lunedì 13 gennaio 2025

Finale de La casa del sonno

 Il post fa parte della serie su Jonathan Coe. Una delle parti liberatorie del libro La casa del sonno, è nella conclusione, che qui riporto. Il post è dedicato a Pierpaola. 

Cleo Madison, assistente del dottor Dudden. Cleo era sdraiata sul letto della sua stanza l'albergo e ascoltava i rumori del traffico di Russell square, il cicaleccio poliglotta delle voci che salivano a folate dalla finestra aperta, e rifletteva che qualsiasi cosa fosse accasduta quella sera, la sua vita non sarebbe più stata la stessa. Non si poteva tornare indietro. ...........Calava il buio quando venti minuti più tardi riemerse all'aria della sera. Quel pomeriggio aveva comprato una pianta di Londra e aveva mandato a memoria il percorso; quanto al tratto conclusivo le indicazioni di Ruby, benchè minimali, si rivelarono perfettamente congrue. ... Arrivata alla casa di Sarah si fermò. Benchè il buio non fosse ancora completo le tendine erano tirate fin giù, e appena una fessura di luce ne rischiarava gli orli. Cleo spinse il piccolo cancello di ferro battuto che cigolò lamentoso e in pochi passi fu davanti alla porta. Lasciò scorrere qualche attimo, si lisciò la gonna e si accomodò la borsa spostandone il peso sulla spalla. Poi sollevò il battente due volte.   Nell'ingresso si accese una luce. La porta si aprì dopo qualche secondo, ed era lei: sola, invecchiata, con l'aria un pò stanca e un pò assonnata; e un pò in apprensione, forse, per aver aperto a quell'ora a una persona sconosciuta. Era in jeans e maglietta; i suoi capelli erano ormai completamente e stupendamente grigi, e nell'istante in cui la vide Cleo seppe di aver mentito a se stessa; seppe che non ce l'avrebbe fatta mai senza questa donna. Non era possibile, non lo era mai stato. 

"Sarah?"

Sul momento non riuscì a dire di più. Sarah la scrutò: non la riconosceva, non indovinava ancora.

"Ci conosciamo?"

"Certo che mi conosci," disse lei. "Sono io; Robert."

Questa parte del libro è legata alla corrispondenza con Pierpaola, in cui ripetutamente si è parlato di ruoli nel teatro, di inversione dei ruoli, di cambio di sesso. Questa un improvvisato e indovinato tentativo di indovinare il carattere di Pierpaola

E qui i discorsi sul fascino del travestimento


un abbozzo sul progetto di formare un gruppo  teatrale
ed un immaginario incontro tra due amanti, accompagnato dall'incontro dei loro burattini, preso a prestito dalla rappresentazione di Irina Brook La buon'anima di Szechuan, Trocadero, Parigi 2003 burattinaio Ivan Franek, con Renato Giuliani e Gerard Papasian i tre tricksters


domenica 12 gennaio 2025

La casa del sonno

 Questo post si ispira a La casa del sonno, di Jonathan Coe, e sl tema della narcolessia, che ho già trattato in questo post. Si ispira anche al personaggio di River Phoenix, Mike Waters, nel film My private UIdaho (Belli e dannati). Mike è omosessuale e ha gravi problemi di narcolessia; abbandonato da bambino in circostanze misteriose, ha sempre vissuto con l'ossessione di ritrovare la madre, che spesso appare nei suoi sogni. River Phoenix dà una delle sue migliori interpretazioni. Si parla di ricerca di identità, emarginazione sociale e c'è anche questa dinamica di amore non corrisposto. Il post è dedicato a Marta, di Gallipoli..

