sabato 24 giugno 2023

nissan sunny

 Parlavo al telefono con mio cognato, del mio soggiorno in Giappone per il contratto biennale, quando gli ho detto: sareste potuti venire a trovarmi, nel 1997, oltre alla camera pronta col lettone, avevo anche un'auto, per portarvi come turisti in giro!" Al che lui mi fa: ah, avevi un'auto, non lo sapevo!" 

Da qui ho preso lo spunto per documentare sui miei spostamenti e sul piacere di avere un mezzo di trasporto così versatile a disposizione. Era una bella Nissan, modello Sunny, di 10 anni, quindi aveva passato la revisione e la successiva si sarebbe fatta in due anni, giusto il tempo del mio soggiorno. Come intermediario, è intervenuto il professor Hidaka, che mi ha presentato un suo sottoposto che cercava un acquirente. Ovviamente, dove avevo trovato casa il parcheggio era gratuito, ero in piena campagna, ma i primi tempi ancora alloggiando al residence per professori stranieri a Matsushiro, ho pagato un extra per il parcheggio. E lo spazio era numerato, non potevo cambiare area  di sosta.



Il piacere la mattina, andando al lavoro, di ascoltare l'autoradio su una stazione che trasmetteva in inglese, canzoni internazionali, una volta hanno dato Jovanotti, L'ombelico del mondo, e Penso positivo. Una targhetta identificattiva con i mei dati per parcheggiare nel parcheggio dell'università, che è risultata utile quando a Tokyo, in città, ho sostato di notte vicino al cimitero di Aoyama per fare un sonnellino prima dell'alba, i controllori hanno letto la targhetta e non mi hanno fatto andar via.
Il periodo più intenso lo abbiamo vissuto d'estate, ogni anno Marcella è venuta in visita, con visto per 3 mesi, e oltre a girare per Tsukuba che entra tutta in un fazzoletto (centro commerciale e poco più) siamo stati a Nikko, a Sendai, a Matsushima (l'area dell'onda di tsunami nel 2011) e sul monte Zao, a vedere il laghetto vulcanico dai vari volori, verde e blu, ed a prendere un pò di fresco per alleviare il caldo estivo.
Con l'auto abbiamo organizzato la gita al mare, prima ad Hitachi a casa dei genitori di Megumi, a rinfrescarci con una fetta di anguria, e poi alle spiagge di Kita-ibaraki, fino alle 3 del pomeriggio.  Tutti e cinque poi a mangiare un boccone, e  rientrare a Tsukuba superando le ore di coda sull'autostrada.
Ancora, all'arrivo di Marcella all'aeroporto di Narita, invece di rientrare su Tsukuba, ho preso la direzione per Toyko, passando da Kawasaki, si arriva da sud superando il rainbow bridge, con una vista esaltante. Grande soddisfazione poi a centrare le uscite in città, percorrere lo Shuuto (=shoot) expressway, che taglia il centro velocemente ma con grande traffico, soprattuto riuscire a trovare poi l'ingresso ed il casello dell'autostrada per Tsukuba dal centro città, per fortuna ho memoria visiva ed anche grande fortuna. 
Altre gite verso il mare di Hitachi, sono state compiute con le colleghe dell'ufficio (Noriko, Binlian) e di ospedale, partecipando ad una pesca collettiva allo sgombro conla rete a strascico da riva...

 Noriko Arashi-san, oggi Heese, moglie di Jon

Il mio compagno di avventure e uscite serali è stato Lello Addeo, prestato dall'università di Napoli al National Cancer Center Institute East, a Kashiwa,  e alloggiato nelle camere guest house sopra l'istituto a fianco dell'ospedale. Molte delle colleghe con cui abbiamo organizzato cene improvvisate, spaghettate al sugo di polpo, erano infermiere, specie per la vista dei fiori dei ciliegi, si festeggiava tutti insieme all'aperto sotto gli alberi; in altre occasioni erano le segretarie del direttore.
Quanche volta le abbiamo accompagnate in stazione, di ritorno a casa, mentre noi andavamo in giro per Kashiwa ed i suoi ristoranti, spesso in pizzeria. Un mese prima di terminare il suo soggiorno, Lello si è trovato una ragazza fissa, Rika, per cui ci siamo visti molto di meno, una sera sono venuti a trovarmi a Tsukuba, in un'altra occasione ci siamo visti a Toyko per un caffè con pasticceria, e dopo ho saputo l'evoluzione della storia a cose fatte. Rika è venuta in Italia a trovarlo, non si sono trovati in sintonia, e mi ha raccontato la  sua delusione ma anche voglia di superarla ed andare avanti.
L'auto mi è stata compagna per le mie uscite in solitaria, una vlta alla settimana Jon Heese organizzava una reunion tra stranieri e amici degli stranieri, in cui si veniva a contatto con una umanità varia con visioni di larghe vedute, anche idee di business, incluso un gruppo teatrale che mise in scena un lavoro di Woody Allen, Deus ex machina. 
Tra le conoscenze fatte tramite i professori, ci sono Miho e Teruyo, due infermiere, con cui abbiamo organizzato una serata a casa mia, con l'auto ci siamo spostati dalla stazione dei bus a casa e le ho riaccompagnate in centro. 

Con Miho ci siamo rivisti diverse volte, al rientro dal Canada le ho portato un aquilone dei nostri, in materiale leggero, e un pomeriggio ci siamo incontrati per farlo volare. Si è data parecchio da fare per farmi incontrare delle colleghe di lavoro, dell'ospedale, vedendomi così solitario, ed anche in queste occasioni l'auto è stata molto utile. Il monte Tsukuba ed il suo parco di alberi di prugno, in fiore a marzo, con la vista sul panorama, da qui a volte si vede anche il monte Fuji.
Verso il termine del mio contratto, siamo usciti a pranzo, ed alla fine mi ha scritto anche una lettera di commiato. Suo desiderio era di trovare un fidanzato dalle parti di New York, e di andare a vivere in una metropoli.
L'auto è servita soprattutto per gli spostamenti da Tsukuba ad Arakawaoki, da cui prendevo la metro per Toyko e ritorno, lasciando l'auto nel parcheggio del supermercato. Ma alla fine, il mio mezzo di trasporto di elezione è stata la mia bicicletta, senza la quale non avrei corso il rischio di travolgere il mio fagiano blu, l'uccello di monte, kiji, che, sin dal primo momento, incontrandolo sotto un'auto al parcheggio dell'università, nel 1993, mi ha fatto accettare questo posto, con un'aura quasi magica.

Siccome molti di questi racconti sono così datati, volevo aggiungere un pensiero contemporaneo.
Questo è il mio impianto fotovoltaico di ottobre 2022, con vista aerea sul mio terrazzo, si vede la tettoia del pozzo di luce, e le mie piante in vaso, in questa stagione è una soddisfazione vedere crescere i frutti del lavoro, oltre ai fiori, i pomodori, i peperoni, i cetrioli "invasati" (assatanati in vaso....)


Con l'impianto, di giorno l'aria condizionata non consuma nulla, se attacco la lavatrice tra le nove e le sedici, consumo solo l'energia che produco: da ottobre ad oggi ho contribuito a ridurre le emissioni di CO2 per 1323 kilogrammi, equivante a 40 alberi piantati.
L'impianto mi ha aiutato a dimezzare la bolletta della luce, specie durante il picco di aumenti tra fine estate e questo autunno. E funziona abbastanza bene anche nelle giornate non di sole, coperte dalle nubi. 




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