domenica 27 novembre 2011

A Colorno, a casa

Anche quest’anno sono stato da mia madre per la settimana  del suo compleanno. Dato che voleva qualche servizio di manutenzione, ho preso una settimana di ferie e mi sono trattenuto più a lungo.
L’ho trovata più curva, un po’ adagiata e rassegnata agli acciacchi, ma dopo qualche giorno di compagnia era quasi la stessa di sempre. Siamo stati alla visita diabetologica, a piedi, e anche se abbiamo fatto varie soste, si è impegnata diligentemente. Al ritiro delle medicine, ha scavalcato due persone in attesa; l’ho giustificata chiedendo scusa, andiamo a piedi, un signore ha chiesto: abita lontano? Dall’altra parte del paese!
Girando tra le viuzze, abbiamo incontrato una zia che non conoscevo, la Carmen, una signora di 83 anni, cui ci siamo rivolti così: sei la Carmen! Non ci vedo bene, ma ti ho riconosciuto dalla voce!
Ho visitato, da solo, zia Bianca, di anni 89, sempre bene in salute, poco poco più curva, attivissima, una delle sarte più richieste negli anni ’60 della zona. L’ultimo mio contatto diretto. Mi ha raccontato l’alluvione del 1951, quando, per salvare Casalmaggiore, il Po fu deviato sulla bassa, allagando Colorno con l’acqua alta 1 metro e mezzo, per fortuna abitavano un primo piano.
Abbiamo ricordato tanti episodi e tante persone, in quei giorni.
Di zio Filippo, sempre contento di vedermi perchè porto il nome di un fratello, gli ultimi miei ricordi vanno indietro agli anni 90, quando era a casa della zia Cleidi, e ricordava perfettamente i nomi di tutti e 14 i fratelli. Si andava a trovarlo lungo uno dei canali della Parma morta, una serie di argini pronti a ospitare le acque alluvionali, e diverse volte furono sfollati con l’acqua che tracimava lambendo le finestre di Torrile, Trecasali.
Mia madre racconta se le si da spazio, e in questo periodo lo fa volentieri. Mi ha stupito, dicendo quanto le manca la lettura, ricordando i libri favoriti, i romanzi dell’oriente, dell’Africa, i libri sulla storia e mitologia ceca. Da quando non può leggere, anche la memoria comincia a farle scherzi, c’è un rallentamento dell’uso del cervello con la diminuzione dell’esercizio.
Ha preparato i dolci “Buchty”, una delle prime ricette di questo blog,

vedendola all’opera mi rendo conto che certe manualità non si comprendono solo
 dalla ricetta. Ad esempio, la consistenza della pasta lievitata, che è molto
morbida, quasi fluente. Il modo di rotolare ogni singolo tortello, dopo aver
richiuso  i lembi della pasta intorno allo stracotto di prugne ( povidla)
rotolandolo nel burro fuso che riempie per tutto il fondo del recipiente da
infornare. Proprio un bagno di burro (e olio) che li sigilla ( anche se si aprono
durante la cottura non è un difetto grave). Ha preparato lo strudel di mele,
renette, acidule e non acquose. Abbiamo scambiato il tubetto della cannella con
quello della noce moscata, e via a sciacquare le mele affettate. Ho preso alcune
 foto, appena riesco a scaricarle dal cellulare le posto.
Le storie che racconta sarebbero da mettere nei libri di scuola. La differenza tra
Sokol (falco) e Jednota (l’Unione) le due associazioni negli anni ’30 che
raccoglievano  i socialdemocratici cechi:

la prima, Sokol, di ceto superiore, in quanto socialdemocratica,
organizzava i giochi sportivi del popolo, l’Unione aveva centri vendita di
alimentari  e a fine anno in base ai punti acquisiti si ottenevano merci.
L’autunno del ’42, in base a cui si dedicò il 17 novembre quale giorno della
gioventù, le scuole furono chiuse per i sentimenti anti-tedeschi,
anti-occupazione, presenti tra gli studenti, e quelli più attivi furono spediti nei
lager e non ritornarono più, mentre gli altri furono assegnati ai lavori obbligati.
Mia madre sedicenne andò in una nursery di alberi forestali, a crescere
piantine dai semi, e successivamente a Vienna, ricongiungendosi ai genitori
 che lavoravano là per trasferimento forzato.
Un Natale del ’34, periodo difficile, poco lavoro e pochi soldi, (nonostante
 una bisnonna di campagna ricca e con tante risorse e riserve alimentari - maiali,
 capre, patate, latte, burro, strutto, mele - alla nipote non destinava nè latte nè
frutta, al massimo una fettina leggermente splamata di strutto) i vicini
rallegrarono una tavola spoglia portando ognuno dolci e pensieri per la famiglia.
La bisnonna, nel dopoguerra, perse quasi tutto, con un cambio di svalutazione
100:1, entrando in banca con valigie piene di cartamoneta inutile.
Del prozio Frantisek parla sempre volentieri, tra le foto ce ne sono due sue,
una nel cortile padronale a Dobryn con mia madre di pochi anni, l’altra mentre
imbraccia una fisarmonica. Voleva studiare musica, e sapeva suonare vari
strumenti, Voleva andare militare a 16 anni, e pagarono per farlo prendere.
Al primo morto cui assistette, scappo, e dovetter opagare per esonerarlo dal
servizio. Si corteggiava con Marenka Reskovic, ma sua madre voleva fidanzarlo
 con Libus(e),  e ci riuscì. A quei tempi non si faceva l’amore, e arrivò all’altare
senza averla conosciuta. Se ne pentì, perché era una donna di emozioni aperte, e
pianse tanto per la morte del vicino, che le faceva visita e l'amore la sera, quando
Franta andava ai concerti. Una notte della vigilia, Frantisek ubriaco si rifugiò a
casa dei gentori, ripetendo: non ci torno, da quella puttana!
Quando aveva 6 anni Franta giocava con un coetaneo figlio di benestanti ebrei,
mentre la madre cucinava per la mensa dell’azienda. Al primo disaccordo, gli
gridava dietro: ChHide (dzide sta per giudeo, ma non riusciva a pronunciare bene),
czo stebe zbyde, polivka, nudle (cosa resterà di te, minestra, pastina...)
 Purtroppo, la storia andò male, per quei bambini, sia per chi rimase che per chi no.
tagliando le mele sulla granella di pangrattato stufata nel burro, la pasta già spianata
sotto, buchty appena sfornate

venerdì 28 ottobre 2011

Adrea Zanzotto

Andrea Zanzotto ci ha lasciato le sue poesie e la sua poetica. Egli, con un tempismo preciso, si è inserito tra le avanguardie degli anni '60 che fecero scuola nel post-68 (Levi-Strauss, Mythologiques, il pensiero mitico, selvaggio; Lacan, gli Ecrits; Foucalt, Mots de choses; Derrida, De la Grammatologie).
  • Per Zanzotto, il problema del poetico, ... è la circoscrizione dell'essere al suo livello massimo di autenticità (verità),  da effettuare mediante la traversata a doppio senso dei codici e del linguaggio, dato che l'essere non è altro che essere-di-linguaggio.
  • la fenomenologia della raccolta Beltà, attesta di questo doppio e incessante movimento da e verso l'"origine", ... nella figura di una potente antitesi a 4 termini: amnesia-afasia, da un lato (del significante originario); memoria-verbalizzazione dall'altro lato (dei codici)
  • gli ordini del mondo ... tendono tutti a ridursi, sotto la pressione del significante primitivo, nel Galateo, al livello informe e indifferenziato del residuo, e, in Fosfeni, al livello, parimenti omogeneizzzante, della sublimazione, cristallo o pura goccia di luce, campitura astratta di colore.
  • loghion, presunto diminutivo del loghos, ma anche minuscolo trattino di penna (barretta incerta), parola vuota, o punto luminoso, nome-cristallo  o lucciola (bubola o borboleta fosforica).
  • Idioma converge verso quel punto, ove il significante della rimozione (i codici della cultura e della storia) risultano azzerati nella non-linuga del dialetto, nell'espressione idiomatica collettiva, neutra, fatta di memoria senza storia. Sperimentazione del'anonimo ....ove entrambi i Soggetti di sapere, quello raappresentato dall'Io e quello rappresentato dal Mondo, si sommano e si annullano nella "realtà assoluta" di quella figura che è la morte reale, non la morte simbolica: qui, nella serie dell'"onde éli", presente sotto la specie della morte individuale; in Mistieròi, presente invece sotto la specie della morte antropologica... un bambino osserva comparire e sfilare, come in una lanterna magica, le "figurine" rappresentative di mestieri che ora non ci sono più. Scheggie perdute di una totalità antropologica....
Stracaganasse o castagne secche

(l'amorosa folla di degusta-pollini e spossa-midolla)....
 ...........................................  :        e ci sarà
quancuno a imbrogliarci con gioco detto "Bèpo e la Jeja"
ma noi lo insaccheremo con le nostre trovate grifagne
 e poi ci metteremo a tavola di fronte a una
sfarinata, magra di vitamine, a un pasto di stracaganasse;
davanti ad un bicchiere di vino piccolo
guardandoci l'un l'altro come sacre immagini
 attenderemo il sàtori

Tavoli, Giornali, Alba Pratalia
(la tovaglia bianca come un campo dpronto per essere arato, per essere riempito di aste fatte con la penna, ricorda l'indovinello primo esempio letterariod nella lingua volgare "Se pareba boves,... et alba pratalia araba, et nero semen seminaba)
la reliqua, l'oggettino che racchiude la struttura, occorre nel "lustro" impresso sui tavoli d'osteria, nel "cerchiolino di vino formato dal bicchiere:

E il vento scopa via la morte che non ci sente per niente......

te agnello di neve       smemorato per alba pratalia
tu neve agnella
che io andando per queste righe calpesto, calpesto,
e m'ingrandiscodi te mille volte piccolo come cristalli di neve
e m'ingrandisco di due zolle di neve sotto i piedi
ho zoccoli di legno-neve, druck druck, sempre più alto vacillo
sempre più alto grazie ai tuoi più piccoli nomi-cristalli
.....................................................................vacillo

E il nome di Maria Fresu
continua a scoppiare
all'ora dei pranzi
in ogni casseruola
in ogni pentola
in ogni boccone
in ogni
rutto - scoppiato e disseminato -
in milioni di
dimenticanze, di comi, bburp.


Justaonbrele

Se justa onbrele: pò va
che no'l piof mai che basta

A la Maria Carpèla

(che la 'ndéa a pontar par le case):
Si no 'l te fèsse 'n paradiso
sposta par ti, anca si paradisi no ghe n'é,
al saràe da méter a l'inferno
l'istesso Padreterno -
la saràe da méter a l'inferno
tuta, tuta quanta la "realtà"
si par ti no la fèsse 'n paradiso
pien de bontà come la to' bontà,
gnentaltro che 'l paradiso
come ti tu l'à pensà.

 
.....Onde éla la Urora e i burzholà
e le caròbole e i sòrboi che la ghe vendéa
al cèi par diese schei: .......
.......Cussì inocà col cor son restà là
a la finestrela cèa...
E svodà pian pianin la se 'véa
 e in éla altro che stele no ghe n'era
e 'l libret de le none e dei so' tènp se 'véa serà.
..........................
"Ma, voi, benedisè,
ancora 'na òlta 'l vostro nevodet,
parché ades che l'é 'n òn, debòto consumà,
par voaltre 'l matregne quel che, tosatel, l'à lodà".

"Tato" padovano
nella tua epigrafe-manifesto
gettata per la tua città
dicono della tua
"voglia di comunismo"
e invece sei  morto così in
un incidente di motociclismo
(ciao Sic)


Tutti i rimproveri pare si calmino
 .....................   riverberando
Tutto è distrazione e
.................... forse meno, un
poco meno del previsto, pena

Da: A. Zanzotto, Poesie (1938-1986), Oscar Mondadori, ISBN: 88-04-42691-8

mercoledì 19 ottobre 2011

costo petrolio 2011

Insomma, il rapporto dollaro/euro è migliorato, il prezzo del barile è diminuito, ma il prezzo della benzina al litro non lo vogliono ridurre

giovedì 13 ottobre 2011

clostridio botulino

Le conserve, specie quelle sott'olio, le carni insaccate, e tutti i cibi consevrati possono se non trattati in modo adeguato sviluppare il botulino, che è un batterio sporigeno che produce la tossina della paralisi. La tossina è termostabile, e una volta ingerita viaggia lungo le fibre nervose dalla periferia al sistema nervoso centrale. Il primo sintomo in chi è stato colpito è l'assenza di riflesso faringeo (non si riesce a deglutire), quindi si instaura un blocco della sensibilità e della mobilità mandibolare, e infine la paralisi facciale e respiratoria. 
In Sicilia, a Palermo questa settimana ci sono stati 4 casi di giovani intossicati da pesto di melanzane, in rianimazione che vengono trattati con un siero, anticorpi contro la tossina, che rallenteranno gli effetti.
Primo consiglio del nostro prof. di Microbiologia era: non preparate verdure in casa nè la salsa di pomodoro, mangiate prodotti industriali. 
In seconda istanza, se si ha la pazienza di preparare conserve, almento utilizzate adeguate precauzioni. Se sono sott'olio, bisogna sterilizzarle due volte, a distanza di qualche giorno. Tenerle in frigo può aiutare. Per gli alimenti che permettono il consumo in presenza di pH acido, aggiungere un conservante come l'acido salicilico, che si aggiungeva alla salsa di pomodoro, o usate dell'aceto  o trattate le verdure in acqua acetata. Anche se lavate benissimo, qualche spora di cui l'ambiente esterno è pieno, può rimanere.
In assoluto, la verdure più a rischio è il peperone, per la sua  forma  più estesa e complessa che tende a trattenere le spore.
Non conosco raccomandazioni per le salsiccie ed i salumi fatti in casa (anche se il sierotipo di botulino è differente). Certamente se si aiuta lo sviluppo dei batteri lattici questi producono l'acido lattico, che abbassa il  pH. Anche lo starter, il comune Stafilococco xilosus, fermentando gli zuccheri elimina parte dei substrati che non possono essere utilizzati per la crescita di altri batteri, però solo dopo un certo tempo, mentre la pastorizzazione determina cambiamenti radicali del prodotto.

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