giovedì 4 agosto 2022

Cambiamenti in Puglia (al modo di Mario Desiati e miei)

 Ho letto il libro "Spatriati", di Desiati, conterraneo di Martina Franca, che aveva iniziato a trattare il tema della fuga dal Sud nel libro "Foto di classe: u vagnone (uagnon) se n'è sciuto" (se n'asciot, se ne è andato).

"Ci eravamo rivisti dopo oltre dieci anni. Girava una foto di classe che alla fine della serata mi ritrovai in mano. Scorrevo i visi. Di quei venti ragazzi, erano rimasti sotto l'Ofanto soltanto in quattro. Decisi che avrei dovuto ricercarli tutti". "Qualcuno ha detto che la cosa che più gli manca nella nuova vita da fuorisede è un albero d'arancia del giardino. Non che manchino i giardini nelle grandi città italiane, ma a chi mi faceva notare come in piena Roma ci siano aranceti carichi di gemme rosse, portai una busta di arance raccolte a due passi da via Veneto. ... In quelle arance vuote ci sono le ragioni più intime del libro." (dal sito IBS)

 

In "Spatriati", tratta del tema di una generazione di quarantenni in perenne fuga dalla famiglia e dal sud, fuga che porta a non sentirsi a casa nel paese dove si abita,  ma tratta anche della riscossa di due donne, la madre del protagonista Francesco, e l'altra,  amica del cuore di Francesco, Claudia, che impareranno a conoscersi dopo la morte del padre di Claudia, che era anche l'amante della madre di Francesco. Invece di rimanere vincolate alla terra, alla masseria, finiranno per partire e  godersi la vita viaggiando.  Non parlo dello stile di Desiati, che è maestro di letteratura, ed emulo di autori quali Pier Vittorio Tondelli, e sa gestire bene i tempi (narrativi, e musicali) del romanzo.

Desiati racconta l'arrancata ripresa economica della Puglia, partendo dagli anni della giunta Vendola, e del boom economico delle proprietà terriere in vendita ai nuovi ricchi, il Salento come nuova frontiera dei giovani, e degli stranieri amanti della vita agricola in masseria, attenti alle nuove economie agroalimentari, il vino  e l'olio di qualità.

Io ho vissuto, da imprenditore gli anni dal 2004 al 2020, con un primo finanziamento regionale per la cooperazione tra aziende e università, il PRAI: nel 2004, il Distretto alimentare di Foggia progettava la stesura e il coordinamento di varie attività, e a fronte di un finanziamento massimo di 100 mila euro, le aziende dovevano rendicontare spese per 150 mila euro. Il ragionamento errato di fondo del Distretto era che avrebbero consumato tutte le risorse in cash gli enti, e noi ci arrampicammo sugli specchi per tagliare molti di quei costi. Alla fine del progetto, arrivai in Regione con il libro delle fatture, vidimato con bollo del PRAI, a rendicontare e giustificare le spese. Per fortuna avevamo a disposizione fondi europei. Alla fine, il mio coinvolgimento rimase attivo fino al 2007. Oggi la Biotecgen è andata in liquidazione, e si manteneva o meglio arrancava sulla base di piccole commesse da progetto. Finiti i fondi, iniziata l'era Covid, il laboratorio inattivo, ha lasciato tutto l'equipaggiamento al laboratorio di Fisiologia del DiSTeBA, dove era ospitato.

Dal 2008 ho vissuto molti mesi in quel di Castrignano/S. Maria di Leuca, per via della ristrutturata proprietà di mio cognato. A fare da custode, potatore, uomo di fatica e gran narratore era Andrea, originario di Tiggiano, località che ospita l'attrice Helen Mirren, e della festa tradizionale della carota viola, la pastinaca, che si festeggia il 18 gennaio per San Ippazio. Andrea si occupava di diverse case alloggio e bed e breakfast, per conto di personaggi del luogo, Bisanti, Storelli, che in estate arrivavano a riempirsi fino all'inverosimile di ragazzi, che intasavano i bagni, e che Andrea doveva rimettere a posto.

Desiati è convincente nel presentare la nuova generazione di scrittori/scrittrici e poeti/poetesse, come Biagia Marniti, Claudia Ruggeri, affiancata dalla generazione precedente (Rina Durante): di questi non conoscevo Raffaele Carrieri (io sono quello/che sbaglia tutto./Il verme, il frutto./Sbaglio l'amore,/sbaglio nel largo/e nello stretto,/sbaglio a morire/dove non sono...), ma tace su altri che meriterebbero di essere inclusi, come  Luisa Ruggio (Ti porto sempre nel cuore. E poi dicono a te che te ne vai. Da: Un poco di grazia) e Livio Romano (A pelo d'acqua, Per Troppa luce, Diario elementare, Il mare perchè corre, Mistandivò).

