mercoledì 23 marzo 2022

esercizi letterari

 In diversi periodi della vita mi sono imbattuto in amicizie e legami che hanno lasciato delle tracce, episole, esercizi di stile, letteratura di buona fattura. Spesso con riferimenti a cantautori e ai loro classici. Con riferimenti al teatro immediato, ed ad una sera di commiato con Ugo Giletta, in cui improvvisò discorsi di saluto o addio ad ognuno di noi.

Ad esempio, di recente Popinga ha scritto sulla prima liceo, tra sesso e rivoluzione (cito la chiusura):

"... il futuro sembrava promettente, in quell’estate di Rare Bird e Mungo Jerry, di Procol Harum e Vanilla Fudge. Stavano iniziando gli anni formidabili e ingenui in cui il futuro sembrava ricco di promesse. Non me ne rendevo pienamente conto, ma ero felice." (Confusa e felice, Carmen Consoli)

Questa lettera risale al 20.4.1989

"tutti sanno che la barca prende acqua; tutti sanno che sto guardando questo segreto amore; tutti sanno che io sto andando; tuti sanno di chi è la colpa; tutti sanno che sono stato descritto da molta gente come uno che potrebbe raggiungere l'obiettivo; tutti sanno chi è il nostro obiettivo; tutti sanno che potrei essere io o tu; tutti sanno che l'affare è corretto se non è sbagliato; tutti sanno che l'affare diventa difficile; tutti sanno che il peccato è morto; tutti sanno che sono nei guai; tutti vedono la mia trasparenza e prendono la mia barca che fa acqua e il mio segreto cuore e  la mia strada e la mia colpa e il mio obiettivo e la nostra storia ed i miei errori. Tutti sanno che voglio un altro tipo di amore senza rancore in cui io non devo essere il dottore; io so che posso respirare la luna e correre attraverso questo sogno, attraverso queste donne di cui ho bisogno: io non posso dimenticare, forse solo per caso potrei. E se io cado addormentato, sogno di bambini che crescono, di capitani enigmatici e di amanti che chiedono un altro tipo di amore. Tutti sanno che se io l'avessi di fronte piangerebbe sulla scia di questo triste valzer dicendo "I want you, I want you, I..."   (Leonard Cohen Everybody knows;  If you want a lover I'll do anything you ask me to, And if you want another kind of love I'll wear a mask for you (I'm you man)

Primi mesi 1990:

D'inverno, coll'accorciarsi delle giornate, calava la sera prima che avessimo finito di cenare. Quando ci ritrovavamo nella strada la fila di case era già in ombra. Il tratto di cielo sulle nostre teste si faceva d'un colore viola cangiante e verso di esso i lampioni stradali protendevano i loro lumi storti. E noi intirizziti nell'aria fredda giocavamo fino a sentirci i corpi in fiamme (Joyce, Gente di Dublino)

Una missiva del 25.12.1988

strano come il mio cuore batte trovando me stesso ancora sopra la tua spiaggia. Strano come io ancora sento il mio conforto perso. Fredde onde si affannano a lavare via i sogni di gioventù; così il tempo è rubato ed io non posso più mantenerti a lungo. E così, è lì che dovrei essere ora, lì, assieme ai miei giorni ed alle mie notti cadute via. Io so di un sogno che dovrei mantenere. Io so dei giorni e delle notti cadute via. Soffici blu orizzonti mi raggiungono dietro la mia infanzia allo stesso modo in cui tu mi sorgi dentro - riportandomi alle mie dimenticate vie. Strano come io fatico a mantenermi in piedi in queste acque profonde. Strano come il mio cuore batte - trovando me stesso in piedi sulla tua spiaggia (Enya, On your shore).  

Sarà il vento del nord che mai risparmia queste mattine di dicembre o queste onde che si allargano ad anello portandosi dietro - lontano - il dimenticato mio color pastello. Sarà alla fine di questo inverno venuto troppo tardi o questi segni che tardano a venire. Voglio lasciarmi andare e sparire dietro alla luce della luna; trovare la strada. Sarà tutto questo che mi respira accanto a farmi pensare alle notti passate via. Sarà tutto questo, ma quando la notte si impone e la sera cade, io non posso lasciare le memorie, troppo vicine, mai abbastanza lontane. -Memorie- quei ricordi mai lasciati indietro e mai sempre gli stessi: io mi inchino a voi. (Enya: Exile, Evening Fall)

1990, primavera

In ognuno di noi c'è un equivoco. Come la corda arrotolata di un pozzo d'acqua pura, scura. Si è tutti radunati sotto la grande arcata di un ponte: clochard, viandanti in attesa di salire sul ponte e passare... non vi è nebbia, e neppure la tristezza della disperazione, dell'abbandono. Si rappresenta la vita. E due personaggi vivono momenti di un loro mondo, che è assurdo come il nostro, che è buffo e drammatico, che non ha senso, eppure... ne ha, con emozione e profondità. Chi sono? due uomini? due simboli? due anime che si specchiano nel rivo che hanno davanti? non lo sappiamo bene, perchè questa scena è un cammino, così come per tutti noi. E nel cammino vi è sempre una presenza invisibile, che è "noi" ma non lo è. Non sono incertezze, è solo una danza. Una danza di Anima e Animus. E vi è un solo modo per non restare sotto il ponte, andare dall'altra parte. Se volete bagnatevi: anche voi, una volta lì, passate le acque, camminate nel sole. (Alice, Il sole nella pioggia, Nomadi;  Mannoia: ascolta l'infinito; Grignani, cammina nel sole)

