martedì 31 dicembre 2024

Zombie: does anyone care?

Zombies (Cranberries), Yugoslavia, Gaza, ghettos, riserve indiane, fiume sand creek

Another head hangs lowly
Child is slowly taken

And the violence caused such silence
Who are we, mistaken?


[Pre-Chorus]
But you see, it's not me, it's not my family
In your head, in your head, they are fightin'
With their tanks and their bombs and their bombs and their guns
In your head, in your head, they are cryin'


In your head, in your head
Zombie, zombie, zombie-ie-ie
What's in your head, in your head?
Zombie, zombie, zombie-ie-ie-ie, oh


[Post-Chorus]
Doo, doo, doo, doo

Another mother's breakin'
Heart is takin' over

When the violence causes silence
We must be mistaken

[Pre-Chorus]
It's the same old theme, since 1916
In your head, in your head, they're still fightin'

With their tanks and their bombs and their bombs and their guns
In your head, in your head, they are dyin'

[Chorus]
In your head, in your head
Zombie, zombie, zombie-ie-ie
What's in your head, in your head?
Zombie, zombie, zombie-ie-ie-ie
Oh-oh-oh-oh, oh-oh-oh, eh-eh-oh, ya-ya

Quando il sole alzò la testa tra le spalle della notte
c'erano solo cani e fumo e tende capovolte
tirai una freccia in cielo
per farlo respirare
tirai una freccia al vento
per farlo sanguinare
la terza freccia cercala sul fondo del Sand Creek

Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
fu un generale di vent'anni
occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent'anni
figlio d'un temporale
ora i bambini dormono sul fondo del Sand Creek.


Lasciar morire i bambini, uccidere i medici, chiudere gli ospedali, come con gli Armeni, come nel ghetto di Varsavia, ribellarsi, morire da uomini, sarete ricordati per sempre! 
Dopo il bombardamento diella città di Coventry, vicino a Warwick, nacque la parola Coventrizzare, per dire radere al suolo, oggi, diam oorigina alla parola Gazizzare. Ieri finalmente un fottuto soldsto è stato messo sotto accusa pgrazie al recupero dei contenuti social che aveva postato, non ci sarà pace finchè tutto questo non verrò a galla. Hanno fatto scontri tra tifosi, nei cortei fasdcisti gridavano: non c'e bisogno di scuole per i palestinesi, non ci sono più bambini palestinesi!
E i fottuti bastardi: all'inferno

Bob Dylan. The times they are a-changing

Come gather 'round people, Wherever you roam

And admit that the watersAround you have grownAnd accept it that soonYou'll be drenched to the boneIf your time to you is worth savin'And you better start swimmin'Or you'll sink like a stoneFor the times they are a-changin'
Come writers and criticsWho prophesize with your penAnd keep your eyes wideThe chance won't come againAnd don't speak too soonFor the wheel's still in spinAnd there's no tellin' whoThat it's namin'For the loser nowWill be later to winFor the times they are a-changin'
Come senators, congressmenPlease heed the callDon't stand in the doorwayDon't block up the hallFor he that gets hurtWill be he who has stalledThe battle outside ragin'Will soon shake your windowsAnd rattle your wallsFor the times they are a-changin'
Come mothers and fathersThroughout the landAnd don't criticizeWhat you can't understandYour sons and your daughtersAre beyond your commandYour old road is rapidly agin'Please get out of the new oneIf you can't lend your handFor the times they are a-changin'
The line it is drawnThe curse it is castThe slow one nowWill later be fastAs the present nowWill later be pastThe order is rapidly fadin'And the first one nowWill later be lastFor the times they are a-changin'

giovedì 26 dicembre 2024

Poincarè cadde dal tram

 Interruttore on. Schermo acceso. Programma installed. Comando Pegasus mail: enter. Posta in arrivo, Comando S: send a message. Indico alla directory il mio indirizzo home mailbox. Palmiro at IVRUNIV punto BITNET at I:CINECA.IT. Spia  luminosa: siete collegati con il centro di calcolo della rete internet. Ora ho accesso a chiunque utilizzi pegasusmail, nel mondo, fin dove può arrivare un cavo telefonico, F2: chiamo l'elenco di utenti usuali della mia posta. Questo era in 1992, i primi tentativi di collegare con posta elettronica gli utenti universitari. Internet. 

E qui il testo letterario, sulla fisica agli inizi del '900.

Io, Henrì Poicarè, mi ritrovo alla fine del XIX secolo, a tentare di risolvere un divario enorme tra i progressi nel campo delle scienze fisiche e la squareness dei filosofi e dei teorici della geometria euclidea, quella con la G maiuscola. Come è possibile che in una epoca cha ha visto nascere l'astrofisica, la scomponibilità della materia, la costante di Planck, la natura sia continua (ondulatoria) che discontinua (quantica) delle onde elettromagnetiche, le geometrie ad enne-dimensioni, i piani sferoidi a tre dimensioni, in cui la linea più breve tra due punti è un arco geodetico, e altre innovazioni, ci si debba chiedere se lo spazio esiste, se è una forma pura, se sia e come sia curvo? Anche il mio amico Mach, che si dice convenzionalista come me, capace di teorizzare su spazio-tempo-velocità è solo un cavallo da tiro, e continua a considerare il piano come un corpo rigido. E questo benedetto assioma delle parallele, che nessuno riesce a dimostrare; se non è vero, allora ha ragione Riemann, o all'opposto, Lobatchevsky? E cosa sono gli assiomi? I razionalisti tosti dicono che sono giudizi a priori, valori assoluti; gli empiristi parlano di giudizi sintetici, basati sull'esperienza, e in mezzo, i soliti kantiani con il minestrone dei giudizi sintetici sì, ma a priori, spazio e tempo sono sperimentabili, ma sono forme pure. Eh, no! Così non si può andare avanti! E questa storia del Poincarè svitato, che ha la lampadina sulla testa come Archimede pitagorico, che rischia di uccidersi contro il tram perchè scivola sul predellino! Ma scherziamo! Sono un giovane speculatore elettrizzato da questi tempi nuovi, che cerca di far piazza pulita dai preconcetti. E sono attratto da un desiderio di semplificazione, sento quell'armonia che deve legare la nostra natura di soggetti al mondo esteriore, quelle leggi generali che permettono di farne esperienza. 