Al fondo del libro. 3. Trascrizione. Paziente: Ruby Sharp, data 28.6.96, ore 2.40 Tecnico Lorna.

mai silenzio, mai silenzio in questa casa, mi ricordo tanti anni fa sempre le onde, mai silenzio al piano di sopra, seduta con lei, seduta seduta con te, mi ricordo ti ascoltavo mi ricordo tutto la spiaggia quel giorno, alla spiaggia le cose che dicesti non c'è nessun limite, così dicesti nessun limite, non c'è niente che non farei per meritarmela e le cicatrici, mi ricordo le cicatrici sulle gambe, due cicatrici come come due virgolette e poi ho visto la scorsa settimana, ho visto alla spiaggia una spiaggia diversa, una spiaggia diversa la stessa persona, una persona diversa lo stesso corpo, sulle tue caviglie due cicatrici, io ti conosco so chi sei ma ascolta, ascoltami conosco anche lei, ora è a Londra vive là, che cosa fa vuoi sapere, è sola completamente sola, devi andarci devi cercarla io lo so, l'ho sempre saputo da quella volta alla spiaggia insieme, dovete stare insieme, mi sentivo felice quel giorno, tanto felice mi ricordo tutto, mai felice come quel giorno, ho sempre avuto voglia da sempre di ricompensarvi, non sapevo come, di ricompensarvi tu e lei, l'Uomo della Sabbia, tu hai fatto il castello, un castello bellissimo, crollato spazzato via perduto no, non ancora perduto, niente è ancora perduto niente, se la trovi vai subito da lei, ti aspetta a Londra, facile da trovare una casa vuota, una casa fredda, vive sola North London strade silenziose, ritorni indietro, ritorni indietro dalla stazione, la prima casa, la prima che vedi non aspettare, corri subito vai subito trova la via ricordati, ricordati il nome Fermer Road, Fermer, ti vuole, vuole te vai a cercarla ti prego vai subito da lei.  (punteggiatura assente nell'originale)

pag. 102, capitolo 6. 

