giovedì 30 giugno 2022

una lunga amicizia fraterna con Yuki

Yuki-san si era presa il titolo di master all'università di Tsukuba nel 1993, e ci siamo incrociati fino a fine marzo, dopodichè abbiamo continuato a sentirci spesso. Cerimonia di laurea e master course

 

Tsukuba, marzo 1994, cerimonia per i corsi di master e completamento del corso, prima a destra

1992, Oji seminar, in alto a destra, ultima fila, il Dr. Kushida, seguono i mei prof. Hisanori Suzuki e il Dr. Libonati, il quinto è l'organizzatore, Dr. Miwa
seconda fila: Yuki, vicino a Alessandro Weisz. Seconda fila, a sinistra: Dr.ssa Masutani del National Cancer centre, prima fila, a destra, in piedi la Dr.ssa Tanaka, e, seduta, Hiromi Masuda, collega del corso di master
                                                             1994, al caffè
Il 1993 è stata l'estate più fredda e il riso non è cresciuto abbastanza, il raccolto scarso, si è importato riso scadente dalla Tailandia. Siccome Hiromi Masuda era figlia di agricoltori di Tsuchiura, mi sono fatto portare 5 kg di riso Koshi-hikari, e con questo regalo sono andato a trovare Yuki ad Isehara, alla Tokai university un sabato di fine estate del 1994. Mi ha ospitato per una notte, e abbiamo dormito sul tatami con due futon

                                 
in queste foto frequenta giù il dottorato in immunonologia presso una università privata

In questi anni, mi ha introdotto ai suoi gusti, i libri di Haruki Murakami, oltre a libri in inglese come Il mondo secondo Garp, di Irving; alcune uscite insieme, come una cena con okonomiyaki; una sera al cinema a Kabukicho, un film sulla ex-Yugoslavia e l'odio razziale; 
A Tsukuba, una delle prime uscite insieme fu al ristorante di okonomiyaki, mi fece conoscere un loro piatto con la trippa. La invitai a casa a cena, lei si fece dare gli avanzi, per il giorno dopo, disse, per la colazione. In seguito, mi invitò ad una cena a casa, con  il gobo (radice di bardana) tagliato a listarelle, in insalata, con la sua amica Qumiko, farmacista;
le piaceva il tè senza zucchero, di qualità, come la marca Frere Mariage (c'è il negozio a Parigi, Rou du Bourg Tibourg, al Marais, vicino al ghetto ebraico);  la musica di John Lennon, come The fool on the hill, e di Tom Waits; mi diede un nastro registrato con musica dei Cibo Matto, di Sean Lennon, 
Avremmo dovuto incontrarci a Ueno park alla mostra dei pittori impressionisti, la collezione Barnes Foundation di Philadelphia (negli USA, a casa i Barnes tenevano i quadri addossati uno sull'altro sulle pareti, come se non dovesse rimanere alcun spazio vuoto). Mi sono messo in coda, lunga, ma non venne nè Yuki nè la sua amica Qumiko. Ho comprato il libro sulla mostra, e alla prima occasione glielo ho regalato.
nel 1996, venne a Tsukuba a farmi visita, la accompagnai a Tsuchiura, alla stazione, e facemmo un giro sul lago Kasumigaura. 

1997, nella foto, ci salutiamo alla metropolitana, dopo una cena al ristorante vietnamita, a Tokyo



Ottobre 2003. Mi ha offerto il pranzo, kaiseki ryori a tema autunnale, vicino a Ikebukuro (era già fidanzata con soddisfazione con il Dr. Yoshida, si sono sposati due anni dopo)

2005. in viaggio di nozze in Italia, ci siamo incontrati a Firenze col marito, li ho portati a casa da mia sorella Lucia e mio cognato a cena, il giorno dopo abbiamo proseguito per Roma, con cena in pizzeria

Tokyo, ottobre 2007, visita alla Tokyo university, presso la prof.ssa Tomiko Asakura, del gruppo della Dr.ssa Abe K., presso cui Yuki ha lavorato come post-doc fino al 2008, dopo una certa età è difficile avere un contratto, per una donna


pausa caffè, in istituto, Facoltà di agraria, Università di Tokyo 

2007, col marito, a destra. e mio cognato Alex a cena insieme
ancora, con mia sorella Lucia

davanti al cuoco, cucina teppanyaki, sono felice di aver potuto offrire la cena
Mi resta una scatola di corrispondenza, dalle buste colorate alle cartoline supercarine, lettere in cui mi parla di sè e che continueranno a farla sentire vicina, per la sua personalità, le sue attenzioni, la sua indipendenza. Messaggi pieni di leggerezza, di domande semplici ma personali, come: "cosa vedi dalla tua finestra?"