Nel libro "Spatriati", "...a Claudia la provincia sta stretta, fugge appena può, Londra, Milano, Berlino, capitale europea della trasgressione; Francesco resta a Martina Franca e scava dentro di sé. Diventano adulti insieme, in un gioco simbiotico di allontanamento e rincorsa, in cui finiscono sempre per ritrovarsi. Desiati mette in scena le mille complessità di una generazione irregolare, fluida, sradicata: la sua. Quella di chi oggi ha quarant'anni e non ha avuto paura di cercare lontano da casa il proprio posto nel mondo, di chi si è sentito davvero un cittadino d'Europa. Con una scrittura poetica ma urticante, capace di grande tenerezza, racconta le mille forme che può assumere il desiderio quando viene lasciato libero di manifestarsi. Senza timore di toccare le corde del romanticismo, senza pudore nell'indagare i dettagli piú ruvidi dell'istinto e dei corpi, interroga il sesso e lo rivela per quello che è: una delle tante posture inventate dagli esseri umani per cercare di essere felici...." (Dal sito IBS)

La mia capitale megalopoli non è stata nè Milano nè Berlino, ma Tokyo, città che non conosce orari di chiusura (dai convenience store H24 alle discoteche aperte fino alle 6.00) ed in cui ho vissuto con continuità diversi sabato e domeniche, senza sosta, riposando in auto o tirando a fare matina. Arrivato in discoteca a Roppongi, ho ballato fino alla mattina, salvato una sconosciuta Noriko aggredita fisicamente da un marine nero, proteggendola e dicendo che era la mia compagna di ballo, chiacchierato con altri stranieri (tra gaijin ci si comprende), poi, uscito alla luce del giorno, sono andato a Hiroo, tra parchi verdi e chiese evangeliche, c'è stato un ricambio tra abitanti del giorno e quelli della notte, gruppi religiosi e uomini soli a passeggio, una domenica senza soste. La destinazione Roppongi era comoda, parcheggio dell'auto lungo il cimitero di Aoyama, una serie di negozi di dischi, libri e di cinema, che permetteva una serata varia, e dopo un sonnellino in auto, una nuova giornata all'esplorazione della città. In seguito, quando ho avuto la compagnia di Misao, le nostre giornate erano mezze giornate, a volte trascorse a Nakano, tra piccoli condominii e il verde della periferia, altre volte a Ebisu, per un film, oppure a Omotesando, noi due oppure in compagnia della figlia, studentessa di un college inglese, che mi ha fatto conoscere gli Oasis; una passeggiata si concluse in una libreria-caffè, vicino a Oriental bazaar, a chiacchierare di palestre con una cantante d'opera dai capelli crespi, di origine nippo-americana di colore. Misao mi incontrava a casa a Nakano, condivisa con il suo ex marito, Adam, che ora aveva una amante diciottenne; Misao mi ospitava per la notte del sabato, e cucinava nel cuociriso improvvisati piatti di paella, accompagnati con vino spagnolo Rioja, ricordo dei suoi trascorsi in Spagna. Una sua cartolina di auguri natalizi riportava buon anno in varie lingue, tra cui Zorionak!.

Un aspetto della vita moderna che rende meno pesante il vivere al sud, da qualche decennio, è il superamento dell'isolamento mediante internet, perchè prima si comunicava tramite skype, per sentirsi e condivividere, oggi tramite i blog, le videocamere google che ci collegano ad ogni località, le dirette FB,  instagram, youtube ed altri social networks, si è abitanti del mondo.

Nella narrazione del libro Spatriati, si passa agilmente dai termini tedeschi (nomi di posti, definizioni di stati d'animo come Ruinen luste, shonsucht) all'italiano corrispondente, al dialetto martinese (malenvirne, sciulisciato, sciecusciata (e a Lecce scuscietato), scapuleta, spatriet), con una ricerca glottologica che mi ricorda i libri di Luigi Meneghello italianista spatriato a Londra.

Mentre nel libro di Desiati le vicende arrivano a questo periodo di boom economico e sviluppo, non trattano gli anni più recenti, 2015-2020, che a livello locale sono emblematicamente rappresentati da Leonardo e la costruzione dell'Aerobus a Manduria, dall'ex-ILVA sempre in bilico tra rilancio e crisi, dalla meccatronica barese e le aziende biomedicali abbinate all'intelligenza artificiale, e soprattutto dal settore agroalimentare.

alcune aziende del Salento della innovazione di prodotti alimentari in campo nutraceutico


