giovedì 13 febbraio 2025

Non è un paese per giovani

Sto leggendo Napoli stanca, 17 scrittori raccontano la città nascosta, a cura di Mirella Armiero, Edizioni Solferino. Nell'ultima parte ,Incanto e disincanto: smascherare la città, due interventi, di Maurizio Braucci e Massimiliano Virgilio, pongono la questione della mancanza di futuro per i giovani. 
Gli adolescenti di Napoli e la barbarie
In un colloquio dell'autore con Francesca, psicologa dei minori, e Chiara, neuropsichiatra, egli mette il focus sull'assistenza psicologica agli adolescenti e sulla carenza del ruolo educativo dei genitori. "Un giovane paziente le aveva convinta che, per sfogare la tensione, stava praticando il parkour, l'attività sportiva di arrampicata e salto tra ostacoli e precipizi. La psicologa ci ha messo tempo per capire che il ragazzo era invece un assiduo frequentatore dei giochi online che simulavano il parkour. Da quel momento ha compreso che anche le amicizie di altri suoi pazienti erano virtuali, davano per scontato che averle sui social era lo stesso che averle nella realtà.... a quali ceti sociali appartengono i ragazzi e le ragazze che vivono maggiormente questa fusione tra reale e virtuale: La sovrapposizione è trasversale, indipendentemente dallo stato economico e culturale delle famiglie. Le famiglie benestanti e più istruite mantengono ancora qualche legame tra le esperienze reali e i loro figli. Che sia un corso, una vacanza, una gita, una residenza, è la maggiore disponibilità finanziaria e culturale a fare sì che tra la simulazione er la realtà di questi adolescenti ci siano comunque delle pause. I giovani più deprivati invece non staccano mai. 
Non solo gli artisti si uccidono
Parlo di una particolare categoria di giovani - perlopiù studenti di cinema e di scrittura creativa - che forse in virtù di una sensibilità molto spiccata ha vissuto gli ultimi anni, dallo scoppio della pandemia in avanti, ed ha cominciato a farsi del male.
"So come ci si sente. In passato mi sono sentito anche io così, eppure ai miei tempi nessuno avrebbe pensato di chiudermi in casa, vietarmi la scuola, separarmi dagli amici, negarmi tutto"
Negli ultimi tempi i miei studenti hanno iniziato a farsi del male, Non tutti, ma qualcuno sì, lo ha fatto davvero. A volte mi chiedo se è il loro modo di riapparire sulla scena dopo un'assenza durata più di due anni.
Il  contesto
Mentre scrivo queste righe sulle conseguenze della pandemia sui giovani, la pandemia non è affatto finita e la guerra tra Russia e Ucraina sembra solo agli albori. Ci sono poi la crisi climatica, l'inflazione, la siccità... Ci siamo mai chiesti cosa accade alla psiche di una generazione quando viene letteralmente bombardata dalle notifiche di news dal mondo in rovina?
Cosa ho capito ascoltandoli
"soffro di disturbo istrionico, ho già provato a uccidermi sei volte. Oggi prendo molti antidepressivi, faccio terapia due volte alla settimana, i miei genitori mi seguono in tutto quello che faccio" mi racconta M., un allievo che studia sceneggiatura. Diciotto anni appena compiuti... "Tendo a vivere i rapporti interpersonali con molta ansia, mi lego alle persone in maniera eccessiva" continua. "Cerco la loro attenzione in maniera morbosa e alla fine sto male, malissimo. Ma adesso ho capito come fare per non stare così. Semplicemente devo tenermi alla larga dalle persone, non affezionarmi, non attaccarmi a nessuno". Gli chiedo se isolarsi per non finire come in tutte le volte che ha poi tentato il suicidio non sia un pò triste come soluzione. "Lo so" mi risponde. "Ma al momento è l'unica arma che ho a disposizione per non farmi fuori". La consapevolezza del proprio dramma è un tratto comune anche agli altri ragazzi che ho intervistato. F., studentessa di dicannove anni che dal profondo Sud Italia ha raggiunto Napoli per studiare scenografia, mi racconta ciò che le è capitato durante il lockdown: "Vivevo in un paesino calabrese dove non c'è nulla. Ogni giorno, per andare a scuola , dovevo fare un'ora e mezzo di bus e poi trenta minuti a piedi. Eppure essere costretta chiusa a casa è stato peggio. Studiare è diventato impossibile. La mia più grande passione è la danza, ma mi sono rotta un legamento e ho dovuto abbandonare. Qui a Napoli non ho molti amici e nemmeno un fidanzato. Da qualche anno soffro di psoriasi e la mia pelle ha un aspetto sgradevole. Chi vorrebbe andare a letto con una così?"
Spesso la lucidità sconfina nell'irrazionalità, nel cinismo calcolatore di chi per proteggersi è costretto a immaginare il peggio per potere riprendere le adeguate contromisure. Sia M. che F. hanno paura a legare con gli altri coetanei, perchè temono che finirà male. E finirà male non perchè gli altri siano dei buoni a nulla, ma a causa del loro difetto. Per M. il suo difetto è ciò che definisce il "legarsi troppo"; per F. si tratta della psoriasi che le squama la pelle. 
Se possibile, il conflitto di D. con i suoi genitori è ancora più radicale: "I miei genitori sono dei no-vax, non hanno voluto fare il vaccino e hanno preteso che non lo facessi nemmeno io, ora non riesco a perdonarli. E' come se si fosse rotto qualcosa che non so più rimettere a posto..."
Non lotti se non c'è un orizzonte a cui guardare. E se non hai più un futuro, è possibile che uno tenti di ammazzarsi. Tutti i miei interpellati conoscono l'autolesionismo da vicino.... La loro dimestichezza col dolore è spaventosa. M. però ha cercato di farsi fuori sul serio: "Quando uno dice di aver provato a suicidarsi, gli altri lo guardano come un bugiardo. Se sei vivo, hai fallito. E se hai fallito vuol dire che volevi solo attirare l'attenzione su di te. Certo che volevo attirare l'attenzione su di me, ma io volevo anche farla finita. Come posso spiegartela questa cosa?". 
Imparare l'arte come rimedio?
Nelle parole dei ragazzi ho intravisto una luce fioca.  Che si possa trasformare in una vivida e cosciente luminosità, tutto dipende dalla possibilità di trasformare i fragili desideri che si annidano nei loro cuori in qualcosa di concreto e vivo. Nessuno di loro ha a cuore questioni valoriali. Nessuno parla mai di politica, razzismo, ambiente, famiglia, chiesa, lavoro, soldi, potere. Ciò che desiderano è che la loro passione abbia un senso. "Da quando ho capito che non potrò più danzare, ho trovato un modo per dare sfogo alla mia passione in modo diverso. Studiare scenografia mi piace, avrei voluto ballare, ma immaginare le danze degli altri è altrettanto appagante". Il lavoro di M. ha colpito i suoi colleghi "E' una messa in scena simbolica del mio suicidio. Finisce con la morte, ma non è un indizio su ciò che farò in futuro, bensì una rappresentazione catartica di ciò che ho fatto e di ciò che non farò. Voglio diventare un buon regista". Infine, D. "Nei mesi che ho trascorso chiuso in camera, ho scoperto dei gruppi di role playing molto attivi in rete e con loro ho iniziato a giocare. Ho scoperto che potevo viaggiare e lavorare con la fantasia anche chiuso nella mia cameretta. Mi ha molto aiutato e ha contribuito ad aprirmi un mondo sulle possibilità dell'immaginazione". 
Per i miei studenti l'arte e le sue possibilità sono davvero importanti. Sono necessarie. Vitali. Sono l'unica cosa che conta. E questo, in un'epoca di robot della comunicazione e artisti servili e oltremodo incapaci di andare oltre il proprio ombelico, mi commuove. Vivono la dimensione dell'arte come l'unica possibile, ne va della loro identità, E della loro vita.

