A luglio abbiamo discusso via webinar con Alberto Pian la differenza tra raccontare e comunicare. La narrazione presuppone ci sia della poesia, arte, un conflitto, e qualcosa che ci ha riguardato direttamente: dovrebbe avere un prologo, una suspense e si dovrebbe percepire un contenuto affettivo. I sentimenti non dovrebbero essere dichiarati esplicitamente, ma si dovrebbero “capire” da quello che avviene.
Siamo partiti dal film di Godard "Au bout de souffle", Fino all'ultimo respiro.
Michel e Patricia passeggiano per Parigi. Michel è un piccolo ma affascinante delinquente che ha ucciso un poliziotto e che corteggia la giovane studentessa americana mentre la polizia lo cerca e la sua foto appare sui giornali.”
"Le ha detto che il denaro era rubato ma che lui l’amava davvero. E la cosa formidabile è che la ragazza non l’ha lasciato e gli ha detto che anche lei lo amava." (Jean-Luc Godard)
A questo punto un militare di passaggio chiede a Michel da accendere. Michel dà qualche franco al soldato: “Tieni questi e vatti a comperare da accendere.”
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Perchè questa scena è così importante da giustificare addirittura la convocazione di un webinar in due puntate sul principale principio, quello fondante, dello storytelling?
La richiesta per partecipare alla seconda parte è quella di scrivere un pezzo su "Divieto di Acccesso, ed il Truck di Smith". Ecco il mio contributo:
È cominciata così. Io non avevo detto niente. È Smith che mi ha fatto parlare, che mi ha salutato con un "Ehi, are you OK?. Tra stranieri in Giappone si fa comunella. Ci incontriamo ad Asakusa, sulla via del Kaminarimon. Era mattina, a colazione, ora che può variare tanto, tra chi si alza presto o chi ha tirato a fare mattina.
"Questa strada", attacca lui, "come tutta Tokyo, a luglio va bene per cuocere le uova! Andiamo al fresco". Entriamo in un caffè.
Gli chiedo, per banale cortesia, come va il suo lavoro, mi dice che fa il camionista, gli chiedo se è sposato. D’improvviso attacca, con l’aria di quello che si deve sfogare. Al di là del tavolo, le labbra tremano al ritmo delle sue emozioni.
Temendo che la cosa vada per le lunghe, cerco lo sguardo del cameriere per ordinare del caffè. Il cameriere mi ha visto, gli faccio segno con le dita: due, indicando le tazze di caffè sul tavolo vicino, e un piatto di omu-rice, l'omelette con riso e ketchup.
Annuisce che sì, sua moglie
Qumiko scrive software per videogiochi per la KETCHAPP, ma anche storie manga. Sulla vita delle giovani giapponesi,
una sorta di diario.
E il suo truck è supersonico, prende tutte le scorciatoie possibili, ed anche quelle impossibili. "Già, i divieti mi fanno un baffo! Un divieto di accesso mi sfida a farlo lo stesso! Tu non hai mai infranto un divieto? non sei mai scappato da una pizzeria senza pagare? o incamerato di nascosto una confezione di formaggio al super? C'è chi per sbaglio prende una superstrada nel senso opposto, e allora son cazzi, o si fermano gli altri o volano le penne! Mi dicono, tra il dolore ed il nulla cosa scegli? ma che razza di scelta, tra il nulla ed il nulla; dovrebbe essere tra tutto e nulla, io sceglierei "tutto"! C'è chi si arricchisce vendendo morte, armi o droghe, e poi non sa cosa farsene dei soldi. Cosa c'è scritto sopra, Banca d'Italia? Cesare, c'è scritto, io li prendo per i miei lavoretti sporchi, tanto ritornano a Cesare! Perché ci sono troppe cose che mi piacciono, e mi confondo e mi perdo a correre da una stella cadente all’altra fino al giorno dopo. Non ho niente da offrire tranne il mio caos, il mio odore, i miei polmoni, fra i denti e le narici la salsedine, e la libertà!"
Intanto il cameriere ha portato i due caffè espresso.
Se tutta la mia vita non fosse così evanescente, così priva di carne e sangue... porte scorrevoli, forse avrei continuato con la fabbrica, invece di fare biologia. Un pò lo invidio.
Lui sorride e comincia a sorseggiare il caffè.
Gli dico che la sua donna è elegante, che lo ama, ma che potrebbe non vederlo tornare una di queste sere.
Mi accendo una sigaretta e lo guardo pensare. Ha cambiato espressione.
La tristezza del mondo assale gli esseri come può, ma ad assalirli sembra che ci riesca quasi sempre.
Non mi dà neanche il tempo di finire il caffè. Si alza, chiama il cameriere, paga in fretta il conto e se ne va con un rapido saluto. Ha adesso una faccia indubbiamente avventurosa, una faccia dagli angoli ben marcati e perfino una di quelle teste da rivoltoso che entrano troppo nel vivo dell'esistenza invece di scivolarci sopra.
Chiamo anche io il cameriere, ma questa volta ordino un calvados.
Postilla:
l'evento che ha ispirato la storia di Smith il camionista è accaduta alla fine degli anni '90: durante i lavori della costruzione della nuova linea ferroviaria, Tsukuba-Tokyo, oggi collegate dallo Tsukuba Express, che arriva ad Asakusa, i giornali pubblicarono che lo scavo della stazione era stato riempito con materiali di discarica in una sola notte, una azione certamente irrispettosa delle autorità e dei divieti di accesso.
Da uno spunto di Marco Fulvio Baruzzi, ispirato a Celine ed il suo Voyage au bout de la nuit, ed al Kerouac di On the road.
Ecco il commento sulla scena del militare di passaggio che chiede a Michel da accendere. Michel dà qualche franco al soldato: “Tieni questi e vatti a comperare da accendere.”
Poesia e linguaggio poetico: prendiamo il caso di
Thomas Wolfe Oh lost, storia della vita perduta:
Perduto spirito, pianto dal vento, torna ancora!
Libro immenso,scritto in uno stile rapsodico, in un impeto di cieca furia. Oh Lost prende a calci ogni regola e si impone con prepotenza in un panorama di romanzetti tutti uguali. Anche Moby Dick in certe pagine può annoiare, eppure, arrivati alla fine, quando gli sforzi verranno ricompensati con delle emozioni rare e potenti, non psi puà fare altro che lanciare grida di benedizioni a quest'opera e al suo autore. Un sasso, una foglia, una porta nascosta... La lingua di Wolfe è vulcanica, debordante, profondamente americana ma non dimentica delle radici europee, cerca le parole che "non rappresentino la vita, ma siano la vita", così come i suoi personaggi, tremendamente vivi, ferocemente umani.
Narrazione: Raccontare non è comunicare (che si spegne subito nel non-linguaggio), è dare nuova vitalità tramite il messaggio poetico, metalinguaggio, le metafore, altri segni
Ecco alcuni consigli per strutturare un racconto, per conivolgere il lettore
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