Queste foto me le ha inviate lei, insieme a tante  notizie su di lei, sulla ricerca del grande amore, sulle delusioni della vita da ricercatrice, sulla gioia di poter permettersi un viaggio all'estero, sui dolori per le perdite di persone e animali vicini.

                                                                 Cafè du monde

E' importante perseguire i propri sogni senza deviare dall'obiettivo, come fece la sua amica Qumiko, che al negozio di liquori dei genitori e un posto certo, preferì studiare e prendere il titolo di dottore di ricerca in farmacologia. Alla fine, ci si scontra con la società in cui si vive, ed in Giappone le donne che rimangono al lavoro dopo i 40 anni si contano sulla punta delle dita.

sabato 25 giugno 2022

Giorgio Di Lecce e Cristina Ria teatro e tradizioni popolari

 

scene di vita di Giorgio Di Lecce fondatore di Mediterranea, diventato Aracne mediterranea, e Cristina Ria, attrice di Oistros teatro, e memoria storica delle canzoni della tradizione salentina

favolosi primi anni '80, le feste a tema a casa di Cristina, sul Giappone, in kimono,

Giorgio e Cristina si frequentano dopo il 1981, e si sposano nel 1983. Ricordo il pranzo di nozze, organizzarono il porceddu, arrosto sardo, nelle campagne di Calimera, e diedero come bomboniere dei fischietti salentini a forma di pavone, coloratissimo.



Tra il 1975 ed il 1978 Giorgio Di Lecce fa parte del gruppo di teatro sperimentale Domus de Ianas: Maite Aguirres, Diego Furlan, Renato Giuliani, Giorgio Di Lecce col suo banjo, Felipe Balucani, e tanti altri... girano la Barbagia, l'Andalusia, la Macedonia, portando seminari in varie città: Trieste, Firenze, Torino, Salerno, a Modena nelle osterie; la sede stabile a Modena, sulla via delle ciliege, per Vignola, una cascina con salone per le prove  



Finita l'esperienza di Domus de Ianas, Giorgio Di Lecce ritorna a Lecce, dove fonda il suo gruppo, Aracne mediterranea, si unisce a Cristina Ria
Insieme organizzano varie manifestazioni teatrali, come "Et voilà...Incontri internazionali di teatro per ragazzi"  al castello Carlo V, e nelle sedi di scuole, come a Caprarica di Lecce. Nel periodo 1987 e successivi allaccia rapporti con gli Ucci, (Uccio Aloisi, Uccio Bandello, e altri 5 cantori) e li porta in rassegna con sè. Ricordo una festa di Sant'Antonio del fuoco, a Novoli, 1986, nessuno ballava al ritmo delle canzoni, li abbiamo ospitati tutti e sette a casa nostra, a tavola, salsiccia alla brace e vino, tra canzoni e melodie fischiate, passò a trovarci anche Ferdinando Taviani.
In quel periodo, 86-1987, siamo andati a trovare Uccio Aloisi a casa sua, portandogli la pizza della mezzanotte, a Cutrofiano, dopo esserci incontrati con Giorgio in pizzzeria a Sternatia (un altro elemento è stato Francesco De Pasquale, che curava i rapporti con la stampa). C'era un tratto molto umano in Giorgio, oltre che molto professionale. La figlia di Giorgio e Cristina, Vera, dopo una esperienza con i Nidi 'Arac, è una cantante solista (vocals, loop e guitar) che lavora a Roma e dintorni. 
L'ultima volta che ho incontrato Cristina, a Galatina, concerto in piazza Santi Pietro e Paolo di Vinicio Capossela, mi dice: "sono con Vera, conosciamo tutte le canzoni di Vinicio, facciamo i cori col pubblico..." 