domenica 2 febbraio 2025

Bianco - Le Stelle Di Giorno non dormono

Alberto Bianco e Margherita Vicario
hanno collaborato nei video di Quello che non hai, e Per un bacio
Le stelle di giorno non dormonoVentiquattr'ore lavoranoArriva il sole e scappanoDietro le quinte piangonoDa mamma notte tornanoBimbe felici ridonoPoeti e pittori le svendonoE vecchie puttane ne sparlano
E tornando a casa a piediFumo l'ultima con lo sguardo fisso in ariaPer volare via di quaTu mi fermi con la mano che sa di mandorlaE mi dici, "Sai che c'è?Io con te un figlio lo farei"
Uoh-oh-oh-oh-ohUoh-oh-oh-oh-ohUoh-oh-oh-oh-oh-ohUoh-oh-oh-oh-oh
Le stelle di giorno non dormonoVentiquattr'ore lavoranoArriva il sole, esplodonoDietro le quinte piangonoDa mamma notte tornanoBambine felici ridonoPoeti e pittori le sognanoE Luna ammirate la guardano
E tornando a casa a piediFumo l'ultima con lo sguardo fisso in ariaPer volare via di quaTu mi fermi con la mano che sa di mandorlaE mi dici, "Sai che c'è?Io con te un figlio lo farei"
Uoh-oh-oh-oh-ohUoh-oh-oh-oh-ohUoh-oh-oh-oh-oh-ohUoh-oh-oh-oh-oh
Uoh-oh-oh-oh-ohUoh-oh-oh-oh-ohUoh-oh-oh-oh-ohUoh-oh-oh-oh-oh


sabato 1 febbraio 2025

striscia fumetto: ispettore zavorka

 Emiliano Zavorka, allievo dell'ispettore Gadget, nuova figura soggetto di strisce di fumetto, inventate dai discorsi incongruenti di due sonnambuli. 


