giovedì 29 dicembre 2022

discorsi equivocanti

 Tra le tradizioni natalizie ed usanze in Repubblica Ceca, c'è quella di raccogliere rametti da lasciar fiorire sotto le festività. L'usanza si rifà alla festa di Santa Barbara, e i rametti raccolti il 4 dicembre sono chiamati Barborky: come prima scelta ci sono i rami di ciliegio, ma vanno bene anche cespugli come il citiso, il laburno e la forsizia. In lingua ceca questi fiorellini gialli, che spesso si vedono a decorare i cancelli ed i giardini, colorando il mese di marzo, sono detti pioggia d'oro, zlatý déšť. Sono usanze in cui bisogna credere, e più è grande la fiducia più è possibile che sotto le festività fiorisca qualche fiorellino. 

 
Mentre la traduzione letterale fa corrispondere in italiano il termine a "pioggia d'oro", che lascia visualizzare la cascata di fiorellini gialli, in inglese queste forsizie si chiamano weeping forsizia (piangente) o  campanelline dorate, golden bells. Il citiso ha un nome  equivocabile, golden rain (pioggia) o chain, catenelle d'oro.

L'episodio qui riportato riguarda un colloquio che ho avuto sul portale per imparare le lingue straniere, Babbel. A quel tempo esisteva una prima serie di lezioni non a pagamento, in cui studenti iscritti eseguivano esercizi vocali e di traduzione sotto la guida di docenti, la cui garanzia era data solo dalla valutazione del portale, tante stelline tanti studenti soddisfatti. Nella chat, la mia studentessa di inglese mi ha chiesto sulla mia madepatria, e io le ho riportato questa tradizione delle barborky, ma il termine che ho usato per spiegare come si chiamano questi cespugli a rametti cadenti, ha dato luogo ad un equivoco. Alla parola Golden rain è seguita una esclamazione di "ma dai, mi stai prendendo in giro?" seguito da una mia frettolosa spiegazione ed un imbarazzamento. 

Dopo questo episodio ci siamo parlati sempre di meno, principalmente di viaggi, cose da fare, e così via. Spesso non ci si rende conto che i termini che utilizziamo nel linguaggio comune possono avere altre accezioni, prese in prestito dal gergo dei vari slang.

Tra tutti i significati, la lingua ceca ne riporta 5, di cui il primo riferisce allo squirting, il secondo a Giove e Danae, il terzo ad un gruppo musicale, il quarto ad un gioco televisivo, e l'ultimo ad un'altra pianta  vegetale a cespuglio.

jiný význam

venerdì 9 dicembre 2022

Planetary Health / Nova Network

Planetary Health Alliance
665 Huntington Ave, Building 1 Rm 1312
Boston, MA 02115

Nova Campfire discussion! Please join us Wednesday May 24 2023 at 11 am EDT (5 pm CET/3 pm GMT/8 am PDT) for our wonderful discussion on “Connected Consciousness for Planetary Health.”

This exciting collaboration between the Nova Institute for Health, Planetary Health Alliance, and Garrison Institute answers the growing call for spiritual perspectives and intentional relationships with ourselves, others, and the natural world in addressing the many grand challenges of the Anthropocene.

Our transdisciplinary panel of speakers will weave narrative threads of change, including Indigenous perspectives of connected consciousness and evidence of the personal and collective benefits of promoting inner development over purely materialistic goals, including healthier, happier, prosocial communities with more mutualistic attitudes to nature. We will also explore the importance of creativity and connectivity in building social movements that foster deeper alignment of individual and collective purpose.