1) Associazione Nerò
PIATTO UNICO NERO’
(con farina di segale, farina di grano saragolla e farina di ceci. 
Piatto di pasta prelibato, dal sapore unico di un tempo, della pasta fatta in casa, quella della nonna o della mamma. È stato pensato per tutti, dai bambini che non mangiano legumi agli adulti che per motivi di tempo e salute, non possono mangiarli. Piatto unico è un "piatto" di legumi dal sapore di pasta "unico", perché con un semplice condimento, completiamo il nostro pasto a 360°. Consigliato con un condimento di verdure, con ogni tipo di sughi e in abbinamento con il pesce. Contiene glutine, è ricco di fibre e di proteine. Disponibile in 3 diversi formati: tubetti, rigatoni rigati e penne rigate
nuova creatura culinaria...  i MACCHERONCINI "PIATTO UNICO" DI PISELLO NANO DI ZOLLINO. L’identità di questo piatto è senza dubbio riconducibile al territorio Salentino ed in particolare alla terra madre di Zollino. È una ricchezza aggiunta alla cultura agricola, culinaria e imprenditoriale del nostro territorio e sancisce il giusto legame tra presente e passato. Ha un valore aggiunto dato dalla quantità limitata del Pisello Nano di Zollino, per questo pochi quintali a disposizione e poi attendiamo la nuova stagione. Non la considerate semplicemente pasta se non per il formato, dal sapore agli ingredienti è un altro mondo.
ASSOCIAZIONE NERÒ (cliccate sul link) Via A. Pellegrino, 59, 73010 Zollino LE, 

2) Mulino Maggio, Poggiardo.  FARINE DI ELEVATA QUALITÀ E DAL SAPORE UNICO.  Grano Tenero Maiorca povero in glutine (6%), grano duro Russarda, grano duro Capinera, grano tenero Carosella

Farina di Grano duro del Salento (tipo 0)
Farina di Grano Duro Senatore Cappelli (Tipo 0)
Farina Integrale di Grano Duro macinata a pietra
Farina Integrale d’Orzo macinata a pietra
Farina Integrale di Grano Tenero Maiorca macinata a pietra
Farina Integrale di Farro macinata a pietra
Farina Integrale di Ceci
Germe di Grano Duro
Crusca Superiore di Grano Duro Senatore Cappelli
Farina integrale di Riso macinata a pietra

3) Francesco Cantoro 
produttore di cuscus a base di frisa, con ingredienti nutraceutici (1) con Curcuma; 2) nuove formulazioni innovative)
Friscus Petramarè a Ruffano. Friscous è un alimento innovativo che unisce la tradizione salentina con quella di molte aree del Mediterraneo, partendo dalla tradizionale frisella di grano duro, arricchita in aromi e spezie, e un approccio che ricorda il cous cous

4) Danilo Romano, Offishina, via Armellini 64, Matino. Producono insaccati di pesce, contenenti mosto d'uva concentrato come conservante, stagionati come salumi.

5) Mandorle e Miele, Corso XX settembre 167 Casarano, pasticceria per celiaci
Agnese Cimino 

6) La cuoca itinerante salentina, Alessandra Ferramosca, catering di cucina 
tradizione ed innovativa, che partecipa al Mercatino del gusto di Maglie
✔️Bruschetta con pomodorini freschi agrodolci burrata di Noci e capocollo di Martina Franca
✔️zampina, bombette e turcineddrhi
✔️ Meloncella rucola
✔️Cipolle al vino rosso
✔️Patatine fresche fritte
✔️Tette delle monache

molti di questi produttori si sono ritrovati alla tavola rotonda della Fiera di S. Vito, ad Ortelle, e del maiale con disciplinare OrVU (Ortelle, Vitigliano e Uggiano) per parlare di agroalimentare ed innovazione.


lunedì 1 agosto 2022

Staccarsi temporaneamente dai social networks. Modalità aereo

La messa in "modalità aereo" è collegata alla necessità di una pausa dopo l'uso prolungato del cellulare, quando è prevista o necessaria una pausa dalle telefonate, anche se i messaggi possono arrivare. Siamo diventati performanti, multitasking, e a volte invadenti. Questo racconto è un esempio delle conseguenze di un uso eccessivo del cellulare. 

Avevo dato appuntamento ad una collega carina nel centro di Lecce, che svolgeva una ricerca industriale, sostenuta con fondi della regione, e collegata ad una azienda alimentare di Tuglie. Il pomeriggio era mite,  mentre in centro cominciava il viavai della gente. Ci incontriamo vicino al castello Carlo V, ci salutiamo calorosamente e noto come stia bene coi capelli sciolti ed il vestito dai colori vivaci. Incontriamo pure una mia amica di lunga data, Gabriella, che non vedevo da parecchio tempo, e mi saluta con sguardo complice, come per dire: ah, il traditore!

Mentre ci accomodiamo nel dehor del caffè all'aperto, pregustando di ordinare da bere, arrivanono una dopo l'altra una serie di telefonate, da parte della sorella, di amiche, e della madre. Sì, tutto bene, siamo usciti in città, è un bel pomeriggio, sto bene, qui, là.... Una noia galattica.