LORE: insieme complessivo della storia e delle informazioni, interne ed esterne, l'universo immaginario che riguarda il mondo finzionale in cui si svolge la vicenda narrata, fumetto o graphic novel, sostiene la coerenza interna della vicenda. 

L'ispetto Zavorka, Emiliano di nome, dalla doppia identità come Kent, un pò imbranato, si innamora di donne virtuali, sul web, che nella realtà sono delle befane che rubano le foto e le identità, ma in carne ed ossa c'è la sua segretaria, innamorata di lui, ma non se ne rende conto e non coglie mai l'occasione per baciarla. Vuole fare sesso con le donne virtuali e non con chi è vera, come la segretaria che lo adora. Per questo è soprannominato il temporeggiatore, quello che congela la situazione emozionale e l'interazione con le donne, per paura che la relazione vada in malora.  Il superiore di Zavorka è un pasticcione, uno che dice spesso "non so se mi sono spiegato, non so se mi sono capito!" coi capelli bianchi, che lui si tinge di nero, ogni giorno cambia idea, e vuol far cambiare l'organizzazione della struttura, per lui tutto è "obsoleto", e fa impazzire tutti, anche la segretaria; quando arrivano i mobili del trasloco per il nuovo appartamento, fa andare tutti quanti a casa ad aiutare, a tenere aperto per i traslocatori. Lui utilizza la segretaria come aiuto in  cucina, organizza feste a casa, e si fa sistemare casa da lei. E poi la corteggia, invitandola nei viaggi, a vedere l'opera all'Arena di Verona, o al cinema con le colleghe, per poi accorgersi durante la visione che si tratta di un film softcore. Memorabile il suo relazionarsi con tutti, puntando il dito verso il prescelto e muovendolo su e giù, vieni un pò qui, Successe che il capo indicò un insetto, sul camice della interlocutrice, toh c'è una farfallina, ma le toccò oltre al camice il seno. C'è anche un antagonista combinaguai, Testadilegno, gestore del sito web (trombare.com) delle befane in chat con cui Zavorka è in contatto, con cui si immagina in relazioni fisiche ed atti osceni, ed i suoi goffi tentativi di rispondere alle chat delle befane senza farsi scoprire dalla segretaria. C'è stato un furto nei locali dell'azienda, i ladri si sono introdotti fuori orario di lavoro, ed hanno sottratto strrumenti di valore, per cui è stato necessario mettere un allarme sirena dissuasore, e delle videocamere. Zavorka è impegnato a staccare l'allarme con il codice, ma ogni volta sbaglia tasto e lo fa scattare. Si cerca di mettere in gattabuia il sospettato numero uno del furto, Testadilegno, che vuole svaligiare l'azienda e la casa del capo, con tutte le sue tecnologie e congegni cyberpunk/steampunk. Il filone della narrativa fantastica-fantascientifica che introduce una tecnologia anacronistica all'interno di un'ambientazione storica

Disegni di Alexander Klein (AlexDrawingArt)



il cyberpunk nasce come una filiazione diretta della fantascienza americana, ma è subito evidente un allontanamento dal mainstream di questa letteratura di genere. Nel contesto della letteratura di fantascienza, la linea che porta al cyberpunk è quella che parte da Aldous Huxley e da 1984 di George Orwell e che passa per i maggiori modelli di James Ballard e soprattutto di Philip K. Dick. Il cyberpunk, come tutte quelle correnti che possono essere inserite nel clima postmoderno, si caratterizza per la grande varietà di fonti da cui attinge per l'elaborazione del proprio immaginario.

venerdì 31 gennaio 2025

Dolores O'Riordan -Cranberries - Dreams, 2007 Basel

Sogni, Dreams
Ah
La-ah-ya-ah
La-ya-ya
La-ah-ya-ah
Ya-ah, ah, ah

[Verse 2]
I want more
Impossible to ignore
Impossible to ignore
And they'll come true
Impossible not to do
Impossible not to do
[Chorus]
And now I tell you openly
You have my heart, so don't hurt me
You're what I couldn't find
Totally amazing mind
So understanding and so kind
You're everything to me

[Verse 3]
Oh, my life
Is changin' every day
In every possible way
And oh, my dreams
It's never quite as it seems
'Cause you're a dream to me, dream to me