1981. Sternatia, Ragno del dio che danza, Cristina Ria insieme a Marisa Turano parla con Franco Corallo di spalle. Viaggiavamo nelle prime ore del pomeriggio, io guidavo una Simca verde, passavo a prendere Cristina e Gianni Renna a Lecce, e ci recavamo nelle sedi del seminario teatrale, Martignano, Sternatia, Melpignano, Cursi, sotto la direzione di Gino Santoro di Storia del teatro, tra giugno e agosto. Cristina cantava benissimo, e ricordava le canzoni popolari salentine e della Grecìa salentina, in Griko / Aremu rindineddha, tra le altre. 

martedì 21 giugno 2022

Carlos Castaneda

Sto recuperando qualche libro che davo per disperso, e letture di oltre 40 anni fa. Uno dei libri di Castaneda è stato un regalo da parte di Renato Giuliani





Dal piangersi addosso all'impeccabilità, una via quasi zen per superare i propri limiti.
Dal seguire i segni che ci vengono indicati, per vedere o per individuare al di là della vita di tutti i giorni gli aspetti del non comune, il tonal (quello che percepiamo, il mondo di tutti i giorni) e il nagual (tutto quello fuori dal mondo di tutti i giorni, ma che potremmo arrivare a percepire). 
Essere circondati da una luce, da farfalle, vedere animali mitici, parlare con la tarantola, vedere san Paolo che media tra il tarantismo e la guarigione, sono aspetti dello sciamanesimo. Molto prima dell'interpretazione sociale e psicologica del tarantismo (in Salento le figure magiche tradizionalmente erano femminili: masciàre, scianàre), esistevano le culture della trance, dalle baccanti alla macumba alla trance del Marocco e dell'Egitto, e in quel di Bali i danzatori invasati dalla divinità si puntavano contro la spada senza scalfirsi. 
Perchè il ragno, perchè i santi, o meglio, una santerìa? Leggete il libro L'isola dei fucili, di Amitav Ghosh, sull'animismo e sugli spiriti guida, in forma di animali, dai serpenti ai ragni.
Nel disegno: uno degli elementi totemici del tarantismo, i fili/fettucce di seta, colorati, sgargianti, usati per decorare la stanza della tarantata sotto terapia, secondo il colore della taranta che l'ha posseduta, nei libri di Castaneda sono elemento rappresentativo dei soggetti sotto trance, disposti come tela di ragno, o come flussi di energia di stati alterati dell'essere, e come visione dei punti e delle linee di energia del/i mondo/i.
Solo a Roma l'essere non lucidi, razionali, ma colpiti da mania o furore (eroico, poetico, o amoroso) era considerato negativo (pubblico: buono, sacro / privato non buono: pro privus, per la propria parte; pro-fanus, davanti al proprio nume tutelare).
Roma rifiuta/rimuove ciò che non è razio (realitas), mens (mente e misura), e ciò che è aleatorio (Fortuna aiuta Preneste, in guerra con Roma, quindi Fortuna è nefasta), ciò che è fanaticus (posseduto dal fanum), in preda ad ebbrezza, a furor poeticus, eroticus, o vaticinante. Il valore non consiste più nell'azione dell'eroe, individuale, e la virtus non è più un potere personale, un "prana"; l'emotività è relagata ad un tempo mitico. Rispetto ad essa si valuta positivamente l'azione coordinata di gruppo. Quando si crea una discordia ordinum, si atraversa una fase di emotività, irrazionalità, gli animi divisi sono in preda alla faziosità delle parti avverse, e bisogna sciogliere, ri-solvere il momento di crisi (valenza negativa perchè contrapposto alla edificazione di un tempo storico, non più mitico, metafisico)
Bisogna ristabilire la salute della res-publica, non più di parte ma universalis, e ristabilire la concordia ordinum.  Il Flamen dialis, dio del cielo, padre luminoso, riporta ad un tempo astorico, porta un anello spezzato, fuori dal tempo storico, Lecti sternia, riti di ripristino del rapporto con gli dei. Così il periodo da rimuovere viene considerato astorico, mitico. Dopo la follia dell'eroe va ristabilito l'oridine. Mel caso dell'eroe degli Orazi, che uccide la srella fidanzata ad uno dei Curiazi, compie parricidio, si sostituisce al pater familiae,ma si appella al popolo, pro-vocatio ad populum: il popolo lo assolve come fosse stato sotto volontà divina, e viene fatto passare sotto il tigillium sonorum, per la perdita di furor.  Nel caso di Orazio Colcite, il guercio (con carateristiche di Odin), che  difese il ponte  Sublicio da solo, con una furia eroica, miracolo audaciae, stupefecit hostes, quando crolla il ponte si raccomanda al dio Tevere: per questo comportamento eroico e non Romano (Tito Livio non dice furiosus, altri dicono mainomenos, posseduto da un dio): deve essere esposto in chiave mitica, dei tempi primordiali, e sottoposto al rituale di rifondazione.
Da "la religione dei greci": per lo sciamano siberiano, l'esperienza delle sue vite passate è accrescimento di potenza, riconosciuto anche da Empedocle e Pitagora; quando la rinascita fu attribuita a tutte le anime, diventò un peso anzichè un privilegio.
L'uomo ha un'anima, psiche, ed un io indistruttibile, di origine divina, Daimon: la catarsi, purificazione, fa salire l'io occulto sulla scala dell'essere, facilitandone la liberazione. Poichè l'io da purificare è magico e non razionale, la tecnica della catarsi è magica. Può consistere nel rituale, può avvalersi del potere incantatorio della musica. Può implicare una ascesi, con la pratica di uno speciale stile di vita.
A Creta, sciamani carismatici, katartai, utilizzavano il culto delle grotte, da "thumos, potere"
 