Topics and panelists include:

  • Cultivating mutualistic worldviews and prosocial behaviors for personal and planetary health with Susan Prescott, Director of the Nova Network

  • Remembering our inherent connectedness and universal Indigeneity to Mother Earth with Rutendo Ngara, African Indigenous Knowledge Systems practitioner

  • Nurturing inner development for sustainability with Christine Wamsler of Lund University

  • Can we nurture more altruistic societies? Promoting communal goals with loving-kindness meditation with Una Tellhed of Lund University

  • Strategies for mindful movement-building: Taking social innovation to scale through connectivity with Sonali Sangeeta Balajee of Our Bodhi Project

  • Putting storytelling into action for people, places, and planet: An example of the power and reach of co-creating narratives for positive change at COP27 with Cecilia Mañosa Nyblon of University of Exeter Medical School

  • Pathways to planetary health: Connecting “islands of coherence” in the sea of chaos with Stephen Posner of the Garrison Institute

  • The Constellation Project: Weaving new stories and emergent ways of being for a new era of planetary consciousness with Samuel Myers of the Planetary Health Alliance and Terry Tempest Williams of the Harvard Divinity School


Registration is now open here!


The Nova Network is a transdisciplinary global community providing evidence, inspiration, and advocacy for the health and flourishing of all people, places, and planet.​
mission is to transform the health of individuals, communities, and the planet through deeper understanding of the interdependence of all systems and by promoting awareness, attitudes, and actions required for meaningful, collaborative change
The Nova Network is an initiative of the Nova Institute for Health and welcomes anyone trying to make a difference in the world—including researchers, creatives, advocates, community organizers, educators, clinicians, policymakers, and young people, across the arts and sciences—to co-create a culture of belonging for meaningful progress. 
The Nova Institute for Health is a heart-centered think tank that takes action for the good of people, places, and the planet. 
  • create new opportunities for collaborative discourse, ideas, and action—to engage rich expertise, integrate research, encourage diverse perspectives, and nurture relationships for creative solutions.
  • Our events include international conferences, virtual “campfire” discussion forums, and in-person workshops, retreats, and other events.
  • We have ongoing real-time engagement and dynamic interaction on the Nova Integration Hub, the Nova Institute’s web-based forum (to be launched in November 2022) that provides a platform for knowledge sharing, nourishing activities, and mentoring connections for early career researchers. 
Through these diverse activities, we seek to promote awareness, identify solutions, and inspire creativity, connectivity, and purpose
Our agenda underscores the imperative for creative ecological solutions for the challenges we face in all systems and all scales with advancing global urbanization in the digital age–for personal, environmental, economic, social and spiritual health alike. We bought together diverse perspectives from across many dimensions of the arts and the sciences, as we explore novel solutions and new normative values.
We seek to normalize and place greater value on wisdom, empathy, kindness, hope, love, creativity, and respect—the deeper values that unite, empower, and refocus priorities of individuals and groups towards shared solutions.

lunedì 5 dicembre 2022

Dicembre, mese dei compleanni

A breve sarà il mio compleanno, e siamo a 69. Mio padre non ci era arrivato, e  mia sorella Bianca li aveva compiuti da poco. Da parte di mia madre noto una maggiore longevità, dai settanta anni in su. 

A dicembre anche altri amici/che festaggiano compleanni, Carolina Mazzotta l'otto dicembre, Renato Giuliani,  il 9 dicembre; il 19 cade il mio e anche quello di qualche persona vicina a me (Maria Gay a Torino, mamma di Sara, è nata un anno dopo di me). Anche Ugo Crovella, Reina Musashi, e Cinzia Di Martino, amicizie su FB, festeggiano il 19.

L'11 dicembre, ai Cantieri teatrali Koreja, sarà a Lecce Leo Bassì, un attore alla Dario Fo, che ama le clownerie e le azioni sovversive. Dice Leo: "Nel caso del Giullare che sono, significa accettare che la Risata è una delle grandi forze dell’esistenza e che noi, coloro che la provochiamo, abbiamo l’immensa responsabilità di custodirla. In altre società, le persone che si assumono queste responsabilità di fronte ai misteri della vita sono chiamate sciamani. A 70 anni ho appena accettato questa responsabilità”. 

Leo Bassì è l’anima provocatoria dell’ arte clownesca e uno dei padri della clownerie contemporanea, rappresentante dell’antica tradizione di irriverenza dei buffoni. Di antica famiglia circense di origine italiana, ha girato il mondo con spettacoli di grande successo.

