Tra il 1990 ed il 1995 ho trascorso cinque anni presso la facoltà di Medicina a Borgoroma, Verona, presso il complesso dei laboratori universitari di ricerca medica (fino a fine 1990) e poi presso l'istituto di Biochimica.
Ilaria Dalprà di spalle, con il Bertini e CaterinaLa prima borsa di ricerca era ospedaliera, con il Professor Radin e il Dr. Dellagiacoma (Gianni, originario della Valsugana) che si occupava di ricerca sul trapianto del pancreas endocrino, utilizzando cellule di ratto e di maiale. Quando la sua dottoranda venne in laboratorio, gli chiese: Gianni, quando lo fai il maiale? e lui rispose: Tutti i giorni! A fianco della nostra stanza vi era un laboratorio di proteomica, con un medico e due tecniche, di cui ricordo Monica, perchè ci siamo frequentati in varie occasioni, originaria del Veronese là dove si producono amarone e recioto, una sera ce ne fece dono, era squisito. Quando ho vinto il dottorato, e fine anno, ho lasciato la mia borsa ad una biologa, Teresa, che aveva un conflitto latente con gli uomini, ma allo stresso tempo riusciva a suscitare l'interesse dei colleghi. Invece Gianni, sciupafemmine, era intento a corteggiare le infermiere. Più avanti ritornerò su Gianni e le sue conquiste.
A Biochimica, ero nel gruppo del Professor Suzuki, e cisi occupava di tessuti animali da cui estraevamo proteine con particolari proprietà. Dai ratti, ghigliottinati, si sezionavano gli organi distinguendone le funzioni (Ad esempio, dal cervello si raccoglievano le varie zone separatamente: cervelletto, bulbo, talamo, corpo striato, corteccia, ippocampo, e così via), fino a venti diversi tipi di organo, i tessuti venivano crioconservati a meno 80 dopo averli polverizzati in azoto liquido. Inoltre, c'erano organi come testicoli bovini, tagliati in forma di pizzette, che davano origine a sollazzi da parte degli amici, che mi prendevano in giro. Venivano anche studenti stranieri, ricordo una vietnamita, Nguyen, che mi ha ricontattato di recente, ha lavorato negli USA con la sua famiglia. Altri laureati frequentavano il nostro gruppo, Sofia è rimasta ed è docente ancora oggi, e il farmacista Checco, che lavorava ma aveva la passione per la ricerca. Una sera era impegnato in una estrazione dell'enzima ADP ribosil Transferasi, con una studentessa di un gruppo napoletano, ma dopo il passaggio sulla colonna di affinità e analisi del contenuto proteico nelle varie frazioni, il risultato era negativo. Trovandomi ancora sul posto, ci siamo messi insieme a riequilibrare le frazioni per eliminare l'eccesso di sali (con il potenziometro per leggere la conduttività in milliohms) e l'ho convinto a ricaricare la colonna di affinità. Fu un successo!
Nei gruppi diretti da altri professori c'erano persone simpatiche, Chiara, sposata con famiglia, Patricia di origini libanesi fidanzata con Elio, e una ragazza olandese, con cui mi intrattenevo a parlare, e mi offrivo di lavarle la biancheria, perchè non aveva la lavatrice. Mi fecero notare che avrei dovuto fare attenzione ai suoi camici, perchè lavorava con sostanze radioattive, e si macchiava il camice. Visto che anche io ho lavorato con molecole radiattive, non me ne sono preoccupato. Un fine settimana Gianni ci invitò ad andare con loro a Bormio, aveva le chiavi di una baita per gli ospiti, nel parco dell'Adamello, e io chiesi alla ragazza olandese di accompagnarci. Sono partito insieme a lei con la mia 500, chiacchierando lungo il viaggio, e a Bormio ci siamo ricongiunti con il gruppo, la casa era confortevole con vari letti, a castello e a due piazze. Ad un tratto, la mia amica mi raggiunge pensierosa e mi chiede: scusa, ma io con chi devo dormire, con te con Gianni? Il dottore si era fatto avanti e la mia amica forse aveva fatto un progetto che mi riguardava. Comunque, fu un fine settimana bello e di libertà, arrivammo anche a Livigno, città esentasse; in seguito i due si frequentarono ancora per qualche mese. Passata la cotta per il medico, ci siamo rivisti, l'ho introdotta alla mia cerchia di amicizie disinteressate, alcune LGBT, con cui si facevano grasse risate e mangiate di costatine a Verona e nell'entroterra, tra osterie e fresche frasche, tipo le osmize, come le chiamano in Friuli.