Da: Il dono dell'aquila, riporto questa poesia
Josè Gorostiza (1901-1973), Città del Messico. Nel 1925 pubblicò Canciones para cantar en las barcas, poesie di un lirismo che lo avvicina a Rafael Alberti. Il poema Muerte sin fin (1939) mostra influenze surrealiste ed esprime l'angoscia del poeta per il suo tempo; la morte si identifica con Dio, essere di pura intelligenza. 
Qui un brano del poema, nei versi che celebrano la vita, la morte e il riso.

Oh quale gioia accecante
quale brama esaurire 
l'aria che respiriamo,
la bocca, l'occhio, la mano.
Quale voglia bruciante
consumare fino in fondo tutto di noi
in un unico scoppio di riso.
Oh, questa morte sfrontata, insolente
che ci uccide da lontano.
Con il piacere che proviamo morendo
per una tazza di tè...
per una lieve carezza.

martedì 7 giugno 2022

i legami con la famiglia includono anche i mobili

 A giugno 2020 ho chiuso casa di mia madre ed ho fatto sgomberare ciò che rimaneva degli oggetti e degli affetti, da 60 anni in Italia dopo un avventuroso trasloco nel 1956,attraverso la cortina di ferro, in treno, un vagone affittato, documentazione certificata, passaggi burocratici espletati, da una casa rifugio dei nonni, la casa focolare, a una terra incognita.

Tavolo tipo Ikea, lavabile,  e sedie anni '40


  

credenza a blocchi: sportello a ribaltina, con base di appoggio; parte inferiore, asse per stendere la pasta a scomparsa.
divano con scomparto per le coperte, e/o ripostiglio


                                   vassoio in lega argentea, stile liberty

Casa dei nonni era il focolare, primo perché continuavano ad abitarci i nonni, c'erano gli odori della vita trascorsa con loro, il forno cucina a carbone, le stufe a carbone, la dispensa isolata e fresca, la stanza con la vasca da bagno e il boiler, e metà appartamento affittato da una seconda famiglia, con due figli.
La vista sul giardino del condominio, alberi di ciliegie, muretti da scavalcare, ingressi e uscite dai condomini per giocare a nascondino, attrezzi per appendere i tappeti e sbatterli con il battipanni. 
Uscendo dal palazzo, in piazza Mosca, ci si dirigeva verso la ferrovia, alla stazione si comprava la birra alla spina, si passava sotto la ferrovia e si attraversava il bosco, per rientrare in città in direzione della villa comunale, il giardino del castello /zamecka zahrada, da qui in centro si raggiungevano le terme, e una fontanella di acqua potabile sorgiva, per riempire una borraccia. Questa è la mia mappa mentale di Teplice, detta Teplice Lazne per le sue terme famose fin dal 1800, lungo la strada che conduce  in Germania, in direzione Dresda.
Oltre alla casa dei nonni, la mia mappa contiene anche l'orto del nonno, località "tre quercie", U tří dubů, zona collinare sulla strada per Bystřany: nel giardino era parcheggiato un vecchio autobus di linea, che fungeva da camper, per i giochi dei bambini, mentre intorno vi erano campi di grano e fieno, raccolto a covoni.

