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lunedì 4 settembre 2023

Nuovi film sul Giappone

Ci sono tre film europei (di cui due francesi) in uscita nel 2024, ed ambientati in Giappone: il film con Depardieu (Il sapore della felicità), un film di Wim Wenders (Perfect Days), in anteprima in Italia nel quadro di Cannes Mon Amour e ora alla Mosra del Cinema di Venezia Sidonie au Japon (Viaggio in Giappone) di Élise Girard (1976), nelle Giornate degli Autori e prossimamente distribuito in Italia da Academy Two, a partire da gennaio.


Il film di Élise Girard  inizia dall’arrivo all’aeroporto di Osaka della scrittrice Sidonie, interpretata  con straordinaria bravura di Isabelle Huppert

Lo spaesamento della donna è totale: i coreografici addetti all’aeroporto che gesticolano (in una scena muta e decisamente esilarante), il primo contatto con la persona che è venuta ad accoglierla una volta raggiunta l’uscita. Sidonie è una scrittrice molto famosa, ma ormai in crisi da tempo, al punto che non riesce proprio più a scrivere. Ma in Giappone hanno ritradotto il suo primo romanzo e lei, venendo meno a una consuetudine ormai consolidata, decide di accogliere l’invito dell’editore, un personaggio anche lui a dir poco esemplare dell’alterità giapponese che risponde al nome di Kenzo Mizoguchi e che, in risposta alla domanda della protagonista (e dello spettatore) dice fin da subito che non è parente del regista, che quel cognome in Giappone è diffusissimo. Facciamo la conoscenza con due esistenze alla deriva, con una maggiore concentrazione su Sidonie, che, bambina, ha perso tutta la famiglia e in un non meglio precisato passato anche il marito, morti tutti allo stesso modo, ovvero in un incidente stradale, dal quale, in entrambi i casi, la protagonista miracolosamente si è salvata. La morte del marito però sembrerebbe averla schiantata in modo definitivo trasformandola in una specie di zombie. Anche se poi – anche qui in perfetta tradizione nipponica, dove i fantasmi, come dire, sono all’ordine del giorno e della notte – l’arrivo in Giappone coincide con il continuo materializzarsi del fantasma del marito (interpretato dall’attore tedesco August Diehl: nel film ci sono finanziamenti francesi, giapponesi e tedeschi, e il casting rispecchia tutto ciò), o del suo avatar incorporeo e vieppiù evanescente che non dà tregua alla povera donna. Quanto a Kenzo, anche lui è rampollo di una famiglia di scampati (nel loro caso da Hiroshima). La frequentazione fra i due – all’inizio zoppicante e a tratti addirittura sgradevole – diventa sempre più intensa, segnata com’è da un pellegrinaggio in alcuni luoghi della tradizione, cimiteri e natura con un profluvio di fiori di ciliegio, un viaggio nel Giappone più profondo, cosicché  (come in un film di Doris Dörrie intitolato Kirschblüten- Hamami [Fiori di ciliegio – Hamami] del 2008 mai arrivato in Italia, o per  Lost in Translation di Sofia Coppola) il viaggio finisce per equivalere a un percorso di elaborazione del lutto e di potenziale apertura verso il nuovo, uno sviluppo, quest’ultimo, largamente prevedibile fin dalle prime sequenze. Il film è  gradevole con alcune soluzioni formali interessanti (riprese frontali, utilizzo di stills), anche se non privo di ripetizioni e con un uso stucchevole della colonna sonora.

