martedì 30 luglio 2024

I miei libri del 2024

Estate 2024 trascorsa ancora una volta con Marcella e Mario, tra le scogliere di Sant'Isidoro e Torre Squillace. Ai discorsi "cosa state leggendo?" non avevo nulla di recente da riportare, così ho fatto un salto da Feltrinelli. Mario incece ci ha fatto una panoramica su Dostojevski, i suoi anni in carcere, e le sue letture preferite, Delitto e castigo. A cui aggiungerei I fratelli Karamazov. La vita al mare è concentrata tra le 8 e le dieci del mattino, una sosta al bar Da Rocco per un caffè, altra due parole e poi si torna a casa al fresco. Tra i discorsi in acqua, espressioni dialettali, "li guai te la pignata li sape la cucchiara ca la ota", dove per pignata si intende una cucina arcaica, fatta con stoviglie di terracotta, non solo al camino. E l'altro proverbio "il tempo passa e la fava se coce", da cui excursus sulle fave e i modi di cucinarle. Sulla spiaggetta, gestita dalla cooperativa, bambini di tutte le età, giovani genitori a costruire castelli di sabbia per figli ancora in braccio, mamme a veder crescere i piccoli ed il loro futuro, e qualche neomamma ancora con il pancione. Tra le ospiti del Bar Da Rocco, una giovane dell'est con un cagnolino dal muso schiacciato, a cui abbiamo chiesto "si lascia carezzare? e lei ha detto di non capire, in inglese, al che ho tradotto: "can we pat the dog?" Ha lasciato la mancia alla cameriera delle consegne al tavolo, prima volta per noi spettatori e forse anche per la ragazza stagionale. Ospiti di passaggio, il martin pescatore, l'ibis dal becco ricurvo, il piro-piro, la garzetta, i fenicotteri in volo, quasi un corteo nuziale. Pochi pesci in acqua, perlopiù novellame e taglie piccole. Poi, farfalle e libellule, come sempre. Ed ecco i libri
Donatella Di Pietrantonio. Laureata in odontoiatria all'Università dell'Aquila, ha esercitato la professione di dentista pediatrica. Si dedica in seguito alla scrittura, esordendo con il romanzo Mia madre è un fiume (Elliot 2011, Premio Tropea). Per Einaudi ha pubblicato L'Arminuta (2017), vincitore Premio Campiello 2017 e Bella mia, con cui ha partecipato al Premio Strega 2014 e ha vinto il Premio Brancati e il Premio Vittoriano Esposito Città di Celano. Escono sempre per Einaudi nel 2020 Borgo Sud. Non esiste un’età senza paura. Siamo fragili sempre, da genitori e da figli, quando bisogna ricostruire e quando non si sa nemmeno dove gettare le fondamenta. Ma c’è un momento preciso, quando ci buttiamo nel mondo, in cui siamo esposti e nudi, e il mondo non ci deve ferire. Per questo Lucia, che una notte di trent’anni fa si è salvata per un caso, adesso scruta con spavento il silenzio di sua figlia. Quella notte al Dente del Lupo c’erano tutti. I pastori dell’Appennino, i proprietari del campeggio, i cacciatori, i carabinieri. Tutti, tranne tre ragazze che non c’erano più. Amanda prende per un soffio uno degli ultimi treni e torna a casa, in quel paese vicino a Pescara da cui era scappata di corsa. A sua madre basta uno sguardo per capire che qualcosa in lei si è spento: i primi tempi a Milano aveva le luci della città negli occhi, ora sembra che desideri soltanto scomparire, si chiude in camera e non parla quasi. Lucia vorrebbe tenerla al riparo da tutto, anche a costo di soffocarla, ma c’è un segreto che non può nasconderle. Sotto il Dente del Lupo, su un terreno che appartiene alla loro famiglia e adesso fa gola agli speculatori edilizi, si vedono ancora i resti di un campeggio dove tanti anni prima è successo un fatto terribile. A volte il tempo decide di tornare indietro: sotto a quella montagna che Lucia ha sempre cercato di dimenticare, tra i pascoli e i boschi della sua età fragile, tutti i fili si tendono. Stretta fra il vecchio padre così radicato nella terra e questa figlia più cocciuta di lui, Lucia capisce che c’è una forza che la attraversa.
