sabato 16 novembre 2024
in the mood of love
Oggi sono come quel film di Won Kwar Wai, In the mood of love. Ho dedicato tre canzoni, o meglio il loro testo (grazie a parolieri visionari) a tre donne con cui ho stretto un legame forte e questo è un commiato, mesto, ma anche pieno di vitalità.
Questa è dedicata a Caterina, di Nino Bonocore, Scrivimi
Scrivimi,
Quando il vento avrà spogliato gli alberi,
Gli altri sono andati al cinema,
Ma tu vuoi restare sola,
Poca voglia di parlare allora,
Scrivimi,
Quando il cielo sembrerà più limpido,
Le giornate ormai si allungano,
Ma tu non aspettar la sera,
Se hai voglia di cantare,
Scrivimi,
Anche quando penserai che ti sei innamorata,
Se non sai come dire,
Se non trovi le parole,
Non ti devi preoccupare,
Io saprò capire,
A me basta di sapere,
Che mi pensi anche un minuto,
Perché io so accontentarmi anche di un semplice saluto,
Ci vuole poco,
Per sentirsi più vicini.
Questa è dedicata ad Annamaria, dei Negramaro, la parte rap di Jovanotti in Cade la pioggia
La mia pelle è carta bianca per il tuo racconto,
scrivi tu la fine,
io sono pronto,
non voglio stare sulla soglia della nostra vita,
guardare che è finita,
nuvole che passano e scaricano pioggia come sassi,
e ad ogni passo noi dimentichiamo i nostri passi,
la strada che noi abbiamo fatto insieme,
gettando sulla pietra il nostro seme,
a ucciderci a ogni notte dopo rabbia,
gocce di pioggia calde sulla sabbia,
amore, amore mio,
questa passione passata come fame ad un leone,
dopo che ha divorato la sua preda ha abbandonato le ossa agli avvoltoi,
tu non ricordi ma eravamo noi,
noi due abbracciati fermi nella pioggia,
mentre tutti correvano al riparo,
e il nostro amore è polvere da sparo,
il tuono è solo un battito di cuore,
e il lampo illumina senza rumore,
e la mia pelle è carta bianca per il tuo racconto,
ma scrivi tu la fine,
io sono pronto
e infine, dedicato a Cosima, di Capossela, Ovunque proteggi
ma in verità vorrei che le arrivasse a destinazione, per la piccola Gioia, il brano di quell'album, L'uomo vivo (inno alla gioia)
Ha lasciato il calvario e il sudario,
Ha lasciato la croce e la pena,
Si è levato il sonno di dosso e adesso per sempre per sempre è con noi,
Se il Padre eterno l'aveva abbandonato,
Ora i paesani se l'hanno accompagnato,
Che grande festa poterselo abbracciare,
Che grande festa portarselo a mangiare,
Ha raggi sulla schiena irradia gio-gio-ia,
Le dita tese indicano gio-gio-ia,
Esplodono le mani per la gio-gio-ia,
Si butta in braccio a tutti per la gio-gio-ia,
È pazzo di gioia, è un uomo vivo,
Si butta di lato, non sa dove andare,
E' pazzo di gioia e è un uomo vivo,
Di spalla in spalla di botta in botta le sbandate gli fanno la rotta,
Alziamolo di peso gioventù, facciamolo saltar,
Fino a che arrivi in cima, fino al ciel, fino a che veda il mar,
Fino a che vita, che bellezza è la vita mai dovrebbe finir,
Barcolla, traballa sul dorso della folla,
Si butta, si leva, al cielo si solleva,
Con le tre dita la via pare indicare,
Nemmeno lui nemmeno lui sa dove andare,
Barcolla, traballa al cielo si solleva,
Con le tre dita tre vie pare indicare,
Perché è pazzo di gioia, e è l'uomo vivo,
Si butta di lato, non sa dove andare,
Di corsa a spasso va senza ritegno mai più sul legno,
Non crede ai suoi occhi, non crede alle orecchie,
Nemmeno il tempo di resuscitare, subito l'hanno portato a mangiare,
Ha raggi sulla schiena irradia gio-gio-ia,
Si accalcano di sotto per la gio-gio-ia,
Esplodono le mani per la gio-gio-ia,
Lo coprono i garofani di gio-gio-ia,
Gioia gioia gioia viva per lui,
Gioia gioia gioia viva per lui,
Gioia gioia gioia viva per lui,
Di la, no, di qua, di la, di qua, no gioia gioia gioia,
È pazzo di gioia, e è un uomo vivo,
Esplode la notte in un battimano,
Per il Cristo di legno del Cristo col nero è tornato cristiano,
Barcolla, traballa, sul dorso della folla,
Fino a che arrivi in cima, fino al ciel, fino a che veda il mar,
Fino a che vita, che bellezza è la vita mai dovrebbe finir,
Gioia, gioia, gioia, gioia, gioia, gioia
Roberto vecchioni, parlando di Fernando Pessoa, dice nella canzone Le lettere d'amore
E capì tardi che dentro
quel negozio di tabaccheria,
c'era più vita di quanta ce ne fosse
in tutta la sua poesia,
e che invece di continuare a tormentarsi
con un mondo assurdo,
basterebbe toccare il corpo di una donna,
rispondere a uno sguardo...
E scrivere d'amore,
e scrivere d'amore,
anche se si fa ridere,
anche quando la guardi,
anche mentre la perdi,
quello che conta è scrivere,
e non aver paura,
non aver mai paura,
di essere ridicoli:
solo chi non ha scritto mai
lettere d'amore,
fa veramente ridere,
Le lettere d'amore,
le lettere d'amore,
di un amore invisibile,
le lettere d'amore
che avevo cominciato
magari senza accorgermi;
le lettere d'amore
che avevo immaginato,
ma mi facevan ridere,
magari fossi in tempo
per potertele scrivere...
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