martedì 7 giugno 2011

Salento in via di estinzione

Da qualche giorno abbiamo notato il taglio da parte del Comune di Novoli di due eucalipti giganteschi sulla via che collega piazza mercato (la piazza della focara) con la via per Veglie. Due alberi di grosse dimensioni andati perduti, solo perchè la pavimentazione dei marciapiedi si era sollevata alla loro base. Il viale è stato abbellito da due file di tigli, che non raggiungono il metro e mezzo, e saranno  tenuti rasi solo per aumentare il senso di calura.
Ho trovato materiale interessante sul web, questo è la prima segnalazione:
Alberi monumentali del Salento, di Gennaio Roberto; De Santis Biagio; Medagli Piero, pubblicato da Congedo nella collana Grandi guide verdi.
Sul blog di uno degli autori, si segnalano i seguenti alberi:
quercia amplifolia nelle campagne di Supersano
ibrido di farnia presso masseria Luca Giovanni a Scorrano (LE)
La monumentale quercia spinosa presso masseria pioppi a Ugento
Il monumentale leccio di Pisignano (LE)
Anche gli altri posts presentano argomenti interessanti, come questo che riporto in sintesi:
L' Amministrazione Comunale di Alliste  aveva realizzato un percorso ciclo-turistico di ben 16 Km che dalla Serra di Calaturo o della Madonna dell’Alto si snoda per chilometri lungo la campagna arrivando fino al mare a Torre Sinfonò per poi risalire fino al presepe bianco, in questo caso veramente con impatto ambientale e costo zero, realizzando una cartina pieghevole del percorso contenente  una serie di notizie e di cosa si sarebbe potuto osservare lungo il percorso, apponendo solo lungo le stradine già asfaltate  che si snodano lungo la  stupenda campagna olivetata, segnaletica verticale e orizzontale, in modo da indicare luoghi e punti panoramici, specchie, caseddhi, cisterne, aie, masserie, fenomeni carsici come il noto “Cupo” una dolina stupenda. L’augurio è che la folle idea di voler continuare la passeggiata ( questa è la convinzione dell’attuale Amministrazione) per gli altri restanti chilometri di costa rocciosa rimasta ancora selvaggia e integra, che va da Torre Sinfonò fino a Posto Rosso (Cisternella), dove si possono ammirare  le stupende baie “del canale di Torre Sinfonò “ e “ canale dei diavoli”,  rimanga solo una utopia.
Botrugno
Tutela e valorizzazione degli alberi monumentali al centro di un’iniziativa dell’amministrazione comunale di Botrugno, su proposta del capogruppo di maggioranza con delega all’agricoltura, Francesco Vergari. La convinzione dell’amministrazione tutta è quella che anche le presenze arboree aggiungano lustro e valore al comune.
Tra le presenze arboree da salvaguardare alcuni esempi sono gli alberi di olivo nella località “Paduli”, il viale dei pini nella località “Santu Scianni”, i cipressi nel Cimitero comunale, la maestosa quercia in località “Sabbatina”. 

Da segnalare, questo sito attinente a informazioni su alberi e arbusti (scorrendo sul menù, si reperisce la specie

Da poco terminata la manifestazione "Cortili aperti 2011"  due domeniche fa a Lecce, e questo fine settimana a Santa Maria di Leuca, il catalogo segnala su Lecce Palazzo Bernardini, viaCorte Basseo 25, per la presenza di un albero di Jacaranda ed uno di araucaria, entrambi centenari 

Infine, la presenza del gelso nel Salento è strettamente legata ai cortili delle aie,  dove si tendeva a pranzare ai tavoli all'aperto all'ombra dei gelsi, per la buona aria che vi si respira. I gelsi erano fonte di more per le marmellate e per il consumo dei frutti freschi (raccolti e assaggiati una settimana fa).
 Anche il gelso è un albero secolare (300 anni), come quello di San Daniele del Carso (qui sopra), descritto ne "Il gelso dei Fabiani" di Renato Ferrari.
Stanjel piccolo borgo fortificato possedimento dei conti di Koblenza signori di Trieste ultimamente è stato restaurato e le mura medioevali gli danno finalmente un aspetto degno della sua storia.
Nel libro "Il gelso dei Fabiani" si racconta del matrimonio e quindi dello spostamento della protagonista da Trieste a S. Daniele del Carso, nelle terre tra Kobdilj, Graadisce e S. Gregorio, tra boschi, fonti e un gelso ultracentenario (300 anni) che è ancora lì,  inguainato in un cerchio di ferro per sorreggerne il peso  (la base ha circa 4,5 metri di diametro).

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