Just like the words "nothing" and "silence" which are inscribed onto the grave of writer Jun'ichirō Tanizaki, which is visited by the film’s protagonist, the quintessence of Girard’s work springs from its highly sophisticated minimalism. "Everything is strange, I feel changed". Staying in Japan for the first time on the occasion of the republication of her first book (L’ombre portée), Sidonie (Isabelle Huppert) - a famous French writer (who no longer writes) who’s invited to the country by her local editor Kenzo Mizoguchi (who has nothing to do with the filmmaker of the same name) - arrives drowning in endless sorrow over the accidental death of her husband many years earlier. From one hotel to another and countless journeys (by car, train and ferry), to meetings with the press and book signings, not to mention multiple touristic visits to Kyoto and the surrounds (Tōdai-ji in Nara Park with its 16-metre-high Buddha statue, Hōnen-in Temple, Naoshima Island, blooming cherry blossom trees, etc.), Sidonie and Kenzo (Tsuyoshi Ihara) slowly grow close, gradually closing the divide caused by considerable cultural differences (initially the source of some comedic if not outright slapstick scenes) and moving into the territory of intimate secrets and burgeoning feelings. But "in Japan, ghosts live everywhere, all around us" and Sidonie’s deceased husband, the mischievous Antoine (August Diehl), soon resurfaces… Playing its hand with great serenity, the film progresses over the course of six days, "like a story continually starting over", where everything is wholly recognisable (loneliness, fear of the unknown, emotions, the creative process, etc.), but where "everything works differently". We might say the same about Élise Girard’s brand of cinema, which might sometimes feel like déjà vu, but which actually work in a trompe-l’œil style. It’s a subtle and rare approach which boasts an undeniable charm, reinforced by a keen eye for beautiful settings (with the brilliant Céline Bozon heading up photography) and an understated play on clichés (sublime touristic décor, the various stages of burgeoning love with the climax of a surprising carnal love scene illustrated with photographs), but which also sees the director drilling down, without frills, into the simple and profound subjects of life, death, grief and rebirth. (Cineuropa website)

Questo è il quinto film di Élise Girard nell’arco di vent’anni, si tratta del terzo film di finzione, di cui i primi due erano documentari cinematografici di ambientazione parigina (il primo su una casa di produzione per la quale lavorava e l’altro su un cinema del Quartiere Latino). Anche il primo dei tre film di finzione di Girard aveva a che fare con il Giappone intitolandosi Belleville, Tokyo del 2011. (dal sito Close up sul cinema).

Infine, tra  i film alla mostra del cinema di Venezia c'è Aku wa sonzai shinai, Evil does not exist, di Ryosuke Hamaguchi. Non in concorso, tra i maestri del cinema,  Hokage, Shadow of fire, di Shinya Tsukamoto, Kanata no uta, Following the sound, the Kyoshi Sugita, tra i restauri c'è Ohikkoshi, Moving, di Shinji Shomai, e Chichi ariki, There was a father, di Yasuhiro Ozu. Infine, c'è il film su Ryuichi Sakamoto - Opus, di Neo Sora.

E per non fermarci a questa edizione della mostra, dal regista Masaaki Yuasa, il film di animazione Inu-oh, qui un trailer

Dal romanzo di Hideo Furukawa, "The Tale of the Heike: the Inu-oh Chapters", che offre un'interpretazione audace della figura di Inu-oh, enigmatico performer teatrale realmente esistito a cavallo tra il XIV e il XV secolo. Yuasa è il regista di "Mind Game", "Ride Your Wave" e "Devilman Crybaby": Inu-oh è uno spettacolare lungometraggio animè, con una spettacolare colonna sonora. In concorso nella sezione Orizzonti alla 78° Mostra del Cinema di Venezia (2021) e candidato al Golden Globe come Migliore Film d’Animazione 2022, un’opera rock che arriva nelle sale dal 12 ottobre al cinema con Hikari e Double Line

E' uscito a Gennaio in Italia, anche in lingua originale, Perfect days, di Wim Wenders (clip: La canzone in giapponese The house of rising sun) con l'attore Koji Yakusho, nel ruolo di Hirayama, che ha alle spalle un passato misterioso, fatto di privilegi e lussi poi abbandonati, ma lui ha imparato a vivere qui e ora, come un monaco zen, ed è felice del posto che occupa nel mondo, certo di contribuire con la sua serena disciplina al bene comune. Musiche di Nina Simone, Patty Smith, Lou Reed, Rolling Stones...


Mysterious and deeply moving, MONSTER is a timely tale of family, false impressions, and, ultimately, hope. A breathtaking piece of cinema from master director Hirokazu Kore-eda (Broker, Shoplifters). Musiche di Ryuichi Sakamoto, in uscita a marzo 2024



Da segnalare e ricordarci di vederlo,
Il ragazzo e l'airone, l'ultimo film di animazione di Hayao Miyazaki, Ghibli studios, ispiratosi al romanzo E voi come vivrete? di Kenzaburo Yoshino del 1932. In uscita nel mondo a dicembre, in Italia agli inizi di gennaio 2024. Descrizione del lavoro e trailer li trovate a questo link 