Durian Sukegawa, nome d'arte di Tetsuya Sukekawa, è nato a Tokyo nel 1962. Poeta, scrittore e clown, ha una laurea in Filosofia Orientale e una in Pasticceria, conseguita all'Università della Pasticceria del Giappone. Ha scritto I gatti di Shinjuku, bellissimo racconto maturo, con poesie iventate e una poesia il libro in toto (ne ho parlato qui). Per Einaudi ha pubblicato Le ricette della signora Tokue (2018), il suo primo libro tradotto in italiano, da cui è stato tratto il film Le ricette della signora Toku. Qual è la ricetta della felicità? È una questione di spezie e calore, di ascolto e confessione, di zucchero, di briciole di sogni e, alla fine, di un pizzico di sale. «Si tratta di osservare bene l'aspetto degli azuki . Di aprirsi a ciò che hanno da dirci. Significa, per esempio, immaginare i giorni di pioggia e i giorni di sole che hanno vissuto. Ascoltare la storia del loro viaggio, dei venti che li hanno portati fino a noi». Questo è il segreto culinario un po' bizzarro che custodisce l'anziana signora Tokue. Ascoltando la voce dei fagioli rossi azuki si può imparare a fare il ripieno perfetto per i dorayaki , tipici dolci giapponesi che si sciolgono in bocca e fanno dimenticare il peso delle preoccupazioni. Tokue rivela il proprio segreto a Sentarō, un pasticciere in crisi di vocazione, che accetta di assumerla nel suo laboratorio dopo aver assaggiato la sua sublime confettura an (fagioli viola). E vede gli affari raddoppiare. Tokue gli rivela però anche un altro segreto, quello del suo passato. Impartendo cosí a Sentarō una lezione ben piú profonda.
Donna. Di Kyoto, nome di famiglia Ishida. Born in 1975 in Kyoto, award-winning author Syou Ishida has always adored her cats. She began writing fiction while working at a telecommunications company. We’ll Prescribe You a Cat has been a runaway bestseller in Japan, and is due to be translated into over thirty languages. Its sequel, We'll Prescribe You a Cat, Again will be published worldwide next year. Su per la Fuyachodori, ovest sulla Rokkakudori, giù per la Tomikojidori, est per la Takoyakushidori: è facile perdersi nel dedalo di strade del centro di Kyoto. Qui, nascosta tra condomìni anonimi e vicoli bui, c’è una clinica speciale. Può essere trovata grazie al passaparola solo da chi sente davvero di aver smarrito se stesso ed è in cerca di un aiuto, una mano tesa. Il trattamento che offre, infatti, è unico nel suo genere: a ciascuno, secondo il caso, si prescrive un gatto. Ad affidarsi con un po’ di sorpresa e di iniziale scetticismo alle cure feline saranno un impiegato stufo delle sopraffazioni, un uomo che si sente sempre fuori posto, una ragazzina immalinconita dal rapporto conflittuale con la madre, una stilista di borse alla ricerca di un nuovo equilibrio emotivo e un’apprendista geisha oppressa dal senso di colpa. Le loro vite ordinarie saranno sconvolte dai nuovi amici non umani: Bi, una meticcia di otto anni che ama mangiucchiare la carta; Margot, una gattina dagli occhi verdi come il tè che detesta le porte chiuse; un micetto di pochi mesi che scatenerà ricordi dolorosi; una coppia di gattini che sono come il giorno e la notte, e insieme speranza di un futuro vitale e coraggioso; e infine, gli amanti delle fughe notturne Chitose e Mimita. Saranno proprio loro, con piccoli disastri e un grande bisogno di cura, a dare una svolta alle giornate dei nuovi padroni, restituendogli la spinta per cambiare finalmente le loro vite.
