giovedì 4 agosto 2022

Cambiamenti in Puglia (al modo di Mario Desiati e miei)

 Ho letto il libro "Spatriati", di Desiati, conterraneo di Martina Franca, che aveva iniziato a trattare il tema della fuga dal Sud nel libro "Foto di classe: u vagnone (uagnon) se n'è sciuto" (se n'asciot, se ne è andato).

"Ci eravamo rivisti dopo oltre dieci anni. Girava una foto di classe che alla fine della serata mi ritrovai in mano. Scorrevo i visi. Di quei venti ragazzi, erano rimasti sotto l'Ofanto soltanto in quattro. Decisi che avrei dovuto ricercarli tutti". "Qualcuno ha detto che la cosa che più gli manca nella nuova vita da fuorisede è un albero d'arancia del giardino. Non che manchino i giardini nelle grandi città italiane, ma a chi mi faceva notare come in piena Roma ci siano aranceti carichi di gemme rosse, portai una busta di arance raccolte a due passi da via Veneto. ... In quelle arance vuote ci sono le ragioni più intime del libro." (dal sito IBS)

 

In "Spatriati", tratta del tema di una generazione di quarantenni in perenne fuga dalla famiglia e dal sud, fuga che porta a non sentirsi a casa nel paese dove si abita,  ma tratta anche della riscossa di due donne, la madre del protagonista Francesco, e l'altra,  amica del cuore di Francesco, Claudia, che impareranno a conoscersi dopo la morte del padre di Claudia, che era anche l'amante della madre di Francesco. Invece di rimanere vincolate alla terra, alla masseria, finiranno per partire e  godersi la vita viaggiando.  Non parlo dello stile di Desiati, che è maestro di letteratura, ed emulo di autori quali Pier Vittorio Tondelli, e sa gestire bene i tempi (narrativi, e musicali) del romanzo.

Desiati racconta l'arrancata ripresa economica della Puglia, partendo dagli anni della giunta Vendola, e del boom economico delle proprietà terriere in vendita ai nuovi ricchi, il Salento come nuova frontiera dei giovani, e degli stranieri amanti della vita agricola in masseria, attenti alle nuove economie agroalimentari, il vino  e l'olio di qualità.

Io ho vissuto, da imprenditore gli anni dal 2004 al 2020, con un primo finanziamento regionale per la cooperazione tra aziende e università, il PRAI: nel 2004, il Distretto alimentare di Foggia progettava la stesura e il coordinamento di varie attività, e a fronte di un finanziamento massimo di 100 mila euro, le aziende dovevano rendicontare spese per 150 mila euro. Il ragionamento errato di fondo del Distretto era che avrebbero consumato tutte le risorse in cash gli enti, e noi ci arrampicammo sugli specchi per tagliare molti di quei costi. Alla fine del progetto, arrivai in Regione con il libro delle fatture, vidimato con bollo del PRAI, a rendicontare e giustificare le spese. Per fortuna avevamo a disposizione fondi europei. Alla fine, il mio coinvolgimento rimase attivo fino al 2007. Oggi la Biotecgen è andata in liquidazione, e si manteneva o meglio arrancava sulla base di piccole commesse da progetto. Finiti i fondi, iniziata l'era Covid, il laboratorio inattivo, ha lasciato tutto l'equipaggiamento al laboratorio di Fisiologia del DiSTeBA, dove era ospitato.

Dal 2008 ho vissuto molti mesi in quel di Castrignano/S. Maria di Leuca, per via della ristrutturata proprietà di mio cognato. A fare da custode, potatore, uomo di fatica e gran narratore era Andrea, originario di Tiggiano, località che ospita l'attrice Helen Mirren, e della festa tradizionale della carota viola, la pastinaca, che si festeggia il 18 gennaio per San Ippazio. Andrea si occupava di diverse case alloggio e bed e breakfast, per conto di personaggi del luogo, Bisanti, Storelli, che in estate arrivavano a riempirsi fino all'inverosimile di ragazzi, che intasavano i bagni, e che Andrea doveva rimettere a posto.

Desiati è convincente nel presentare la nuova generazione di scrittori/scrittrici e poeti/poetesse, come Biagia Marniti, Claudia Ruggeri, affiancata dalla generazione precedente (Rina Durante): di questi non conoscevo Raffaele Carrieri (io sono quello/che sbaglia tutto./Il verme, il frutto./Sbaglio l'amore,/sbaglio nel largo/e nello stretto,/sbaglio a morire/dove non sono...), ma tace su altri che meriterebbero di essere inclusi, come  Luisa Ruggio (Ti porto sempre nel cuore. E poi dicono a te che te ne vai. Da: Un poco di grazia) e Livio Romano (A pelo d'acqua, Per Troppa luce, Diario elementare, Il mare perchè corre, Mistandivò).