"Sono salita ad Ashdown l'altro giorno" disse Ruby di punto in bianco. "Cioè, non sono entrata. Sono salita e ho guardato da fuori. Gli studenti non ci sono più. Ora l'hanno trasformata in clinica, ci curano le persone che hanno...". "...disturbi del sonno, sì lo so" (Sarah). "Ah, chi te l'ha detto?". "Il mio medico" E bevve un sorso di vino. Stava bevendo troppo in fretta, se ne accorgeva. "Mi aveva suggerito di andarci". "Come mai?" chiese Ruby, e subito si rese conto di essere stata troppo diretta. "Cioè, scusami se te lo chiedo...". "Beh, rispondere a questa domanda", disse Sarah, "vorrebbe dire farti la storia della mia vita. Magari ne parliamo a cena, ti va?". "La storia della tua vita è esattamente quello che voglio sentire," disse Ruby seguendola verso la porta d'ingresso. "In fondo non ci vediamo da dodici anni." "Ma perchè, Ruby? Che importanza può avere per te?" "Perchè ti devo alcuni dei miei ricordi più belli," rispose Ruby con semplicità. Sarah ne fu profondamente toccata. "Sì," disse. "Sì, erano bei tempi"...................    "Stavi per raccontarmi come mai sapevi di Ashdown" riprese Ruby. "Ma per spiegarmelo dovevi raccontarmi la storia della tua vita." Sarah macinò un pò di pepe sulla minestra: "Dunque, tu sai cos'è la narcolessia?". "Più o meno." rispose Ruby meravigliata. "E' quando uno si addormenta continuamente di giorno, no?". "All'incirca. Beh, io ne soffro." "Oh." Ruby non aveva idea di cosa volesse dire praticamente. "Mi dispiace. E' grave?"  "Di sicuro è fastidiosa". "Ma la clinica ti poteva... aiutare, no?  "Chi lo sa." Sarah prevenne ulteriori domande e aggiunse: "Sono stata io a non voler andare, per due motivi. Primo, non potevo permettermi la retta, e per i pazienti della mutua c'era una lista di attesa di quasi due anni. Secondo..." - e fece un sorriso leggermente accigliato - "...il secondo motivo è che il direttore, guarda caso, è un certo Gregory Dudden, uno che era con me all'università". "Ah sì?" disse Ruby incertna. "Tra Gregory e me... c'è un precedente," disse Sarah. "Per un periodo è stato il mio ragazzo. Anzi, il mio primo ragazzo. Sai, una di quelle storie da studenti che quando sei lì sembra che fili tutto liscio, poi qualche mese dopo ci ripensi e ti chiedi: ma dove ce l'avevo la testa?". Ruby continuava ad annuire benchè la spiegazione non rientrasse nel dominio della sua esperienza. "E quindi... che vuol dire di preciso essere narcolettici? Che problemi dà?" "Tieni conto che con gli anni qualche cambiamento c'è stato, ma la cosa principale è che la notte dormo malissimo, e non riesco a evitare di addormentarmi di giorno. Ormai sono circa vent'anni che va avanti. Ci sarebbero anche altri sintomi, ma quelli ultimamente sono migliorati un pò: per esempio la cataplessia." "Cioè?" "Cioè, se rido molto, o se per qualche motivo mi emoziono troppo, perdo il tono muscolare. Resto cosciente, ma ho una specie di mancamento. Quando comincia me ne accorgo, ma non posso farci niente. La può provocare qualsiasi cosa: rabbia, gioia, frustrazione..." "Questo mi sembra più che fastidioso," disse Ruby. "Non ne avevo idea." "Già," disse Sarah alzando le spalle e cercando un tono disinvolto, "negli ultimi anni mi è costato un paio di lavori. Addormentarsi in classe può capitare agli alunni, non all'insegnante." Tornò a riempire di vino i bicchieri: il suo era vuoto, quello di Ruby quasi intatto. "Fatto sta che sono riusciti a diagnosticarmela solo tre anni fa. Molti medici di base l'hanno sentita sì e no nominare. Il primo dal quale andai era nel buio assoluto: mi dirottò dal classico strizzacervelli." "Che genere di strizzacervelli?" "Uno psicoterapeuta. Un lacaniano." Ruby era di nuovo in alto mare: "non ti hanno mica rinchiusa?. "No, macchè," disse Sarah manifestamente divertita all'idea. "Sai, non credo sia stata una completa perdita di tempo. Almeno mi ha fatto capire perchè non amo che mi si tocchino gli occhi.".................... "Vediamo, che altro c'è da sapere su di te? Ti sei sposata? "Certo: abbiamo già dato. Si chiamava Anthony. Era professore universitario." "E poi?" "Mi ha lasciato; è già un pò. Ha trovato un'altra." "Ah." E Ruby si trovò nuovamente a pronunziare la frase "Mi dispiace". Ancora una volta, Sarah alzò le spalle. "Cose che capitano." "Chissà, forse era solo una mia fantasia, uno di quei sogni da bambini, ma ho sempre sperato che sposassi il ragazzo che avevi al college." "Quale ragazzo?" "Come, quale? Robert." Il riso di Sarah fu breve e forzato. "Robert? Robert non è mai stato il mio ragazzo." "No? ma come, quella volta in spiaggia..." "All'epoca stavo con un'altra persona. Anzi: stavo con una donna. Con Veronica, per la precisione. E Robert... quel giorno era con noi solo per caso. Neanche mi ricordo che ci facesse con noi." Colse lo sguardo interdetto di Ruby e aggiunse: "Sempre più complicato, eh?".  "No, non mi scandalizzo mica," disse Ruby. "Anche una mia compagna di scuola è bisessuale. Così sostiene lei, almeno." "Io non amo molto quella parola," disse Sarah. "Nè quella nè tutte le parole che prendono un fatto complicato e tentano di ridurlo a una formula. E poi..." (nettò dal rossetto l'orlo del bicchiere) "..il sesso non c'entra molto. Non per me, almeno: non è quello che cerco. Il lato divertente è che tutti pensano che hai la doppia scelta: ma non funziona esattamente così." 

"Tu dici che era solo un amico," disse Ruby: e stavolta con calma, adagio, scegliendo con cautela le parole, "ma io credo che Robert tenesse veramente a te. quel giorno in spiaggia mi disse delle cose, e... sì, io ero solo una ragazzina, ma me le ricordo ancora..."