Hiro Arikawa, scrittrice e sceneggiatrice, è nata nel 1972 nella prefettura di Kochi. Le cronache di un gatto viaggiatore è stato un caso editoriale. Ha anche scritto e pubblicato in Italia Alla fermata dei desideri. Nana è un gatto randagio che vive di espedienti. Con la sua bizzarra coda a forma di sette, è fiero della sua indipendenza. Ma un giorno ha un incidente. A salvarlo e a prendersi cura di lui è Satoru. Nana all'inizio non si fida di lui, graffia e si ritrae. Non è abituato all'affetto degli uomini. Anche Satoruda tanto tempo non permette a nessuno di avvicinarsi. Eppure capisce subito come far cambiare idea a Nana: un po' di cibo, una cuccia calda, qualche coccola furtiva. E tra i due nasce un'amicizia speciale che riempie la loro vita. Fino al giorno in cui Satoru, dopo aver perso il lavoro, deve trasferirsi e non può più occuparsi di Nana. È allora che i due decidono di fare un viaggio, su una vecchia station wagon color argento, per trovare un nuovo padrone tra le amicizie di Satoru. Tra filari di betulle bianche, peschi e canne di bambù, attraverso un Giappone pieno di colori, profumi e panorami dal fascino infinito, incontrano il migliore amico di Satoru da bambino, la primadonna che ha amato e poi perso e il suo compagno di scorribande delle medie. Ma nessuno di loro può prendersi cura di Nana. Sarà invece quest'ultimo ad arricchire le loro vite ricordando quali sono le cose importanti, quelle che regalano gioia e serenità. E quando il viaggio è quasi alla fine, il gatto e il suo padrone capiscono che non possono farea meno l'uno dell'altro. E che, qualunque cosa accada, vogliono stare insieme. Nonostante tutto. Nonostante ci sia una verità che Satoru non ha il coraggio di dire a Nana. Eppure non ha più importanza. Perché il loro legame durerà per sempre. Cronache di un gatto viaggiatore è un caso editoriale che dal Giappone ha raggiunto tutto il mondo. Dopo l'enorme successo in patria, l'eco di questa storia unica è arrivata alle case editrici europee e americane che hanno fatto di tutto per averla. Un gatto che credeva di non aver bisogno di nessuno. Un ragazzo che ha scelto di stare solo per paura di soffrire. Un viaggio nella magia del Giappone.
1978, Osaka. Sosuke Natsukawa è un medico e scrittore giapponese. Si è laureato alla scuola di medicina dell'Università di Shinshu e ha esercitato la professione in un ospedale della prefettura di Nagano. Per Mondadori sono usciti in Italia Il gatto che voleva salvare i libri (2022), Dopo il successo successo internazionale di Il gatto che voleva salvare i libri, Sōsuke Natsukawa torna con una storia dedicata a tutti gli amanti della lettura e a chi crede nel potere dell'immaginazione come strumento capace di allargare gli orizzonti e renderci persone migliori. Nanami ama i libri fin da quando era bambina: orfana di madre, e con un padre spesso assente, è abituata alla solitudine e adora passare i pomeriggi in biblioteca. Leggere è diventato per lei un piacere irrinunciabile e un modo per superare gli ostacoli provocati da una forte asma che le impedisce di correre, saltare e vivere come gli altri ragazzini della sua età: grazie alla lettura, può invece esplorare mondi diversi e straordinari. Un giorno, però, nella biblioteca che frequenta quotidianamente, i libri iniziano a sparire: prima Le avventure di Arsenio Lupin, poi Moby Dick, Il Signore degli Anelli e I tre moschettieri. Decisa a scoprire cosa sta succedendo, Nanami segue tra gli scaffali un uomo misterioso vestito di grigio e improvvisamente viene trasportata in un altro mondo: un luogo anonimo, dominato da un grande castello, abitato da un esercito di uomini tutti uguali, dove qualcuno sta progettando la scomparsa dei libri. Chi si nasconde dietro questa assurda e pericolosa cospirazione? Nanami non è sicura di farcela, ma quando al suo fianco si materializza un gatto parlante dagli occhi color giada e un paio di baffi argentati non ha dubbi: insieme possono salvare la biblioteca e ritrovare i volumi perduti. Anche se farlo significa addentrarsi nel castello e sfidare, prima di tutto, i propri limiti e le proprie paure.
