martedì 3 luglio 2012

Miltos Sachturis

Uno dei temi ricorrenti e tags di alcuni posts in questo blog è "cibo in poesia".
Miltos Sachturis, Atene, classe 1919,  attraversa il surrealismo e la poesia del secondo novecento. La Grecia come archetipo, Grecia come esempio, prototipo di questa Europa dilaniata.


Il pane

Una grande pagnotta, un enorme filone
di pane
caldo era caduto sulla strada dal cielo
un bambino in pantaloncini verdi lo
tagliava
con il coltello e lo distribuiva in giro
ma anche una bambina, un piccolo angelo bianco
tagliava
anche lei con il coltello e distribuiva
pezzetti di autentico cielo
e tutti  ora correvano da lei, pochi andavano a cercare

il pane,
tutti correvano dal piccolo angelo che distribuiva il
cielo
Diciamo la verità
abbiamo sete di cielo!

: Quando vi parlo, Collana "Poesia europea vivente", 1994;
traduzione Paola Maria Minucci, da: Poesia  n. 68, 12/1993.

Le lettere

Non scriverò più poesie
il tuo anello d'oro lo hai gettato
 in mare
sulla riva con il cranio morto
e tutte le navi affondate sono venute
 a galla
e il capitano vivo
 e i nostromi che sorridono
l'ho detto non scriverò più poesie

e alla finestra della mia casa avita
mio padre e mia madre
 agitano i fazzoletti e salutano
le mie poesie però non le hanno potute
leggere
si sono dimenticati come si legge
il kappa lo dicono alfa e il delta epsilon

e tu mi hai mentito
in questo luogo dal rosso cranio ridente
mi hai ingannato
e allora anch'io ti ingannai
e voi mi avete creduto

maledizione delle sette ombre

scriverò sempre poesie

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