"Te l'ho detto: Robert  era un amico, nè più nè meno. E se veramente ci teneva, come mai mi ha lasciata lì come un ferrovecchio subito dopo l'università?" .......... "Io quel giorno non lo dimenticherò mai," disse Ruby. "Quel castello di sabbia meraviglioso che facemmo insieme... me lo sognai per settimane e settimane." "Già, hai ragione..." Sarah riprese a sorridere debolmente mentre il ricordo le tornava. "Tu lo soprannominasti l'Uomo della Sabbia, vero? Anzi, tutt'e due: per un pò gli demmo questo soprannome tutt'e due." "C'era tanto sole. Tanto silenzio. Fu il giorno più bello..." Ora Ruby guardava Sarah dritta nel viso: con serietà, con slancio. "Sai, ho sempre pensato a come ripagarvi: a come ripagarvi tutt'e due". "Non dire schicchezze." 

"Questa tua narcolessia," disse. "Si può guarire, vero?" Sarah scosse la testa "...le mie cataplessie non sono più tanto terribili; e c'è un'altra cosa che sembra completamente scomparsa: allucinazioni ipnagogiche, le chiamano così." "Che roba è?" .... .. "Non è facile da spiegare," disse, "ma facevo dei sogni... talmente  realistici..." Cominciava a provare nostalgia anche per quello? si chiese affrettandosi verso casa. Anche per il fatto che una volta era incapace di distinguere tra i sogni ed i ricordi? Era tempo, assolutamente, di dimenticare quei giorni, tempo di concentrarsi sulle sfide dell'oggi. 

sabato 11 gennaio 2025

KIDS festival teatro ragazzi

 Si è tenuto a Lecce il festival di teatro per ragazzi, KIDS, dal 27 dicembre al 6 gennaio. E' stato propagandsato con una parata di strada da via Libertini e corso Emanuele fino in piazza Sant'Oronzo, con aertisti sui trampoli, suonatori di strrumenti a fiato , e ragazzi colorati e truccati.

Teatro Apollo, Paisiello, e Knos




Il kids village ha organizzato laboratori gratuiti per basmbini, attivi la mattina del 27-28-30-31 dicembre e 2-3-4 gennaio, presso l'Acchiappalibri Ogni bene,  Manifatture Knos, a cura di BlaBlaBla
gruppi teatrali dall'Italia e dall'estero 
Kenji Shinohe (Giappone) ha presentato K(-A-)O  per bambini dagli 8 anni in su (Fondazione Sipario Toscana, Cascina). Cie L'Alinèa (Francia) ha presentato Petite histoires sans paroles, per bimbi dai 5 anni in su. Wonderland collectif (Olanda) ha presentato KORO KORO, per piccoli fin oa 18 mesi. Marie de Jong (Spagna) ah presentato Amour, per bimbi da i6 anni in su. 

La luna nel letto (Ruvo di Puglia ) ha presentato La fabbrica del trempo per bambini dai 7 anni in su. e  Jack il ragazzino che sorvolò l'oceano, dai 4 anni in su.  Kuziba (Ruvo di Puglia) ha fatto COME SeMe, per bimbi tra i 2 ed i 5 anni. Collettivo Clown di Milano che ha presentato Ballon Adventures, per bimbi dai tre anni in su. Compagnia teatrale Petra (Satriano),  Compagnia teatrale L'albero (Melfi) e  Orchestra Senzaspine (Bologna)  hanno preasentato ONDE, per bimbi fino a 3 anni. Circo El Grito (Jesi) ha fatto Luz del una, per bimbi dai 6 anni in su.  Koreja ha presentato LAQUA dai zero ai tre anni. Zero meccanico teatro (Gallipoli) ha presentato Sogno in scatola, dai tre anni in su. Fontemaggiore centro produzioni (Perugia) ha fatto LA BELLA E LA BESTIA, dai 6 anni in su. Teatro all'improvviso (Mantova) ha fatto Tre sagome, per bimbi dai 4 anni in su. Armamaxa teatro (Ceglie messapico) ha fatto Nel ripostiglio di mastro Geppetto, dai 5 anni in su. Il teatro del piccione (Genova) ha presentato VERSO B, lo straordinario viaggi ocon papà. per bimbi dai 7 anni in su. Scheda teatro (Milano) ha presentato Sciopero! ovvero quella volta che il lupo smise di lavorare, per bmibi dai 6 anni in su.  Alessandro  Nosotti Orsini ha presentato EMOTUS, un mondo di emozioni, da i3 ai 10 anni. 

martedì 31 dicembre 2024

Zombie: does anyone care?