[Outro]
Ah, la-a-la-ah, la la la
La-a-la-ah, la-ah ah ah
Ah, la-a-la-ah, la la la
La-a-la-ah, la-ah ah ah
Oh la mia vita sta cambiando ogni giorno
In ogni modo possibile
E nonostante i miei sogni
Non è mai tranquilla come sembra
Mai tranquilla come sembra

So che mi sono già sentita così in passato
Ma ora lo sento anche di più
Perché è venuto da te
Allora apro gli occhi e capisco
La persona che va alla cieca qui sono io
Un modo differente di stare al mondo

Voglio di più, impossibile ignorarlo
Impossibile ignorarlo
E allora i miei sogni si realizzeranno
Impossibile non accada
Impossibile non accada

E ora te lo dico apertamente
Hai il mio cuore, quindi non ferirmi
Per tutto quello che non ho saputo trovare
Parlami, mente sorprendente
Così comprensivo e così gentile
Sei tutto per me

Oh la mia vita sta cambiando ogni giorno
In ogni modo possibile
E nonostante i miei sogni
Non è mai tranquilla come sembra
Perché tu sei un sogno per me
Un sogno per me

Will You Still Love Me Tomorrow - Carole King song

 Tonight you're mine completelyYou give your love so sweetlyTonight the light of love is in your eyesBut will you love me tomorrow?
… Is this a lasting treasureOr just a moment's pleasure?Can I believe the magic of your sights?Will you still love me tomorrow?
… Tonight with words unspokenYou say that I'm the only oneBut will my heart be brokenWhen the night Meets the morning  sun?
… I'd like to know that your loveIs a love I can be sure ofSo tell me now, and I won't ask againWill you still love me tomorrow?
… So tell me now, and I won't ask againWill you still love me tomorrow?Will you still love me tomorrow?Will you still love me?

Mi amerai ancora domani? Mi amerai ancora?

giovedì 30 gennaio 2025

IMPROVVISART TEATRO E PODCASTS

CON FABIO MUSCI E MARTINA DI LEVA DESCRIZIONE DELL'EPISODIO Storytelling: Gli attori Fabio Musci e Martina Di Leva dialogano sul potere e l’importanza dello storytelling dentro e fuori il teatro, raccontando le proprie esperienze artistiche. Quanto è importante la parola? Quanta emozione, benessere, memoria può essere donata o restituita a chi racconta una storia a un attore? Che valore ha il racconto per una comunità e per il singolo fruitore? nel teatro di improvvisazione il concetto di pubblico (cioè di colei o colui che “assiste” ad uno spettacolo) viene totalmente ribaltato e da spettatore si diventa partecipante.
Improvvisart teatro è un gruppo che promuove i match di improvvisazione a Lecce, tiene corsi per giovani fino a 50 anni, a vari livelli, e li propone in spettacoli per il pubblico in varie fasi del corso, a dicembre si è tenuto lo spettacolo di metà corso presso il teatro Asfalto, via Birago 60, Lecce. Unendo studio, entusiasmo e divertimento, questo evento rappresenta un’importante opportunità per condividere la magia del palco. È un momento speciale in cui allievi/attori possono mettersi alla prova, mantenendo sempre chiaro l'obiettivo: esplorare e sperimentare l’arte dell’Improvvisazione Teatrale in tutte le sue sfumature. Sarà il pubblico a lanciare le sfide: proponendo temi, stili e spunti che verranno richiesti durante la serata. Gli allievi sapranno trasformare ogni input in storie irripetibili, create e vissute nel qui e ora. La Scuola di Improvvisazione Teatrale si sviluppa in un corso triennale, con l’obiettivo finale di fornire gli strumenti che rendano l’allievo/attore più consapevole della propria presenza scenica, delle proprie scelte e delle proprie emozioni, e di formare attori improvvisatori che siano in grado di partecipare a spettacoli ed eventi basati sull’Improvvisazione Teatrale. La sede del teatro è periferica, in via Mario di Lecce 10, alle spalle delle case Magno, e del centro sportivo Icos, alla fine di via delle Anime. Il gruppo di attori nasce nel 2009 e si forma lavorando con maestri nazionali e internazionali di teatro di improvvisazione e arti sceniche, partecipando a stage, workshop e festival in Italia e all’estero. Ad oggi, Improvvisart ha all’attivo oltre cinquecento spettacoli di improvvisazione teatrale messi in scena in teatri, arene, piazze e centri culturali e per la stagione 2024-25 in catalogo 10 produzioni originali di improvvisazione per il teatro.
Improvvisart sviluppa progetti sociali ed educativi di teatro rivolti alle scuole di ogni ordine e grado (PON, PCTO, PIANO DELLE ARTI, etc.) e ha in atto specifici progetti formativi con ITS, Università, Master e ISUFI con l'obiettivo di promuovere tramite il teatro lo sviluppo delle soft e life skills, migliorare le competenze comunicative degli studenti, la socializzazione, il public speaking e stimolare la loro creatività, creando esperienze educative su misura che arricchiscono il percorso formativo attraverso l'arte del teatro e dell'improvvisazione. Improvvisart è ufficialmente inserita dal 2021 nell'elenco dei Soggetti del Sistema coordinato per la promozione dei temi della creatività del Ministero dell'Istruzione e del Merito - Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione (D.L. 13 aprile 2017, n. 60 Decreto Interministeriale 14 agosto 2019, n.764 ambito teatrale performativo e linguistico creativo), è un soggetto iscritto al MEPA (AquistiInRetePA.it) ed è esercente accreditato presso il Ministero dell'Istruzione convenzionato per l'utilizzo della Carta del Docente. Improvvisart ha in essere un accordo triennale con il corso di Laurea in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo (DAMS) dell’Università del Salento. Improvvisart è costituita al 50% da Alessandra Villa, Presidente della Cooperativa nonché fondatrice nel 2008. Ha iniziato la gavetta di organizzatrice durante gli anni universitari e si è innamorata dell’Improvvisazione Teatrale appena l’ha incontrata. E’ la responsabile della comunicazione durante il giorno, mentre di sera si occupa del “dietro le quinte” durante i vari eventi. Si cimenta nella recitazione nelle Cene con Delitto e attività di Edutainment e frequenta attualmente il corso di Improvvisazione Teatrale a Lecce.
L’altro 50% è costituito da Fabio Musci, fondatore e il direttore artistico della Cooperativa Improvvisart nel 2008, nonché diplomato alla Scuola Nazionale Improvvisazione Teatrale. Ha iniziato ad organizzare attività culturali e artistiche ai tempi dell'Università e da allora non ha più smesso. Ama l'improvvisazione teatrale in tutte le sue forme (ha anche curato il libro "I Colori dell'Improvvisazione"), è fissato con le serie televisive e i viaggi, ascolta musica che i più considerano rumore. Fabio Musci è il Direttore artistico e della formazione di Improvvisart, pedagogista ed esperto validato di teatro con qualifica "Professional trainer" di Improvvisazione Teatrale (registro professionale con il codice A040). E' fondatore, regista e attore della Compagnia professionale Improvvisart.