A quel punto le dico: "sai, prima di parlare del lavoro, volevo farti sapere che sono sposato!" Tanto per mettere in chiaro che non sarei mai potuto uscire per altri motivi. E che, nello specifico, bisogna di tanto in tanto rendersi liberi dalla prigionia dei social networks.


venerdì 29 luglio 2022

Il mio impegno negli anni di Trump e dei cambiamenti socioclimatici

 Dal 2015 al 2020 sono stato caporedattore /editor in chief) della rivista scientifica Challenges, gruppo MDPI.

Tra le sfide, come dice il nome del giornale, affrontate, ci sono state le campagne a favore della salute del pianeta, grazie alla affiliazione con l'organizzazione InVivo, a con l'aggiunta del nuovo editore, Susan Prescott, professoressa di pediatria a Nedlands, in Australia, e  Direttrice del ORIGINS Project, Telethon Kids Institute at Perth Children’s Hospital, Nedlands, Australia, oltre che parte del NOVA Institute for Health of People, Places and Planet,  Baltimore

A Susan va il merito del rilancio di Challenges, anche grazie a vari numeri speciali che hanno raccolto numerosi articoli, insieme al suo collega Dr. Alan Logan

Special Issue in Challenges: The Emerging Concept of Planetary Health: Connecting People, Place, Purpose and Planet
Special Issue in International Journal of Environmental Research and Public Health: Planetary Health: From Challenges to Opportunities for People, Place, Purpose and Planet
Special Issue in Challenges: Challenges: 10th Anniversary
Special Issue in International Journal of Environmental Research and Public Health: Proceedings of the 2020 inVIVO Planetary Health Annual Conference: Project Earthrise
Special Issue in Challenges: Project Earthrise: For the World We Want to Live In (including Manuscripts from the 2020 inVIVO Planetary Health Annual Conference)
Special Issue in Challenges: Project Earthrise: From Healing to Flourishing for the Health of People, Places and Planet (Celebrating the 10th Annual Conference of inVIVO Planetary Health, 2021)
Special Issue in Challenges: Planetary health: Building the Field and Growing the Movement (Including Manuscripts 2022 Planetary Health Annual Meeting and Festival)

L'associazione InVivo si batte per la salvaguardia della salute nostra e del pianeta, per il benessere delle comunità, contro i cibi confezionati ed altamente lavorati, che perdono le proprietà benefiche degli alimenti di origine (come l'etichettatura francese Nutriscore invece riuscirebbe a nascondere), e raccoglie associati da tutto il mondo tra cui microbiologi, medici, e ambientalisti

ritengo che il mio più notevole successo in questi cinque anni sia stato il riuscire a far pubblicare il lavoro

Redvers, N.; Poelina, A.; Schultz, C.; Kobei, D.M.; Githaiga, C.; Perdrisat, M.; Prince, D.; Blondin, B. Indigenous Natural and First Law in Planetary HealthChallenges 2020, 11, 29. https://doi.org/10.3390/challe11020029

 curato da Nicole Redvers, affiliata a School of Medicine & Health Sciences, University of North Dakota, 1301 N Columbia Rd Stop, Grand Forks, ed a Arctic Indigenous Wellness Foundation, Box 603, Yellowknife, NT X1A 2N5, Canada

siccome tra gli autori non è stato possibile indicare Madre Terra, c'è una riga di ringraziamento che quoto qui
We formally acknowledge Mother Earth as our senior author, with her own presence and voice.


il lavoro è libero e si può scaricare
Abstract: Indigenous Peoples associate their own laws with the laws of the natural world, which are formally known as or translated as Natural or First Law. These laws come from the Creator and the Land through our ancestral stories and therefore, they are sacred. All aspects of life and existence depend on living and following these natural First Laws. Since colonization, Indigenous Peoples’ Natural Laws have been forcibly replaced by modern-day laws that do not take into account the sacred relationship between the Earth and all of her inhabitants. The force of societies who live outside of Natural Law has ensured the modern-day consequences of not living in balance with nature. Pandemics and global environmental change, including climate change, are all consequences of not following the Natural Laws that are encapsulated by the interconnected nature of the universe. Here we discuss Natural Law from an Indigenous paradigm and worldview which carries implications for planetary health and wider environmental movements around the globe.

La Dr.ssa Redvers ha pubblicato altri lavori su questi temi, tra cui
Redvers, N. The Value of Global Indigenous Knowledge in Planetary Health. Challenges 20189, 30. https://doi.org/10.3390/challe9020030

I contenuti delle presentazioni del meeting InVivo del 2021 sono visibili sul sito, previa registrazione qui 

in chiusura del post, aggiungo qui la lettera di commiato che mi ha scritto Susan