Zombies (Cranberries), Yugoslavia, Gaza, ghettos, riserve indiane, fiume sand creek

Another head hangs lowly
Child is slowly taken

And the violence caused such silence
Who are we, mistaken?


[Pre-Chorus]
But you see, it's not me, it's not my family
In your head, in your head, they are fightin'
With their tanks and their bombs and their bombs and their guns
In your head, in your head, they are cryin'


In your head, in your head
Zombie, zombie, zombie-ie-ie
What's in your head, in your head?
Zombie, zombie, zombie-ie-ie-ie, oh


[Post-Chorus]
Doo, doo, doo, doo

Another mother's breakin'
Heart is takin' over

When the violence causes silence
We must be mistaken

[Pre-Chorus]
It's the same old theme, since 1916
In your head, in your head, they're still fightin'

With their tanks and their bombs and their bombs and their guns
In your head, in your head, they are dyin'

[Chorus]
In your head, in your head
Zombie, zombie, zombie-ie-ie
What's in your head, in your head?
Zombie, zombie, zombie-ie-ie-ie
Oh-oh-oh-oh, oh-oh-oh, eh-eh-oh, ya-ya

Quando il sole alzò la testa tra le spalle della notte
c'erano solo cani e fumo e tende capovolte
tirai una freccia in cielo
per farlo respirare
tirai una freccia al vento
per farlo sanguinare
la terza freccia cercala sul fondo del Sand Creek

Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
fu un generale di vent'anni
occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent'anni
figlio d'un temporale
ora i bambini dormono sul fondo del Sand Creek.


Lasciar morire i bambini, uccidere i medici, chiudere gli ospedali, come con gli Armeni, come nel ghetto di Varsavia, ribellarsi, morire da uomini, sarete ricordati per sempre! 
Dopo il bombardamento diella città di Coventry, vicino a Warwick, nacque la parola Coventrizzare, per dire radere al suolo, oggi, diam oorigina alla parola Gazizzare. Ieri finalmente un fottuto soldsto è stato messo sotto accusa pgrazie al recupero dei contenuti social che aveva postato, non ci sarà pace finchè tutto questo non verrò a galla. Hanno fatto scontri tra tifosi, nei cortei fasdcisti gridavano: non c'e bisogno di scuole per i palestinesi, non ci sono più bambini palestinesi!
E i fottuti bastardi: all'inferno

Bob Dylan. The times they are a-changing

Come gather 'round people, Wherever you roam

And admit that the watersAround you have grownAnd accept it that soonYou'll be drenched to the boneIf your time to you is worth savin'And you better start swimmin'Or you'll sink like a stoneFor the times they are a-changin'
Come writers and criticsWho prophesize with your penAnd keep your eyes wideThe chance won't come againAnd don't speak too soonFor the wheel's still in spinAnd there's no tellin' whoThat it's namin'For the loser nowWill be later to winFor the times they are a-changin'
Come senators, congressmenPlease heed the callDon't stand in the doorwayDon't block up the hallFor he that gets hurtWill be he who has stalledThe battle outside ragin'Will soon shake your windowsAnd rattle your wallsFor the times they are a-changin'
Come mothers and fathersThroughout the landAnd don't criticizeWhat you can't understandYour sons and your daughtersAre beyond your commandYour old road is rapidly agin'Please get out of the new oneIf you can't lend your handFor the times they are a-changin'
The line it is drawnThe curse it is castThe slow one nowWill later be fastAs the present nowWill later be pastThe order is rapidly fadin'And the first one nowWill later be lastFor the times they are a-changin'