lunedì 13 gennaio 2025

Finale de La casa del sonno

 Il post fa parte della serie su Jonathan Coe. Una delle parti liberatorie del libro La casa del sonno, è nella conclusione, che qui riporto. Il post è dedicato a Pierpaola. 

Cleo Madison, assistente del dottor Dudden. Cleo era sdraiata sul letto della sua stanza l'albergo e ascoltava i rumori del traffico di Russell square, il cicaleccio poliglotta delle voci che salivano a folate dalla finestra aperta, e rifletteva che qualsiasi cosa fosse accasduta quella sera, la sua vita non sarebbe più stata la stessa. Non si poteva tornare indietro. ...........Calava il buio quando venti minuti più tardi riemerse all'aria della sera. Quel pomeriggio aveva comprato una pianta di Londra e aveva mandato a memoria il percorso; quanto al tratto conclusivo le indicazioni di Ruby, benchè minimali, si rivelarono perfettamente congrue. ... Arrivata alla casa di Sarah si fermò. Benchè il buio non fosse ancora completo le tendine erano tirate fin giù, e appena una fessura di luce ne rischiarava gli orli. Cleo spinse il piccolo cancello di ferro battuto che cigolò lamentoso e in pochi passi fu davanti alla porta. Lasciò scorrere qualche attimo, si lisciò la gonna e si accomodò la borsa spostandone il peso sulla spalla. Poi sollevò il battente due volte.   Nell'ingresso si accese una luce. La porta si aprì dopo qualche secondo, ed era lei: sola, invecchiata, con l'aria un pò stanca e un pò assonnata; e un pò in apprensione, forse, per aver aperto a quell'ora a una persona sconosciuta. Era in jeans e maglietta; i suoi capelli erano ormai completamente e stupendamente grigi, e nell'istante in cui la vide Cleo seppe di aver mentito a se stessa; seppe che non ce l'avrebbe fatta mai senza questa donna. Non era possibile, non lo era mai stato. 

"Sarah?"

Sul momento non riuscì a dire di più. Sarah la scrutò: non la riconosceva, non indovinava ancora. "Ci conosciamo?" 

"Certo che mi conosci," disse lei. "Sono io; Robert."