1956, ultima estate nel giardino dei nonni

Far uscire una persona da un paese del blocco comunista era una impresa, con validissimi motivi, come nel caso del matrimonio di mia madre con un italiano, ma far uscire anche i beni mobiliari e le suppellettili richiese un elenco accurato di ogni oggetto, dal vestiario ai mestoli ai vasi ai fazzoletti. Ecco uno dei fogli accompagnatori con l'elenco dettagliato in lingua ceca ad uso della dogana


inoltre, i documenti richiesero una serie di vidimazioni e furono tradotti anche in tedesco

                                       

oggetto: viaggio all'estero. ministero delle finanze, APPROVATO

La nostra prima casa a Torino è stata in via Belfiore, qui abbiamo messo radici, io ho sgambettato nel cortile con i bambini del condominio, corso sulle scale, su un gradino ho rotto il mento, e nel laghetto del Valentino sono quasi annegato. Cicatrici che fortificano e servono per crescere.
Mia madre era una persona ordinatissima, dal passato lavorativo come segretaria addetta agli stipendi, quindi ha conservato con cura ogni certificato, lettera di comunicazione di decesso, partecipazioni funebri
qui, un certificato di cresima di una parente del ramo Schlosr, in tedesco significa castellano, datato 1921


giovedì 12 maggio 2022

ricordi del dottorato a Verona

 Tra il 1990 ed il 1995 ho trascorso cinque anni presso la facoltà di Medicina a Borgoroma, Verona, presso il  complesso dei laboratori universitari di ricerca medica (fino a fine 1990) e poi presso l'istituto di Biochimica.

                   Ilaria Dalprà di spalle, con il Bertini e Caterina

La prima borsa di ricerca era ospedaliera, con il Professor Radin e il Dr. Dellagiacoma (Gianni, originario della Valsugana) che si occupava di ricerca sul trapianto del pancreas endocrino, utilizzando cellule di ratto e di maiale. Quando la sua dottoranda venne in laboratorio, gli chiese: Gianni, quando lo fai il maiale? e lui rispose: Tutti i giorni! A fianco della nostra stanza vi era un laboratorio di proteomica, con un medico e due tecniche, di cui ricordo Monica, perchè ci siamo frequentati in varie occasioni, originaria del Veronese là dove si producono amarone e recioto, una sera ce ne fece dono, era squisito.  Quando ho vinto il dottorato, e fine anno, ho lasciato la mia borsa ad una biologa, Teresa, che aveva un conflitto latente con gli uomini, ma allo stresso tempo riusciva a suscitare l'interesse dei colleghi. Invece Gianni, sciupafemmine, era intento a corteggiare le infermiere. Più avanti ritornerò su Gianni e le sue conquiste.

A Biochimica,  ero nel gruppo del Professor Suzuki, e cisi occupava di tessuti animali da cui estraevamo proteine con particolari proprietà. Dai ratti, ghigliottinati, si sezionavano gli organi distinguendone le funzioni (Ad esempio, dal cervello si raccoglievano le varie zone separatamente: cervelletto, bulbo, talamo, corpo striato, corteccia, ippocampo, e così via), fino a venti diversi tipi di organo, i tessuti venivano crioconservati a meno 80 dopo averli polverizzati in azoto liquido. Inoltre, c'erano organi come testicoli bovini, tagliati in forma di pizzette, che davano origine a sollazzi da parte degli amici, che mi prendevano in giro. Venivano anche studenti stranieri, ricordo una vietnamita, Nguyen, che mi ha ricontattato di recente, ha lavorato negli USA con la sua famiglia. Altri laureati frequentavano il nostro gruppo, Sofia è rimasta ed è docente ancora oggi, e il farmacista Checco, che lavorava ma aveva la passione per la ricerca. Una sera era impegnato in una estrazione dell'enzima ADP ribosil Transferasi, con una studentessa di un gruppo napoletano, ma dopo il passaggio sulla colonna di affinità e analisi del contenuto proteico nelle varie frazioni, il risultato era negativo. Trovandomi ancora sul posto, ci siamo messi insieme a riequilibrare le frazioni per eliminare l'eccesso di sali (con il potenziometro per leggere la conduttività in milliohms)  e l'ho convinto a ricaricare la colonna di affinità. Fu un successo!