Colonne sonore: It's the end of the world as we know it (and I feel fine), R.E.M.; Nevermind, Nirvana;
Sax And Violins – Talking Heads; Summer Kisses, Winter Tears – Julee Cruise; Move with Me (Dub) – Neneh Cherry; The Adversary – Crime and The City Solution; What's Good – Lou Reed; Last Night Sleep – Can; Fretless – R.E.M.; Days – Elvis Costello; Claire's Theme – Graeme Revell; (I'll Love You) Till The End Of The World – Nick Cave & the Bad Seeds; It Takes Time – Patti Smith e Fred "Sonic" Smith; Death's Door – Depeche Mode; Love Theme – Graeme Revell; Calling All Angels – Jane Siberry.
Wim Mertens: Close cover, Whisper me, The fosse, Struggle for pleasure. Peter Gabriel: Secret World. Gianna Nannini: America; Ciao amore: io senza te.
Degli altri istituti, in ognuno c'era qualche amica simpatica, con cui scambiare due parole, c'era chi cantava nei gruppi come corista, ma il gruppo di ricerca più numeroso era a istologia, varie ragazze che organizzavano party e serate in campagna. Ad una uscita, mi sono presentato con una mongolfiera, e la serata è stata divertente, tra medici stranieri ospiti del professore, a Negrar, nella campagna veronese, nel giardino di Caterina, una delle ragazze del team.
Una delle interne di Anatomia era Ilaria Dalpra (inseparabile dalla sua compagna Lucia Gabrielli), grande amica sportiva, spesso sono andato a Vicenza da lei per giocare a calcetto od a pallacanestro, nel 1993, mi ha fatto conoscere la sua cerchia di amicizie: Giuliano, e la squadra di calcio ospitata a Borgoroma per una sfida VI-VR (Giampaolo, Stefano, Filippo, Nico, Marek dalla Czechia). Si era una comitiva numerosa, ricordo pomeriggi nuvolosi, tramonti carichi di nuvole nere e vento di settentrione, al rientro dai giardini da una partita insieme. Colonna sonora: 883: Come mai, Pitura Freska: Un papa nero.
La festa di saluto prima della partenza fu a casa mia, mi regalarono una T shirt bianca tutta firmata con bei pensieri e dediche (Sii felice; partire non è andare e tornare, è imparare le lingue degli altri, imparare ad amare). Al ritorno dal Giappone, ho trascorso il 1995 abitando a Vicenza e viaggiando a Verona per scrivere la tesi di dottorato. Le amicizie erano consolidate, e ripresero le partitelle di pallacanestro (oratorio) e pallone (ai giardini pubblici), inoltre siamo andati insieme una sera al cinema a vedere Kitchen, dal libro di Banana Yoshimoto.
Durante il mio secondo soggiorno in Giappone, ho rivisto il professore Armato ad un convegno nel 1997, insieme a due sue dottorande, una delle quali era Ilaria. Prima di partire nel 1994, le avevo lasciato lo stereo, al rientro mi ha aiutato a fare il trasloco a Vicenza. Marilena (Ribecco) ottenne una borsa per il Canada, da cui mi ha scritto varie volte nel 1997, sul freddo (-38 gradi) di Montreal, e su Ilaria che l'aveva raggiunta per lavoro.
Solo con Marta, la ricercatrice di Suzuki, e con la figlia di Suzuki, ci sentiamo ogni tanto, abbiamo mantenuto i contatti. In un paio di occasioni sono passato a trovarli, in istituto, e quando il prof è mancato, per un tumore, ho provveduto a comunicarlo a chi non sarebbe stato raggiunto dalla notizia, come il
responsabile scientifico all'ambasciata italiana a Tokyo, Angelo Volpi, e grazie a Suzuki ed alle persone che avevano rapporti di lavoro con lui, in Giappone, ancora oggi ci sono rapporti di amicizia e di lavoro tra Italia e Giappone, grazie a questi studi e scambi pionieristici.