Questa parte del libro è legata alla corrispondenza con Pierpaola, con cui ripetutamente si è parlato di ruoli nel teatro, di inversione dei ruoli, di cambio di sesso. qui i discorsi sul fascino del travestimento


un abbozzo sul progetto di formare un gruppo  teatrale
ed un immaginario incontro tra due amanti, accompagnato dall'incontro dei loro burattini, preso a prestito dalla rappresentazione di Irina Brook La buon'anima di Szechuan, Trocadero, Parigi 2003 burattinaio Ivan Franek, con Renato Giuliani e Gerard Papasian i tre tricksters


domenica 12 gennaio 2025

La casa del sonno

 Questo post si ispira a La casa del sonno, di Jonathan Coe, e sl tema della narcolessia, che ho già trattato in questo post. 

Si ispira anche al personaggio di River Phoenix, Mike Waters, nel film My private UIdaho (Belli e dannati). Mike è omosessuale e ha gravi problemi di narcolessia; abbandonato da bambino in circostanze misteriose, ha sempre vissuto con l'ossessione di ritrovare la madre, che spesso appare nei suoi sogni. River Phoenix dà una delle sue migliori interpretazioni. Si parla di ricerca di identità, emarginazione sociale e c'è anche questa dinamica di amore non corrisposto. Il post è dedicato a Marta, di Gallipoli..

Al fondo del libro. 3. Trascrizione. Paziente: Ruby Sharp, data 28.6.96, ore 2.40 Tecnico Lorna.

mai silenzio, mai silenzio in questa casa, mi ricordo tanti anni fa sempre le onde, mai silenzio al piano di sopra, seduta con lei, seduta seduta con te, mi ricordo ti ascoltavo mi ricordo tutto la spiaggia quel giorno, alla spiaggia le cose che dicesti non c'è nessun limite, così dicesti nessun limite, non c'è niente che non farei per meritarmela e le cicatrici, mi ricordo le cicatrici sulle gambe, due cicatrici come come due virgolette e poi ho visto la scorsa settimana, ho visto alla spiaggia una spiaggia diversa, una spiaggia diversa la stessa persona, una persona diversa lo stesso corpo, sulle tue caviglie due cicatrici, io ti conosco so chi sei ma ascolta, ascoltami conosco anche lei, ora è a Londra vive là, che cosa fa vuoi sapere, è sola completamente sola, devi andarci devi cercarla io lo so, l'ho sempre saputo da quella volta alla spiaggia insieme, dovete stare insieme, mi sentivo felice quel giorno, tanto felice mi ricordo tutto, mai felice come quel giorno, ho sempre avuto voglia da sempre di ricompensarvi, non sapevo come, di ricompensarvi tu e lei, l'Uomo della Sabbia, tu hai fatto il castello, un castello bellissimo, crollato spazzato via perduto no, non ancora perduto, niente è ancora perduto niente, se la trovi vai subito da lei, ti aspetta a Londra, facile da trovare una casa vuota, una casa fredda, vive sola North London strade silenziose, ritorni indietro, ritorni indietro dalla stazione, la prima casa, la prima che vedi non aspettare, corri subito vai subito trova la via ricordati, ricordati il nome Fermer Road, Fermer, ti vuole, vuole te vai a cercarla ti prego vai subito da lei.  (punteggiatura assente nell'originale)

pag. 102, capitolo 6. 