Nel libro "Spatriati", "...a Claudia la provincia sta stretta, fugge appena può, Londra, Milano, Berlino, capitale europea della trasgressione; Francesco resta a Martina Franca e scava dentro di sé. Diventano adulti insieme, in un gioco simbiotico di allontanamento e rincorsa, in cui finiscono sempre per ritrovarsi. Desiati mette in scena le mille complessità di una generazione irregolare, fluida, sradicata: la sua. Quella di chi oggi ha quarant'anni e non ha avuto paura di cercare lontano da casa il proprio posto nel mondo, di chi si è sentito davvero un cittadino d'Europa. Con una scrittura poetica ma urticante, capace di grande tenerezza, racconta le mille forme che può assumere il desiderio quando viene lasciato libero di manifestarsi. Senza timore di toccare le corde del romanticismo, senza pudore nell'indagare i dettagli piú ruvidi dell'istinto e dei corpi, interroga il sesso e lo rivela per quello che è: una delle tante posture inventate dagli esseri umani per cercare di essere felici...." (Dal sito IBS)

La mia capitale megalopoli non è stata nè Milano nè Berlino, ma Tokyo, città che non conosce orari di chiusura (dai convenience store H24 alle discoteche aperte fino alle 6.00) ed in cui ho vissuto con continuità diversi sabato e domeniche, senza sosta, riposando in auto o tirando a fare matina. Arrivato in discoteca a Roppongi, ho ballato fino alla mattina, salvato una sconosciuta Noriko aggredita fisicamente da un marine nero, proteggendola e dicendo che era la mia compagna di ballo, chiacchierato con altri stranieri (tra gaijin ci si comprende), poi, uscito alla luce del giorno, sono andato a Hiroo, tra parchi verdi e chiese evangeliche, c'è stato un ricambio tra abitanti del giorno e quelli della notte, gruppi religiosi e uomini soli a passeggio, una domenica senza soste. La destinazione Roppongi era comoda, parcheggio dell'auto lungo il cimitero di Aoyama, una serie di negozi di dischi, libri e di cinema, che permetteva una serata varia, e dopo un sonnellino in auto, una nuova giornata all'esplorazione della città. In seguito, quando ho avuto la compagnia di Misao, le nostre giornate erano mezze giornate, a volte trascorse a Nakano, tra piccoli condominii e il verde della periferia, altre volte a Ebisu, per un film, oppure a Omotesando, noi due oppure in compagnia della figlia, studentessa di un college inglese, che mi ha fatto conoscere gli Oasis; una passeggiata si concluse in una libreria-caffè, vicino a Oriental bazaar, a chiacchierare di palestre con una cantante d'opera dai capelli crespi, di origine nippo-americana di colore. Misao mi incontrava a casa a Nakano, condivisa con il suo ex marito, Adam, che ora aveva una amante diciottenne; Misao mi ospitava per la notte del sabato, e cucinava nel cuociriso improvvisati piatti di paella, accompagnati con vino spagnolo Rioja, ricordo dei suoi trascorsi in Spagna. Una sua cartolina di auguri natalizi riportava buon anno in varie lingue, tra cui Zorionak!.

Un aspetto della vita moderna che rende meno pesante il vivere al sud, da qualche decennio, è il superamento dell'isolamento mediante internet, perchè prima si comunicava tramite skype, per sentirsi e condivividere, oggi tramite i blog, le videocamere google che ci collegano ad ogni località, le dirette FB,  instagram, youtube ed altri social networks, si è abitanti del mondo.

Nella narrazione del libro Spatriati, si passa agilmente dai termini tedeschi (nomi di posti, definizioni di stati d'animo come Ruinen luste, shonsucht) all'italiano corrispondente, al dialetto martinese (malenvirne, sciulisciato, sciecusciata (e a Lecce scuscietato), scapuleta, spatriet), con una ricerca glottologica che mi ricorda i libri di Luigi Meneghello italianista spatriato a Londra.

Mentre nel libro di Desiati le vicende arrivano a questo periodo di boom economico e sviluppo, non trattano gli anni più recenti, 2015-2020, che a livello locale sono emblematicamente rappresentati da Leonardo e la costruzione dell'Aerobus a Manduria, dall'ex-ILVA sempre in bilico tra rilancio e crisi, dalla meccatronica barese e le aziende biomedicali abbinate all'intelligenza artificiale, e soprattutto dal settore agroalimentare.

alcune aziende del Salento della innovazione di prodotti alimentari in campo nutraceutico


