mercoledì 8 giugno 2011

Avventurosa spedizione alle poste in tilt

Ieri mi sono finalmente deciso a inviare due pacchi in Giappone. Avevo comprato due buste di caffè Quarta (l'azienda di  torrefazione salentina, vanto locale) insieme a due buste sottovuoto di parmigiano reggiano, da spedire a Yuki e Miyuki, i miei contatti attivi col Giappone. Ho inserito nei pacchi due cartoline con i saluti e auguri di solidarietà, e sono andato all'ufficio postale di Arnesano, un bugigattolo all'antica, dove la gente fa la coda ricordandosi che c'è prima e chi c'è dopo, calcolando chi si è seduto, per l'età o per problemi fisici.
Si sa che in questi giorni il software non funziona, quindi niente bollettini, pagamento pensioni, raccomandate, nemmeno il pagamento col bancomat, insomma nulla di nulla. Conscio di ciò, mi sono diretto allo sportello della posta (che dà la precedenza a chi deve inviare o ritirare lettere rispetto a chi vuole pagare i bollettini) ed all'impiegato ho chiesto due scatole, quelle belle, con il logo Poste Italiane. L'impiegato, Angelo, dopo essere scomparso varie volte, con sommo allarme di chi mi precedeva domandandosi se nel frattempo la pratica si fosse sbloccata, ha detto che le buste erano chiuse in cassaforte. Gli ho reiterato che volevo "due" scatole, e che non dovevo spedirle via raccomandata, ma solo per affrancamento. Al che me ne dà una, tipo piego libri, e io procedo alla confezione del primo pacco. Lo richiamo dicendogli di darmi la seconda (ho un tono irritato e insofferente,  come è che non capisce che me ne servono due visto che gli ho mostrato due plichi), e gli chiedo un formato più quadrato. Ricevutolo, chiudo i pacchi e glieli consegno attraverso l'armadio blindato. Dopo dieci minuti di calcoli sul rapporto peso e costo della posta prioritaria, mi comunica il verdetto: 31 euro (15.50 a pacco) incluse le scatole.
Finalmente i pacchi sono in partenza!



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