giovedì 26 dicembre 2024

Poincarè cadde dal tram

 Interruttore on. Schermo acceso. Programma installed. Comando Pegasus mail: enter. Posta in arrivo, Comando S: send a message. Indico alla directory il mio indirizzo home mailbox. Palmiro at IVRUNIV punto BITNET at I:CINECA.IT. Spia  luminosa: siete collegati con il centro di calcolo della rete internet. Ora ho accesso a chiunque utilizzi pegasusmail, nel mondo, fin dove può arrivare un cavo telefonico, F2: chiamo l'elenco di utenti usuali della mia posta. Questo era in 1992, i primi tentativi di collegare con posta elettronica gli utenti universitari. Internet. 

E qui il testo letterario, sulla fisica agli inizi del '900.

Io, Henrì Poicarè, mi ritrovo alla fine del XIX secolo, a tentare di risolvere un divario enorme tra i progressi nel campo delle scienze fisiche e la squareness dei filosofi e dei teorici della geometria euclidea, quella con la G maiuscola. Come è possibile che in una epoca cha ha visto nascere l'astrofisica, la scomponibilità della materia, la costante di Planck, la natura sia continua (ondulatoria) che discontinua (quantica) delle onde elettromagnetiche, le geometrie ad enne-dimensioni, i piani sferoidi a tre dimensioni, in cui la linea più breve tra due punti è un arco geodetico, e altre innovazioni, ci si debba chiedere se lo spazio esiste, se è una forma pura, se sia e come sia curvo? Anche il mio amico Mach, che si dice convenzionalista come me, capace di teorizzare su spazio-tempo-velocità è solo un cavallo da tiro, e continua a considerare il piano come un corpo rigido. E questo benedetto assioma delle parallele, che nessuno riesce a dimostrare; se non è vero, allora ha ragione Riemann, o all'opposto, Lobatchevsky? E cosa sono gli assiomi? I razionalisti tosti dicono che sono giudizi a priori, valori assoluti; gli empiristi parlano di giudizi sintetici, basati sull'esperienza, e in mezzo, i soliti kantiani con il minestrone dei giudizi sintetici sì, ma a priori, spazio e tempo sono sperimentabili, ma sono forme pure. Eh, no! Così non si può andare avanti! E questa storia del Poincarè svitato, che ha la lampadina sulla testa come Archimede pitagorico, che rischia di uccidersi contro il tram perchè scivola sul predellino! Ma scherziamo! Sono un giovane speculatore elettrizzato da questi tempi nuovi, che cerca di far piazza pulita dai preconcetti. E sono attratto da un desiderio di semplificazione, sento quell'armonia che deve legare la nostra natura di soggetti al mondo esteriore, quelle leggi generali che permettono di farne esperienza. 


domenica 22 dicembre 2024

The second woman - Euridice Axen

 Sono stato a Napoli, teatro della corte, palazzo reale, piazza del plebiscito,domenica 15 dicembre, spettacvolo delle 8 di mattina. Si tratta si una piece di improvvisazione, non del testo ma dell'attrice, Euridice Axen, a seconda del personaggio attore/ice che entra in scena, da "openig night" film di John Cassavetes, del 1977, testo che esplora le dinamiche di potere e regole comportamentali di genere.  The second woman dà vita a cattivi esempi: non rappresentazioni perfette di un'ideologia o di un costume sociale, ma luoghi reali in cui le forze si scontrano fino al punto di rottura per far nascere qualcosa.


Virginia attende in una stanza la visita di Marty, con il quale in precedenza ha litigato. La loro è una relazione, ormai logorata, che ha perso ogni slancio romantico. Lui arriva, si scusa, bevono un drink, lei gli chiede rassicurazioni, mangiano noodles/spaghettini, ballano. sEgue uno scambio teso ed intimo, che culmina nelle frasi "ti ho sempre amato", e "non ti ho mai amato". Lei dice "ora vattene" se ne va, lei riordina, spegne la musica, si siede ad aspetare l a prossima versione di lui/lei. La musica dà il ritmo, un altro uomo/donna entra, Ritualisticamente, la scena si ripetem con qualche variazione,m sullo spirito del momento e della persona entrata.

