martedì 6 settembre 2011

Edoardo Nesi, scrittore coinvolgente

Ieri sera su Iris hanno trasmesso Prendimi l'anima, di Roberto Faenza, la storia di Sabina Spielrein, educatrice, che vede calpestare la sua indipendenza culturale dalla dittatura di Stalin e viene uccisa dai tedeschi nella sinagoga di Rostov.  Impagabile il modo in cui supera la chiusura autistica di un bimbo attraendo il suo interesse verso una scimmia che sa suonare il piano.
Sto leggendo "Storia della mia gente", di Edoardo Nesi. 
Gran bel libro, figure di artisti del design dei prim ianni '60, l'avvento del business dell'alta moda, degli strozzini della grande industria, e di visioni panoramiche sulla letteratura, Francis Scott Ftizgerald, David Foster Wallace, Joan Didion, e altri, visto che non ho ancora finito di leggerlo.
Mi piace come ha vissuto, i corsi negli USA, gli interessi, l'abilità a tenere discorsi senza prepararseli, a braccio. Quando si ha la padronanza di una lingua (e si sogna, e si pensa, a braccio) allora c'è una fonte da cui attingiamo argomenti, aneddoti, e parole, verbi, storie, l'arte del narrare.
mi ha fatto odiare lo statalismo, l'IRAP, Treu...
mi ha fatto ricordare una poesia, di Apollinaire, Tojours, adatta ai periodo storico avvilente che stiamo vivendo:
Noi andremo sempre più lontano, senza avanzare mai
e di pianeta in pianeta
 di nebulosa in nebulosa
i don Juan di mille e tre comete
senza per nulla allontanarci da terra
cerchiamo le forze nuove
e prendiamo sul serio i fantasmi
E tanti universi si obliano
chi sono i grandi dimenticatori
che dunque sarà a farci dimenticare questa o quella parte del mondo
dov'è il Cristoforo Colombo a cui sarà dovuto il dimenticare un continente
Perdere
ma perdere veramente
per lasciare posto all'inventività
perdere
la vita per trovar la vittoria

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