domenica 22 dicembre 2024

The second woman - Euridice Axen

 Sono stato a Napoli, teatro della corte, palazzo reale, piazza del plebiscito,domenica 15 dicembre, spettacvolo delle 8 di mattina. Si tratta si una piece di improvvisazione, non del testo ma dell'attrice, Euridice Axen, a seconda del personaggio attore/ice che entra in scena, da "openig night" film di John Cassavetes, del 1977, testo che esplora le dinamiche di potere e regole comportamentali di genere.  The second woman dà vita a cattivi esempi: non rappresentazioni perfette di un'ideologia o di un costume sociale, ma luoghi reali in cui le forze si scontrano fino al punto di rottura per far nascere qualcosa.


Virginia attende in una stanza la visita di Marty, con il quale in precedenza ha litigato. La loro è una relazione, ormai logorata, che ha perso ogni slancio romantico. Lui arriva, si scusa, bevono un drink, lei gli chiede rassicurazioni, mangiano noodles/spaghettini, ballano. sEgue uno scambio teso ed intimo, che culmina nelle frasi "ti ho sempre amato", e "non ti ho mai amato". Lei dice "ora vattene" se ne va, lei riordina, spegne la musica, si siede ad aspetare l a prossima versione di lui/lei. La musica dà il ritmo, un altro uomo/donna entra, Ritualisticamente, la scena si ripetem con qualche variazione,m sullo spirito del momento e della persona entrata.

L'attrice si esibisce per 24 ore, dalla sera al giorno successivo. 
lui: scusa se sono stato assente,
Lei dice: come stai? a cosa pensi?
lui: vuoi qualcosa da bere?
mangiano i noodle,s nei cartoni, poi lei glieli versa sopra
lei: mi ami? tu non mi ami, cosa sono per te?  
lui:  tu sei tanto, seei sexy, molto di più, sei complessa"
lei "io per te non sono abbastanza, io vorrei solo "essere abbastanza"
si accende una musica ballabile, ballano o mimano un atto sessuale,
lei interrompe musica e dice" vattene, ora puoi andare" e porge una banconota.
lui/lei la prende , o non la prende, dicendo " non saprai mai se ti ho amato o no"




giovedì 12 dicembre 2024

indovinello veronese- la scrittura

L'indovinello veronese è il primo testo scritto arrivatoci di lingua italiana volgare, tra l'VIII e l'inizio del IX secolo, che usala lingua romanza (i giuramenti di SAtrasburgo sono datati cinquant'anni dopo) la cui soluzione è: la scrittura sulla carta. «se pareba boves alba pratalia araba et albo versorio teneba et negro semen seminaba» Se questa interpretazione sulla scrittura è stata valida per tanto tempo, oggigiorno con l'uso prevalente di smartphone, segreterie vocali e registrazioni del testo con scrittura di intelligenza aritficiale, pone il problema di una revisione del proverbio, come nel seguente haiku: 
"sulla tastiera, -
sl vorticar di dita, -
 pensieri scritti" -

 sullo stile della metrica 5, 7, 5, 
e questi poemetti di ispirazione erotica

Sopra il tuo monte
al vorticar di dita
un ohh si sente

Sfioro le dita
sulla tua tastiera
pensieri in atto

Era il tuo seno
un battito di ciglia
sfocia l'amore.

Cicale a giugno
grida in pineta
 non è la cicala!


nel caso di Cristina Bove
"era la barca -
 un battito di chiglia -
 piange il mare"
l'Indovinello non segna un punto di svolta epocale nella trasformazione del latino in volgare, nonostante la caduta delle desinenze latine e il vocalismo schiettamente volgare di negro. i caratteri tardolatini che non mostrerebbero ancora un volgare "maturo" affrancato dalla vecchia lingua. Si pensi alla coniugazione in -eba e in -aba, in cui la b non è ancora diventata v, al semen che è un nominativo/accusativo latino. Ciò che induce a guardare al volgare è la mancanza della -t finale nei verbi (si dice appunto pareva, arava ecc. in italiano), l'aggettivo negro (e non nigrum come vorrebbe il latino), in pratica già italianizzato per la -o finale e la trasformazione di i breve > e (é chiusa), mentre la -es di boves sarebbe da attribuire non direttamente al latino, bensì ad influenze ladine, data la collocazione geografica di Verona. Albo è precedente all'introduzione del Germ. blank > it. bianco fr. blanc ecc. nel mondo tardo-latino e può essere considerato un volgare molto arcaico. Notiamo ancora albo versorio in -o, come appunto vuole l'italiano ovvero il dialetto. Carlo Tagliavini, in Le origini delle lingue neolatine, ipotizza un'origine dotta con connotazione semivolgare, proveniente da ambienti scolastici ecclesiastici, nei quali gli alunni chierici utilizzavano come mezzo di comunicazione una lingua latina sgrammaticata e con molte incertezze lessicali. Ciò spiegherebbe perché nello stesso testo convivono latinismi e volgarismi. Arrigo Castellani, in I più antichi testi italiani: edizione e commento, ritiene anch'egli che il testo abbia un'origine dotta, ma che quella giunta sino a noi sia una testimonianza del latino medievale e non del volgare.
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