Nei gruppi diretti da altri professori c'erano persone simpatiche, Chiara, sposata con famiglia, Patricia di origini libanesi fidanzata con Elio, e una ragazza olandese, con cui mi intrattenevo a parlare, e mi offrivo di lavarle la biancheria, perchè non aveva la lavatrice. Mi fecero notare che avrei dovuto fare attenzione ai suoi camici, perchè lavorava con sostanze radioattive, e si macchiava il camice. Visto che anche io ho lavorato con molecole radiattive, non me ne sono preoccupato. Un fine settimana Gianni ci invitò ad andare con loro a Bormio, aveva le chiavi di una baita per gli ospiti, nel parco dell'Adamello, e io chiesi alla ragazza olandese di accompagnarci. Sono partito insieme a lei con la mia 500, chiacchierando lungo il viaggio, e a Bormio ci siamo ricongiunti con il gruppo,  la casa era confortevole con vari letti, a castello e a due piazze. Ad un tratto, la mia amica mi raggiunge pensierosa e mi chiede: scusa, ma io con chi devo dormire, con te  con Gianni? Il dottore si era fatto avanti e la mia amica forse aveva fatto un progetto che mi riguardava. Comunque, fu un fine settimana bello e di libertà, arrivammo anche a Livigno, città esentasse; in seguito i due si frequentarono ancora per qualche mese. Passata la cotta per il medico, ci siamo rivisti, l'ho introdotta alla mia cerchia di amicizie disinteressate, alcune LGBT, con cui si facevano grasse risate e mangiate di costatine a Verona e nell'entroterra, tra osterie e fresche frasche, tipo le osmize, come le chiamano in Friuli.

Colonne sonore: It's the end of the world as we know it (and I feel fine), R.E.M.; Nevermind, Nirvana;

 Sax And Violins  Talking HeadsSummer Kisses, Winter Tears  Julee CruiseMove with Me (Dub)  Neneh CherryThe Adversary  Crime and The City SolutionWhat's Good  Lou ReedLast Night Sleep  CanFretless  R.E.M.Days  Elvis CostelloClaire's Theme  Graeme Revell(I'll Love You) Till The End Of The World  Nick Cave & the Bad SeedsIt Takes Time  Patti Smith e Fred "Sonic" SmithDeath's Door – Depeche ModeLove Theme – Graeme RevellCalling All Angels – Jane Siberry. 

Wim Mertens: Close cover, Whisper me, The fosse, Struggle for pleasure. Peter Gabriel: Secret World. Gianna Nannini: America; Ciao amore: io senza te.

Degli altri istituti, in ognuno c'era qualche amica simpatica, con cui scambiare due parole, c'era chi cantava nei gruppi come corista, ma il gruppo di ricerca più numeroso era a istologia, varie ragazze che organizzavano party e serate in campagna. Ad una uscita, mi sono presentato con una mongolfiera, e la serata è stata divertente, tra medici stranieri ospiti del professore, a Negrar, nella campagna veronese, nel giardino di Caterina, una delle ragazze del team. 

Marilena a sinistra, Lucia al centro, e Chiara

                                            Adriano il tecnico, e Betta
Jun Wu, universitario cinese

Una delle interne di Anatomia era Ilaria Dalpra (inseparabile dalla sua compagna Lucia Gabrielli), grande amica sportiva, spesso sono andato a Vicenza da lei per giocare a calcetto od a pallacanestro, nel 1993, mi ha fatto conoscere la sua cerchia di amicizie: Giuliano, e la squadra di calcio ospitata a Borgoroma per una sfida VI-VR (Giampaolo, Stefano, Filippo, Nico, Marek dalla Czechia). Si era una comitiva numerosa, ricordo pomeriggi nuvolosi, tramonti carichi di nuvole nere e vento di settentrione, al rientro dai giardini da una partita insieme. Colonna sonora: 883: Come mai, Pitura Freska: Un papa nero.

La festa di saluto prima della partenza fu a casa mia, mi regalarono una T shirt bianca tutta firmata con bei pensieri e dediche (Sii felice; partire non è andare e tornare, è imparare le lingue degli altri, imparare ad amare).  Al ritorno dal Giappone, ho trascorso il 1995 abitando a Vicenza e viaggiando a Verona per scrivere la tesi di dottorato. Le amicizie erano consolidate, e ripresero le partitelle di pallacanestro (oratorio) e pallone (ai giardini pubblici), inoltre siamo andati insieme una sera al cinema a vedere Kitchen, dal libro di Banana Yoshimoto.

Durante il mio secondo soggiorno in Giappone, ho rivisto il professore Armato ad un convegno nel 1997, insieme a  due sue dottorande, una delle quali era Ilaria. Prima di partire nel 1994, le avevo lasciato lo stereo, al rientro mi ha aiutato a fare il trasloco a Vicenza. Marilena (Ribecco) ottenne una borsa per il Canada, da cui mi ha scritto varie volte nel 1997, sul freddo (-38 gradi) di Montreal, e su Ilaria che l'aveva raggiunta per lavoro.