"Sono salita ad Ashdown l'altro giorno" disse Ruby di punto in bianco. "Cioè, non sono entrata. Sono salita e ho guardato da fuori. Gli studenti non ci sono più. Ora l'hanno trasformata in clinica, ci curano le persone che hanno...". "...disturbi del sonno, sì lo so" (Sarah). "Ah, chi te l'ha detto?". "Il mio medico" E bevve un sorso di vino. Stava bevendo troppo in fretta, se ne accorgeva. "Mi aveva suggerito di andarci". "Come mai?" chiese Ruby, e subito si rese conto di essere stata troppo diretta. "Cioè, scusami se te lo chiedo...". "Beh, rispondere a questa domanda", disse Sarah, "vorrebbe dire farti la storia della mia vita. Magari ne parliamo a cena, ti va?". "La storia della tua vita è esattamente quello che voglio sentire," disse Ruby seguendola verso la porta d'ingresso. "In fondo non ci vediamo da dodici anni." "Ma perchè, Ruby? Che importanza può avere per te?" "Perchè ti devo alcuni dei miei ricordi più belli," rispose Ruby con semplicità. Sarah ne fu profondamente toccata. "Sì," disse. "Sì, erano bei tempi"...................    "Stavi per raccontarmi come mai sapevi di Ashdown" riprese Ruby. "Ma per spiegarmelo dovevi raccontarmi la storia della tua vita." Sarah macinò un pò di pepe sulla minestra: "Dunque, tu sai cos'è la narcolessia?". "Più o meno." rispose Ruby meravigliata. "E' quando uno si addormenta continuamente di giorno, no?". "All'incirca. Beh, io ne soffro." "Oh." Ruby non aveva idea di cosa volesse dire praticamente. "Mi dispiace. E' grave?"  "Di sicuro è fastidiosa". "Ma la clinica ti poteva... aiutare, no?  "Chi lo sa." Sarah prevenne ulteriori domande e aggiunse: "Sono stata io a non voler andare, per due motivi. Primo, non potevo permettermi la retta, e per i pazienti della mutua c'era una lista di attesa di quasi due anni. Secondo..." - e fece un sorriso leggermente accigliato - "...il secondo motivo è che il direttore, guarda caso, è un certo Gregory Dudden, uno che era con me all'università". "Ah sì?" disse Ruby incertna. "Tra Gregory e me... c'è un precedente," disse Sarah. "Per un periodo è stato il mio ragazzo. Anzi, il mio primo ragazzo. Sai, una di quelle storie da studenti che quando sei lì sembra che fili tutto liscio, poi qualche mese dopo ci ripensi e ti chiedi: ma dove ce l'avevo la testa?". Ruby continuava ad annuire benchè la spiegazione non rientrasse nel dominio della sua esperienza. "E quindi... che vuol dire di preciso essere narcolettici? Che problemi dà?" "Tieni conto che con gli anni qualche cambiamento c'è stato, ma la cosa principale è che la notte dormo malissimo, e non riesco a evitare di addormentarmi di giorno. Ormai sono circa vent'anni che va avanti. Ci sarebbero anche altri sintomi, ma quelli ultimamente sono migliorati un pò: per esempio la cataplessia." "Cioè?" "Cioè, se rido molto, o se per qualche motivo mi emoziono troppo, perdo il tono muscolare. Resto cosciente, ma ho una specie di mancamento. Quando comincia me ne accorgo, ma non posso farci niente. La può provocare qualsiasi cosa: rabbia, gioia, frustrazione..." "Questo mi sembra più che fastidioso," disse Ruby. "Non ne avevo idea." "Già," disse Sarah alzando le spalle e cercando un tono disinvolto, "negli ultimi anni mi è costato un paio di lavori. Addormentarsi in classe può capitare agli alunni, non all'insegnante." Tornò a riempire di vino i bicchieri: il suo era vuoto, quello di Ruby quasi intatto. "Fatto sta che sono riusciti a diagnosticarmela solo tre anni fa. Molti medici di base l'hanno sentita sì e no nominare. Il primo dal quale andai era nel buio assoluto: mi dirottò dal classico strizzacervelli." "Che genere di strizzacervelli?" "Uno psicoterapeuta. Un lacaniano." Ruby era di nuovo in alto mare: "non ti hanno mica rinchiusa?. "No, macchè," disse Sarah manifestamente divertita all'idea. "Sai, non credo sia stata una completa perdita di tempo. Almeno mi ha fatto capire perchè non amo che mi si tocchino gli occhi.".................... "Vediamo, che altro c'è da sapere su di te? Ti sei sposata? "Certo: abbiamo già dato. Si chiamava Anthony. Era professore universitario." "E poi?" "Mi ha lasciato; è già un pò. Ha trovato un'altra." "Ah." E Ruby si trovò nuovamente a pronunziare la frase "Mi dispiace". Ancora una volta, Sarah alzò le spalle. "Cose che capitano." "Chissà, forse era solo una mia fantasia, uno di quei sogni da bambini, ma ho sempre sperato che sposassi il ragazzo che avevi al college." "Quale ragazzo?" "Come, quale? Robert." Il riso di Sarah fu breve e forzato. "Robert? Robert non è mai stato il mio ragazzo." "No? ma come, quella volta in spiaggia..." "All'epoca stavo con un'altra persona. Anzi: stavo con una donna. Con Veronica, per la precisione. E Robert... quel giorno era con noi solo per caso. Neanche mi ricordo che ci facesse con noi." Colse lo sguardo interdetto di Ruby e aggiunse: "Sempre più complicato, eh?".  "No, non mi scandalizzo mica," disse Ruby. "Anche una mia compagna di scuola è bisessuale. Così sostiene lei, almeno." "Io non amo molto quella parola," disse Sarah. "Nè quella nè tutte le parole che prendono un fatto complicato e tentano di ridurlo a una formula. E poi..." (nettò dal rossetto l'orlo del bicchiere) "..il sesso non c'entra molto. Non per me, almeno: non è quello che cerco. Il lato divertente è che tutti pensano che hai la doppia scelta: ma non funziona esattamente così." 

