...

bellissima tradizione.NOi in Abruzzo abbiamo le farchie a Fara filiorum petri

Palmiro Poltronieri ha detto...

ciao Donatella,
io sapevo di un'altra festa x S. Antonio abate... Grazie! ☺
http://culturasalentina.forumattivo.com/tradizioni-popolari-f10/s-antonio-te-lu-fuecu-t825.htm
Caratteristica risulta la festa che si svolge a Collelongo (AQ) nella notte tra il 16 ed il 17 di gennaio. La festa inizia la sera del 16 alle 18,00 con l'accensione dei due "torcioni", torce in legno di quercia alte oltre 5 metri che arderanno tutta la notte. Contemporaneamente in apposite case del paese allestite per l'occasione con arance ed icone del santo viene posta sul fuoco la "cottora", un enorme pentola nella quale viene messo a bollire parte del mais raccolto durante l'anno. La sera, chi ha la fortuna di essere invitato da qualche famiglia del paese potrà gustare intorno alla tavola la "pizza roscia", una pizza cotta sotto la cenere.

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