Solo con Marta, la ricercatrice di Suzuki, e con la figlia di Suzuki, ci sentiamo ogni tanto, abbiamo mantenuto i contatti. In un paio di occasioni sono passato a trovarli, in istituto, e quando il prof è mancato, per un tumore,  ho provveduto a comunicarlo a chi non sarebbe stato raggiunto dalla notizia, come il


responsabile scientifico all'ambasciata italiana a Tokyo, Angelo Volpi, e grazie a Suzuki ed alle persone che avevano rapporti  di lavoro con lui, in Giappone,  ancora oggi ci sono rapporti di amicizia e di lavoro tra Italia e Giappone, grazie a questi studi e scambi pionieristici. 


martedì 10 maggio 2022

repertorio dei matti della città di Tokyo

 E riprendo la serie dei "repertori dei matti", serie di caratterizzazioni umane fatta da Paolo Nori nei suoi libri sulle città del mondo, in questo post l'esercizio ha per tema i Giapponesi.



Era un laureato con un pallino fisso, ottenere il genoma del topo, e era sbeffeggiato da un suo pari, che invece diceva che il genoma umano era più importante ed utile alla medicina. Con pazienza, si circondò di ricercatori bravi ed internazionali, che misero in opera e brevettarono un metodo detto CAGE, mediante il clonaggio e l'identificazione di tutte le sequenze iniziali dei geni trascritti nelle cellule, nel topo  con la serie dei meetings su functional annotation of  transcribed  ORFs in mouse (FANTOM), poi nell'uomo, e via via in tutti gli organismi modello. Ora è il personaggio più in evidenza tra i colleghi, dirige in RIKEN, e forse sarà ministro per la ricerca giapponese. Nelle riunioni celebrative di fine anno, andava con il suo gruppo a cantare nei Karaoke, brindando con il sakè e la birra. Cantava spesso "davanti a una lattina di biirr, quel fiol de Piero (Carninci) fa le feste, perchè xe un fiol de Trieste, perchè xe un fiol de Trieste..." Dopo, prima di andare a casa, si fermava ad un chiosco di Ramen, perchè è un cibo che attenua il livello alcoolico.

Ai gabinetti della metro, prima di prendere l'ultimo treno per la sua destinazione, l'uomo non sapeva come tenere il mazzo di fiori, così si appoggiava con la spalla al bordo di ceramica, una mano sulla patta, e con l'altra reggeva il mazzo di fiori in mano.

Sulla scala mobile, in salita, la ragazza con la minigonna si copriva il suo lato B tenendo la borsetta sul suddetto lato B con il braccio piegato indietro, per non far sollevare la gonna.

Nella metro, la ragazza, seduta, è nascosta dalla forma della custodia del suo violoncello, il suo doppio.

Sul treno, la ragazza teneva un papero di peluche in una busta di carta, poi gli aggiustava la testa per  farla emergere dalla busta, in modo da lasciarlo respirare.

Lungo i viali pedonali, ragazze con le gonne lunghe sfrecciano su biciclette, come sospese ad un filo. Sembrano ballerine russe, quando si muovono scivolando sul pavimento mentre i piedi sono nascosti dalle gonne. Chi sa se sono veramente a cavallo delle biciclette, forse viaggiano su scope stregate.

Era una collega del laboratorio, solitaria come un gatto, socializzava ma aveva uno spirito autonomo. Mi aveva regalato la foto della sua gatta, una gatta tricolore, chiamata Mikeko per questo.  Per qualche giorno non venne al lavoro, forse una influenza. Con una sua collega, Hiromi, andammo a farle la spesa al supermercato, e passammo dal dormitorio per lasciarle il cibo, ma non ci aprì. Una volta scesi alla macchina, la chiamiamo al telefono. Non voleva farsi vedere, si sentiva non presentabile. "Lasciatemi le buste fuori dalla porta!" 


