Tsushima Yuko è un'autrice impegnata della generazione degli anni '70 nel panorama letterario giapponese. Si è occupata di sesso dal un punto di vista femminile, come in Hi no kawa no otori de (On the banks of the river of fire), e in Figlio della fortuna ed in The shooting Gallery.
Questo Women running in the mountains è nella mia lista dei desideri, il tema trattato è quello delle donne dei boschi, che vivevano alla giornata al di fuori dei villaggi e dalla vita sociale, al di fuori delle convenzioni, una situazione realmente esistita nel passato. Questo tema della vita nei boschi fuori dal villaggio è stato inserito anche da Haruki Murakami nel libro "La fine del mondo e il paese delle meraviglie", è il bosco dove fuggirà l'ombra del protagonista.
Mi fa pensare ad un libro occidentale, Donne che corrono coi lupi.
Aggiungo all'elenco, i nomi di 2 autrici, Mieko Kanai (Platonic love, e Love life del '68) poetessa, la cui narrazione chiede una partecipazione attiva dei lettori; e Taeko Kono, (La torpedo umana del '76, Revolving door del '70) che tralascia i dettagli per creare un'illusione di realtà e un senso di incongruità.
Gli aspetti non sociali della realtà sono stati un tema utlizzato anche da altri/e autori/autrici giapponesi del '900.
Kenji Nakajima ha raccontato di Hijiki e Bikuni, santi uomini e donne veggenti, del mitico mago Enno Gyoja, dei saimin (non-people) vagabondi in una società sedentaria e contadina.
Tsutomi Minakami, un autore di temi scottanti come la contaminazione da mercurio a Minamata, nel libro "Mulberry child" narra della sopravvivenza al di fuori delle regole sociali, ossia che i genitori di neonati che non potevano essere cresciuti li abbandonavano nei campi, nella speranza che venissero trovati da famiglie che li potessero accogliere.
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