Asako Yuzuki (ki=albero, Yuzu agrume), autrice giapponese, è nata a Tokyo nel 1981. Ha vinto il Premio All Yomimono per scrittori esordienti per il racconto "Forget Me, Not Blue". Nel 2015 si è aggiudicata anche il Premio Yamamoto Shugoro per Nile perch no Yoshikai. È stata nominata più volte per il Premio Naoki e i suoi romanzi sono stati adattati per la televisione, la radio e il cinema. Per questo libro ha studiato pasticceria. Ispirato al vero caso di cronaca della truffatrice e serial killer “The Konkatsu Killer”, Butter di Asako Yuzuki è un'esplorazione vivida e inquietante sulla misoginia, l'ossessione e il piacere trasgressivo del cibo in un Giappone in cui le donne devono sempre compiacere gli uomini e mai se stesse. E' una critica alla società giapponese, ed è una storia femminile/femminista. Rika è una giornalista in una rivista maschile. È l'unica donna nel suo posto di lavoro e spesso viene trattata come una segretaria, quando non peggio. Per cercare di farsi strada lavora giorno e notte e tutto ciò che riesce a cucinare quando la sera torna tardi a casa è un ramen preconfezionato. Da tempo però un pensiero la assilla: vuole intervistare Manako Kajii, la cuoca gourmet accusata di aver assassinato gli uomini d'affari con i quali si intratteneva, dopo aver cucinato per loro. Ma la donna non rilascia interviste e non intende ricevere visitatori nel carcere di Tokyo dove è detenuta. Rika decide di provare un'altra strada e le scrive una lettera per conoscere la ricetta dello stufato di manzo, pezzo forte della cucina di Manako. La detenuta a quel punto accetta di incontrarla. Quando, però, le visite in carcere alla serial killer si intensificano, cresce anche la curiosità gastronomica di Rika. Durante i loro incontri, che si avvicinano più a una masterclass di cucina che a un'indagine giornalistica, sembra infatti che sia proprio la giovane reporter a cambiare. A ogni pasto che prepara e consuma, qualcosa si risveglia nel suo corpo e scopre nel cibo un piacere liberatorio: forse lei e Manako hanno in comune più di quanto pensasse? Quando la sua intervista in sei puntate esce sulla sua rivista, un giornale concorrente pubblica la biografia della condannata, che ne capovolge i suoi punti di vista, condannandola alle severe critiche del pubblico. Ma Rika si riprenderà, e insieme al suo gruppo di amici fidati, continuerà a lavorare e vivere a suo modo.

mercoledì 3 luglio 2024

Il bosco dell'Arneo

Lungo la strada Nardò-Avetrana si viaggia vicino alla pista di Nardò, su cui si collaudano auto di grandi marche, e dopo il villaggio turistico Eurovillage si prende una stradina a sinistra, che porta, tra boschi e aree coltivate ad ulivi, fino ad una deviazione per il mare, cartello Maruggio. Qui, tra questi cespugli verdeggianti, fino a venti anni fa, era nota la presenza dei ramarri, lucertoloni di 15 centimetri.
L'area compresa tra Avetrana e questa zona è nota per la presenza di ulivi centenari, tra cui il gigante d'Arneo. L'Arneo era una zona paludosa, che dopo la bonifica ha prodotto molti terreni assegnati a famiglie di Veglie e Novoli, che sono diventati edificabili e su cui hanno costruito villette per le vacanze. Però, tra l'incrocio per Punta Prosciutto e il villaggio Riva degli Angeli, si snoda un ruscello presente tutto l'anno, che alimenta alcuni bacini, zone umide che fanno parte della palude del Conte, tra Torre Culimena e Torre Lapillo. Le case vacanza non sono qui invasive, e tra la spiaggia e la strada sono rimaste macchie di vegetazione, utilizzate dai maneggi come percorso a cavallo.
Il ruscello delimita e percorre il boschetto dell'Arneo, e viene attraversato mediante alcuni ponti. Il bosco è frequentato da uccelli stanziali e migratori, rapaci, aironi, e di piccola taglia, ed è ricco in cespugli, che si intrecciano ai rami ed alle liane in una fitta massa di vegetazione. Molto presenti sono gli asparagi selvatici e la ginestra.
Nel bosco è facile imbattersi in funghi, quasi sempre non commestibili, ma alcuni di aspetto attrattivo
Nel bosco è facile perdersi, se si lascia il sentiero principale, e ci si avventura in mezzo alla macchia. Per fortuna, è delimitato dagli uliveti, così è possibile tornare lungo la strada asfaltata, poco frequentata, e ritrovare l'auto per rientrare.
Il consiglio è di frequentarlo nei mesi meno turistici, sia per il caldo, sia per la bellezza dei luoghi, che vanno assaporati nel silenzio e nella pace della natura. Se si evita di spaventare la fauna, ci saranno dei felici incontri. Il sistema dei bacini d'acqua sorgiva, in parte salmastra, continua a nord verso Torre Culimena, le saline dei Monaci, note per i fenicotteri, e a San Pietro in Bevagna con il fiumiciattolo e la foce del Chidro.
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