"Tu dici che era solo un amico," disse Ruby: e stavolta con calma, adagio, scegliendo con cautela le parole, "ma io credo che Robert tenesse veramente a te. quel giorno in spiaggia mi disse delle cose, e... sì, io ero solo una ragazzina, ma me le ricordo ancora..."

"Te l'ho detto: Robert  era un amico, nè più nè meno. E se veramente ci teneva, come mai mi ha lasciata lì come un ferrovecchio subito dopo l'università?" .......... "Io quel giorno non lo dimenticherò mai," disse Ruby. "Quel castello di sabbia meraviglioso che facemmo insieme... me lo sognai per settimane e settimane." "Già, hai ragione..." Sarah riprese a sorridere debolmente mentre il ricordo le tornava. "Tu lo soprannominasti l'Uomo della Sabbia, vero? Anzi, tutt'e due: per un pò gli demmo questo soprannome tutt'e due." "C'era tanto sole. Tanto silenzio. Fu il giorno più bello..." Ora Ruby guardava Sarah dritta nel viso: con serietà, con slancio. "Sai, ho sempre pensato a come ripagarvi: a come ripagarvi tutt'e due". "Non dire sciocchezze." 

"Questa tua narcolessia," disse. "Si può guarire, vero?" Sarah scosse la testa "...le mie cataplessie non sono più tanto terribili; e c'è un'altra cosa che sembra completamente scomparsa: allucinazioni ipnagogiche, le chiamano così." "Che roba è?" .... .. "Non è facile da spiegare," disse, "ma facevo dei sogni... talmente  realistici..." Cominciava a provare nostalgia anche per quello? si chiese affrettandosi verso casa. Anche per il fatto che una volta era incapace di distinguere tra i sogni ed i ricordi? Era tempo, assolutamente, di dimenticare quei giorni, tempo di concentrarsi sulle sfide dell'oggi. 

sabato 11 gennaio 2025

KIDS festival teatro ragazzi

 Si è tenuto a Lecce il festival di teatro per ragazzi, KIDS, dal 27 dicembre al 6 gennaio. E' stato propagandsato con una parata di strada da via Libertini e corso Emanuele fino in piazza Sant'Oronzo, con aertisti sui trampoli, suonatori di strrumenti a fiato , e ragazzi colorati e truccati.

Teatro Apollo, Paisiello, e Knos




Il kids village ha organizzato laboratori gratuiti per basmbini, attivi la mattina del 27-28-30-31 dicembre e 2-3-4 gennaio, presso l'Acchiappalibri Ogni bene,  Manifatture Knos, a cura di BlaBlaBla
gruppi teatrali dall'Italia e dall'estero 
Kenji Shinohe (Giappone) ha presentato K(-A-)O  per bambini dagli 8 anni in su (Fondazione Sipario Toscana, Cascina). Cie L'Alinèa (Francia) ha presentato Petite histoires sans paroles, per bimbi dai 5 anni in su. Wonderland collectif (Olanda) ha presentato KORO KORO, per piccoli fin oa 18 mesi. Marie de Jong (Spagna) ah presentato Amour, per bimbi da i6 anni in su. 

La luna nel letto (Ruvo di Puglia ) ha presentato La fabbrica del trempo per bambini dai 7 anni in su. e  Jack il ragazzino che sorvolò l'oceano, dai 4 anni in su.  Kuziba (Ruvo di Puglia) ha fatto COME SeMe, per bimbi tra i 2 ed i 5 anni. Collettivo Clown di Milano che ha presentato Ballon Adventures, per bimbi dai tre anni in su. Compagnia teatrale Petra (Satriano),  Compagnia teatrale L'albero (Melfi) e  Orchestra Senzaspine (Bologna)  hanno preasentato ONDE, per bimbi fino a 3 anni. Circo El Grito (Jesi) ha fatto Luz del una, per bimbi dai 6 anni in su.  Koreja ha presentato LAQUA dai zero ai tre anni. Zero meccanico teatro (Gallipoli) ha presentato Sogno in scatola, dai tre anni in su. Fontemaggiore centro produzioni (Perugia) ha fatto LA BELLA E LA BESTIA, dai 6 anni in su. Teatro all'improvviso (Mantova) ha fatto Tre sagome, per bimbi dai 4 anni in su. Armamaxa teatro (Ceglie messapico) ha fatto Nel ripostiglio di mastro Geppetto, dai 5 anni in su. Il teatro del piccione (Genova) ha presentato VERSO B, lo straordinario viaggi ocon papà. per bimbi dai 7 anni in su. Scheda teatro (Milano) ha presentato Sciopero! ovvero quella volta che il lupo smise di lavorare, per bmibi dai 6 anni in su.  Alessandro  Nosotti Orsini ha presentato EMOTUS, un mondo di emozioni, da i3 ai 10 anni. 

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