Prendo a prestito una sua frase, che mi piace fare mia, e spero di avere dentro una energia simile:

"Se qualcuno mi avesse detto a 20 anni che a 70 anni sarei stato pieno di progetti e con più voglia di vivere che mai, lo avrei considerato pazzo o maligno. Allora mi era chiaro che la vita creativa era un’esplosione della mia forza vitale giovanile e che dopo i 50 anni, se tutto fosse andato bene, avrei potuto vivere serenamente fino alla fine con ciò che avrei ottenuto"



sabato 3 dicembre 2022

Cataratta

 Ho avuto problemi di vista, e per due volte, una per occhio, mi hanno operato di cataratta. Nulla di nuovo, a parte il fatto di una età non ancora definibile senile, senza per questo poter classificarla cataratta giovanile. Tra le cause, sono riportate le radiazioni, UV, radiazioni microonde, e le radiazioni ionizzanti come i raggi X.

In vita, mia, ci sono stati periodi senza prospettive, da cui ne sono uscito con uno sforzo di fede, anche con la preghiera, e ci sono stati anni non particolarmente difficili, in cui ero del tutto sfiduciato, senza prospettive e voglia di uscirne fuori. Durante il dottorato, a Verona, non mi mancava nulla, ma il mio approccio alla vita era nero e privo di fiducia, ero sconfortato, e ho abusato in laboratorio di sostanze radiattive. Non sono droghe che si assumono, ma le dosi di radiazione si prendono per vari motivi, assenza di càmice di piombo, errato dosaggio della sostanza carica di fosforo 32, e errato stoccaggio dei liquidi di scarto. Sono stato richiamato per aver messo un flacone di buffer radiattivo nel congelatore, dove altri colleghi come precauzione hanno verificato con un contatore geyger e misurato una presenza di radiazioni, per cui venivano irraggiati senza saperne nulla (negli anni della tesi, ci fornivano un anello dosimetro, e se durante la settimana si accumulava un tetto di radiazione, ci veniva impedito di lavorare la settimana dopo). Mai più visti i dosimetri!

In seguito ho avuto una borsa di studio per l'estero, e sono stato invitato nel laboratorio dell'università di Tsukuba, dove ho imparato le basi della biologia molecolare, l'uso dei reagenti per lo studio dei plasmidi, degli oligonucleotidi, del clonaggio, e della trasformazione delle cellule per l'espressione inducibile di geni. Nel '94 queste metodiche erano eseguite da una limitata  elite di laboratori, basta pensare che la reazione di amplificazione del DNA, base della genetica e della forensica, arrivò a Lecce alla fine degli anni '90. 

Ero soddisfatto, quasi presuntuoso, per riuscire a presentare le mie ricerche davanti a colleghi italiani. Nel '95 scrissi la tesi di dottorato, e sono riuscito a partecipare al bando per pochi posti di post-dottorato per il Giappone, che ho iniziato a gennaio '96. Da un assegno di ricerca di un anno, sono stato candidato alla estensione di un altro anno di assegno, e alla fine ho trascorso due anni di lavoro e ricerca in Giappone, rientrando a fine dicembre '97. 