 28.12.1988

Io  voglio raccontare delle tre forze che sorreggono la mia vita. Due di esse sono a te comuni e familiari. La terza è molto piccola e debole, e, veramente, invisibile. Essa è piumata come un piccolo uccello chiuso in una minuscola gabbia uno o due pollici sopra il mio stomaco. Qualche volta, nei momenti più inaspettati, il piccolo uccello vorrebbe volare, liberare e distendere le ali. Allora anche io alzo la mia testa ed in quel breve momento sento che l'amore e la furia sono più potenti di odio e speranza e che da qualche parte dietro il mio orizzonte comincia il tuo e lì la vita è indistruttibile, sempre trionfante. In confidenza, io traporto il mio passato come un album di cartoline illustrate che la gente può aprire e sfogliare e portare a casa come souvenir di città straniere. Ho subìto allora una massima depredazione di ricordi e la perdita di due orizzonti che si chiudevano da destra e da sinistra. L'ultimo orizzonte è ancora ancorato al tuo, ed io per primo mi stupisco del tuo capire...

E ti racconterò su quanto ti è più caro. Di te, così profondamente; si parlerà di te, girandoci intorno, e tutti e nessuno ricorderanno le parole di un maggio lontano, quando dicevi che "l'amore è lo sconforto, è il bello e non è per l'anima. Forse prenderà forma l'essenza che lo salverà, anche se - già si sa - sarà l'effimero" (Battisti, L'apparenza; La sposa occidentale, A portata di mano)

Voce dei pensieri :  Mi ricordo di me, per un istante, sento il sereno;  è come un sole acceso, come un vento caldo del mattino, a volte mi piace essermi vicino (Claudio Corradini, Gloria mundi, movimenti celesti: Capitani coraggiosi)


"Give peace a chance" "stop alle bombe" "Immagina". 1980, fine di John Lennon. La gente pensa che sono pazzo, la gente dice che sono pigro" 

Sees the sun going downAnd the eyes in his headSee the world spinning 'round
Well on the wayHead in a cloudThe man of a thousand voicesTalking perfectly loud
But nobody ever hears himOr the sound he appears to makeAnd he never seems to notice
But the fool on the hillSees the sun going downAnd the eyes in his headSee the world spinning 'round
And nobody seems to like himThey can tell what he wants to doAnd he never shows his feelings
But the fool on the hillSees the sun going downAnd the eyes in his headSee the world spinning 'roundOh, oh, oh, oh, oh, oh'Round and 'round and 'round and 'round and round
He never listens to them, He knows that they're the fools (The fool on the hill)


"The long and winding road, that leads to your door, will never disappear, I've seen that road before, it alsways brings me here". La lunga e ventosa strada che conduce alla tua porta mi riconduce qui, non scomparirà mai (Paul McCarty). C'è un fuori ed un dentro, mondo interiore che si scontra e si incontra, ascoltare insieme la radio, una canzone, il fuori è una gita in auto con tettuccio aperto, ma anche le cose che non scorrono, il computer che si impalla, i doveri. Il dentro è leggere un libro, un racconto, pensare come scrivere e rendere partecipi gli altri, condividere la tua storia. Narrare cose uniche, come la migliore musica o la città più bella. Il punto di incontro, è quando si tocca una corda che vibra, vibrare insieme. Noi siamo uno stampo, e a nostra volta lasciamo delle orme, che il tempo spazza via. E ci chiediamo se quella volta fosse andata diversamente. Il punto di incontro è questo momento, l'al di qua di quel ricordo, prima che le strade siano segnate per sempre. 


Sei una spina, 

un letto di sassi, 

un giorno in piedi


Allora sarà spaccata come l'aurora la tua luce 

e la tua pelle, distendendosi, presto germoglierà (chiudendo le ferite), 

la sua nuova cicatrice


E mai ti sei sbagliata, 

solo una volta, una notte

che avesti il capriccio di un'ombra

- l'unica che  ti è piaciuta.

Un'ombra sembrava.

E desiderasti abbracciarla

ed ero io.


Sì, al di là della gente ti cerco.

Non nel tuo nome, se lo dicono,

non nella tua immagine, se la dipingono,

al di là, più oltre, più in là.

Ancora oltre, più in là di me ti cerco.

Non nello specchio, non nella scrittura.

Non sei ciò che io sento di te

non sei ciò che mi sta palpitando

con sangue mio nelle vene

senza essere me.

Più in là, al di là ti cerco.

Per incontrarti, lasciar 

di vivere in te, e in me,

e negli altri.

Vivere già al di là di tutto

- per incontrarti

come se fosse morire.



Nessun commento:

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001