lunedì 8 febbraio 2010

weekend con pioggia

Dopo aver letto L'eleganza del riccio, mi sono riaffiorate alcune curiosità, che ho colmato in questo fine settimana. Ho ordinato su IBS "Tokyo-ga" di Wenders, un film di Ozu Yasujiro, Il sapore del riso al Tè verde, e una collezione di 3 film d'azione/yakuza "cinema segreto giapponese 2", di cui ho visto "La dama della peonia rossa: una partita di hanafuda". Insieme ai DVD, mi sono arrivati diversi libri che ho cominciato a sfogliare (Libera nos a Malo).
Tokyo-ga è un documentario, in cui compaiono l'assistente di Ozu, e il suo attore di sempre. Inoltre ampie panoramiche su Tokyo, su Yurakucho, coi bar sotto la Yamanote, Harajuku, con le coreografie di balli rock-a-billy anni '50, Shinjuku, col bar "La jetèe" che prende il nome di un film del francese Chris Marker, in cui parla di "Sans soleil" e dell'ispirazione che Marker ha preso dai film di Ozu.
E' un film datato, però Wenders è andato in Giappone 10 anni prima di me (1993), e questo mi ha permesso uno sguardo indietro nel tempo (come i film di Ozu sono una sguardo indietro di 30-40 anni). I film più recenti di Wenders (Until the end of the world) presentano una Tokyo moderna, a cui sono già avvezzo.
Un film invece che non si trova su internet, e che a me è piaciuto moltissimo, sugli attori Kabuki, del regista svizzero Daniel Schmidt, "The Written face", con protagonista l'onnagata Tamasaburo Bando, ( e con Kazuo Ohno, Han Takehara, Haruko Sugimura, Kai Shishido,Toshiya Nagasawa, Asaji Tsutakiyokomatsu, alcune artiste nei loro 90 o più anni, forse nelle loro ultime performance)

Visto che ha piovuto in diversi tempi, mi sono avventurato in una ricetta presa da NHK world.
Pollo marinato e fritto
Si prepara la marinatura con
salsa di soia
aglio schiacciato
zenzero fresco schiacciato
mirin

i pezzi di pollo disossato si mescolano nella marinatura e si lascia per 24 ore a macerare.

si prepara la farina per l'impanatura, mischiata con amido /fecola 1:1.
Si frigge a fuoco alto in olio di oliva/olio di semi secondo la disponibilità
si elimina l'olio su carta assorbente

Il sapore delle spezie si mantiene perchè la crosta lo preserva all'interno....

lunedì 4 gennaio 2010

la bellezza in Muriel Barbery

Ho finito- divorato- l'eleganza del riccio.

Ero preoccupato per i commenti negativi sulla pretestuosità di Muriel Barbery nel trattare di filosofia, ma non ho avuto difficoltà, anche quando parla di Husserl, la fenomenologia, ne parla discutendo cosa ha cercato e quali domende non si è posto....
Ecco, il tema del libro è trovare il senso di vivere, descrivere cos'è la bellezza, avere delle relazioni, trovare delle affinità elettive...
Di Muriel Barbery ho già trattato, e della raccolta di foto,Tengen, che hanno messo su Flickr... siccome il Giappone è un tema molto fotogenico, ecco un'altra raccolta di foto...
C'è un libro scritto in maniera simile, in capitoli alterni le vacanze in un viaggio in moto tra padre e figlio e il loro riavvicinamento, e le considerazioni su cos'è la qualità delle cose, del mondo, il rito, di un autore maschile, Pirsig, Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta.
Per altri versi, lo stesso tema è trattato nel film "L'attimo fuggente", Dead poets society. Nella scena di lezione, in cui invita a strappare l'introduzione su cos'è la poesia, non una valutazione razionale o un pesare meccanicamente ma il trovare quanta bellezza sia contenuta in un testo.
"...Continuate a strappare, ragazzi! Questa è una battaglia, una guerra, e le vittime sarebbero i vostri cuori e le vostre anime. [...] Armate di accademici che avanzano misurando la poesia: no, non lo permetteremo! Basta con i J. Evans Pritchard! ..... imparerete di nuovo a pensare con la vostra testa, imparerete ad assaporare parole e linguaggio...." ... ancora la bellezza ...
"... noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana..."
Nel libro si parla del giappone, del regista Ozu Yasujiro, del film su Uzo, tra i primi di Wim Wenders, Tokyo-ga... delle camelie, del tè verde, di musica, di dolci, e di tutto ciò che trasforma un essere umano da un ruolo a una esistenza piena.
A proposito del ruolo, bastano pochi tratti, uno stereotipo, una maschera, a indurre gli inquilini del palazzo a scambiare Reneè per una semplice portinaia... ma non tutti cadono nell'errore...
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