    Il 2020-12-14 18:57 Susan Prescott ha scritto:
     Thanks Palmiro,
    
 I am just catching up with everything after what has been an amazing conference. I hope that you might have a chance to enjoy some of the sessions, which are still live (you can use the code inVIVO2020 to see it for free) - I think it will warm your heart!
 For some time I have been meaning to thank you for your great leadership of the journal, for your support and the opportunities you have given me personally, and the inVIVO community.
I feel very good about the future of Challenges. Actually, in the current climate, with the imperative for breaking down knowledge siloes and building truly broad based integrative perspectives, journals like Challenges are ideally placed. So, in answer to your question, I think that this creates enormous opportunities for the  journal in the future… There is huge and growing demand for change, novel perspectives, creativity and challenging old paradigms and restrictive systems thinking. In many ways it is the PERFECT environment for Challenges and inVIVO  to flourish. Especially as our efforts span all sectors and are very flexible and open minded in our approach. It could not be better!
The inVIVO conference underscored this even more. In my follow-up emails I will be reminding people again of the unique opportunities that the Challenges journal provides!
 So...I am very excited about the future. Yes, things are chaotic at the moment, but I also feel that it has unmasked many things that have been wrong with the world, opened new conversations and new awareness, and edged us closer to a tipping point for a more positive frame shift on many levels. The Trump vs Biden situation (as you asked) are really a symptom of the toxic post-truth environment...

giovedì 30 giugno 2022

una lunga amicizia fraterna con Yuki

Yuki-san si era presa il titolo di master all'università di Tsukuba nel 1993, e ci siamo incrociati fino a fine marzo, dopodichè abbiamo continuato a sentirci spesso. Cerimonia di laurea e master course

 

Tsukuba, marzo 1994, cerimonia per i corsi di master e completamento del corso, prima a destra

1992, Oji seminar, in alto a destra, ultima fila, il Dr. Kushida, seguono i mei prof. Hisanori Suzuki e il Dr. Libonati, il quinto è l'organizzatore, Dr. Miwa
seconda fila: Yuki, vicino a Alessandro Weisz. Seconda fila, a sinistra: Dr.ssa Masutani del National Cancer centre, prima fila, a destra, in piedi la Dr.ssa Tanaka, e, seduta, Hiromi Masuda, collega del corso di master
                                                             1994, al caffè
Il 1993 è stata l'estate più fredda e il riso non è cresciuto abbastanza, il raccolto scarso, si è importato riso scadente dalla Tailandia. Siccome Hiromi Masuda era figlia di agricoltori di Tsuchiura, mi sono fatto portare 5 kg di riso Koshi-hikari, e con questo regalo sono andato a trovare Yuki ad Isehara, alla Tokai university un sabato di fine estate del 1994. Mi ha ospitato per una notte, e abbiamo dormito sul tatami con due futon

                                 
in queste foto frequenta giù il dottorato in immunonologia presso una università privata

In questi anni, mi ha introdotto ai suoi gusti, i libri di Haruki Murakami, oltre a libri in inglese come Il mondo secondo Garp, di Irving; alcune uscite insieme, come una cena con okonomiyaki; una sera al cinema a Kabukicho, un film sulla ex-Yugoslavia e l'odio razziale; 
A Tsukuba, una delle prime uscite insieme fu al ristorante di okonomiyaki, mi fece conoscere un loro piatto con la trippa. La invitai a casa a cena, lei si fece dare gli avanzi, per il giorno dopo, disse, per la colazione. In seguito, mi invitò ad una cena a casa, con  il gobo (radice di bardana) tagliato a listarelle, in insalata, con la sua amica Qumiko, farmacista;
le piaceva il tè senza zucchero, di qualità, come la marca Frere Mariage (c'è il negozio a Parigi, Rou du Bourg Tibourg, al Marais, vicino al ghetto ebraico);  la musica di John Lennon, come The fool on the hill, e di Tom Waits; mi diede un nastro registrato con musica dei Cibo Matto, di Sean Lennon, 
Avremmo dovuto incontrarci a Ueno park alla mostra dei pittori impressionisti, la collezione Barnes Foundation di Philadelphia (negli USA, a casa i Barnes tenevano i quadri addossati uno sull'altro sulle pareti, come se non dovesse rimanere alcun spazio vuoto). Mi sono messo in coda, lunga, ma non venne nè Yuki nè la sua amica Qumiko. Ho comprato il libro sulla mostra, e alla prima occasione glielo ho regalato.
nel 1996, venne a Tsukuba a farmi visita, la accompagnai a Tsuchiura, alla stazione, e facemmo un giro sul lago Kasumigaura. 