L'episodio, che si svolge tra febbraio e aprile del 1996,  riguarda una ricerca con l'uso di un reagente radiattivo al fosforo 32, (emivita di due settimane, per cui bisogna utilizzarlo velocemente). Per eseguire dei test di verifica sulla attività di un enzima che stavamo studiando, e di un suo clone mancante di una piccola sequenza, e che era previsto non avere attività enzimatica, volli eseguire saggi di attività, che consistevano nella elettroforesi delle proteine, un tampone di rinaturazione, la incubazione del gel con NAD, substrato che veniva trasformato in nicotinamide, e in un polimero di ADP-ribosio legato all'enzima. Una parte di NAD è radiattivo, in modo che il polimero diventa radiativo, poi il gel viene lavato ripetutamente, ed esposto ad una lastra che si impressiona, evidenziando la  banda della nostra proteina, l'enzima radiattivo. Non c'è bisogno di dire che la scarsa attitudine ad una prevenzione dalle radiazioni e la mia trascuratezza hanno avuto un ruolo determinante in questa vicenda. Certe sere uscivo dal laboratorio dei radiattivi, facevo correre la reazione di incubazione sul mio bancone, e rientravo nel laboratorio per le sostanze radiattive con la vaschetta del gel in mano, quindi senza schermo di piombo. Una sera, passando daventi al contatore geyger all'ingresso del laboratorio radiattivi, la sirena si mise a suonare, avvisandomi di essere a diretto contatto di un forte emettitore di radiazioni beta. A parte lo spavento, non c'era anima viva e nessuno a contestarmi l'azione sbagliata, inappropriata.


A questo punto hanno inzio una serie di problemi ai miei occhi. Di notte, al rientro dal laboratorio,  tutti i giovedì sera, gli occhi mi scoppiano per il gonfiore, l'occhio sinistro mi duole per la pressione, e si riduce solo al contatto del ghiaccio. Per ben quattro volte, ogni settimana, ho chiamato in laboratorio, mi hanno portato ad una visita medico oculistica del nostro ospedale universitario, anche a notte fonda: la mattina seguente, ogni volta, all'attenuarsi del fastidio, mi hanno congedato con un "non c'è niente". Non hanno saputo spiegarsi il perchè, e neanche io. In laboratorio, abbiamo dato la colpa al fatto che accanto al mio bancone c'èra uno strumento con un laser a raggi UV, ma solo all'apertura e chiusura dello sportello è possibile intravedere qualche raggio. Da parte mia, ho smesso gli esperimenti con il radiattivo, e non ho più avuto episodi di infiammazione agli occhi. 

Dopo il primo intervento di cataratta, la spiegazione che mi sono dato è che i giovedì le radiazioni assorbite si accumulavano, dai 4 giorni precendenti, anzi gli esperimenti si concludevano verso fine settimana, e l'occhio che più ne ha patito è quello sinistro, che è stato il primo a essere operato. L'occhio destro ha subito meno danni, ed è durato qualche anno di più. 

 Vorrei concludere con una considerazione finale. A Tsukuba, ho seguito tre lezioni di formazione per l'uso del laboratorio dei radiattivi, ma poi ognuno faceva di testa sua, contraddicendo le regole. Ed il personale medico sembrava ignorare i più comuni pericoli che possono portare a condizioni fisiche gravi. A Verona, nel laboratorio ho avuto carta bianca e nessuna assistenza teorica, per cui ho accumulato errori su errori. Comunque, nella improvvisazione in stile del fai da te, non ero solo. Assistendo il mio prof, giapponese-napoletano, utilizzavamo un cromatografo per HPLC, una colonnina di separazione, collegata ad una pompa di flusso e ad un monocromatore in uscita sulle lunghezze di onda impostate, con il quale separavamo il NAD marcato con carbonio (il Carbonio 14 ha emivita lunga  e si conserva a lungo, il NAD va nel freezer) dal suo prodotto di degradazione, quando ci accorgevamo che il composto era diventato inefficace. Dei due picchi ottenuti, uno era riutilizzato successivamente ed era il NAD-marcato C14, funzionava bene. Lo strumento HPLC era usato solo per quello scopo, e forse nessun altro del gruppo ne era a conoscenza, infatti, a distanza di tempo, ne chiesi la disponibilità, ma era stato eliminato. Il mio tutor si è ammalato di tumore alla fine degli anni duemila, ed è deceduto nel 2011, all'eà di circa 63 anni. 

In conclusione, nessuno può sapere le conseguenze delle radiazioni. Chi le subisce maggiormente, e chi di meno. Lo stesso vale per le sostanze chimiche come etidio bromuro, acrilammide. Bisogna limitare al massimo il contatto, e passare a soluzioni ecologiche.

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