Qui nel Salento le stagioni sono ben definite, secche da aprile a settembre, e piovose da ottobre a marzo. Quando abbiamo fatto la rotazione delle colture, abbiamo seminato a marzo pisello precoce, da zootecnia, e non abbiamo dato una goccia di acqua. Dopo 2 mesi e mezzo abbiamo rivoltato i piselli (parte verde e baccelli) a sovescio.
In Giappone i mesi piovosi sono vari, in autunno, in inverno, in primavera, ma soprattutto a giugno. Questo è il mese dei tifoni, e gli acquazzoni sono improvvisi e devastanti. La prima esperienza è stato un sabato pomeriggio, i colleghi rientravano ai dormitori e per cortesia chiedono se voglio approfittarne per un passaggio. Siccome ero in bici, ho pensato che sarei potuto rientrare con l'ombrello, recuperando anche il mezzo. Ero alloggiato a Matsushiro, Tsukuba sud-est, e il percorso aveva due opzioni: in linea retta a sud, Nishi odori fino a Doho park, e quindi a destra, verso i residence per stranieri; la seconda opzione più breve, prendere l'ipotenusa del triangolo così formato, tagliando per il parco di Matsushiro.
E qui mi sono pentito della scelta, perchè il parco è sottoposto al livello stradale, sono dovuto scendere dalla bici per i 30 centimetri di acqua formatisi, ho camminato con le scarpe sommerse fino a casa.
La seconda volta che sono stato sorpreso da un acquazzone è stato sempre in giugno, avevo casa a Kaname, nella zona a nord, ed ho lasciato la finestra aperta. Ovviamente, al rientro, si era bagnato il tatami. Una terza volta, avevo l'auto con il finestrino bloccato, non si alzava, e l'ho recuperata dal parcheggio con il sedile bagnato.
Le estati sono calde ed umide, di solito. Molto assolate, e molto umide: ai primi di luglio diventa doveroso mettersi il cappellino, o girare solo nei locali dotati di aria condizionata, fino a settembre. Invece, l'estate del 1993 fu l'estate più fredda degli ultimi dieci anni, e il riso non riuscì a maturare. Fu l'anno delle importazioni di riso tailandese, non gradito quanto quello Koshihikari, che diventò carissimo ed introvabile. Il 1994 fu l'anno in cui abbiamo passato l'estate senza condizionatore a casa. I coniugi Plain ci prestarono l'appartamento per due mesi, tornavano in Italia per le ferie, e la casa era fresca, con il giardino, le bici per gli spostamenti, qualche incombenza come occuparsi del gatto. Un gadget utile e rinfrescante fu un cuscino refrigerante, contenente un gel, che dopo riposto nel frigo, allevviava il caldo per qualche minuto. Essendo confezionato in un materiale plastico, uno dei gatti italiani lo perforò con le unghie. Fine del cuscino.
Alcuni prodotti disponibili in quel periodo (94, e 96-97) erano una novità: la TV in HD, con le olimpiadi del '96, fermi a guardare il nuoto sincronizzato nei negozi di elettronica; le prime macchine fotografiche con la memoria SD (infatti non ne comprai nessuna); i metri quadrati di zolle di erba da giardino in vendita in rotoli di una striscia o più pezzature; la hobbistica per animali e insetti da compagnia, gabbiette, mangime di gelatine alla frutta, tronchetti di legno; i mercatini delle pulci avevano ancora pezzi interessanti, kimono, statuette, ningyo, kokeshi.
L'estate del 1996, avendo fatto esperienza due anni prima, mi procurai un condizionatore: trovai una inserzione su Tokyo classified, andai in auto fino a Tokyo, a Ebisu, da un americano che si trasferiva sul mare, a Chiba, per iniziare una attività da diportista e organizzatore di gite in mare, a vedere i cetacei; lo pagai 10 mila yen, e mi servì solo quella estate. Il padrone di casa, prendendo ispirazione da quel fatto, fornì a tutti i condomini nel 1997 i condizionatori in ognuna delle stanze (due, oltre all'ingresso con cucinino, il locale toilet e il bagno). Alla fine del soggiorno, lo lasciai a Renata Plain, l'amica torinese sposata con William, un professore australiano, che rimasero ancora per alcuni anni. Un altro regalo che apprezzarono fu il letto king size, che avevo preso nella speranza che mia sorella Lucia venisse a trovarmi col marito Alessandro. Ai vicini di casa e ai colleghi andarono altri arredi, un tavolo basso con kotatsu, elettrodomestici, e l'auto, appena revisionata.
Quel 1997 lo ricordo per la gita al mare, eravamo in 5, mia moglie, Binlian, Noriko, Megumi, e una amica che la raggiunse a Hitachi, a casa dei suoi. Qui ci rinfrescammo con una fetta di anguria, e arrivammo alla spiaggia.
in spiaggia gli elementi architettonici sono: vari stabilimenti, formati da un recinto con tettoia di legno, che fa ombra e dove si lasciano le cose ingombranti, e ci si può riposare, aperto su tutti i lati, custodito; una spiaggia di sabbia, una scogliera di massi a due metri dalla battigia, che serve da frangiflutti, oltre la quale è pericoloso avventurarsi nell'oceano.
Sulle rive del lago abbiamo fatto una gita di addio, tra me e i colleghi, lanciando una mongolfiera di carta, che però non si è alzata in volo, ma si è aperta sulla volta superiore, dato che non era attaccata bene.
sulle pendici dei monti vicini, come il Kaba-san, ci sono templi sia buddisti che shintoisti, come il Minedera-sansaikoin. Contiene una antica statua lignea della Kannon
l'asse di legno che si spinge per far suonare il batacchio
davanti a casa, condominio Corpo verde.... il cagnolino affettuoso...
l'albero alto che vedevo dalla finestra...
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