Andrea Zanzotto ci ha lasciato le sue poesie e la sua poetica. Egli, con un tempismo preciso, si è inserito tra le avanguardie degli anni '60 che fecero scuola nel post-68 (Levi-Strauss, Mythologiques, il pensiero mitico, selvaggio; Lacan, gli Ecrits; Foucalt, Mots de choses; Derrida, De la Grammatologie).
- Per Zanzotto, il problema del poetico, ... è la circoscrizione dell'essere al suo livello massimo di autenticità (verità), da effettuare mediante la traversata a doppio senso dei codici e del linguaggio, dato che l'essere non è altro che essere-di-linguaggio.
- la fenomenologia della raccolta Beltà, attesta di questo doppio e incessante movimento da e verso l'"origine", ... nella figura di una potente antitesi a 4 termini: amnesia-afasia, da un lato (del significante originario); memoria-verbalizzazione dall'altro lato (dei codici)
- gli ordini del mondo ... tendono tutti a ridursi, sotto la pressione del significante primitivo, nel Galateo, al livello informe e indifferenziato del residuo, e, in Fosfeni, al livello, parimenti omogeneizzzante, della sublimazione, cristallo o pura goccia di luce, campitura astratta di colore.
- loghion, presunto diminutivo del loghos, ma anche minuscolo trattino di penna (barretta incerta), parola vuota, o punto luminoso, nome-cristallo o lucciola (bubola o borboleta fosforica).
- Idioma converge verso quel punto, ove il significante della rimozione (i codici della cultura e della storia) risultano azzerati nella non-linuga del dialetto, nell'espressione idiomatica collettiva, neutra, fatta di memoria senza storia. Sperimentazione del'anonimo ....ove entrambi i Soggetti di sapere, quello raappresentato dall'Io e quello rappresentato dal Mondo, si sommano e si annullano nella "realtà assoluta" di quella figura che è la morte reale, non la morte simbolica: qui, nella serie dell'"onde éli", presente sotto la specie della morte individuale; in Mistieròi, presente invece sotto la specie della morte antropologica... un bambino osserva comparire e sfilare, come in una lanterna magica, le "figurine" rappresentative di mestieri che ora non ci sono più. Scheggie perdute di una totalità antropologica....
(l'amorosa folla di degusta-pollini e spossa-midolla)....
........................................... : e ci sarà
quancuno a imbrogliarci con gioco detto "Bèpo e la Jeja"
ma noi lo insaccheremo con le nostre trovate grifagne
e poi ci metteremo a tavola di fronte a una
sfarinata, magra di vitamine, a un pasto di stracaganasse;
davanti ad un bicchiere di vino piccolo
guardandoci l'un l'altro come sacre immagini
attenderemo il sàtori
Tavoli, Giornali, Alba Pratalia
(la tovaglia bianca come un campo dpronto per essere arato, per essere riempito di aste fatte con la penna, ricorda l'indovinello primo esempio letterariod nella lingua volgare "Se pareba boves,... et alba pratalia araba, et nero semen seminaba)
la reliqua, l'oggettino che racchiude la struttura, occorre nel "lustro" impresso sui tavoli d'osteria, nel "cerchiolino di vino formato dal bicchiere:
te agnello di neve smemorato per alba pratalia
tu neve agnella
che io andando per queste righe calpesto, calpesto,
e m'ingrandiscodi te mille volte piccolo come cristalli di neve
e m'ingrandisco di due zolle di neve sotto i piedi
ho zoccoli di legno-neve, druck druck, sempre più alto vacillo
sempre più alto grazie ai tuoi più piccoli nomi-cristalli
.....................................................................vacillo
E il nome di Maria Fresu
continua a scoppiare
all'ora dei pranzi
in ogni casseruola
in ogni pentola
in ogni boccone
in ogni
rutto - scoppiato e disseminato -
in milioni di
dimenticanze, di comi, bburp.
Justaonbrele
Se justa onbrele: pò va
che no'l piof mai che basta
A la Maria Carpèla
(che la 'ndéa a pontar par le case):
Si no 'l te fèsse 'n paradiso
sposta par ti, anca si paradisi no ghe n'é,
al saràe da méter a l'inferno
l'istesso Padreterno -
la saràe da méter a l'inferno
tuta, tuta quanta la "realtà"
si par ti no la fèsse 'n paradiso
pien de bontà come la to' bontà,
gnentaltro che 'l paradiso
come ti tu l'à pensà.
.....Onde éla la Urora e i burzholà
e le caròbole e i sòrboi che la ghe vendéa
al cèi par diese schei: .......
.......Cussì inocà col cor son restà là
a la finestrela cèa...
E svodà pian pianin la se 'véa
e in éla altro che stele no ghe n'era
e 'l libret de le none e dei so' tènp se 'véa serà.
..........................
"Ma, voi, benedisè,
ancora 'na òlta 'l vostro nevodet,
parché ades che l'é 'n òn, debòto consumà,
par voaltre 'l matregne quel che, tosatel, l'à lodà".
"Tato" padovano
nella tua epigrafe-manifesto
gettata per la tua città
dicono della tua
"voglia di comunismo"
e invece sei morto così in
un incidente di motociclismo
(ciao Sic)
Tutti i rimproveri pare si calmino
..................... riverberando
Tutto è distrazione e
.................... forse meno, un
poco meno del previsto, pena
Da: A. Zanzotto, Poesie (1938-1986), Oscar Mondadori, ISBN: 88-04-42691-8