1) Associazione Nerò
PIATTO UNICO NERO’
(con farina di segale, farina di grano saragolla e farina di ceci. 
Piatto di pasta prelibato, dal sapore unico di un tempo, della pasta fatta in casa, quella della nonna o della mamma. È stato pensato per tutti, dai bambini che non mangiano legumi agli adulti che per motivi di tempo e salute, non possono mangiarli. Piatto unico è un "piatto" di legumi dal sapore di pasta "unico", perché con un semplice condimento, completiamo il nostro pasto a 360°. Consigliato con un condimento di verdure, con ogni tipo di sughi e in abbinamento con il pesce. Contiene glutine, è ricco di fibre e di proteine. Disponibile in 3 diversi formati: tubetti, rigatoni rigati e penne rigate
nuova creatura culinaria...  i MACCHERONCINI "PIATTO UNICO" DI PISELLO NANO DI ZOLLINO. L’identità di questo piatto è senza dubbio riconducibile al territorio Salentino ed in particolare alla terra madre di Zollino. È una ricchezza aggiunta alla cultura agricola, culinaria e imprenditoriale del nostro territorio e sancisce il giusto legame tra presente e passato. Ha un valore aggiunto dato dalla quantità limitata del Pisello Nano di Zollino, per questo pochi quintali a disposizione e poi attendiamo la nuova stagione. Non la considerate semplicemente pasta se non per il formato, dal sapore agli ingredienti è un altro mondo.
ASSOCIAZIONE NERÒ (cliccate sul link) Via A. Pellegrino, 59, 73010 Zollino LE, 

2) Mulino Maggio, Poggiardo.  FARINE DI ELEVATA QUALITÀ E DAL SAPORE UNICO.  Grano Tenero Maiorca povero in glutine (6%), grano duro Russarda, grano duro Capinera, grano tenero Carosella

Farina di Grano duro del Salento (tipo 0)
Farina di Grano Duro Senatore Cappelli (Tipo 0)
Farina Integrale di Grano Duro macinata a pietra
Farina Integrale d’Orzo macinata a pietra
Farina Integrale di Grano Tenero Maiorca macinata a pietra
Farina Integrale di Farro macinata a pietra
Farina Integrale di Ceci
Germe di Grano Duro
Crusca Superiore di Grano Duro Senatore Cappelli
Farina integrale di Riso macinata a pietra

3) Francesco Cantoro 
produttore di cuscus a base di frisa, con ingredienti nutraceutici (1) con Curcuma; 2) nuove formulazioni innovative)
Friscus Petramarè a Ruffano. Friscous è un alimento innovativo che unisce la tradizione salentina con quella di molte aree del Mediterraneo, partendo dalla tradizionale frisella di grano duro, arricchita in aromi e spezie, e un approccio che ricorda il cous cous

4) Danilo Romano, Offishina, via Armellini 64, Matino. Producono insaccati di pesce, contenenti mosto d'uva concentrato come conservante, stagionati come salumi.

5) Mandorle e Miele, Corso XX settembre 167 Casarano, pasticceria per celiaci
Agnese Cimino 

6) La cuoca itinerante salentina, Alessandra Ferramosca, catering di cucina 
tradizione ed innovativa, che partecipa al Mercatino del gusto di Maglie
✔️Bruschetta con pomodorini freschi agrodolci burrata di Noci e capocollo di Martina Franca
✔️zampina, bombette e turcineddrhi
✔️ Meloncella rucola
✔️Cipolle al vino rosso
✔️Patatine fresche fritte
✔️Tette delle monache

molti di questi produttori si sono ritrovati alla tavola rotonda della Fiera di S. Vito, ad Ortelle, e del maiale con disciplinare OrVU (Ortelle, Vitigliano e Uggiano) per parlare di agroalimentare ed innovazione.


lunedì 1 agosto 2022

Staccarsi temporaneamente dai social networks. Modalità aereo

La messa in "modalità aereo" è collegata alla necessità di una pausa dopo l'uso prolungato del cellulare, quando è prevista o necessaria una pausa dalle telefonate, anche se i messaggi possono arrivare. Siamo diventati performanti, multitasking, e a volte invadenti. Questo racconto è un esempio delle conseguenze di un uso eccessivo del cellulare. 

Avevo dato appuntamento ad una collega carina nel centro di Lecce, che svolgeva una ricerca industriale, sostenuta con fondi della regione, e collegata ad una azienda alimentare di Tuglie. Il pomeriggio era mite,  mentre in centro cominciava il viavai della gente. Ci incontriamo vicino al castello Carlo V, ci salutiamo calorosamente e noto come stia bene coi capelli sciolti ed il vestito dai colori vivaci. Incontriamo pure una mia amica di lunga data, Gabriella, che non vedevo da parecchio tempo, e mi saluta con sguardo complice, come per dire: ah, il traditore!

Mentre ci accomodiamo nel dehor del caffè all'aperto, pregustando di ordinare da bere, arrivanono una dopo l'altra una serie di telefonate, da parte della sorella, di amiche, e della madre. Sì, tutto bene, siamo usciti in città, è un bel pomeriggio, sto bene, qui, là.... Una noia galattica.

A quel punto le dico: "sai, prima di parlare del lavoro, volevo farti sapere che sono sposato!" Tanto per mettere in chiaro che non sarei mai potuto uscire per altri motivi. E che, nello specifico, bisogna di tanto in tanto rendersi liberi dalla prigionia dei social networks.


Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001