L'attrice si esibisce per 24 ore, dalla sera al giorno successivo. 
lui: scusa se sono stato assente,
Lei dice: come stai? a cosa pensi?
lui: vuoi qualcosa da bere?
mangiano i noodle,s nei cartoni, poi lei glieli versa sopra
lei: mi ami? tu non mi ami, cosa sono per te?  
lui:  tu sei tanto, seei sexy, molto di più, sei complessa"
lei "io per te non sono abbastanza, io vorrei solo "essere abbastanza"
si accende una musica ballabile, ballano o mimano un atto sessuale,
lei interrompe musica e dice" vattene, ora puoi andare" e porge una banconota.
lui/lei la prende , o non la prende, dicendo " non saprai mai se ti ho amato o no"




giovedì 12 dicembre 2024

indovinello veronese- la scrittura

L'indovinello veronese è il primo testo scritto arrivatoci di lingua italiana volgare, tra l'VIII e l'inizio del IX secolo, che usala lingua romanza (i giuramenti di SAtrasburgo sono datati cinquant'anni dopo) la cui soluzione è: la scrittura sulla carta. «se pareba boves alba pratalia araba et albo versorio teneba et negro semen seminaba» Se questa interpretazione sulla scrittura è stata valida per tanto tempo, oggigiorno con l'uso prevalente di smartphone, segreterie vocali e registrazioni del testo con scrittura di intelligenza aritficiale, pone il problema di una revisione del proverbio, come nel seguente haiku: 
"sulla tastiera, -
sl vorticar di dita, -
 pensieri scritti" -

 sullo stile della metrica 5, 7, 5, 
e questi poemetti di ispirazione erotica

Sopra il tuo monte
al vorticar di dita
un ohh si sente

Sfioro le dita
sulla tua tastiera
pensieri in atto

Era il tuo seno
un battito di ciglia
sfocia l'amore.

Cicale a giugno
grida in pineta
 non è la cicala!


nel caso di Cristina Bove
"era la barca -
 un battito di chiglia -
 piange il mare"
l'Indovinello non segna un punto di svolta epocale nella trasformazione del latino in volgare, nonostante la caduta delle desinenze latine e il vocalismo schiettamente volgare di negro. i caratteri tardolatini che non mostrerebbero ancora un volgare "maturo" affrancato dalla vecchia lingua. Si pensi alla coniugazione in -eba e in -aba, in cui la b non è ancora diventata v, al semen che è un nominativo/accusativo latino. Ciò che induce a guardare al volgare è la mancanza della -t finale nei verbi (si dice appunto pareva, arava ecc. in italiano), l'aggettivo negro (e non nigrum come vorrebbe il latino), in pratica già italianizzato per la -o finale e la trasformazione di i breve > e (é chiusa), mentre la -es di boves sarebbe da attribuire non direttamente al latino, bensì ad influenze ladine, data la collocazione geografica di Verona. Albo è precedente all'introduzione del Germ. blank > it. bianco fr. blanc ecc. nel mondo tardo-latino e può essere considerato un volgare molto arcaico. Notiamo ancora albo versorio in -o, come appunto vuole l'italiano ovvero il dialetto. Carlo Tagliavini, in Le origini delle lingue neolatine, ipotizza un'origine dotta con connotazione semivolgare, proveniente da ambienti scolastici ecclesiastici, nei quali gli alunni chierici utilizzavano come mezzo di comunicazione una lingua latina sgrammaticata e con molte incertezze lessicali. Ciò spiegherebbe perché nello stesso testo convivono latinismi e volgarismi. Arrigo Castellani, in I più antichi testi italiani: edizione e commento, ritiene anch'egli che il testo abbia un'origine dotta, ma che quella giunta sino a noi sia una testimonianza del latino medievale e non del volgare.
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