martedì 7 febbraio 2023

Budapest, PARP meeting 2017

 Mi sono fermato a Budapest una settimana, alloggiando in un ostello a prezzo stracciato, dove avevo già dormito nel 2011, di rientro da Praga e Kosice. La vista dal ballatoio su cui si affacciano i due immobili, gestiti da una coppia, lui americano: il caffè non l'ho preso mai da loro per colazione, sempre fuori, in panetteria. Questa volta ho preso la camerata mista, c'erano una ragazza francese, che parlava tutte le sere con il ragazzo via internet, ed un terzo uomo che non vedevo quasi mai. 

Avevo ancora qualche cartamoneta rimasta dal primo viaggio, ma nel frattempo hanno emesso nuova cartamoneta, per fortuna ho trovato una bancarella che me li ha accettati, con una leggera svalutazione.

La volta scorsa avevo girato Buda ed anche Pest, il  castello,  e fatto le foto di rito. Questa volta solo quelle indispensabili. Nel 2011, era già il secondo soggiorno, si arrivava dall'aeroporto con il treno, alla stazione Niigati, menre da quella Keletj si parte per Vienna e per l'est Europa. Dopo sono cambiate le cose, dall'aeroporto la navetta fa scendere alla stazione della metro e quindi bisogna prendere i biglietti della metro. Che però a me rimangono incompresnibili, non so mai da quale pare obliterarli.

Il meeting sulla ADP ribosilazione si tiene ogni due anni, e il comitato organizzatore è formato da tre professori/esse, Daniela Corda, Nicole Curtin, e Peter Bai, organizzatore locale, che ha accesso al centro congressi, che permette costi convenienti per noi europei. Io partecipavo in quanto editor del giornale Challenges, che aveva offerto 400 euro per il miglior poster per finanziare i giovani ricercatori (è stato selezionato dal comitato organizzatore quello di Lyle McPherson, del gruppo del Johns Hopkins university).



  


E' stata una occasione per me di incontrarmi di nuovo, dopo il 2013, con il mio professore di Tsukuba, il Dr. Miwa, con cui ho trascorso tre anni di ricerche, 1994, 1996 e 97, ed una sua collaboratrice, la Dr.ssa Masutani. Ancora oggi continuiamo a scrivere lavori ed a pubblicare insieme.
  
La cena sociale dei congressisti si è tenuta su un battello, che ci ha portato sul Danubio, ed all'interno siamo stati confortevolmente sistemati su più tavolate, io insiemai colleghi italiani di Roma e Napoli






Le restanti serate libere ci siamo visti per un drink,  per la cena e una passeggiata in centro





                                                                Ferenz List, ossia Franz
 







  
  

Pur essendo in confidenza, mi rammarico di non aver condiviso il mio piatto con i colleghi, sono sicuro che avrebbero voluto assaggiare tanti piatti diversi, come questo stracotto/brasato con le amarene.
Sul finire della settimana, abbiamo visitato il museo nazionale, con varie sale in cui si spiega la dominazione turca prima del regno austro-ungarico, e si capiscono le variazioni di territorio, ed i nomi dei luoghi.
Una visita alla casa di Bela Bartok, alla sua collezione di oggetti del folklore locale, al suo giardino, ha completato la nostra premanenza a Budapest. E' stato un viaggio con i  mezzi pubblici molto impegnativo, abbiamo cambiato due linee, per arrivare in una parte della città fuori dagli itinerari turistici. Ma ne è valsa la pena.
  
   

la sinagoga non siamo riusciti a vederla, con la  sfortuna del turista, siamo capitati di sabato, a soggiorno quasi concluso. 
la teiera in porcellana giapponese della famiglia del professore, me la regalò nel 1994, la lasciai a mia sorella, perchè mi aveva sostenuto moralmente e finanziariamente 

Nel centro di Budapest, ho fatto la spesa al supermercato: cumino dolce, radice di prezzemolo, paprika.
La domenica abbiamo condiviso un taxi, offerto dal professore, e ci siamo salutati in aeroporto
al bar, mi sono preso un caffè espresso, prezzo internazionale di due euro. Duty free, qualche bottiglia di distillati di prugne (slivovice), ciliege o frutti di bosco, ma siamo vicini a Bratislava, non perdetevi l'occasione, i distillati sono buoni e costano di meno, ed anche la birra conviene, un euro quella alla spina. 


domenica 5 febbraio 2023

Visita a Vienna 2017

 Mi accorgo che durante il periodo tra il 2017 ed il 2019, periodo in cui mi sono occupato di mia madre, non ho postato nulla sui miei contatti con l'estero. Ebbene, durante un viaggio a Budapest per un convegno, a maggio 2017, ho fatto una breve visita a Vienna, andando a trovare la prof.sa Margit Laimer, una collega, esperta di biotecnologie vegetali.

