Lecce, alla pari di altre località marine, penso a Santa Cesarea Terme, o allla località Cenate, sulla strada Nardò-Santa Caterina e Porto Selvaggio, offre esempi di palazzi moreschi e, nascoste tra stradine strette e ville di campagna, belle torrette di fine '800, come quella oggetto di queste foto.
Siamo sulla strada vicinale Martino Luigi Caroli, che porta dallo svincolo della Tangenziale ovest uscita Monteroni, prendendo poi via vecchia Copertino, fino alla strada vecchia di San Pietro in Lama, passando davanti all'Istituto di istruzione secondaria superiore "Presta-Columella", un istituto agrario e tecnico, fino al parco archeologico di Rudiae su via Mazzotta.
Qui, tra lavori di ampliamento e scavi in atto, passano ancora i resti di una strada romana; persiste la parte inferiore di un anfiteatro, e tra pietre e tombe è possibile ritrovare qualche tegola leggerissima in terracotta, che pavimentava il passaggio dell'acqua che alimentava le terme che esistevano qui in epoca romana.
Ma torniamo alla torretta ottocentesca
E' situata all'interno della proprietà chiamata Casa Zaccaria, con ampio spazio aperto e un bell'edificio ben tenuto
A fianco si trova Villa Maria, un cancello chiuso dà accesso a un giardino, e una stradina porta davanti all'edificio principale, negli anni '90 di proprietà dell'architetto Antonio Panico
Tornando verso lo svincolo della tangenziale, si incontra Villa Sofia, una RSA che ha avuto tempi migliori negli anni passati. Ma, proseguendo sulla strada Lecce-Monteroni, si incontra il carcere minorile, seguito dall'ingresso del complesso Ecotekne, la cittadella universitaria e della ricerca, si supera l'ingresso del ristorante Malcandrino, che a pranzo prepara una offerta limitata di primi e secondi per il personale della ricerca
e tra cantine e edifici in pietra leccese ospita anche un'altra torre di bella fattezza.
Tornando sulla strada Lecce-Leverano-Porto Cesareo, superata la rotonda che entra dentro Arnesano a destra e dentro Monteroni a sinistra, c'è il punto vendita di carni e salumi Mocavero, premiato per il capocollo ubriaco (trattato con vinacce di Negramaro), ma anche salumetti alla melagrana e altre sfiziosità, come il suillus, una porchetta macverato nel vincotto di Negramaro, lo speck salentino lavorato con mirto (mortella), e la crema spalmabile Nato d'amore, una crema di salame arricchita di santoreggia e artemisia addensata con farina di semi di carrube.
Questi percorsi oggi si compiono in auto, mentre anni fa era ancora possibile pensare di percorrere queste stradine a piedi, oppure in bici (con la possibilità di impreviste forature seguite dalla ricerca di un gommista di vecchia generazione).
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