1997, nella foto, ci salutiamo alla metropolitana, dopo una cena al ristorante vietnamita, a Tokyo



Ottobre 2003. Mi ha offerto il pranzo, kaiseki ryori a tema autunnale, vicino a Ikebukuro (era già fidanzata con soddisfazione con il Dr. Yoshida, si sono sposati due anni dopo)

2005. in viaggio di nozze in Italia, ci siamo incontrati a Firenze col marito, li ho portati a casa da mia sorella Lucia e mio cognato a cena, il giorno dopo abbiamo proseguito per Roma, con cena in pizzeria

Tokyo, ottobre 2007, visita alla Tokyo university, presso la prof.ssa Tomiko Asakura, del gruppo della Dr.ssa Abe K., presso cui Yuki ha lavorato come post-doc fino al 2008, dopo una certa età è difficile avere un contratto, per una donna


pausa caffè, in istituto, Facoltà di agraria, Università di Tokyo 

2007, col marito, a destra. e mio cognato Alex a cena insieme
ancora, con mia sorella Lucia

davanti al cuoco, cucina teppanyaki, sono felice di aver potuto offrire la cena
Mi resta una scatola di corrispondenza, dalle buste colorate alle cartoline supercarine, lettere in cui mi parla di sè e che continueranno a farla sentire vicina, per la sua personalità, le sue attenzioni, la sua indipendenza. Messaggi pieni di leggerezza, di domande semplici ma personali, come: "cosa vedi dalla tua finestra?"

Queste foto me le ha inviate lei, insieme a tante  notizie su di lei, sulla ricerca del grande amore, sulle delusioni della vita da ricercatrice, sulla gioia di poter permettersi un viaggio all'estero, sui dolori per le perdite di persone e animali vicini.

                                                                 Cafè du monde

E' importante perseguire i propri sogni senza deviare dall'obiettivo, come fece la sua amica Qumiko, che al negozio di liquori dei genitori e un posto certo, preferì studiare e prendere il titolo di dottore di ricerca in farmacologia. Alla fine, ci si scontra con la società in cui si vive, ed in Giappone le donne che rimangono al lavoro dopo i 40 anni si contano sulla punta delle dita.

sabato 25 giugno 2022

Giorgio Di Lecce e Cristina Ria teatro e tradizioni popolari

 

scene di vita di Giorgio Di Lecce fondatore di Mediterranea, diventato Aracne mediterranea, e Cristina Ria, attrice di Oistros teatro, e memoria storica delle canzoni della tradizione salentina

favolosi primi anni '80, le feste a tema a casa di Cristina, sul Giappone, in kimono,

Giorgio e Cristina si frequentano dopo il 1981, e si sposano nel 1983. Ricordo il pranzo di nozze, organizzarono il porceddu, arrosto sardo, nelle campagne di Calimera, e diedero come bomboniere dei fischietti salentini a forma di pavone, coloratissimo.



Tra il 1975 ed il 1978 Giorgio Di Lecce fa parte del gruppo di teatro sperimentale Domus de Ianas: Maite Aguirres, Diego Furlan, Renato Giuliani, Giorgio Di Lecce col suo banjo, Felipe Balucani, e tanti altri... girano la Barbagia, l'Andalusia, la Macedonia, portando seminari in varie città: Trieste, Firenze, Torino, Salerno, a Modena nelle osterie; la sede stabile a Modena, sulla via delle ciliege, per Vignola, una cascina con salone per le prove  



Finita l'esperienza di Domus de Ianas, Giorgio Di Lecce ritorna a Lecce, dove fonda il suo gruppo, Aracne mediterranea, si unisce a Cristina Ria
Insieme organizzano varie manifestazioni teatrali, come "Et voilà...Incontri internazionali di teatro per ragazzi"  al castello Carlo V, e nelle sedi di scuole, come a Caprarica di Lecce. Nel periodo 1987 e successivi allaccia rapporti con gli Ucci, (Uccio Aloisi, Uccio Bandello, e altri 5 cantori) e li porta in rassegna con sè. Ricordo una festa di Sant'Antonio del fuoco, a Novoli, 1986, nessuno ballava al ritmo delle canzoni, li abbiamo ospitati tutti e sette a casa nostra, a tavola, salsiccia alla brace e vino, tra canzoni e melodie fischiate, passò a trovarci anche Ferdinando Taviani.
In quel periodo, 86-1987, siamo andati a trovare Uccio Aloisi a casa sua, portandogli la pizza della mezzanotte, a Cutrofiano, dopo esserci incontrati con Giorgio in pizzzeria a Sternatia (un altro elemento è stato Francesco De Pasquale, che curava i rapporti con la stampa). C'era un tratto molto umano in Giorgio, oltre che molto professionale. La figlia di Giorgio e Cristina, Vera, dopo una esperienza con i Nidi 'Arac, è una cantante solista (vocals, loop e guitar) che lavora a Roma e dintorni. 
L'ultima volta che ho incontrato Cristina, a Galatina, concerto in piazza Santi Pietro e Paolo di Vinicio Capossela, mi dice: "sono con Vera, conosciamo tutte le canzoni di Vinicio, facciamo i cori col pubblico..." 