Il BOKU, centro per le biotecnologie di Vienna, è situato nella zona nord, come indica la mappa.

La collega Margit parla italiano, come molti originari del Tirolo, ma abbiamo parlato in inglese per farci capire dal personale che lavora con lei.
Ha una glasshouse, una serra, che gira intorno ai laboratori, ricavata dai balconi rivestiti di vetrate. Ci sono innumerevoli vasi, con piante, il germoplasma cha ha raccolto negli anni, dalla yatropa al corniolo, alle fruttifere. All'interno, nelle camere di crescita, sono presenti i barattoli di propagazione delle piante su cui ha fatto delle modifiche di ingegneria genetica (nella foto). E' stata una mattinata piena, culminata con una sosta alla caffetteria.
un solo rammarico, dopo la mia visita ho saputo dei contrasti tra la prof e la sua assistente, iraniana, che ha cercato di farle le scarpe, screditandola.
Nel pomeriggio, libero, ho visitato il centro di Vienna. Ricordo quando venivamo in treno dal Brennero, si doveva cambiare alla stazione sud, prendere un taxi, correre alla stazione nord, per il Vindebona che arriva a Praga. Il profumo nella carrozza ristorante sul Vindebona per Praga è attraente, cucina ceca, pancotto con stufato alla panna e verdure....
Una volta non avevamo ancora ottenuto il visto, e siamo andati in ambasciata per un rilascio in mattinata. 
In un'altra occasione, io sui 11-12 anni, ho visitato il Prater con le sue giostre, la casa stregata.
Siccome è una città che significa molto per le storie che ci narrava mia madre, ho camminato molto, per vedere la chiesa di Santo Stefano, i palazzi di Sissy e degli Asburgo.

 Questa città è stata vissuta intensamente, chiunque abbia avuto modo di soggiornare qualche anno, come mia madre ed il nonno durante la seconda guerra mondiale, per motivi di lavoro obbligatorio nelle fabbriche e nella manutenzione stradale (e per avere diritto alle razioni per mangiare, 2500 calorie giornaliere): per una diciotenne che lavorava in fabbrica c'erano supplementi di calorie, ma anche la gente si dava da fare, chi allevava galline, chi faceva servizio civile, prendedosi cura di bambini orfani, e così si arrotondava. 
Penso che chi soggiornava a Vienna, in particolare mia madre, ha avuto giorni di festa in cui fare una passeggiata, arrivare in centro, visitare la cattedrale, e condividere le bellezze dei luoghi, il palazzo di Sissi. Anche prima della liberazione, ci sono stati prigionieri di tutte le nazioni, ai lavori obbligati, che hanno condiviso le loro razioni ed i loro sogni, anche nel più duro momento di bisogno.  Poi il 5 maggio sono entrati i russi, la liberazione la festeggiano a maggio in Austria. Le truppe si sono intrattenute con la gente liberata, chi ha dato, portando doni, dalle coperte a una moto, e chi ha tolto, una mano da' ed un'altra toglie.


 

 

  





 



Dell'Austria avevo già scritto, un post del 2014, quindi i commenti sui prezzi e sul cibo li potete rivedere leggendo l'articolo su Salzburg. Questa insegna di un punto ristoro vicino al palazzo imperiale, giusto il tempo di uno spuntino, due cetrioli, un wurstel, e una aringa marinata, dopo la lunga camminata, stanchissimo.
In serata, rientro a Budapest in treno, ci vogliono un paio di ore,  c'è anche la carrozza ristorante. 

                                 carrozza caffè e ristorazione sul treno intercity Vienna-Budapest


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