lunedì 2 maggio 2022

Teatro immediato a Lecce, 1986

 Chiudo con questo post la parentesi sulle iniziative socioculturali e gli scambi tra Torino e Lecce. Nel 1986 il Teatro Immediato, lega italiana affiliata ai gruppi francesi e canadesi, diretto da Renato Giuliani, ora al Teatro Nazionale di Nizza, già fondatore di Nalpas teatro e Baphomet teatro, che aveva un contratto con il carcere minorile di Torino Ferante Aporti per le attività cutlurali nel carcere, effettua due distinte discese a Lecce. La prima, per la rassegna "Incontri internazionali di teatro per ragazzi" al castello Carlo V  organizzata da Mediterranea, ossia Giorgio Di Lecce (e Cristina Ria). Finita l'esperienza di Domus de Ianas, Giorgio è ritornato a Lecce, e fonda il suo gruppo, Aracne mediterranea, e organizza varie manifestazioni teatrali tra cui, Et voilà..."Incontri internazionali di teatro per ragazzi"  al castello e nelle sedi di scuole, come a Caprarica di Lecce. In quel periodo  allaccia rapporti con gli Ucci, i tre cantori della tradizione salentina, e li porta in rassegna con sè. Ricordo una festa di Sant'Antonio a Novoli, 1986, nessuno ballava al ritmo delle pizziche, alla sera li abbiamo ospitati tutti e sette cantori a casa a tavola, tra canzoni e melodie fischiate, passò a trovarci anche Ferdinando Taviani. In quel periodo siamo andati con Giorgio a trovare Uccio Aloisi a casa sua, portandogli la pizza della mezzanotte, a Cutrofiano, dopo esserci incontrati in pizzzeria a Sternatia (un terzo elemento è stato Francesco De Pasquale, che curava i rapporti con i giornali)

in occasione della rassegna a Lecce al castello, Renato ottiene la trasferta del tecnico, Lorenzo, in quel periodo in carcere al Ferrante Aporti: per le pregresse attività sociali di laboratorio di teatro che Renato aveva stabilito dal 1984 e che avevano dato luogo a diversi spettacoli, tra cui Il Figlio della Notte, al teatro Nuovo di Torino, nel 1985, con i ragazzi del Ferrante in uscita-lavoro. 


Ebbene, nel 1986, si è realizzata la prima uscita-lavoro interregionale, con una trasferta da Torino a Lecce, alternando il lavoro diurno di assistente di scena con i pernotti nel carcere minorile di Lecce.

In seguito alle proposte all'EDISU ed ai professori di storia del teatro, l'opera universitaria di Lecce ha approvato un intervento culturale a Lecce, articolato in seminari teatrali e spettacolo finale, nell'aula magna dell'università in viale degli studenti, e interventi presso l'aula del primo anno di Villa Tresca, nell'ottobre 1986.

Nell'aula magna sul palco si sono alternati vari attori, insieme a Renato Giuliani c'erano Jean-Michel Meys a Corinne Galland, Pippo D'Amico, Corrado Parodi, Ugo Giletta, oltre a laboratori in varie aule, e le gags delle scene congelate (si deve mimare un argomento e fermarsi allo stop del regista, con effetti esilaranti, grazie alla fantasia della lettura della scena, che si vede bloccata in un assurdo mix di composizioni incoerenti, a cui viene dato un titolo rappresentativo, come "la crocifissione sul calvario", "botte da orbi", ecc...)
Al corso di improvvisazione si sono iscritti venti studenti, e nelle serate libere ci si incontrava a casa e si dava sfogo a clownerie, con i gemelli Costantino e Beniamino Piemontese si effettuavano traduzioni istantanee multilingue, anticipando con la fantasia il contenuto dei discorsi. Si inscenarono spogliarelli maschili. 
In strada, Jean-Michel si alternava in scene di cascatore, o si arrampicava sui portoni dei palazzi. 
A stage concluso, poichè non si era fatto in tempo ad organizzare un intervento presso il carcere minorile, io con alcuni/e del gruppo che avevano partecipato attivamente abbiamo fatto l'intervento nelle vacanze di Natale, con grande soddisfazione di tutti, anche i detenuti si sono coinvolti nelle scene, danze e musiche da Blues Brothers. Grazie ad Alessandra Falcolini di Ceglie, Evelina Ferocino, Francesco Riccobelli, Alessandro Avellis, Calro Carmignani di Caprarica, Carlo Ginosa di Campi.
Pur non esssendoci frequentati in altre occasioni, ricordo una serata in piazza davanti a Palazzo Tamborrini, con perfetti sconosciuti ci siamo uniti in cerchio ed abbiamo giocato con i suoni, tenendoci per mano, adattandoci ai ritmi suggeriti dal capitano di turno.
Un happening per strada simile mi è successo forse nel 1976, a Modena di inverno, faceva freddo, ci mettiamo a ballare davanti al duomo, cantando un ballo tondo, coinvolgiamo un gruppo di sconosciuti.






                                       





Marcella, Renato, Pippo, Corrado, Jean-Michel, e Ugo

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