1981. Sternatia, Ragno del dio che danza, Cristina Ria insieme a Marisa Turano parla con Franco Corallo di spalle. Viaggiavamo nelle prime ore del pomeriggio, io guidavo una Simca verde, passavo a prendere Cristina e Gianni Renna a Lecce, e ci recavamo nelle sedi del seminario teatrale, Martignano, Sternatia, Melpignano, Cursi, sotto la direzione di Gino Santoro di Storia del teatro, tra giugno e agosto. Cristina cantava benissimo, e ricordava le canzoni popolari salentine e della Grecìa salentina, in Griko / Aremu rindineddha, tra le altre. 

martedì 21 giugno 2022

Carlos Castaneda

Sto recuperando qualche libro che davo per disperso, e letture di oltre 40 anni fa. Uno dei libri di Castaneda è stato un regalo da parte di Renato Giuliani





Dal piangersi addosso all'impeccabilità, una via quasi zen per superare i propri limiti.
Dal seguire i segni che ci vengono indicati, per vedere o per individuare al di là della vita di tutti i giorni gli aspetti del non comune, il tonal (quello che percepiamo, il mondo di tutti i giorni) e il nagual (tutto quello fuori dal mondo di tutti i giorni, ma che potremmo arrivare a percepire). 
Essere circondati da una luce, da farfalle, vedere animali mitici, parlare con la tarantola, vedere san Paolo che media tra il tarantismo e la guarigione, sono aspetti dello sciamanesimo. Molto prima dell'interpretazione sociale e psicologica del tarantismo (in Salento le figure magiche tradizionalmente erano femminili: masciàre, scianàre), esistevano le culture della trance, dalle baccanti alla macumba alla trance del Marocco e dell'Egitto, e in quel di Bali i danzatori invasati dalla divinità si puntavano contro la spada senza scalfirsi. 
Perchè il ragno, perchè i santi, o meglio, una santerìa? Leggete il libro L'isola dei fucili, di Amitav Ghosh, sull'animismo e sugli spiriti guida, in forma di animali, dai serpenti ai ragni.
Nel disegno: uno degli elementi totemici del tarantismo, i fili/fettucce di seta, colorati, sgargianti, usati per decorare la stanza della tarantata sotto terapia, secondo il colore della taranta che l'ha posseduta, nei libri di Castaneda sono elemento rappresentativo dei soggetti sotto trance, disposti come tela di ragno, o come flussi di energia di stati alterati dell'essere, e come visione dei punti e delle linee di energia del/i mondo/i.
Solo a Roma l'essere non lucidi, razionali, ma colpiti da mania o furore (eroico, poetico, o amoroso) era considerato negativo (pubblico: buono, sacro / privato non buono: pro privus, per la propria parte; pro-fanus, davanti al proprio nume tutelare).
Roma rifiuta/rimuove ciò che non è razio (realitas), mens (mente e misura), e ciò che è aleatorio (Fortuna aiuta Preneste, in guerra con Roma, quindi Fortuna è nefasta), ciò che è fanaticus (posseduto dal fanum), in preda ad ebbrezza, a furor poeticus, eroticus, o vaticinante. Il valore non consiste più nell'azione dell'eroe, individuale, e la virtus non è più un potere personale, un "prana"; l'emotività è relagata ad un tempo mitico. Rispetto ad essa si valuta positivamente l'azione coordinata di gruppo. Quando si crea una discordia ordinum, si atraversa una fase di emotività, irrazionalità, gli animi divisi sono in preda alla faziosità delle parti avverse, e bisogna sciogliere, ri-solvere il momento di crisi (valenza negativa perchè contrapposto alla edificazione di un tempo storico, non più mitico, metafisico)
Bisogna ristabilire la salute della res-publica, non più di parte ma universalis, e ristabilire la concordia ordinum.  Il Flamen dialis, dio del cielo, padre luminoso, riporta ad un tempo astorico, porta un anello spezzato, fuori dal tempo storico, Lecti sternia, riti di ripristino del rapporto con gli dei. Così il periodo da rimuovere viene considerato astorico, mitico. Dopo la follia dell'eroe va ristabilito l'oridine. Mel caso dell'eroe degli Orazi, che uccide la srella fidanzata ad uno dei Curiazi, compie parricidio, si sostituisce al pater familiae,ma si appella al popolo, pro-vocatio ad populum: il popolo lo assolve come fosse stato sotto volontà divina, e viene fatto passare sotto il tigillium sonorum, per la perdita di furor.  Nel caso di Orazio Colcite, il guercio (con carateristiche di Odin), che  difese il ponte  Sublicio da solo, con una furia eroica, miracolo audaciae, stupefecit hostes, quando crolla il ponte si raccomanda al dio Tevere: per questo comportamento eroico e non Romano (Tito Livio non dice furiosus, altri dicono mainomenos, posseduto da un dio): deve essere esposto in chiave mitica, dei tempi primordiali, e sottoposto al rituale di rifondazione.
Da "la religione dei greci": per lo sciamano siberiano, l'esperienza delle sue vite passate è accrescimento di potenza, riconosciuto anche da Empedocle e Pitagora; quando la rinascita fu attribuita a tutte le anime, diventò un peso anzichè un privilegio.
L'uomo ha un'anima, psiche, ed un io indistruttibile, di origine divina, Daimon: la catarsi, purificazione, fa salire l'io occulto sulla scala dell'essere, facilitandone la liberazione. Poichè l'io da purificare è magico e non razionale, la tecnica della catarsi è magica. Può consistere nel rituale, può avvalersi del potere incantatorio della musica. Può implicare una ascesi, con la pratica di uno speciale stile di vita.
A Creta, sciamani carismatici, katartai, utilizzavano il culto delle grotte, da "thumos, potere"
 
