Prendo spunto dal post precedente, sulla rassegna di teatro a Torino "Teatro e Scienza: hard and soft science - le Donne", incentrata su alcune figure femminili quali Maria Sklodowska Curie, Maria Gaetana Agnesi, Margherita Hack, Frida Kahlo, Ada Byron, Sarah Kane, Vera Rubin, Ipazia, Mula, figlia di Pitagora, Hedy Lamarr, Sofia Kovalevskaja, Emmy Noether, Sophie Germain, Rosalind Franklin, Rita Levi Montalcini, e le donne nello STEM - Science Technology and Mathematics, per tornare a un argomento a cui ho dedicato alcuni posts nel passato, come questo del 18 marzo 2011, sulla figura della navigatrice e botanica Jeanne Barrè o Baret, che diede il nome al fiore Baretia heterophylla, o Turraea, mentre altri fiori da lei scoperti sono stati nominati come la spedizione a cui ha partecipato, De Bouganville, e Commerson, comandante della spedizione.

Le città dedicano molte statue ai loro rappresentanti più illustri, uomini, anche se storicamente ci sono degli esempi recenti di statue dedicate alle donne. Il più recente è quella della
Fearless girl, a New York, che sfida il toro di Wall street, simbolo delle transazioni in borsa. Opera della scultrice Krista Visbal, di dimensioni 1.30 cm, è stata posizionata nel 2017, in occasione della giornata internazionale della donna.
L'interesse per le statue femminili era nato per un gioco tra bloggers, quello di indovinare le città dove certe statue erano collocate. In particolare è grazie ad
Angela Siciliano, scrittrice LGBT, autrice del blog
letture-e-riletture.blogspot.com, chiuso, ed al suo post dedicato alla statua della
donna pescatrice a Copenhagen.
Angela Siciliano ha pubblicato il romanzo “Quando l’amore non basta” (Gingko Edizioni, 2008) e la raccolta di poesie “Tra le dita” (Franco Puzzo Editore, 2012). Sue traduzioni di alcuni testi di poeti danesi contemporanei sono nelle riviste letterarie “La clessidra” (2013), “Hebenon” (2013), e il libro di poesie “Stanze d’albergo” (Franco Puzzo Editore)Esistono altre città che hanno dedicato una statua alle donne pescatrici, come nel caso di Hansenstadt
e di Husum, in Germania
al secondo posto ci sono le donne in costume locale, questa è a Copenhagen, davanti a case d'epoca
Scorrendo dal mondo del lavoro alle eroine locali, esistono vari esempi di monumenti al ricordo
una eroina danese che guidò una rivolta, a Copenhagen, dedicata ad una donna di colore
la donna delle isole Faroer ( foto di @Maria Gulkett, 2016)
creata da Hans Pauli Olsen, istallata a Mikladalur Harbor, isola Kalsoy, Faroe Islands, nell' agosto 2014. Le selkie, le donne foca, salgono a riva spogliandosi del loro sigillo, la pelle di foca, per unirsi agli umani.
Una di queste leggende, narra di un giovane uomo di nome Sjúrður che rapì Kopakonan, con l’inganno.
fino alle donne trummerfrau, che aiutarono a ripulire dalle macerie della seconda guerra mondiale
E finalmente ci sono le donne nella scienza, argomento recente, per cui la più rappresentativa è il premio Nobel Maria Sklodowska Curie, commemorata nella foto, a Varsavia
In Italia, poche sono le donne ricordate per meriti che non siano strettamente legati al sacrificio o alla cura, fa notare l’
associazione Mi Riconosci. I monumenti dedicati a donne realmente vissute in Italia sono pochissimi:
Grazia Deledda, Maria Montessori, suor Maria De Mattias. L‘associazione Mi Riconosci, che dal 2015 raggruppa professionisti dei beni culturali, ha voluto fare un’indagine chiedendo al proprio pubblico di segnalare statue e monumenti femminili in tutta Italia, e integrando poi questi dati con altre informazioni di cui era già in possesso, per elaborare una sorta di censimento. Il risultato è stato quello di individuare 148 monumenti e statue dedicate a donne realmente vissute oppure a figure anonime collettive (la moglie, la partigiana, la mondina… ) che si trovano in spazi pubblici come piazze, giardini e strade. Sono state escluse dalla conta le figure allegoriche come la Patria o la Vittoria, la Madonna e le statue che si trovano in cortili privati e pubblici (anche di scuole e ospedali) e cimiteri.
Un dato sorprende: nelle maggiori città italiane i monumenti dedicati a donne sono pressoché assenti: sommando Roma, Napoli, Milano, Torino, Firenze, Bologna, Bari, Palermo, Cagliari e Venezia, si arriva a un totale di 20 di cui solo 8 sono vere e proprie statue o monumenti figurati. Dei 148 monumenti e statue censiti, solo il 36% poi è collocato in una piazza, mentre il restante 64% si trova agli incroci o ai lati di strade, o in parchi. Nel dettaglio: 14% sono busti, il 4% fontane, il 2% gruppi che vedono anche la presenza di uomini o bambini.
Maria Boorman Wheeler fu una grande benefattrice per
Riccione e tutta la provincia: ella si occupò dell’illuminazione pubblica del paese, contribuì alla realizzazione del porto, realizzò la strada di accesso all’approdo, distribuì per anni 300 minestre giornaliere per contrastare come possibile la povertà che inginocchiava Riccione. Dopo la morte del marito, Maria Boorman Ceccarini sostenne finanziariamente la Società Operaia di Mutuo Soccorso e la Biblioteca Popolare Circolante e inaugurò l’asilo infantile Giardino d’Infanzia.
Tina Merlin, giornalista (la diga del Vajont), di Belluno, proposta nel 2021, ma ancora da definire“Vorrei che questa terra ospitasse un monumento in onore di una delle più importanti giornaliste italiane, Tina Merlin: in questi anni è stato aperto un grande dibattito proprio su questo, sulla necessità di ricordare le figure femminili che hanno dato lustro all’Italia, che rappresentano esempi in tutti i campi in cui si sono cimentate. Un monumento che sia manifesto della battaglia per la parità di genere, dedicato proprio ad una delle più grandi femministe e intellettuali del Paese”. La proposta viene dal ministro per i Rapporti con il Parlamento e le Riforme Federico D’Incà, anche lui originario di Belluno, nel corso della commemorazione a 30 anni dalla morte della giornalista.
A Milano la prima statua di donna dedicata a Cristina Trivulzio di Belgiojoso, inaugura in città, nel «salotto di Milano», piazza Belgioioso. È dedicata a una donna libera che ha lottato per la propria autodeterminazione e per l'Italia, ha aperto il cuore verso gli altri e puntato lo sguardo verso la giustizia sociale.