Da: Il dono dell'aquila, riporto questa poesia
Josè Gorostiza (1901-1973), Città del Messico. Nel 1925 pubblicò Canciones para cantar en las barcas, poesie di un lirismo che lo avvicina a Rafael Alberti. Il poema Muerte sin fin (1939) mostra influenze surrealiste ed esprime l'angoscia del poeta per il suo tempo; la morte si identifica con Dio, essere di pura intelligenza. 
Qui un brano del poema, nei versi che celebrano la vita, la morte e il riso.

Oh quale gioia accecante
quale brama esaurire 
l'aria che respiriamo,
la bocca, l'occhio, la mano.
Quale voglia bruciante
consumare fino in fondo tutto di noi
in un unico scoppio di riso.
Oh, questa morte sfrontata, insolente
che ci uccide da lontano.
Con il piacere che proviamo morendo
per una tazza di tè...
per una lieve carezza.

martedì 7 giugno 2022

i legami con la famiglia includono anche i mobili

 A giugno 2020 ho chiuso casa di mia madre ed ho fatto sgomberare ciò che rimaneva degli oggetti e degli affetti, da 60 anni in Italia dopo un avventuroso trasloco nel 1956,attraverso la cortina di ferro, in treno, un vagone affittato, documentazione certificata, passaggi burocratici espletati, da una casa rifugio dei nonni, la casa focolare, a una terra incognita.

Tavolo tipo Ikea, lavabile,  e sedie anni '40


  

credenza a blocchi: sportello a ribaltina, con base di appoggio; parte inferiore, asse per stendere la pasta a scomparsa.
divano con scomparto per le coperte, e/o ripostiglio


                                   vassoio in lega argentea, stile liberty

Casa dei nonni era il focolare, primo perché continuavano ad abitarci i nonni, c'erano gli odori della vita trascorsa con loro, il forno cucina a carbone, le stufe a carbone, la dispensa isolata e fresca, la stanza con la vasca da bagno e il boiler, e metà appartamento affittato da una seconda famiglia, con due figli.
La vista sul giardino del condominio, alberi di ciliegie, muretti da scavalcare, ingressi e uscite dai condomini per giocare a nascondino, attrezzi per appendere i tappeti e sbatterli con il battipanni. 
Uscendo dal palazzo, in piazza Mosca, ci si dirigeva verso la ferrovia, alla stazione si comprava la birra alla spina, si passava sotto la ferrovia e si attraversava il bosco, per rientrare in città in direzione della villa comunale, il giardino del castello /zamecka zahrada, da qui in centro si raggiungevano le terme, e una fontanella di acqua potabile sorgiva, per riempire una borraccia. Questa è la mia mappa mentale di Teplice, detta Teplice Lazne per le sue terme famose fin dal 1800, lungo la strada che conduce  in Germania, in direzione Dresda.
Oltre alla casa dei nonni, la mia mappa contiene anche l'orto del nonno, località "tre quercie", U tří dubů, zona collinare sulla strada per Bystřany: nel giardino era parcheggiato un vecchio autobus di linea, che fungeva da camper, per i giochi dei bambini, mentre intorno vi erano campi di grano e fieno, raccolto a covoni.

1956, ultima estate nel giardino dei nonni

Far uscire una persona da un paese del blocco comunista era una impresa, con validissimi motivi, come nel caso del matrimonio di mia madre con un italiano, ma far uscire anche i beni mobiliari e le suppellettili richiese un elenco accurato di ogni oggetto, dal vestiario ai mestoli ai vasi ai fazzoletti. Ecco uno dei fogli accompagnatori con l'elenco dettagliato in lingua ceca ad uso della dogana


inoltre, i documenti richiesero una serie di vidimazioni e furono tradotti anche in tedesco

                                       

oggetto: viaggio all'estero. ministero delle finanze, APPROVATO

La nostra prima casa a Torino è stata in via Belfiore, qui abbiamo messo radici, io ho sgambettato nel cortile con i bambini del condominio, corso sulle scale, su un gradino ho rotto il mento, e nel laghetto del Valentino sono quasi annegato. Cicatrici che fortificano e servono per crescere.
Mia madre era una persona ordinatissima, dal passato lavorativo come segretaria addetta agli stipendi, quindi ha conservato con cura ogni certificato, lettera di comunicazione di decesso, partecipazioni funebri
qui, un certificato di cresima di una parente del ramo Schlosr, in tedesco significa castellano, datato 1921


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